Un tutorial per contribuire a OpenStreetMap

Thursday, 18 April 2024 07:35 UTC

Abbiamo già parlato di cos’è OpenStreetMap e cosa permette di fare con i dati geospaziali che raccoglie. In estrema sintesi: è un database di dati geografici aperti, che possono essere aggiunti, modificati e riutilizzati da chiunque, per qualunque scopo.

Ma quindi, come si può imparare a contribuire a OpenStreetMap? Esistono diversi strumenti per imparare a contribuire passo passo. E spesso si trovano proprio dentro OpenStreetMap.

Il tutorial di OpenStreetMap

OpenStreetMap mette a disposizione un tutorial molto semplice per imparare ad utilizzare punti, linee e aree per rappresentare sulle mappe la realtà che ci circonda o che è visibile da una immagine satellitare. Per utilizzarlo bisogna prima creare un account OpenStreetMap, che è comunque necessario per modificare il progetto.

Crea il tuo account OpenStreetMap

Una volta creato l’account, i passi sono molto semplici:

  1. Fai login su OpenStreetMap
  2. Fai zoom sulla mappa fino a quando compare la possibilità “Modifica”
  3. Nel menu a destra della mappa clicca sul punto di domanda
  4. Seleziona “Inizia il tutorial” dal menu che si apre

Nel corso del tutorial, che è disponibile anche in italiano e sarà direttamente in questa lingua se è la tua lingua impostata come predefinita, avrai la possibilità di fare degli esperimenti su una mappa finta, senza che le tue modifiche vengano direttamente salvate su OpenStreetMap. Lì imparerai quindi, per esempio, a disegnare una strada o un edificio e le poche regole utili a rendere più facile la mappatura collaborativa.

Inizia poi a mappare qualcosa che conosci bene e che vedi che manca: un edificio della tua città o il tuo negozio preferito, per esempio. Ricordati di associare degli attributi (tag, come edificio, strada, area…) che descrivono gli elementi e non solamente il nome. Quando salvi, descrivi cosa hai fatto: in questo modo gli altri utenti della comunità sapranno darti consigli e risolvere i tuoi dubbi.

Altri modi per imparare

Sul sito della comunità italiana dei volontari OpenStreetMap c’è una sezione dedicata a tutti gli strumenti utili per imparare ad utilizzare lo strumento al meglio. Learn OSM potrebbe essere molto utile, ma se preferisci ci sono altre guide in questa pagina più simile allo stile di Wikipedia.

Altri modi per mappare

Esistono strumenti che utilizzano OpenStreetMap e permettono di migliorarlo sfruttando interfacce esterne. Il Tasking Manager della comunità italiana per esempio è uno strumento adattato alle esigenze dei mappatori italiani che permette a più persone di contribuire a progetti ampi, dividendosi in compiti in maniera automatizzata. Nella piattaforma, che raccoglie progetti di mappatura per scopo umanitario, si può scegliere a cosa contribuire: verranno descritti i compiti e le azioni richieste a ciascuno e ognuno può selezionare un’area in cui intervenire, contrassegnando poi il lavoro come in corso, completato o in attesa di validazione da un utente più esperto il proprio lavoro.

Un altro modo per mappare in maniera semplice e seguendo delle sfide proposte da altri volontari è MapRoulette. Scegli la tua sfida e comincia a mappare!

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Immagine: Venice, Italy, di Planet Labs, Inc., CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Le voci più viste su Wikipedia a marzo

Friday, 12 April 2024 14:57 UTC

Oltre allo sport e alla cronaca generale, il cinema è stato uno degli argomenti che a marzo hanno appassionato di più i lettori di Wikipedia in italiano. Merito soprattutto dei Premi Oscar, che hanno permesso a due dei film vincitori di guadagnare un posto in Top 10, mentre un altro è rimasto appena fuori.

Inoltre, se a febbraio si erano presi la scena il festival di Sanremo e la famiglia Mango, marzo ha visto il ritorno in classifica della voce più gettonata di gennaio, pur con meno clamore. La vera domanda, però, è: perché si cerca così tanto Facebook su Wikipedia? Questo mese provano a spiegarlo gli utenti Oltrepier e Smatteo499, che hanno curato i commenti alle voci.

1. Rocco Siffredi

A prendersi il primo posto della nostra classifica è il noto regista e attore pornografico, non solo per il successo della serie Supersex, basata sulla sua vita, ma anche in seguito alla denuncia di una giornalista di Adnkronos per molestie sessuali; dopo aver smentito le accuse in un primo momento, Siffredi ha poi incontrato e si è scusato di persona con la giornalista durante una puntata del programma Le Iene.

2. Povere Creature!

“Medaglia d’argento” per l’ultimo film del regista greco Yorgos Lanthimos, che dopo aver conquistato il Leone d’oro al miglior film nel settembre del 2023 e due Golden Globe all’inizio di quest’anno, nel mese appena conclusosi ha ottenuto ben quattro Premi Oscar: miglior attrice (per Emma Stone), migliore scenografia, migliori costumi e migliori trucco e acconciatura.

3. Joe Barone

Chiude il podio il direttore generale della Fiorentina, scomparso prematuramente il 19 marzo 2024 (solo un giorno prima del suo 58° compleanno), in seguito a un grave malore occorsogli due giorni prima, a poche ore dalla gara con l’Atalanta (poi rinviata). Nato in Italia, ma in possesso della cittadinanza statunitense, Barone lavorava per il club viola dal 2019 e, fra le altre cose, ha contribuito alla realizzazione e inaugurazione del centro sportivo Viola Park.

4. Società Sportiva Calcio Napoli

Appena sotto il podio, un’altra voce a tema calcistico, stavolta riguardante il club campano, che a marzo è stato protagonista della cronaca sia per l’arrivo del nuovo allenatore Francesco Calzona, già commissario tecnico della nazionale slovacca, sia per i lunghi strascichi del caso riguardante il difensore partenopeo Juan Jesus, che aveva accusato il “collega” interista Francesco Acerbi di aver pronunciato insulti razzisti nei suoi confronti. Il centrale nerazzurro è stato però assolto dal giudice sportivo: una decisione fortemente criticata dallo stesso club napoletano, che il 30 marzo, prima dell’incontro di campionato con l’Atalanta, ha messo in atto una serie di iniziative volte a difendere Juan Jesus e a combattere il razzismo.

5. Facebook

Il social network di Meta si conferma ospite abituale della nostra classifica, principalmente per la sua continua popolarità e sulla scia del suo ventesimo anniversario. Tuttavia, nel mese appena passato Facebook è rimasto coinvolto, fra le altre cose, anche nella contesa fra Meta e la stampa australiana sulla promozione social dei contenuti giornalistici, nonché nelle indagini della Commissione europea sul monopolio della stessa Meta, di Apple e di Google sul mercato digitale del continente.

6. Chico Forti

Si posiziona appena fuori dalla Top 5 l’ex velista trentino, che dal 2000 sta scontando una pena in carcere negli Stati Uniti, in seguito alla sua condanna all’ergastolo per l’omicidio dell’imprenditore australiano Dale Pike nel 1998, crimine per cui Forti si è sempre dichiarato innocente. Il 1° marzo, durante una missione a Washington, la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni ha annunciato il trasferimento di Forti in Italia, evento per cui le trattative diplomatiche proseguivano fin dal 2018.

7. Dune

Il film fantascientifico del 2021 di Denis Villeneuve, tratto dall’omonimo romanzo di Frank Herbert e vincitore di sei Premi Oscar, è da poco ridiventato voce di attualità in seguito all’arrivo nelle sale della sua seconda parte, che ha riconfermato in gran parte il cast del primo lungometraggio (che comprende anche Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson e Zendaya) e punta a bissarne il grande successo di pubblico e di critica, se non a superarlo.

8. Margherita Hack

La figura dell’astrofisica, divulgatrice e attivista italiana, scomparsa nel 2013, è stata recentemente celebrata nel film Margherita delle stelle, trasmesso il 5 marzo scorso su Rai 1 e liberamente ispirato all’autobiografia di Hack Nove vite come i gatti. Diretto da Giulio Base, il film si è distinto soprattutto per l’intepretazione della protagonista Cristiana Capotondi, pur ricevendo recensioni non sempre positive dalla critica.

9. Jannik Sinner

Dopo aver conquistato l’Australian Open e la vetta della nostra classifica a gennaio, il tennista altoatesino è rientrato in questa lista grazie ad altri successi prestigiosi: all’ATP 500 di Rotterdam (vinto a febbraio) sono seguiti Indian Wells, dove Sinner si è arreso solo a Carlos Alcaraz nelle semifinali, e soprattutto il Miami Open, in cui invece ha prevalso su Grigor Dimitrov in finale, diventando ufficialmente il numero 2 del ranking mondiale (dietro soltanto a Novak Djokovic).

10. La zona d’interesse

Chiude la Top 10 l’ultimo film del regista inglese Jonathan Glazer, reduce dalla vittoria di due Premi Oscar, di cui uno come Miglior film internazionale (categoria in cui l’Italia era rappresentata da Io capitano,di Matteo Garrone). Riadattamento parziale dell’omonimo romanzo di Martin Amis, il lungometraggio racconta un periodo specifico della vita del gerarca nazista Rudolf Höß, che durante il suo servizio come comandante del campo di concentramento di Auschwitz scelse di stabilirsi con la famiglia e altri conoscenti, per l’appunto, nella cosiddetta Area d’interesse, una vera e propria “bolla” che consentiva loro di ignorare le atrocità commesse dai sottoposti di Höß dentro al campo.

11. Oppenheimer (menzione d’onore)

Difficile, se non impossibile, evitare ogni riferimento all’ultimo film di Christopher Nolan, protagonista degli ultimi Premi Oscar grazie alla vittoria di ben sette riconoscimenti, fra cui quelli per il Miglior film, il Miglior regista e Miglior attore, sia protagonista (Cilian Murphy, interprete del fisico statunitense Robert Oppenheimer), sia non protagonista (Robert Downey Jr., qui nei panni del controverso politico Lewis Strauss).

Immagine: collage di Wikimedia Italia, CC BY-SA 4.0. Immagini originali: Rocco Siffredi, di Toglenn, CC BY-SA 3.0; Emma Stone, di Gage Skidmore, CC BY-SA 3.0; Margherita Hack, di Cirone-Musi, Festival della Scienza, CC BY-SA 2.0, tutte da Wikimedia Commons

Wiki Loves Monuments 2024, Regolamento

Thursday, 11 April 2024 15:07 UTC

Wikimedia Italia – Associazione per la diffusione della conoscenza libera APS, associazione di promozione sociale con sede legale in via Bergognone, 34 – 20144, Milano – P. IVA IT05599740965, C.F. 94039910156

organizza il concorso Wiki Loves Monuments Italia 2024.

Tale concorso si propone di valorizzare e documentare l’immenso patrimonio culturale dell’Italia sul web, promuovendo la sua ricchezza artistico-culturale presso una vasta platea internazionale, in particolare, attraverso la promozione della conoscenza e i progetti a contenuto libero sostenuti da Wikimedia Foundation e da Wikimedia Italia stessa, tra i quali Wikipedia.

Art. 1 – Definizione del concorso

Wiki Loves Monuments è un concorso fotografico che potenzia la visibilità dei monumenti e invita ciascuno a essere protagonista nel documentare, valorizzare e tutelare il patrimonio culturale.

Il concorso fotografico è pertanto escluso dal regime di cui al DPR 430/01 in forza dell’articolo 6, comma 1, lettera a) della norma in quanto viene indetto “per la produzione di opere […] artistiche” per le quali i premi agli autori rappresentano “un titolo d’incoraggiamento nell’interesse della collettività”.

