Digital archeology: nuova convenzione con Bologna

Tuesday, 12 March 2024 15:59 UTC

Wikimedia Italia e il Dipartimento di Storia Culture Civiltà (DISCI) dell’Università di Bologna hanno stretto una nuova collaborazione, con un accordo formale che li vedrà impegnati nella produzione e diffusione della conoscenza libera. Dopo la felice esperienza di collaborazione nell’edizione 2023 della Summer School DIGITARCH, l’obiettivo è ora costruire una sinergia più articolata e duratura.

Il Dipartimento di Storia Culture Civiltà, che ha tra le sue finalità istituzionali la promozione della ricerca, della formazione e della diffusione della cultura, potrà perseguire questi obiettivi anche grazie alla collaborazione con Wikimedia Italia, formando docenti e studenti sui principi della conoscenza libera e sull’uso dei progetti collaborativi come Wikipedia, Wikimedia Commons e OpenStreetMap.

Valorizzare il patrimonio archeologico

Un’attenzione particolare sarà dedicata alla produzione di  contenuti aperti pensati per la valorizzazione del patrimonio archeologico e della ricerca scientifica, dentro e fuori i progetti Wikimedia. Studenti e docenti verranno formati e invitati a scrivere voci su Wikipedia relative a siti e monumenti archeologici, italiani e non. Ma non solo: in chiave di digital archeology, verranno utilizzati anche Wikidata, Wikimedia Commons e OpenStreetMap per condividere immagini e dati e in generale ogni tipo di informazione utile allo studio e alla ricerca che possa essere resa accessibile a tutti.

Antonella Coralini, professoressa di Archeologia Classica che ha reso possibile la convenzione, spiega:

«Per chi nelle Università è chiamato, come docente, ad impegnarsi non solo sul fronte della ricerca e della formazione, ma anche su quello della comunicazione, poter contribuire alla creazione di un patrimonio di conoscenze condivise e libere costituisce un’importante occasione di crescita, nella direzione di una maggiore sensibilità alle esigenze e alle attese della comunità di utenti, effettivi e potenziali, cui si rivolge nell’esercizio della sua “terza missione”. Lavorare sui contenuti e sulle forme nell’intento di potenziarne l’accessibilità anche da parte del pubblico non specialista ha effetti benefici anche sulla ricerca e sulla didattica. In quest’ultima, in particolare, il coinvolgimento degli studenti, dal primo livello sino al dottorato, costituisce un ottimo strumento per arricchire il peculio di competenze che un giovane può acquisire nel suo percorso universitario».

Immagine: Bologna Pride 2015 (19218057221), di Francesco Pierantoni, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons

Le pagine più lette su Wikipedia a febbraio

Tuesday, 12 March 2024 09:59 UTC

A cosa si sono interessati i lettori di Wikipedia nel mese di febbraio? Oltrepier, volontario attivo sui progetti Wikimedia, anche questo mese si è preso la cura di analizzare e commentare le pagine più lette sull’enciclopedia libera. Come forse prevedibile per chi cerca informazioni su attori e cantanti mentre li vede sullo schermo, i partecipanti al Festival di Sanremo hanno monopolizzato l’attenzione, con un primato particolare per la famiglia Mango.

1. Mango

Quasi per ironia della sorte, a prendersi il primato di questa speciale classifica mensile è il celebre cantante scomparso nel 2014, precedendo così proprio la figlia Angelina, neo-vincitrice del Festival di Sanremo, da cui è stato omaggiato durante la serata delle cover, con un’interpretazione estremamente sentita ed emozionante del brano La rondine.

2. Angelina Mango

Oltre a quanto già scritto per la voce precedente, è necessario sottolineare che Angelina è balzata in cima alla “nostra” classifica anche (e soprattutto) grazie alla sua vittoria al Festival di Sanremo con il brano La noia, con cui parteciperà anche all’Eurovision Song Contest di quest’anno.

3. Ghali

L’artista “un po’ italiano un po’ tunisino” è solo uno dei tantissimi concorrenti del Festival di quest’anno; però, più che per il suo piazzamento finale (ha concluso al quarto posto con Casa mia), l’attenzione nei confronti di Ghali era dovuta alle polemiche seguite ai suoi commenti in diretta TV sull’attuale guerra nella striscia di Gaza.

4. Annalisa

Un’altra protagonista del Festival, classificatasi al terzo posto con il brano Sinceramente, che è subito diventato uno dei principali successi di questa edizione della kermesse sanremese.