L’iniziativa si inserisce in un contesto internazionale: le edizioni nazionali e/o locali di Wiki Loves Monuments sono infatti promosse contemporaneamente dal 1º al 30 settembre e dal 1º al 31 ottobre in diversi Paesi del mondo.

Il concorso Wiki Loves Monuments Italia 2024 è strutturato in due livelli:

  • Il concorso nazionale;
  • I concorsi regionali e locali, organizzati da volontari delegati da Wikimedia Italia.

Art. 2 – Requisiti e modalità di partecipazione

La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti, italiani o stranieri, previa registrazione sul sito Wikimedia Commons.

Sono esclusi dall’assegnazione di premi i membri degli organi statutari di Wikimedia Italia, loro dipendenti e i collaboratori retribuiti, che potranno però partecipare al caricamento di fotografie nell’ambito del concorso. Sono inoltre esclusi dall’assegnazione di premi i soggetti che verranno chiamati a formare le giurie di cui ai successivi articoli 4, 5 e 6.

I partecipanti, all’atto della registrazione su Wikimedia Commons, dovranno specificare un proprio indirizzo e-mail valido in modo da poter essere contattati privatamente da Wikimedia Italia. La mancata indicazione di un indirizzo e-mail valido comporta l’impossibilità di concorrere al premio.

Le informazioni relative al trattamento dei dati personali sono riportate nella procedura di registrazione su Wikimedia Commons.

Tutti i partecipanti sono chiamati a rispettare le regole di comportamento vigenti presso i luoghi dove ha sede ogni singolo bene o monumento. Partecipare al concorso non implica possedere particolari privilegi nell’accesso alle sedi dei monumenti (salvo diversamente indicato dai gestori del luogo). Per esempio, se vige il divieto di utilizzare il cavalletto o il flash, tale divieto va rispettato; se è richiesto il pagamento di un biglietto d’ingresso a un museo, sarà necessario acquistarlo. I partecipanti non possono vantare titolo al rimborso di eventuali costi sostenuti, inclusi quelli di accesso ai monumenti.

I partecipanti, nella partecipazione al concorso, non sono considerati volontari (neppure occasionali) ai sensi dell’art. 17 del D Lgs 117/17 e gli organizzatori non sono ritenuti responsabili dei danni che i partecipanti possono procurare a sé stessi, a terzi o a cose.

Art. 3 – Requisiti delle fotografie che partecipano al concorso

Le fotografie (di seguito indicate anche come “opere”):

  • devono essere realizzate e caricate esclusivamente dal fotografo che partecipa al concorso;
  • devono essere caricate su Wikimedia Commons durante il mese di settembre con licenza Creative Commons Attribuzione Condividi allo stesso modo (CC BY-SA 4.0);
  • possono essere state scattate anche precedentemente, ma non devono essere già state pubblicate su Wikimedia Commons o su altri siti web, social network o pubblicazioni cartacee prima dell’inizio del concorso;
  • devono avere come soggetto un bene culturale o una vista di insieme scelti tra quelli presenti nelle liste pubblicate sulla webapp app.wikilovesmonuments.it;
  • devono preferibilmente essere caricate attraverso la procedura guidata apposita; è possibile, ma sconsigliato, utilizzare il caricamento manuale, ricordandosi però di inserire il codice identificativo del bene culturale (ID) e le categorie appropriate;
  • devono avere un breve titolo descrittivo del soggetto ripreso, che comprenda un breve riferimento al nome del monumento o alla vista d’insieme con alcuni dettagli ulteriori; sono caldamente sconsigliati i nomi generati dallo scatto della foto (p. es. codici alfanumerici o nomi generici e non significativi);
  • devono essere caricate in uno dei formati ammessi da Wikimedia Commons, come per esempio JPEG, PNG e TIFF e pubblicate accettando per intero la licenza “Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0” proposta dal sistema (il cui testo legale integrale è disponibile all’indirizzo https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/legalcode ) o licenze più aperte;
  • devono avere la massima risoluzione e la minima compressione possibili;
  • possono essere modificate solo con tecniche quali adattamenti della luminosità, contrasto e colore, sovraesposizione e sottoesposizione;
  • non devono riportare firme o filigrane.

Ogni fotografo può caricare un numero illimitato di fotografie.

Art. 4 – Pregiuria nazionale

Una pregiuria nominata da Wikimedia Italia sceglierà, a proprio insindacabile giudizio, una preselezione delle fotografie che partecipano al concorso secondo i criteri descritti nel bando.

Art. 5 – Giuria nazionale

La composizione della giuria sarà pubblicata sul sito ufficiale del concorso entro la metà del mese di settembre.

La giuria, a suo insindacabile giudizio, sceglierà, tra le opere selezionate dalla pregiuria, quelle vincitrici, assegnando i premi ai loro autori/partecipanti.

Art. 6 – Giurie regionali e locali

La composizione delle giurie regionali e locali sarà resa pubblica entro la metà del mese di settembre.

Le giurie regionali e locali, a loro insindacabile giudizio, sceglieranno le opere vincitrici, assegnando i premi ai loro autori/partecipanti.

Gli organizzatori dei concorsi regionali e locali possono nominare pregiurie regionali e locali che effettueranno, a proprio insindacabile giudizio, una preselezione delle opere che partecipano al concorso regionale o locale secondo i criteri descritti nel bando.

Art. 7 – Criteri per la selezione delle opere finaliste

I criteri che saranno utilizzati da parte delle giurie per la valutazione e la scelta delle opere finaliste, laddove applicabili, sono:

  • qualità tecnica, includendo in questo anche la definizione e risoluzione dell’immagine, a cui verrà assegnato un peso nella valutazione pari al 30% del punteggio totale assegnato;
  • interpretazione personale ed equilibrio tra capacità narrativa ed estetizzazione, a cui verrà assegnato un peso pari al 20% del punteggio totale assegnato;
  • utilità per Wikipedia: qualità dell’immagine bilanciata con le esigenze di rappresentazione documentaria a cui verrà assegnato un peso pari al 50% del punteggio totale assegnato.

A parità di valutazione, saranno privilegiate le immagini di monumenti scarsamente rappresentati nelle precedenti edizioni.

Le 10 fotografie finaliste parteciperanno alla fase internazionale di Wiki Loves Monuments 2024, insieme alle finaliste degli altri Paesi coinvolti dal concorso.

Ogni partecipante può ricevere un solo premio per ogni fase del concorso (regionale/locale e nazionale).

Art. 8 – Scadenza e data di premiazione

La data ultima di scadenza per caricare in Wikimedia Commons le proprie fotografie è fissata alle ore 23:59:59 (ora italiana) del 30 settembre 2024.

La premiazione del concorso nazionale avverrà entro 4 mesi dal termine del concorso, in data e luogo che verranno successivamente definiti.

Le premiazioni dei concorsi regionali e locali avverranno entro 5 mesi dal termine del concorso, in date e luoghi che verranno successivamente definiti.

Art. 9 – Natura dei premi, montepremi e consegna

I premi sono offerti da Wikimedia Italia e da suoi donatori, sponsor e partner tecnici. Il valore del montepremi verrà reso noto sul sito ufficiale del concorso e verrà calcolato sul totale del valore commerciale degli oggetti IVA inclusa.

Wikimedia Italia avrà la facoltà di consegnare di volta in volta i premi alla cerimonia di premiazione.

Per il concorso nazionale saranno premiati i primi 10 autori delle migliori fotografie in classifica caricate su Wikimedia Commons secondo le indicazioni del presente Regolamento. Di queste 10 fotografie, 5 saranno selezionate tra quelle raffiguranti un’istituzione culturale presente nell’apposito elenco e altre 5 tra quelle raffiguranti un’altra tipologia di bene culturale presente nell’apposito elenco o una veduta d’insieme di un comune italiano presente nell’apposito elenco. Gli elenchi di questi monumenti, filtrabili per categoria, sono disponibili sul sito del concorso.

Per i concorsi regionali e locali il numero e l’entità dei premi saranno pubblicati sul sito del concorso entro il 31 agosto 2024. In ogni caso potranno essere premiati esclusivamente gli autori di opere caricate su Wikimedia Commons secondo le indicazioni del presente Regolamento, indipendentemente dal soggetto raffigurato, purché facente parte di uno dei tre elenchi sopra indicati.

Gli organizzatori dei concorsi regionali e locali possono assegnare eventuali premi speciali sulla base di uno specifico tema o di un’area geografica.

Art. 10 – Variazioni

Qualsiasi variazione riguardante le modalità di partecipazione potrà essere adottata solo da Wikimedia Italia e, qualora ricorra la necessità, comunicata ai partecipanti.

Art. 11 – Accettazione del Regolamento

La partecipazione al concorso implica la conoscenza e accettazione integrale del presente regolamento.

Art. 12 – Pubblicazione del Regolamento e miscellanea

Il Regolamento e bando di concorso vengono pubblicati sul sito ufficiale di Wikimedia Italia.

Gli organizzatori non potranno essere ritenuti in alcun modo responsabili dell’uso che terzi potranno fare delle foto scaricate dai siti riferibili agli organizzatori medesimi.

Immagine: Premana – Comune di Premana, di Maurizio Moro5153, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Autarchia artistica

Monday, 8 April 2024 02:51 UTC

Particolare dell'uomo vitruviano
L’anno scorso un tribunale italiano aveva stabilito che Ravensburger doveva pagare i diritti allo stato italiano se voleva fare un puzzle raffigurante l’Uomo vitruviano di Leonardo, insomma la figura che vedete su una faccia delle italiche monete da un euro. Come fa a essere sotto copyright? forse vi chiederete. La risposta è “no, non è ovviamente sotto copyright né lo è mai stato, ma lo Stato Italiano nella sua indefinita saggezza ha deciso che le opere da esso possedute non possano essere riprodotte se non pagando al suddetto Stato un balzello. Tutto questo è stato definito più volte da governi di ogni colore, dal Codice Urbani sotto la buonanima di Berlusconi all’Art Bonus di Franceschini fino agli attuali tariffari (oggettivamente da poco ridotti di costo) con l’attuale governo.

Qualche giorno fa, però, una corte di Stoccarda ha sostanzialmente detto “In Italia potete fare quello che vi pare, o quasi: ma non potete pretendere che all’estero si rispetti quella che è una vostra legge locale”. Qual è il risultato pratico? Lo Stato (cioè noi) ha sprecato un po’ di soldi per fare un’inutile causa in Germania; Ravensburger e gli altri si limiteranno a non vendere in Italia cose basate su opere d’arte italiana; e noi rimarremo cornuti e mazziati. Ma forse è tutta una manovra dell’attuale governo, che si sta fregando le mani all’idea che potrà autarchicamente rafforzare l’italica filiera con produttori nostrani felicissimi di pagare per presentare alla nazione la nostra passata ingegnosità.

Perlomeno dal punto di vista di Wikipedia siamo un po’ più tranquilli: l’immagine dell’Uomo vitruviano può tranquillamente restare, e se noi italiani non potremo usarla a fini commerciali qualcuno se ne farà una ragione.

(l’immagine è ovviamente un particolare dell’Uomo vitruviano, vedi Wikimedia Commons)

Borse per partecipare a Wikimania e State of the Map

Thursday, 4 April 2024 13:03 UTC

C’è tempo fino al 10 aprile per fare domanda di una borsa di partecipazione agli eventi internazionali delle comunità dei progetti Wikimedia o di OpenStreetMap. Wikimedia Italia mette infatti a disposizione questi strumenti per incoraggiare la partecipazione di volontari e volontarie a Wikimania e OpenStreetMap: i raduni che da sempre si dimostrano occasioni di incontro, approfondimento e divertimento per tutte le persone coinvolte.

Le borse per Wikimania 2024 in Polonia

Dopo Singapore, l’edizione 2024 di Wikimania sarà a Katowice, in Polonia, dal 7 al 10 agosto. Tutti possono fare domanda per una borsa di partecipazione entro il 10 aprile, ma nella valutazione dei vincitori saranno privilegiate le persone attive sui progetti, che non hanno mai partecipato a questo evento e che vengono da comunità sotto-rapresentate.

Le borse coprono i costi di viaggio e alloggio, fino a un massimo di 600 euro a persona.

Leggi il bando completo

Le borse per State of the Map in Kenya

I mappatori di OpenStreetMap si incontreranno invece dal 6 all’8 settembre a Nairobi, in Kenya per la nuova edizione di State of the Map. I criteri e le scadenze per la domanda di borsa di partecipazione sono simili a quelli già citati.

Le borse coprono i costi di viaggio e alloggio, fino a un massimo di 1.500 euro a persona.

Leggi il bando completo

Immagine: State of the Map 2022 – group photo 10, di Carlo Prevosti for Wikimedia Italia, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Editathon al Museo Egizio

Tuesday, 2 April 2024 07:00 UTC

Lunedì 15 aprile il Museo Egizio apre le porte ai Wikipediani, per un editathon tutto dedicato all’antico Egitto. Dopo il successo della prima edizione, il museo di Torino ospiterà una nuova maratona di scrittura su Wikipedia, durante la quale volontarie e volontari dell’enciclopedia libera, a stretto contatto con gli egittologi del museo, potranno dedicarsi a migliorare e scrivere nuove voci sulle collezioni dell’istituzione.

Il programma dell’editathon

Il programma dell’evento è molto semplice: appuntamento lunedì 15 aprile alle 10.15 per tutti i partecipanti, che alle 11.00 potranno seguire una visita guidata alle collezioni accompagnati dallo staff del Museo Egizio, specialmente aperto per l’occasione.

Dopo la pausa pranzo, tempo di mettersi alla tastiera. Sfruttando le fonti offerte dalla biblioteca del Museo Egizio, i Wikipediani e le Wikipediane potranno procedere ad arricchire Wikipedia con nuovi articoli e voci più dettagliate, che saranno da subito a disposizione di tutti.

Partecipa all’evento: iscriviti su Wikipedia

Una lunga collaborazione

Wikimedia Italia e Museo Egizio collaborano da tempo per favorire il libero accesso alla conoscenza libera, con particolare attenzione alla valorizzazione delle collezioni del museo e alla libera consultazione delle immagini che le documentano.

Già nel 2022 il museo aveva ospitato un editathon organizzato in collaborazione con Archivio Storico Ricordi, ma l’impegno per l’open access al patrimonio culturale non si ferma qui: dal 2023 infatti oltre 5.200 immagini dei reperti esposti sono consultabili su Wikimedia Commons e oltre 4.000 provenienti dall’archivio storico ed utilizzate su Wikipedia, Wikidata e tutti gli altri progetti collaborativi collegati. Ad oggi, sono più di un milione al mese le visualizzazioni raccolte dalle immagini pubblicate su Wikimedia Commons.

In questo modo Museo Egizio dimostra nella pratica come sia possibile e utile a tutti mettere a disposizione online immagini libere del patrimonio culturale che conserva, aumentando la qualità della conoscenza libera disponibile a tutti.

Cristian Greco spiega l’importanza dell’Open Access

Immagine: Editathon Aida la figlia di due mondi nella Sala dei Re del Museo Egizio di Torino, di Museo Egizio di Torino, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Partecipa al bando Wiki-imparare 2024

Tuesday, 2 April 2024 06:59 UTC

Per gli studenti inizia la corsa finale verso la fine della scuola, ma per gli insegnanti è già il momento di programmare il nuovo anno scolastico. Per questo Wikimedia Italia ha pubblicato il nuovo bando Wiki-imparare, destinato a tutte le scuole italiane e pensato per incoraggiare la diffusione e l’uso dei progetti Wikimedia e di OpenStreetMap in classe.

Ogni scuola può presentare una richiesta di finanziamento fino a 3.000 euro per acquistare attrezzature tecnologiche per accedere o produrre risorse educative aperte o per realizzare attività sui progetti collaborativi insieme a volontari esperti.

Cosa si può fare a scuola

Sono tante le attività che si possono fare in classe con i progetti collaborativi, ben al di là di Wikipedia. Prima di tutto, mentre Wikipedia è più adatta a lettori ed editori esperti, Vikidia può essere un progetto più interessante per i più giovani, dove allenarsi a scrivere voci enciclopediche. C’è chi utilizza Wikimedia Commons per caricare disegni e opere creative fatte in classe, o WikiVoyage per produrre percorsi di riscoperta e valorizzazione del territorio in cui si vive.

Anche OpenStreetMap è un progetto che offre molte possibilità per studenti e studentesse. A Torino da anni viene utilizzato per mappare la scuola o per creare progetti che interessano e impegnano in maniera attiva gli studenti. Ma si può partire anche dal giardino della scuola, mappando gli alberi.

Fatti ispirare: scopri i vincitori del bando 2023 e quelli del bando 2022.

Le scadenze del bando

I docenti potranno presentare le proprie idee da finanziare fino al 30 settembre 2024, compilando il modulo online dedicato. Nel caso di elevato numero di proposte, Wikimedia Italia si riserva la possibilità di chiudere in anticipo il bando.

I progetti vincitori verranno comunicati entro il 30 ottobre 2024 e le attività dovranno svolgersi nell’anno scolastico 2024/2025.

Leggi il bando completo

Compila il modulo online

Sostieni anche tu la conoscenza libera

Il bando Wiki-imparare è finanziato da Wikimedia Italia grazie ai fondi raccolti attraverso le donazioni dei cittadini. Se vuoi aiutarci anche tu a diffondere la conoscenza libera in Italia, dona ora. Anche un piccolo contributo può fare la differenza.

Immagine: Facce da laboratorio, di Silviaelzi, CC BY 4.0, da Wikimedia Commons

Sono stati selezionati i vincitori del bando Musei, Archivi e Biblioteche 2024 di Wikimedia Italia. Si tratta di nove progetti selezionati su oltre sessanta candidature ricevute, per quasi sessantamila euro messi a disposizione, che andranno a sostenere progetti di digitalizzazione e condivisione delle proprie collezioni di istituzioni culturali grandi e piccole sparse in tutta Italia. 

Da Brindisi a Torino, dagli erbari ottocenteschi ai modelli 3D degli scheletri dei cetacei: scopri quali sono i nuovi contenuti liberi che arriveranno sui progetti Wikimedia grazie ai progetti vincitori del bando.

Scansioni 3D disponibili a tutti a Pisa

Istituito nel 1591 da Ferdinando I de’ Medici, il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa è uno dei più antichi al mondo e conserva un patrimonio di grande rilievo storico e scientifico, che copre sei secoli di storia. Il Museo ha da poco aperto un profilo Sketchfab in cui ha messo a disposizione di studenti, ricercatori e appassionati alcuni modelli 3D dei propri reperti, scaricabili gratuitamente. Si tratta di 50 modelli di scheletri di cetacei attuali e fossili esposti nella Galleria dei Cetacei del museo ed altri esemplari facenti parte delle collezioni zoologiche e paleontologiche.

Con il nuovo progetto finanziato, il museo vuole estendere questo tipo di condivisione del patrimonio museale anche a reperti di dimensioni minori, integrando l’utilizzo di scanner 3D di ultima generazione ad alta risoluzione. I modelli nuovi e quelli già esistenti saranno pubblicati su Wikimedia Commons con licenza libera, per un totale di cento modelli accessibili a tutti.

Incunaboli e miniature digitalizzati a Brindisi

La Biblioteca arcivescovile Annibale De Leo di Brindisi prevede di mettere a completa disposizione degli utilizzatori dei progetti Wikimedia le schede e la digitalizzazione di otto codici miniati e diciassette rari incunaboli mai digitalizzati, per i quali al momento è possibile solo la consultazione in loco.

Gli otto codici risalgono ad un periodo tra il XIII e il XV  secolo. Tutti restaurati, scritti in carattere gotico italiano e dedicati a temi molto vari, sono noti per le “maniculae”, risalenti al XVI secolo: delle mani disegnate lungo i margini del testo per evidenziare una parola o una frase, ma anche per le miniature di stile bizantino e giottesco. Tra gli incunaboli che saranno digitalizzati ci sarà anche il Confessionale Defecerunt, di Sant’Antonino arcivescovo di Firenze, riconosciuto come di estremo valore da Dennis E. Rhodes, passato direttore della British Library di Londra, alla cui ricchissima raccolta mancano quattro dei testi conservati a Brindisi.

L’erbario Frizzi di Perugia

L’Istituto Tecnico Economico Tecnologico “Aldo Capitini” di Perugia conserva importanti erbari storici, come l’Erbario Frizzi, che cataloga e descrive piante risalenti alla fine del XIX secolo, con 3.000 campioni vegetali suddivisi in 663 specie e 37 famiglie.

Con il progetto approvato si potranno digitalizzare 100 campioni  vegetali appartenenti all’Erbario Frizzi, realizzando un catalogo scientifico digitale  accessibile in rete con scansioni 3D e sistemi di catalogazione altamente sviluppati. Il progetto coinvolgerà anche il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale (DICA) dell’Università degli Studi di Perugia e la  Fondazione “Istituto di Formazione Culturale Sant’Anna” di Perugia.

Rendere un repertorio ecclesiastico aperto

L’Associazione dei Bibliotecari Ecclesiastici Italiani (ABEI) è autore di ACOLIT, una lista di autorità per autori cattolici e opere liturgiche, utile a tutti i bibliotecari nel loro lavoro quotidiano di conservazione, ricerca e catalogazione di opere. Con il progetto OpenAcolit, ABEI vuole trasformare questo repertorio in formato Linked Open Data, sfruttando soprattutto Wikidata e Wikibase.

Grazie al sostegno di Wikimedia Italia, sarà possibile organizzare delle giornate di studio su questi argomenti, per allargare la rete di collaborazione tra bibliotecari italiani esperti e pratici di discipline teologiche, per completare il trasferimento dei dati in modo coerente. Potenzialmente, OpenAcolit potrà poi anche accogliere forme non italiane dei punti di accesso, diventando uno strumento internazionale.

L’arte tipografica di Urbino su Wikipedia

La Biblioteca Universitaria di Urbino sfrutterà i fondi ricevuti per digitalizzare 300 documenti relativi all’arte tipografica di Urbino, sviluppatasi tra il XVI e XVIII secolo. Verranno anche indicizzati e descritti i contenuti dell’esposizione documentale e multimediale dei volumi più rappresentativi in occasione dei vent’anni del Festival “Urbino e le città del Libro”.

Le officine librarie si diffusero a Urbino fin dal Rinascimento, con la prima tipografia del ducato nata a Cagli nel 1475. I documenti saranno quindi anche utili per creare o arricchire le voci di Wikipedia dedicate all’argomento.

A Torino riscoprire una sede universitaria

La Biblioteca di Economia e Management dell’Università di Torino utilizzerà Wikipedia, Wikimedia Commons e Wikisource per documentare e valorizzare la storia dell’edificio dei “Poveri  Vecchi”, un monumento cittadino di rilievo ancora poco conosciuto, nato come residenza per anziani e oggi sede universitaria presto destinata al restauro. Attraverso una wikigita e coinvolgendo fotografi professionisti, sarà documentato lo stato attuale dell’edificio.

Un altro evento aperto tutti sarà dedicato alla presentazione di Wikisource, utilizzato per digitalizzare le opere più significative dello storico ed economista Giuseppe Prato, appartenenti al “Fondo Prato” della biblioteca. Allo studioso e ad altri colleghi legati all’Università di Torino saranno dedicate nuove pagine su Wikipedia, o saranno migliorate quelle esistenti.