5. Festival di Sanremo 2024

Esattamente al centro della classifica, anche la voce dedicata allo stesso festival ha fatto il pieno di lettori, confermando il grande interesse degli italiani per questo fenomeno di costume e cultura pop.

6. Franco Califano

Prima figura non “sanremese” della lista, deve comunque il suo alto posizionamento a Rai 1, che l’11 febbraio ha trasmesso un nuovo film sulla vita del cantautore romano scomparso nel 2013, diretto da Alessandro Angelini e in cui Califano è interpretato da Leo Gassmann.

7. Mahmood

Il “filotto” del Festival riprende con un altro concorrente, classificatosi al sesto posto con Tuta gold; ilsingolo si è rapidamente trasformato in un’altra hit per l’artista milanese, che ha recentemente pubblicato anche un nuovo album.

8. Giovanni Allevi

Pur essendo “solo” un ospite a Sanremo, il compositore ha comunque regalato uno dei momenti più emozionanti dell’ultima edizione, tornando a esibirsi in pubblico dopo quasi due anni di assenza, dovuti alla sua necessità di iniziare le terapie contro un mieloma multiplo.

9. Mare fuori

Inizialmente resa disponibile su RaiPlay, la quarta stagione della serie è stata poi trasmessa in chiaro su Rai 2, dove andrà in onda anche lungo tutto il mese di marzo. E le ricerche in proposito sono aumentate anche su Wikipedia, come già accaduto nel 2023.

10. Laura Valente

Ex cantante dei Matia Bazar (fra il 1991 e il 1998), ma anche madre di Angelina Mango, neo-vincitrice di Sanremo, la cantante ha attirato l’attenzione di molti lettori nell’ultimo mese.

11. Geolier

Menzione d’onore! Difficile lasciare fuori l’artista partenopeo, vista la partecipazione al Festival con il brano I p’ me, tu p’ te, cantato quasi completamente in napoletano, e le (discutibili) polemiche in cui è rimasto coinvolto sia per la sua vittoria nella serata delle cover, sia per il secondo posto finale, su cui però non ha fatto neanche una piega. In tutto questo, di recente il pubblico ha visto Geolier anche nei panni di giudice per il talent show Nuova Scena, in esclusiva su Netflix.

Immagine: Pino Mango, di Domenico Longo, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Wiki Science Competition: la premiazione

Friday, 1 March 2024 08:01 UTC

Si terrà venerdì 22 marzo a Bologna la premiazione di Wiki Science Competition Italia, il concorso fotografico dedicato ai contenuti multimediali di qualità sul mondo della scienza. Tenutasi a dicembre 2023, la competizione ha raccolto in Italia oltre 500 foto, spesso caricate su Wikimedia Commons proprio da ricercatrici, studiosi, studenti e studentesse delle più diverse materie scientifiche. Oltre a competere per i premi, le immagini potranno essere utilizzate per illustrare Wikipedia, ma anche per molti altri usi dentro e fuori i progetti Wikimedia.

Appuntamento quindi dalle 10.00 alla biblioteca Dario Nobili di Bologna, per una giornata dedicata alla scienza e ai progetti collaborativi.

Il programma della giornata

La premiazione di Wiki Science Competition

Dalle 10.00 alle 11.30 si svolgerà la premiazione ufficiale dei fotografi vincitori. Nel corso dell’evento, interverranno Ferdinando Traversa per Wikimedia Italia, Alessandro Marchetti per Wikimedia Svizzera, Andrea Ferrara per la Scuola Normale Superiore di Pisa, Francesca Alvisi per ISMAR-CNR, presentati da Gabriela Carrara, Data Steward alla Biblioteca Dario Nobili e referente del progetto Slow Science.

Prima della pausa pranzo, sarà possibile visitare la biblioteca, che offre spazi di lettura e studio per ricercatori e studiosi, oltre che per tutti i cittadini di Bologna.

L’Editathon sulle donne in STEM

Nel pomeriggio, sempre la biblioteca Dario Nobili ospiterà l’editathon Scienza e donne in STEM: una maratona di scrittura su Wikipedia per aumentare le voci dedicate alle donne che si sono applicate a diversi ambiti delle scienze, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica, riassunte comunemente sotto l’acronimo STEM.

Ad ogni partecipante è richiesto di portare il proprio computer, ma, con i libri offerti dalla biblioteca come fonti, sarà possibile collaborare con altri volontari e volontarie al miglioramento e all’arricchimento di Wikipedia con nuove voci.