Ricostruire la biblioteca dei ragazzi di Bologna

Inaugurata nel 1954, la Biblioteca dei Ragazzi dei Giardini Margherita a Bologna fu una nel suo genere in Italia. Il progetto del Settore biblioteche e welfare culturale del comune di Bologna prevede di digitalizzare i registri di ingresso manoscritti della biblioteca, chiusa nel 1977, ma il cui patrimonio è oggi per la maggior parte conservato in Salaborsa Ragazzi.

Oltre a ricostruire virtualmente la Biblioteca dei Ragazzi mediante digitalizzazione integrale di una selezione di testi non più sotto diritto d’autore, verrà anche creata una selezione di voci Wikipedia con i corrispondenti elementi Wikidata di autori o case editrici collegate ai temi del progetto, ma sarà anche realizzato un percorso con una classe di una scuola superiore per la trascrizione su Wikisource di un testo tra quelli digitalizzati.

I Musei di Strada Nuova a Genova su Wikipedia

A Genova, Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Doria-Tursi sono i Musei di Strada Nuova e costituiscono un unico percorso espositivo dedicato all’arte antica, conservando un variegato patrimonio artistico e culturale di rilevanza internazionale. I Musei fanno parte del Sistema dei Rolli, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, e ogni anno accolgono migliaia di visitatori.

Grazie al progetto, saranno digitalizzate le foto dell’allestimento originale di musei curato da Franco Albini nel secondo dopoguerra, ma saranno anche arricchite le voci dedicate ai musei su Wikipedia, includendo materiale fotografico (dipinti, immagini architettoniche degli interni ed esterni, sculture, affreschi e altri oggetti delle collezioni).

Dalla Sapienza a Commons le foto di Ugolini

Luigi Maria Ugolini è stato un archeologo italiano della prima metà del Novecento, fra i più noti del suo tempo, attivo a Malta e soprattutto in Albania, dove ha fondato la Missione Archeologica Italiana e dove ha condotto  scavi e ricerche nei principali siti archeologici del sud del paese, soprattutto a Phoinike e Butrinto, entrambi siti da lui riscoperti e il secondo oggi iscritto nella lista del patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO.

Grazie al progetto proposto dal Dipartimento di storia culture religioni arte spettacolo de La Sapienza sarà possibile digitalizzare e pubblicare su Wikimedia Commons l’archivio di Ugolini, che comprende immagini di siti  e reperti archeologici legati ai viaggi di studio e ricerche dello studioso, molte da lui stesso scattate e annotate nel retro. Questi documenti saranno utili agli studiosi dell’antichità, ma anche agli storici del Novecento intenti a ricostruire un difficile e molto discusso momento storico delle ricerche archeologiche italiane in patria e all’estero.

Sostieni anche tu la conoscenza libera

Il bando Musei Archivi e Biblioteche è finanziato da Wikimedia Italia grazie ai fondi raccolti attraverso le donazioni dei cittadini. Se vuoi aiutarci anche tu a diffondere la conoscenza libera in Italia, dona ora. Anche un piccolo contributo può fare la differenza.

Immagine: Allegory of Sight, di Jan Bruegel il Giovane, Pubblico dominio, da Wikimedia Commons

Creative Commons Italia ha lanciato nei mesi scorsi la proposta di creare un tavolo di lavoro con il governo italiano e con tutte le associazioni interessate, per discutere dell’importanza dell’open access e sviluppare nuove pratiche efficaci per la sua implementazione in Italia.

La proposta è presentata in dettaglio nella “Lettera aperta per la costituzione di un tavolo di lavoro per l’adozione di politiche nazionali di Open Access in materia di cultura, istruzione e ricerca” inviata ai rappresentanti del governo italiano e alla quale anche Wikimedia Italia ha aderito.

Nel documento – rilanciato nelle scorse settimane – si chiede la costituzione di un tavolo di lavoro interdisciplinare, con le associazioni firmatarie, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che coinvolga, trasversalmente il Ministero della Cultura, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, volto ad approfondire le potenzialità delle politiche di Open Access nelle sue diverse accezioni (Open Glam, Open Education e Open Science) e a definire un’area di intervento coordinata a livello nazionale.

Leggi la lettera aperta

Superare i limiti alle immagini libere

Nella lettera si sottolinea che “molto ancora rimane da fare, soprattutto nel nostro Paese, affinché i cittadini possano rendere effettivo il loro diritto fondamentale di partecipare alla cultura e le istituzioni culturali possano perseguire fino in fondo la propria missione di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale”.

Ad oggi in Italia esistono infatti delle “limitazioni alla circolazione delle riproduzioni del nostro patrimonio culturale [che] sussistono anche quando i singoli beni che lo compongono non sono protetti dal diritto d’autore (pubblico dominio), in contrasto con le finalità e la ratio dell’art. 14 della Dir. 2019/790/UE sul diritto d’autore e i diritti connessi nel mercato unico digitale che, invece, rimuove qualsiasi privativa autoriale sulle immagini di opere delle arti visive, affinché si tramandi la memoria collettiva per far vivere le collezioni promuovendone lo studio e la ricerca, anche in presenza di un profilo commerciale.

Mentre la discussione sull’Open Access in Italia rimane aperta, nella lettera si sottolinea come: “Le immagini potrebbero essere una leva di sviluppo importante dal punto di vista culturale, sociale ed economico, ma anche un potente vettore di valorizzazione del nostro patrimonio”.

Risorse educative aperte

Oltre a ricordare l’importanza della Scienza Aperta, nella lettera e nella proposta del tavolo c’è anche spazio per le Risorse educative aperte (OER): un insieme di pratiche che servono a mettere a disposizione di tutti testi, immagini e video gratuiti, accessibili e riutilizzabili da chiunque per scopo didattico.

“L’uso, il riuso e la condivisione di risorse educative aperte e di pratiche che ne facilitino l’adozione sono una ricchezza da valorizzare per favorire la creazione e lo sviluppo dei materiali didattici anche nel nostro Paese. Così come già avviene in Europa e nel mondo, infatti, uno sforzo coordinato al fine di riutilizzare risorse già esistenti (e opportunamente rilasciate con licenze aperte) e di migliorare la qualità e le strategie di utilizzo può agevolare notevolmente i docenti e gli studenti, soprattutto se tale sforzo è supportato da approcci facilitati e strumenti messi a disposizione a livello centrale. Attualmente, infatti, non esiste una linea a livello nazionale che favorisca l’implementazione di politiche comuni in tale ambito e stimoli l’ideazione di soluzioni sempre più efficaci”.

Un’occasione per tutti

L’istituzione di un tavolo interdisciplinare sarebbe un’occasione per tutti (governo, istituzioni, associazioni, professionisti della cultura) per creare un terreno comune di discussione e incontro sui temi dell’Open Access, la cui importanza è ormai ampiamente riconosciuta a livello nazionale e per il cui sviluppo anche Wikimedia Italia si impegna nel nostro paese.

Oltre che da Creative Commons Italia e Wikimedia Italia, la lettere conta tra le associazioni firmatarie anche AIB, ANAI, ICOM Italia, Rete Open Education Italia, Associazione ArcheoFOSS, Knowledg Rights 21 e Comitato Biblioteche NILDE.

Immagine: Fragment of a Roman mural from the Roman villa Maasbracht-Steenakker, di Limburg Museum, Pubblico dominio, da Wikimedia Commons

L’impegno condiviso con Italian Linux Society

Tuesday, 2 April 2024 06:30 UTC

Wikimedia Italia e Italian Linux Society confermano la loro collaborazione con una nuova convenzione triennale tra le due associazioni. Accomunate dall’impegno per la diffusione della filosofia open source e per la produzione di conoscenza libera, anche attraverso l’utilizzo di software e strumenti aperti, Wikimedia Italia e Italian Linux Society si impegneranno maggiormente nel coinvolgere le proprie comunità di riferimento nella conoscenza delle reciproche associazioni e nell’integrazione di esigenze e pratiche utili a entrambe.

Come si legge nella convenzione, infatti: “è interesse reciproco di Italian Linux Society e Wikimedia Italia estendere la consapevolezza sul funzionamento, l’uso, la creazione ed il  miglioramento del patrimonio informatico comune, distribuito con  licenze libere (secondo le definizioni di Open Source Initiative e Free  Software Foundation) e sviluppato con metodologie collaborative”.

Cosa farà Wikimedia Italia

In linea con queste premesse, Wikimedia Italia si impegnerà a dare risalto alle attività condotte insieme con Italian Linux Society nell’ambito dell’uso, sviluppo e divulgazione delle applicazioni software distribuite con licenza libera e a sensibilizzare i propri soci sulle opportunità legate a questi strumenti.

Italian Linux Society sarà un punto di riferimento allo scopo di avviare progetti di affinamento ed arricchimento della conoscenza e della consapevolezza in ambito informatico e, come già fatto in passato, Wikimedia Italia continuerà a patrocinare i “Linux Day“, con un maggiore impegno anche per gli eventi locali in Italia.

Cosa farà Italian Linux Society

Italian Linux Society si impegnerà inoltre a mettere a disposizione risorse, competenze e strumenti per progetti ed iniziative promosse da Wikimedia Italia destinate alla divulgazione ed alla promozione della cultura digitale e delle licenze libere, oltre che a sensibilizzare i propri soci sull’uso di strumenti e licenze libere (in particolare Creative Commons Zero, CC BY e CC BY-SA) anche per contenuti di natura non strettamente informatica.

I soci di Italian Linux Society potranno conoscere meglio gli strumenti messi a disposizione da Wikimedia Italia per realizzare iniziative legate a questi temi, come il Microgrant. Inoltre, Italian Linux Society si impegna a supportare Wikimedia Italia per informazioni su soluzioni con software libero, soprattutto per sostituire software proprietario o evitarne l’adozione.

Immagine: 2020-11 Kerguelen Islands – Gentoo penguin 12, di Antoine Lamielle, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Paga Pantalone

Monday, 6 November 2023 03:51 UTC

D.M. 161 11/04/2023 LINEE GUIDA PER LA DETERMINAZIONE DEGLI IMPORTI MINIMI DEI CANONI E DEI CORRISPETTIVI PER LA CONCESSIONE D’USO DEI BENI IN CONSEGNA AGLI ISTITUTI E LUOGHI DELLA CULTURA STATALIPiergiovanna Grossi è un’attiva wikipediana. Ma è anche una professoressa a contratto e una ricercatrice, e le è capitato di scrivere un articolo per una rivista locale di settore un articolo sull’attribuzione dell’ex Oratorio del Montirone ad Abano Terme, il tutto corredato con due foto che lei stessa aveva scattato all’archivio di Stato di Venezia. Bene: dopo aver pagato 16 euro per un preventivo, ha ancora dovuto sborsare 2 (due) euro per il privilegio di poter scattare e utilizzare due foto… oltre ad altri 32 euro di marche da bollo.

Il tutto è stato raccontato la scorsa settimana sul Corriere da Gian Antonio Stella (al quale ho un solo appunto da fare. Mi sta anche bene che “è ovvio che l’Italia ha il dovere di mettere dei paletti contro l’uso di foto del David di Michelangelo con delle sneakers ai piedi o del Bacco di Caravaggio con uno smartphone in mano”: ma per quello basta un decreto ministeriale che vieti un uso non documentale delle immagini.) La beffa ulteriore, se ci fate caso, è che dopo tutto il carteggio burocratico con la direttrice i soldi che vanno all’archivio di Stato sono appunto 2 (due) euro: il resto se l’è intascato lo Stato. Insomma, non siamo neppure alla storia del puzzle Ravensburger (che finirà con il produttore che dovrà pagare la sanzione e si guarderà bene da produrre altri puzzle con opere site in Italia, e lo stesso capiterà con tutti gli altri: ottima pubblicità per il nostro patrimonio artistico).

Il ministro Sangiuliano che ha emanato il decreto in questione è solo l’ultimo esponente di una classe politica che è convinta non solo che il patrimonio artistico sia un bancomat, ma anche appunto che si pubblicizzi da solo. Beh, non penso che l’ex Oratorio del Montirone sarà molto visitato, pubblicità o non pubblicità: ma proprio per questo è ancora più sconcertante la richiesta di un balzello…

Wikipedia e i conformismi

Wednesday, 23 August 2023 15:58 UTC

Siamo in estate, non che molto da dire, e così Carlo Lottieri spiega sul Giornale (nella sezione”spettacoli”, chissà come mai) “Così Wikipedia è diventata il baluardo del conformismo“. Bisogna ammettere che Lottieri di conformismo ne sa a pacchi: il suo articolo precedente di domenica si intitola infatti “Così l’università è diventata il regno del conformismo”. Quando hai un bel titolo, perché non sfruttarlo? Io avrei altro da fare, ma sono in spiaggia, fa caldo e per rilassarmi un po’ mi sono messo a commentarlo punto per punto.

Cominciamo da quando Lottieri racconta che

Wikipedia nacque da un’intuizione libertaria. Secondo lo stesso Jimmy Wales, che aveva seguito un corso di teoria economica alla Auburn University, fu la lettura dell’economista Friedrich A. von Hayek a suggerire l’ipotesi di questa enciclopedia on line di cui tutti possono essere i redattori.

Beh, non è proprio così. Inutile dire che l’articolo non contiene nessuna fonte per le affermazioni di Lottieri: mica sta scrivendo Wikipedia. La fonte ve l’ho trovata io e dice questo: “to share and synchronize local and personal knowledge, allowing society’s members to achieve diverse, complicated ends through a principle of spontaneous self-organization.” e ancora “When information is dispersed (as it always is), decisions are best left to those with the most local knowledge.” Tenete a mente soprattutto questa seconda frase. (poi io sono convinto che quella di Jimbo sia una razionalizzazione a posteriori: ricordate che Wikipedia nasce come testo di lavoro per scrivere Nupedia che era tutto meno che autoorganizzata).

Nella più classica costruzione di una polemica, Lottieri continua scrivendo

Sul piano delle informazioni si può essere ragionevolmente fiduciosi che Wikipedia sia credibile, anche grazie al costante monitoraggio riservato a ogni lemma.

(Occhei, i lemmi sono in un dizionario e non in un’enciclopedia, ma evidentemente il liberismo non fa di queste distinzioni) Non che questo sia vero, come sanno tutti quelli che passano tanto tempo su Wikipedia, ma tant’è. Ma poi continua

È però evidente che tra gli autori (tra coloro che spontaneamente e senza remunerazione redigono i testi) è più facile trovare professori di scuola media invece che artigiani, bibliotecari invece che imprenditori, e via dicendo. I primi hanno più tempo a disposizione e spesso si ritengono adeguatamente competenti per trattare questioni di diritto, metafisica, sociologia, letteratura spagnola e via dicendo.

E qui si cominciano a vedere le sue fallacie. Per chi “è evidente”? Perché “è evidente?” Dando per buono che imprenditori e artigiani abbiano meno tempo a disposizione perché loro devono tenere in piedi l’economia – ma vi assicuro che gli imprenditori ci sono eccome, solo che l’unica conoscenza locale che paiono avere è quella del loro CV, e per le regole di Wikipedia in lingua italiana i CV vengono cancellati senza se e senza ma – cosa gli fa dire che loro si ritengono competenti per tutto? Il tutto senza contare che Wikipedia da buona enciclopedia raccoglie e organizza informazioni altrui, e le competenze per organizzare l’informazione sono molto più semplici da ottenere rispetto a quelle per crearla. Continuiamo:

Ne discende che nelle voci dell’enciclopedia on line troviamo uno spirito da servizio pubblico che si converte in un costante tono censorio verso ogni eresia.

Lo spirito da servizio pubblico c’è, tranne per i tanti che ritengono di essere gli unici depositari della verità. Perché si convertirebbe in un tono censorio contro ogni eresia? Non ci è dato di sapere. Forse è perché

Va aggiunto, inoltre, che esiste un comune sentire che unisce la maggior parte di quanti hanno letto, nel corso della loro vita, un certo numero di libri.

Me l’avevano sempre detto, che leggere troppi libri fa male. La conoscenza locale si ottiene lavorando, mica leggendo! Non può poi mancare il solito attacco frontale:

[…] Si tratta dei cosiddetti «amministratori», a cui spetta anche di decidere in un senso o nell’altro quando le divergenze si fanno ingestibili. Basta leggere qualche discussione per comprendere che si tratti per lo più di quella piccola porzione della popolazione che, in Italia, quando al mattino va all’edicola compra La Repubblica oppure il Corriere della Sera.

Per quanto mi riguarda, ho smesso da un pezzo di leggere giornali italiani se non per qualche articolo come questo che mi viene segnalato; ho sentito qualche altro sysop e sono tutti sulla mia linea, anche perché quando uno ha lavorato un po’ su Wikipedia comincia a non fidarsi troppo di qualunque notizia.

Il risultato è una mancanza di senso critico che rende Wikipedia assai sbilanciata a favore di talune posizioni.

Altra affermazione apodittica. Anche ammettendo il percorso logico “essendo gente che legge solo Repubblica e Corriere le loro posizioni sono spiaggiate sul mainstream”, faccio notare come gli amministratori (il soggetto della frase) non scrivono loro le voci su Wikipedia. Possono al più cancellare una voce, ma non piegarla eliminando “il senso critico “. Lo fanno in maniera coercizione bloccando chi non la pensa come loro? Se fosse vero basterebbe fare esempi espliciti. Ricordo che la storia di una voce è pubblica, e si può vedere se c’è una campagna sistematica.

L’unico punto su cui devo dare ragione sul metodo a Lottieri è quello che scommetto gli sta davvero a cuore (oppure su cui gli è stato chiesto di scrivere): quando cioè si lamenta che nella voce sul riscaldamento globale

In effetti, le tesi di quanti sono scettici al riguardo (premi Nobel inclusi) non sono citate: neppure per essere contestate.

Almeno a ora, la sezione relativa non riporta nulla al riguardo, e la cosa è contro le linee guida che richiedono che opinioni in minoranza siano riportate con il rilievo corretto (minimo in questo caso, perché la minoranza è minima, ma non nullo). Al solito, Lottieri si è però dimenticato di fare nomi e ho dovuto mettermici io. A parte la vecchia storia di Rubbia, immagino si riferisca a John Clauser. (Apprezzerete che io abbia scelto un link a suo favore, spero). Non so se notate un fil rouge: Rubbia è un fisico teorico delle particelle, Clauser un fisico quantistico. Sicuramente grandi scienziati, ma la loro “conoscenza locale” della climatologia sarà probabilmente superiore alla mia ma ben lontana dall’essere a tutto campo. E allora che diavolo c’entra Hayek? Chiaramente nulla, almeno per quanto riguarda l’organizzazione di Wikipedia. Spero che a quella voce si aggiunga un capoverso sulle attuali teorie non mainstream, che tra l’altro mi pare siano cambiate nel tempo (prima si negava il contributo antropico, ora si dice che non è rilevante e comunque le variazioni che vediamo sono normali se non ci si limita a considerare gli ultimi 150 anni), ma anche se ci sarà non credo Lottieri sarà contento.

Termino pensando male e facendo peccato. Ora il Giornale è della famiglia Angelucci che ha sicuramente il dente avvelenato contro Wikipedia. Aspettatevi tanti altri articoli così.

Aggiornamento: mi è stato fatto notare che esiste la voce Controversia sul riscaldamento globale. Se però non c’è un collegamento diretto dalla sezione della voce principale,come fa il povero utente (io o Lottieri) a trovarla?

Ultimo aggiornamento: 2023-08-24 08:27

Alessandro Orsini, Wikipedia e querele

Monday, 19 June 2023 09:22 UTC

Alessandro Orsini è un professore universitario (associato, se non sbaglio). È anche un opinionista televisivo, soprattutto a partire dall’invasione russa dell’Ucraina dove la sua posizione nettamente filorussa lo ha fatto diventare un invitato seriale. Un corollario di questa presenza è che i suoi fan hanno cominciato a cercare di inserire la voce su di lui in Wikipedia.

Ma nell’edizione italiana di Wikipedia ci sono varie regole per definire se qualcosa o qualcuno è da ritenere rilevante e quindi inseribile nell’enciclopedia (nel gergo wikipediano si dice “enciclopedico”). Essere professore universitario non rende enciclopedici. Essere un opinionista televisivo meno ancora. La situazione rimase in stallo finché non si notò che nel 2010 Orsini vinse il Premio Acqui Storia con il suo libro Anatomia delle Brigate Rosse. Il Premio Acqui è considerato rilevante, e per traslato anche Orsini è considerato rilevante come scrittore. Le informazioni sulla sua carriera universitaria e la sue apparizioni televisive appaiono, ma come aggiunte secondarie.

Il problema è che il suddetto libro ha avuto in gran maggioranza recensioni molto negative, che quindi occupavano buona parte del contenuto. (Io non l’ho letto, quindi non posso dare un giudizio personale). Questo non piaceva a Orsini e ai suoi fan, e la voce in tutto questo tempo è stata un campo di battaglia. Siamo arrivati al doxxing, con un amministratore che dalle pagine del Fatto Quotidiano è stato accusato da un utente di nickname Gitz6666 di essere in conflitto di interessi su quella voce e si è dimesso; e giovedì scorso un avvocato ha mandato una PEC a Wikimedia Italia (che non c’entra un tubo, ma questo concetto non è mai entrato in testa) chiedendo la cancellazione, entro 5 giorni, della voce su Orsini che ritiene diffamatoria e informazioni sull’identità di sei amministratori di wikipedia in italiano per sporgere querela per diffamazione nei loro riguardi.

Io non dovrei essere tra i sei, considerando che non sono stato contattato: d’altra parte l’unica modifica che avevo fatto su quella voce era stata sostituire alla frase

In occasione della partecipazione di Orsini ad alcune trasmissioni televisive, suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni sul tema dell’invasione russa dell’Ucraina del 2022, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra e le critiche alla debolezza dell’Unione europea.

la frase

Durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022 suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra.

dove non mi pare di vedere diffamazione. AD ogni modo Wikimedia Italia ha detto di contattare la Wikimedia Foundation, cosa che immagino sia stata fatta perché in questo momento la voce è oscurata e protetta, e immagino non tornerà mai su Wikipedia in lingua italiana se non per circostanze eccezionali, tipo l’assegnazione del Nobel per la pace. Non ho idea se ciò che voleva Orsini fosse proprio la cancellazione e non la sostituzione con un testo agiografico: ad ogni modo è andata così, e Wikipedia sopravviverà anche senza dire a tutti chi è Alessandro Orsini.

Aggiornamento: (12:15) E invece no, a quanto pare a Orsini bastava che il mondo non sapesse attraverso Wikipedia delle stroncature del suo libro. È chiaro che io non capirò mai la mente umana.

Ultimo aggiornamento: 2023-06-19 12:23

Quanto ci costa la cultura

Tuesday, 23 May 2023 02:51 UTC
la finta fontana di Trevi in Brasile

no, non è quella vera

Nel silenzio generale, il mese scorso è stato approvato il D.M. 161 11/04/2023 del Ministero della Cultura, “Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali”. In pratica, se uno vuole fare una foto di un monumento (non sotto copyright), magari per una pubblicazione accademica, dovrà sganciare un discreto numero di euro al MiC: euro che forse – ma non è detto – basteranno per pagare i funzionari che dovranno far girare tutta la trafila burocratica. Il tutto cercando di convincere il volgo che ce lo chiede l’Europa, dato che il decreto recita tra l’altro

«VISTA la Direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa all’apertura dei dati e al riutilizzo dell’informazione nel settore pubblico e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE, recepita mediante il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 177»

Il tariffario è assurdo: non lo diciamo noi di Wikimedia Italia ma l’Associazione Italiana Biblioteche, che nota come per esempio chiedere copie digitali costi il triplo delle stesse copie (nel senso di avere la stessa risoluzione) stampate. Ma soprattutto è un ulteriore tassello per impedire di pubblicizzare i nostri beni culturali. Questo non lo pensa solo il governo: in questi giorni il tribunale di Firenze ha sentenziato che non si può usare l’immagine del David di Michelangelo senza autorizzazione e senza aver pagato i diritti (occhei, in questo caso il tariffario dice 20000 euro: il funzionario se lo pagano), con un ulteriore esborso di 30000 euro per l’editore che «ha insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David di Michelangelo a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l’alto valore simbolico ed identitario dell’opera d’arte ed asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale». Non che io capisca perché quei soldi debbano andare alla Galleria dell’Accademia e non a un eventuale fondo statale, ma tant’è.

Mi chiedo solo cosa faranno adesso con la copia della Fontana di Trevi costruita in Brasile… altro che Totò!

L’invecchiamento di Wikipedia

Wednesday, 28 December 2022 03:04 UTC


Questo è un frammento della voce attuale di Wikipedia sulla rete tranviaria di Nizza. Tutto bene, se non fosse per il fatto che la linea 2 è in funzione dal 2019 (sono un po’ più veloci di noi, mi sa).

Non è la prima volta che mi è capitato di trovare voci create e poi lasciate lì a vegetare senza aggiornamenti. È ovvio che nessuno è obbligato a mantenere a vita una voce: però casi come questo fanno capire che non bisogna mai dare per scontato quello che si trova scritto…

(L’altra faccia della medaglia è la cancellazione immediata dei cosiddetti “recentismi”, aggiunte su fatti del giorno che tra qualche mese saranno giustamente considerati inutili…)

Anglofilia

Wednesday, 21 December 2022 10:04 UTC

Per comprensibili motivi, io ricevo la rassegna stampa su Wikipedia e Wikimedia. È un po’ sgarrupata, nel senso che devo scartare tutti gli articoli che hanno semplicemente una foto (giustamente) accreditata a Wikimedia Commons, ma va bene così. In genere trovo dai 10 ai 20 articoli: oggi ce n’erano ben 71, quasi tutti dedicati al nuovo “portale enciclopedico” russo presentato ieri e quasi tutti copiati più o meno verbatim dal lancio Adnkronos. Le testate più oneste lo segnalano, le altre fanno finta di niente.

Gli unici fuori dal coro sono stati quelli di Tag43, che hanno intitolato “La Russia prende le distanze da Wikipedia, ecco Znanie”. Naturalmente Znanie in russo significa “conoscenza”, esattamente come l’inglese Knowledge. Solo che evidentemente lo stagista di Adnkronos ha preso un lancio in lingua inglese, l’ha tradotto e non ha pensato che forse i russi non avevano usato un nome inglese per il loro portale; e tutti gli altri stagisti dei quotidiani hanno copincollato il lancio d’agenzia senza farsi troppe domande, che presumo non siano compatibili coi miseri emolumenti che prendono. A questo punto però tanto valeva fare gli autarchici e scrivere che si chiamerà “Conoscenza”, no?

Io non ho nessuna idea di quale sia la linea editoriale di Tag43, ma ho molto apprezzato come hanno trattato questa notizia.

Ultimo aggiornamento: 2022-12-21 11:04

Come farsi aggiornare la voce Wikipedia su di sé

Wednesday, 21 December 2022 03:04 UTC

Emily St. John Mandel è una scrittrice canadese nota per i suoi libri Stazione Undici (credo che ne abbiano fatto anche una serie tv, ma è un campo in cui non mi addentro) e Mare della tranquillità. Qualche giorno fa ha scritto un tweet chiedendo chi poteva intervistarla… per poter far sì che nella sua voce su Wikipedia (in inglese, in quella italiana non era nemmeno scritto che era sposata) che era divorziata. In qualche ora Slate ha pubblicato un’intervista dal titolo che dice “Un’intervista del tutto normale con la scrittrice Emily St. John Mandel” e catenaccio “Solo per chiedere all’autrice di Station Eleven e Sea of Tranquility che ha fatto quest’anno, tutto qui”. E in effetti la voce di en.wiki è stata immediatamente aggiornata. In realtà non serviva nemmeno l’intervista: almeno fino ad oggi, la spunta blu di Twitter è una verifica dell’identità della persona, e quindi la prima fonte che attestava il divorzio è stato quel tweet, sostituito poi dal link all’intervista.

Per quanto la cosa vi possa sembrare stupida (e sicuramente è sembrata tale a Mandel), Wikipedia funziona così. Un’affermazione deve avere una fonte affidabile, e nessuno può sapere se l’utente che scrive “Emily St. John Mandel è divorziata” è effettivamente Mandel o qualcuno che vuole fare uno scherzo. Leggendo il thread su Twitter, però, mi sa che il contributore che le ha detto che “occorreva una fonte comparabile” ha fatto un po’ di casino: come ho scritto, quello che conta è una fonte affidabile che si possa citare con tranquillità.

Un’ultima curiosità: nell’intervista a Slate, Mandel scrive che vedersi ancora definita sposata (si è separata ad aprile dal marito, e il divorzio è stato concesso a novembre) “was kind of awkward for my girlfriend”. Ieri BBC ha scritto un articolo in cui affermavano che si erano offerti anche loro di intervistare Mandel. Com’è, come non è, nel loro articolo quella frase non c’è :-)

Inventori farlocchi del tostapane

Monday, 21 November 2022 03:04 UTC

Adam Atkinson mi ha segnalato questo articolo della BBC in cui si racconta come per dieci anni la voce inglese sul tostapane indicava come suo inventore una persona inesistente di nome Alan MacMasters. A quanto pare, durante una lezione universitaria il professore sconsigliò gli studenti di usare Wikipedia come fonte, facendo l’esempio della voce “toaster” dove si diceva che l’inventore era un tale Maddy Kennedy. L’Alan MacMasters reale era uno di quegli studenti, e un suo amico modificò la voce indicando come inventore appunto “Alan Mac Masters”. Il guaio è che poco dopo il Daily Mirror osannò MacMasters come un grande inventore scozzese, e le citazioni continuarono a crescere, anche perché MacMasters creò una voce sul suo inesistente omonimo con tanto di fotografia (ovviamente ritoccata per farla sembrare ottocentesca). MacMasters fu addirittura proposto come personaggio da raffigurare nelle banconote scozzesi, anche se a quanto pare la Bank of Scotland ebbe dei dubbi e lo scartò. Solo poco tempo fa un ragazzino ebbe dei dubbi sulla biografia di MacMasters e mise in moto le squadre wikipediane di verifica, che hanno scoperto la burla.

E in Italia? MacMasters non è mai stato inserito nella voce, ma nel 2018 un anonimo aggiunse il seguente capoverso:

nel 1897 Carlos Decambrè, inventò il ”tost” che si diffuse in tutta europa. questo tost veniva fatto con del pane normale, prosciutto,tacchino e diversi formaggi. Esso garantiva un buon pranzo per i nobili perchè all’epoca i salumi e i formaggi era cibo considerato da ricchi.

Peccato che le uniche occorrenze in rete del cognome Decambrè siano del tipo “Carlos Decambrè inventò il tostapane”, ovviamente senza fonti perché scopiazzature da Wikipedia senza chiaramente citarla. Questo a parte il fatto che se mi fosse capitato di vedere un’aggiunta sgrammaticata simile l’avrei cassata al volo perché senza fonti attendibili…

“contrafforte volante”?

Monday, 4 July 2022 02:04 UTC

Premetto che ho molti amici traduttori :-) (e un paio di loro sono anche tra i miei ventun lettori… ma ovviamente non sto parlando di loro). In un libro (tradotto dall’inglese) che ho appena letto ho trovato a un certo punto scritta l’espressione “contrafforte volante”. Ora, come penso molti di voi io so più o meno cos’è un contrafforte, ma l’ultima volta che ne ho sentito parlare sarà stato all’inizio del liceo, cioè 45 anni fa (per me che sono anzyano: your mileage may vary). Tra l’altro manco sapevo come si dica in inglese “contrafforte”: sono andato a cercare e ho scoperto che è “buttress”. Una rapida ricerca mi ha fatto trovare la voce di Wikipedia in inglese “flying buttress”: l’ho aperta, ho controllato qual è il nome della versione in italiano e ho scoperto che si dice “arco rampante”. (Ok, a questo punto il mio neurone ha tirato fuori il disegnino dei contrafforti ad archi rampanti, ma questa è un’altra storia)

La mia domanda è semplice. È possibile che un traduttore trovi scritto “flying buttress”, traduca parola per parola, e non si renda conto che il sintagma in italiano non ha senso? È possibile che non gli sia mai venuto in mente di usare Wikipedia in questo modo non standard ma utilissimo per la terminologia tecnica? (E comunque anche Wordreference riporta la traduzione).

Fino al 15 giugno il Ministero della Cultura (MIC) ha indetto una consultazione pubblica sul Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale:

la visione strategica con la quale il Ministero intende promuovere e organizzare il processo di trasformazione digitale nel quinquennio 2022-2026, rivolgendosi in prima istanza ai musei, agli archivi, alle biblioteche, agli istituti centrali e ai luoghi delle cultura statali che possiedono, tutelano, gestiscono e valorizzano beni culturali.

Ho letto le linee guida per la circolazione e il riuso delle immagini, e ho capito che la linea del MIC – “cacciateci i soldi” – non è cambiata di una iota. La cosa peggiore è che il piano pare essere un patchwork: le sue premesse sono assolutamente condivisibili, ma nella fase di assemblaggio qualcuno ha ben pensato di disattendere tali premesse per una presunta capacità di ottenere ricavi.

Tanto per essere chiari: non c’è nulla di male se il MIC vuole creare e vendere degli NFT a partire dalle opere che ha in cura. Io non riesco a capire perché uno vorrebbe mai avere un NFT, ma è evidente che c’è gente che invece li vuole; e allora che li si faccia e li si venda. Tanto quelli sono per definizione entità non copiabili, o se preferite uniche. I problemi sono altri. Per esempio,l’avere un sistema NC (non commerciale) per default sui contenuti in pubblico dominio, cosa che è incompatibile con i progetti Wikimedia e OpenStreetMap. Il tutto con una “licenza” (non lo è, e anche nelle linee guida la cosa viene rimarcata) “MIC Standard” che porterà a risultati parossistici. Mi spiego meglio. Se qualcuno chessò negli USA pubblica una traduzione non autorizzata del mio Matematica in pausa caffè, il titolare dei diritti (Codice Edizioni) può contattare le autorità statunitensi, bloccare la vendita e citare a giudizio il malcapitato editore. Questo perché le leggi sul diritto d’autore sono state (più o meno) armonizzate in tutto il mondo, e quindi i diritti di sfruttamento economico sono tutelati ovunque. Ma se lo stesso qualcuno usa commercialmente un’immagine del Colosseo con l’etichetta – esplicita o implicita – “MIC Standard”, il ministro può strillare quanto vuole ma non succederà nulla, perché dal punto di vista delle autorità USA quell’immagine è nel pubblico dominio. Insomma, gli unici eventuali guadagni arriverebbero dai nostri compatrioti, mentre all’estero potrebbero fare quello che vogliono.

Per quanto riguarda Wikipedia Commons, c’è persino una citazione esplicita:

Il download di riproduzioni di beni culturali pubblicati in siti web di terze parti non è sotto il controllo dell’ente pubblico che ha in consegna i beni (ad es. le immagini di beni culturali scaricabili da Wikimedia Commons, realizzate “liberamente” dai contributori con mezzi propri per fini di libera manifestazione del pensiero e attività creativa, e quindi nella piena legittimità del Codice dei beni culturali). Rimane nelle competenze dell’istituto culturale l’applicazione di corrispettivi per i successivi usi commerciali delle riproduzioni pubblicate da terze parti.

Rileggete questa frase. Ve la traduco in italiano corrente: Wikimedia Commons viene trattata alla stregua di una vetrina pubblicitaria dove l’unico lavoro da parte dello stato è farsi dare i soldi da chi prende da lì del materiale. Come forse immaginate, non è che la cosa ci piaccia più di tanto…

Ah: al MIC non piace proprio la CC0, la licenza che formalizza il rilascio di un oggetto o un’informazione nel pubblico dominio. Infatti (grassetto mio) si legge che

l’uso di dati e riproduzioni digitali del patrimonio culturale per finalità di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa, promozione della conoscenza, che non abbiano scopo di lucro diretto è libero per legge;

Quindi anche i metadati – a differenza per esempio di Wikidata, dove tutti gli elementi presenti hanno licenza CC0 – sono sotto una licenza di tipo NC. La digitalizzazione dei metadati è insomma qualcosa che si può fare solo per offrirlo poi gentilmente al MIC che sicuramente ci farà tanti soldi. Che gioia, vero?

L’età dei personaggi pubblici

Tuesday, 17 May 2022 02:04 UTC


Magari qualcuno si può chiedere perché l’anno scorso GQ ha pensato di dedicare un articolo a Stefania Rocca per il suo… quarantaseiesimo compleanno. A parte Valentino Rossi, il 46 non è che dica molto, non è mica il quarantadue! Se questo qualcuno è curioso, però, magari dà un’occhiata all’URL dell’articolo e scopre che c’è scritto “stefania-rocca-50-anni-rock”. In effetti, ricordare il cinquantesimo compleanno ha molto più senso, su questo non ci piove. E in effetti si fa in fretta ad andare sull’Internet Archive e vedere che l’articolo originale si intitolava “Stefania Rocca, i primi 50 anni di un’anima rock”.

L’altra settimana, però, la signora Rocca e/o il suo agente hanno deciso che il passato era passato, e quindi l’età della signora Rocca è di soli 47 anni. Per posti come GQ ci devono essere argomenti molto convincenti per fare riscrivere un articolo pubblicato l’anno scorso; su Wikipedia la cosa potrebbe sembrare banale ma in realtà è un po’ più complicata, come potete vedere. Mi è stato riferito (ma potrebbe essere una malignità…) che l’agente in questione ha mandato alla Wikimedia Foundation un codice fiscale della signora Rocca dove risulta il 1975 come data di nascita… ma il codice fiscale in questione corrisponde a un maschio e non a una femmina.

Ad ogni modo, la signora Rocca non è certo l’unica persona a cercare di inserire su Wikipedia una data di nascita diversa da quella che era sempre stata considerata tale in passato. Il primo caso che mi viene in mente è quello del mago Silvan (simsalabim!), ma anche Elisabetta Sgarbi, come già scrissi, afferma di essere nata nel 1965 come anche riportato dalla Treccani: il talento della signora Sgarbi si notava fin da ragazza, considerando che ha conseguito la laurea in farmacia nel 1980… Avevo anche segnalato alla Treccani che nel sito c’era stato uno scambio di caratteri, e il 1956 che è la data di nascita della signora Sgarbi era diventato 1965, ma non mi hanno mai risposto. Non so se Wikipedia abbia più errori della Treccani, ma sicuramente correggerli è più semplice!

Cina, Wikipedia e copyright

Thursday, 12 May 2022 10:12 UTC

Probabilmente non ve ne sarete accorti, visto che la notizia è passata solo su Wired (dove il titolista fa ancora fatica a distinguere Wikipedia da Wikimedia…) e CorCom: per il terzo anno consecutivo la Cina ha bloccato l’ingresso del movimento Wikimedia come osservatore in WIPO, l’agenzia delle Nazioni Unite che ha lo scopo di incoraggiare l’attività creativa e promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo. Dopo due anni in cui Wikimedia Foundation ha inutilmente cercato di essere accreditata, stavolta le richieste sono state fatte da alcuni capitoli nazionali (Francia, Germania, Messico, Svezia e Svizzera oltre all’Italia), e la richiesta esta stata portata al Comitato Permanente sul Copyright e i Diritti Connessi (SCCR) di WIPO. Niente da fare: come le altre volte, la Cina ha dichiarato he anche i capitoli Wikimedia locali sono complici nel diffondere disinformazione. Negli anni passati il dito veniva puntato contro Wikimedia Taiwan, indicato come eterodiretto dalla Foundation: quest’anno direi che non c’è nemmeno stato bisogno per i cinesi di cercare di spiegare quale disinformazione sul copyright cinese viene propagata da Svezia o Messico. A questo punto Nicaragua, Bolivia, Venezuela, Iran e Russia hanno colto la palla al balzo e fatto rinviare la decisione sull’accreditamento per mancanza di unanimità.

Anche ammettendo che Wikimedia Taiwan faccia opera di disinformazione assoldando persone che scrivano sulle varie edizioni linguistiche di Wikipedia, resta il punto di partenza. Qui stiamo parlando di un comitato che parla di copyright e diritti connessi – cosa che ci ha sempre visti coinvolti come Wikimedia Italia. Essere membri osservatori non ci avrebbe per definizione dato il diritto di voto, ma ci avrebbe permesso di far sentire meglio la nostra voce su temi di cui ci occupiamo da sempre. Invece nulla da fare, e questo per ragioni prettamente politiche e indipendenti dal tema istituzionale. Non che ci aspettassimo chissà cosa, ma resta un peccato…

Ultimo aggiornamento: 2022-05-12 12:12

Su Valigia Blu, Bruno Saetta spiega la decisione della Corte di Giustizia europea su una richiesta da parte della Polonia (fatta nel 2019…) a proposito dell’articolo 17 dell’ormai famosa direttiva copyright. La Polonia chiedeva che fossero abolite le norme per cui i fornitori di servizi digitali devono attivarsi per fare in modo che nei loro servizi non siano disponibili opere in violazione dei diritti d’autore, o in subordine, se queswto non fosse tecnicamente possibile perché l’articolo non sarebbe rimasto in piedi, abolire tutto l’articolo. La ragione della richiesta era semplice: per controllare preventivamente tutto il materiale postato dagli utenti, i fornitori di servizi sarebbero stato costretti ad applicare sistemi di filtraggio automatico, cosa che sarebbe andata contro il diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti.

La Corte di Giustizia europea ha respinto la richiesta, e quindi le cose restano come ora. È però importante capire come ha giustificato la sua decisione, perché si scoprono molte cose. Innanzitutto, il filtraggio preventivo è in effetti una limitazione al diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti; quello che fa la direttiva è trovare un punto di compromesso tra questi diritti fondamentali e quelli dei proprietari dei contenuti. Attenzione: diritti dei proprietari, non degli autori! Saetta ricorda tra l’altro che se le aziende del copyright ci tengono a precisare che anche loro difendono i diritti fondamentali – un caro saluto a Enzo Mazza, già che ci sono… – il relatore ONU per i diritti culturali ha fatto presente che nel campo della proprietà intellettuale i diritti fondamentali sono solo i diritti morali, vale a dire affermare che l’opera è mia. E questi diritti, a differenza di quelli economici, non sono trasmissibili.

La seconda cosa da notare è che proprio perché si afferma che c’è una limitazione ai diritti degli utenti si ammette implicitamente che il filtraggio automatico è imposto dalla direttiva: altrimenti il problema non si porrebbe. Eppure, come leggete per esempio qui, l’ineffabile relatore Axel Voss aveva twittato dicendo che questo era una falsità e che quindi non ci fosse più motivo per non approvare la direttiva. (Come? il tweet originale non esiste più? Ah, signora mia, che vergogna! Non ci si può fidare di nessuno!) Vabbè, ma tanto questo lo sapevamo già.

Seguono infine i paletti (o se preferite, le garanzie) a tutela degli utenti finali: dalle segnalazioni dei titolari dei diritti che devono essere circostanziate (insomma, non basta dire “avete roba mia”) al non dover bloccare i contenuti leciti (e una parodia è un contenuto lecito) a un meccanismo di reclamo funzionante se qualcuno cancella del materiale che riteniamo essere lecito. Ma soprattutto, i fornitori non hanno alcun obbligo di sorveglianza generale dei contenuti immessi dagli utenti. Non sono loro a dover giudicare se un contenuto è stato caricato illegalmente, ma i giudici.

Il tutto funzionerà? Probabilmente no. Quello che pare certo è che al momento le uniche implementazioni della direttiva che rispettano questi principi sono l’austriaca e la tedesca. Quella italiana no, ma non lo sono neppure la francese e la spagnola che pure dicevano di essere stati bravissimi. Aspettatevi altri ricorsi…

Che ne sapete del Digital Services Act?

Tuesday, 26 April 2022 10:04 UTC

La scorsa settimana il trilogo ha approvato una formulazione più o meno finale per il Digital Services Act, che assieme al gemello Digital Market Act rappresenterà la regolamentazione dell’Unione Europea per i servizi digitali. Anche Wikipedia ne sarà toccata; stasera alle 21:30 chiacchiererò con Marco Schiaffino nella trasmissione di Radio Popolare Doppio click. Spero di sapervi dare qualche notizia… i documenti ufficiali non sono infatti ancora stati pubblicati.

Ultimo aggiornamento: 2022-04-26 12:36

Truppe d’assalto a Wikipedia

Friday, 1 April 2022 02:04 UTC

Dopo il caso Orsini è arrivata la nuova campagna contro la fascistissima Wikipedia. Da mercoledì sera la casella di posta dei comunicati di Wikimedia Italia ha ricevuto questi messaggi.


– Stefano V.:
Salve, leggo che Wikipedia è un Enciclopedia libera, quindi mi spiega perché della porcata sulla pagina della Strage di Odessa? Perché dopo 8 anni avete cambiato proprio ora? Ha una spiegazione a questo?


– E. Bosisio:

Buonasera,

Ritengo vergognosa la manomissione della pagina Wikipedia riguardante il rogo avvenuto nel 2014 nel palazzo dei sindacati ad Odessa.

Sono stati rimossi i riferimenti ai carnefici, cioè i gruppi paramilitari nazionalisti e nazisti ucraini, che poi influenzeranno la vita politica del paese.

Spero venga ristabilita la verità nella pagina.


– Rossella C.:

Vergognatevi


– vitojc.:

Reclamo in allegato: hanno manipolato la Vostra pagina. Non riceverete più contributi se mantenete e continuate falsificazioni storiche. [l’allegato è un’immagine con doppio screenshot della voce, “prima” e “dopo”]


Il tutto a quanto ho capito è partito da un post Facebook di La fionda, ripreso da L’antidiplomatico.

Cosa è successo? Per avere un’idea, ecco alcune versioni della voce.

&diamond prima versione, novembre 2020, con il nome “Rogo di Odessa” (e non certo filoucraina)

&diamond aprile 2021, subito prima della sua rinomina, fatta senza nessuna discussione da un utente con la motivazione “Rinomino in strage, come viene riportata su numerose fonti attendibili”; le fonti diverse nella voce erano tre e usavano rispettivamente “strage”, “rogo”, “incendio”. (differenze)

&diamond Fine 2021, prima dell’escalation che poi ha portato all’attacco russo (differenze)

&diamond 21 marzo 2022, prima di un’aggiunta di altre notizie e del ritorno al nome originale. (differenze)

&diamond versione del 30 marzo 2022, quella attuale al momento in cui scrivo (differenze)

Insomma: è un po’ difficile affermare che in otto anni si è cambiato solo ora, visto che la voce ha due anni e che aveva preso quel nome dieci anni fa. Nella versione attuale, qualunque sia il titolo della voce, a me pare che siano chiare le responsabilità dell’Ucraina nel cercare di insabbiare l’operato dei neonazisti, e il Pravyj Sektor è regolarmente citato. Ma non vale la pena spiegare le cose ai signori di cui sopra, che non credo abbiano alcun interesse a leggere davvero cosa c’è scritto: altrimenti si sarebbero accorti che nella pagina web dove si trova l’indirizzo a cui mi stanno scrivendo è specificato che Wikimedia Italia non ha alcun controllo sulla voce. (Non starete mica pensando che ci sia qualcuno che dica “scrivete a press, così vi farete ascoltare!”?)

Un’ultima chicca. Non sono molte le versioni di Wikipedia che hanno una voce al riguardo, anche quella inglese ne parla all’interno degli scontri del 2014. Però c’è quella russa, che si intitola Пожар в Одесском доме профсоюзов, cioè incendio al palazzo dei sindacati di Odessa. Evidentemente i nazisti si sono infiltrati anche lì, con la scusa che la Russia sta bloccando l’accesso a Wikipedia lasciando liberi i nazisti russofoni all’estero di vandalizzarla…

aggiornamento: (7 aprile) stanotte alle 2:20 ha scritto all’indirizzo di Wikimedia Italia un tal “ivan tighi” (google non mi ha dato nessuna occorrenza, quindi scrivere nome-e-cognome non dovrebbe essere un problema di violazione di privacy) cominciando con “Caro Jimmy,” (e scrivendo in italiano, ça va sans dire). Magari capite perché non rispondo nemmeno più: se uno è convinto di scrivere direttamente alla Wikimedia Foundation è inutile cercare di spiegargli come funzionano le cose.

Ultimo aggiornamento: 2022-04-07 08:45

No, Orsini non è stato “oscurato” da Wikipedia

Saturday, 26 March 2022 10:00 UTC

Sono più di vent’anni che esiste Wikipedia, e più di vent’anni che almeno i nostri giornalisti non hanno ancora capito come funziona. (Oppure che non gliene importa un tubo, o ancora che pensano che mettere Wikipedia in un titolo porti più visualizzazioni e quindi più soldi…) Prendete questo articolo del Corsera e guardate il titolo: quello che si può capire è che Wikipedia ha oscurato la voce su Alessandro Orsini perché “ha detto cose scomode” o qualcosa del genere.

La verità è un’altra. Fino all’altra settimana, nonostante l’evidente narcisismo di Orsini, non esisteva nessuna voce di Wikipedia su di lui: insomma, non se lo filava nessuno. Dopo che il Messaggero l’ha – se non ho capito male – censurato, i suoi solerti seguaci hanno scambiato Wikipedia per un social network e hanno cercato di creare la sua fanpage, che è stata regolarmente e immediatamente cancellata in tutte le sue incarnazioni dai nomi improbabili (“Alessandro Orsini (giornalista)”, “prof Alessandro Orsini”…). Tutto qua.

La vera domanda è un’altra. Orsini è da considerarsi “enciclopedico”, cioè una personalità rilevante, secondo le regole di Wikipedia? Beh, probabilmente sì. Nel 2010 vinse infatti il Premio Acqui Storia che dovrebbe essere importante – uso il condizionale perché non è il mio campo, e non per nulla io non sono nemmeno entrato nella discussione che si sta avendo al riguardo. In questo caso, non appena il polverone mediatico si sarà posato, immagino che la voce su di lui verrà scritta, e queste polemiche saranno riportate con la corretta enfasi come per esempio nel caso di Donatella Di Cesare. La censura insomma non c’è, checché ne pensino i solerti seguaci di cui sopra e forse anche l’estensore dell’articolo…

Ultimo aggiornamento: 2022-03-26 11:00

Dopo il primo articolo della scorsa settimana riguardo alla voce sull’invasione dell’Ucraina, ieri è stato pubblicato sul digitale (e credo oggi sul cartaceo) un articolo più completo (putroppo riservato agli abbonati).

Lasciamo da parte il fatto che continuino a parlare della fantomatica “Wikipedia Italia” (e dire che invece c’è “Wikipedia in lingua russa”… non riesco a capire quale sia per loro la differenza): evidentemente non ci arrivano. Partiamo invece dalle buone notizie: le affermazioni di Ruthven (il wikipediano intervistato dal giornalista) vengono riportate correttamente. Da questo punto di vista insomma non c’è nulla di cui lamentarsi. Quello che io ho trovato interessante è leggere nemmeno troppo tra le righe la posizione del gruppo GEDI, che è chiaramente antirussa. Insomma, il problema non mi parte tanto che Wikipedia sia o non sia un news media quanto che venga ritenuta non allineata con la scelta di campo di Elkann…

Poi vabbè, c’è il solito peana per la Treccani, dove «sono state aggiunte molte più informazioni di quelle che hanno trovato spazio, nelle tre settimane successive all’inizio del conflitto, su Wikipedia Italia.» Ho guardato ieri pomeriggio la voce relativa: ieri pomeriggio c’erano venti righe, dove tra l’altro si dice che «la Russia ha avviato una “operazione militare speciale” nel Paese, invadendo la regione di Kiev». In effetti hanno usato un punto di vista ancora più neutrale di quello wikipediano :-)

Martedì avrò parlato per una ventina di minuti con il giornalista che ha pubblicato questo articolo, e un altro wikipediano che era più addentro di me avrà ancora aggiunto qualcosa: eppure l’articolo afferma che è stata “Wikipedia Italia” a pubblicare la sua voce sull’invasione russa dell’Ucraina. Sono più di quindici anni che cerchiamo di spiegare che esiste Wikipedia in italiano (o se preferite in lingua italiana) e non Wikipedia Italia, ma niente da fare, non riusciamo a fare entrare il concetto.

Ma la cosa che mi lascia (e mi aveva lasciato martedì) più perplesso è un’altra: l’incredulità perché la versione italiana di Wikipedia era l’unica che non aveva una voce sull’invasione e si limitava a una bozza, incredulità che si avvicinava a una bocciatura piena del modello it.wiki. Basta vedere la terminologia: la voce italiana “appare sicuramente più scarna”, e non per esempio “è sicuramente più minimale”, con un aggettivo più neutro. (Per la cronaca: dire che la voce “è rimasta praticamente nascosta agli occhi dei lettori” è corretto, ed essendo io tanto buonino non mi lamento neppure per il grassetto). Scrivere di una guerra in corso è qualcosa di estremamente scivoloso: le notizie si susseguono e non c’è la possibilità di verificarle in modo indipendente. Certo, che ci sia stata un’invasione è fuori d’ogni dubbio, così come altre notizie. Certo, la struttura stessa di Wikipedia permette di emendare eventuali errori. Ma guardiamoci in faccia: è forse Wikipedia un news media? Evidentemente no. Ci sarebbe al più Wikinotizie, ma non se lo fila nessuno. Non vedo insomma nessun guaio se si evita di scrivere di tutto e di più su questa guerra: tanto ai lettori non mancano certo altre fonti a cui rivolgersi. Potremmo al più dire che si va su Wikipedia per cercare un punto di vista neutrale, che fino a martedì sera mancava; ma proprio perché io opero da una vita su Wikipedia vi posso assicurare che pur con le migliori intenzioni di tanti contributori non è affatto detto che su temi come questo si possa raggiungere l’oggettività in tempr reale.

Mi resta solo un dubbio: perché questa stroncatura specifica arrivi da un giornalista, che in fin dei conti ha tutto da guadagnare nel non essere in concorrenza su Wikipedia a riguardo di questo tema. Mah…

No, Wikipedia non è il tuo spot pubblicitario

Friday, 28 January 2022 03:04 UTC

Premetto che in questo post non scriverò nulla che possa farvi risalire alla persona in questione. (Ok, con un minimo di ricerca uno ci può arrivare lo stesso. Ma il mio scopo non è mettere alla berlina una persona bensì un ragionamento).

Una voce di Wikipedia è stata aggiornata dicendo che è stata apposta una targa commemorativa della persona di cui la voce tratta, con collegamento a un sito dove si racconta il perché e il percome della cosa. Fin qui nulla di male. Da un po’ di tempo, la persona che ha fatto mettere la targa sta cercando di aggiungere all’interno della voce che “L’iniziativa della targa è stata presa da [Nome Cognome]” e io (ma non solo io: semplicemente quella è una delle voci che di solito controllo) tolgo quella frase. La persona in questione insiste, scrivendo nell’oggetto della modifica frasi come «on capisco perché continuate a cancellare una informazione importante della bio. Sono giorno che sto provando ad aggiungere, in fondo, che l’iniziativa a targa è stata curata da [Nome Cognome]. Come potete leggete nell’articolo (nota numero 4).» Non pago di questo, è andato a cercare qui sul blog il modulo per scrivermi, mi ha mandato un messaggio su Instagram ed è andato a chiedere al mio editore come contattarmi. Presumo mi abbia scritto anche su Facebook, ma è dal 22 che non mi collego, visto che non ho tutta quella voglia di attivare la 2FA. (Ah: la mia politica è di non rispondere fuori da Wikipedia alle cose di Wikipedia: non tanto per non mischiare i flussi ma perché le risposte non sarebbero pubbliche. No, non ha mai scritto su Wikipedia, né sulla mia pagina utente né sulla pagina di discussione relativa a quella voce. D’altra parte in questo momento è bloccato in scrittura su quella singola pagina con motivo “Wikipedia è un’enciclopedia, non un modo per farsi pubblicità a costo zero. Al lettore interessa sapere che è stata posta una targa. Poi se vuole apre il link con la fonte.”, quindi la risposta ce l’ha già).

La mia domanda, ammetto retorica, è “ma tu, caro [Nome Cognome], credi davvero davvero davvero che importi a qualcuno che non sei tu sapere chi ha fatto mettere una targa commemorativa? E se è così, non facevi prima a scriverlo in fondo alla targa in questione?”

I 4 minuti più lunghi della mia vita

Saturday, 21 August 2021 16:58 UTC

Quest’anno Wikimania, la conferenza internazionale dei progetti Wikimedia, cancellata nel 2020 e riproposta in una chiave completamente rivista nel 2021, ha avuto un relatore in più. 😀

Il mio intervento si è tenuto in una sessione riguardante le collaborazioni tra Wikimedia e università insieme alla prof.ssa Maristella Gatto, con cui organizziamo i progetti universitari ad Uniba. È stato difficile condensare in 10 minuti 280 studenti e tante ore di lavoro, ma ce l’abbiamo fatta.

La sessione pre-registrata è andata abbastanza bene, complici anche i numerosi tentativi e fallimenti fatti in mattinata (ecco qui spiegato il titolo del post). Forse me la sono cavata peggio con le domande live, ma è pur sempre il bello della diretta!

Parlando dell’evento in generale, ho avuto modo di partecipare a qualche altra sessione ed è stato divertente incontrare altri Wikimediani da tutto il mondo, in particolare ho molto apprezzato il confronto con gli altri organizzatori di Wiki Loves Monuments nel mondo.

Il sistema usato però (che non era software libero) non mi è piaciuto molto, l’ho trovato parecchio disorientante e dispersivo. Tirando le somme, penso che se fosse stato organizzato meglio avrei potuto fare molte più conversazioni interessanti. Spero prima o poi di poter partecipare ad una Wikimania di persona!

Se avete piacere a vedere il mio intervento, trovate il video sopra. Qui invece c’è un po’ di materiale utile. Non sono riuscito a recuperare, invece, la registrazione del doppiaggio in tempo reale in Arabo, Francese, Tedesco, Spagnolo, Russo e Cinese che Wikimedia Foundation ha messo a disposizione per diversi eventi della conferenza, compreso il mio!