I partner del progetto

Il concorso e la premiazione sono organizzati dal team dei volontari di Wiki Science Competition Italia, grazie al sostegno di Wikimedia Italia e in collaborazione con la Biblioteca Dario Nobili dell’Area di Ricerca del CNR di Bologna, da tempo attiva sul tema dell’open access grazie al progetto NILDE.

Partner dell’iniziativa è il Progetto BlueNIGHTs, un consorzio che raggruppa alcune delle eccellenze europee della ricerca marina e dello sviluppo tecnologico, coordinato dal CNR-ISMAR di Bologna e finanziato dal programma Horizon Europe della Commissione Europea. Il Progetto BlueNIGHTs mette in palio il Premio speciale BlueNIGHTs dedicato alle “Scienze Marine”.

L’editathon gode del patrocinio di Associazione Orlando del Centro delle donne di Bologna.

Immagine: Esploriamo il corpo umano, di Silviaelzi, CC BY 4.0, da Wikimedia Commons

Anche Wikimedia Italia partecipa al Convegno Stelline 2024, l’evento che riunisce tutti i professionisti del mondo delle biblioteche, proponendo dei laboratori su Wikidata e Wikimedia Commons. In collaborazione con l’Associazione Italiana Bibliotecari (AIB) della Lombardia e con il Gruppo Wikidata per Musei, Archivi e Biblioteche (GWMAB), nel corso dei laboratori verranno presentati ai bibliotecari dei modi concreti per collaborare ai progetti Wikimedia, sfruttandoli anche per valorizzare le collezioni e cataloghi delle biblioteche.

La partecipazione è gratuita, anche se è richiesta l’iscrizione, considerato il numero limitato di posti. Ai partecipanti è anche richiesto di portare il proprio computer. Per ogni domanda su possibili progetti e collaborazioni, per tutti i due giorni dei congresso Wikimedia Italia sarà presente anche con uno stand alla Biblioteca Valvassori Peroni dalle 14.00 del 20 e 21 marzo.

Laboratorio Wikimedia Commons

Dove: Biblioteca Valvassori Peroni, Milano – sala mediateca (sala rossa)

Quando: mercoledì 20 marzo 2024, ore 16:00-18:00

Grazie all’aiuto dei volontari dei progetti Wikimedia, sarà possibile scoprire come funziona Wikimedia Commons, esplorando le modalità di caricamento delle immagini e della strutturazione dei loro metadati, nonché alcune problematiche legate al diritto d’autore.

I partecipanti saranno chiamati a caricare su Wikimedia Commons le immagini messe a disposizione dalla Biblioteca dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana, appartenenti al fondo André Corboz. All’attività di caricamento si affiancherà inoltre l’inserimento di una serie di metadati strutturati necessari a garantire il recupero dell’immagine stessa in Commons.  

Iscriviti al laboratorio

Laboratorio Wikidata 

Dove: Biblioteca Valvassori Peroni, Milano – area open (sala verde)

Quando: giovedì 21 marzo 2024, ore 16:00-18:00

Assieme al GWMAB sarà possibile lavorare su Wikidata, uno dei più importanti database collaborativi a livello internazionale per il controllo di autorità.

I partecipanti saranno chiamati a inserire gli identificativi di SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale) agli elementi presenti in Wikidata, sotto la guida di un docente esperto e con il supporto di tutor che saranno disponibili durante l’intera durata dell’incontro.

Si invitano i partecipanti a registrarsi preventivamente a Wikidata, così da avere già un account attivo al momento del laboratorio (se si possiede già un account Wikipedia o su altri progetti Wikimedia non è necessario registrarsi nuovamente).

Iscriviti al laboratorio

Immagine: derivata da Arcimboldo Librarian Stokholm, di Giuseppe Arcimboldo, pubblico dominio, da Wikimedia Commons

Partecipa a Wiki Loves Pesto

Friday, 1 March 2024 08:00 UTC

Ci sono molte cose che i Wikimediani dimostrano di amare: i monumenti, il folclore, la natura, ma a marzo potranno dimostrare anche la propria passione per un ambito molto specifico della cultura gastronomica italiana: il pesto alla genovese.

I volontari liguri hanno infatti organizzato la prima edizione di Wiki Loves Pesto alla Genovese, che si svolgerà online nel mese di marzo, in concomitanza con il Campionato Mondiale del Pesto, organizzato dall’Associazione Culturale dei Palatifini. Basilico, pinoli, mortaio, mani esperte al lavoro: sono tanti i soggetti che si possono ritrarre in occasione di questa competizione.

Come partecipare a Wiki Loves Pesto

Partecipare è molto semplice: basta caricare le proprio foto sul tema tra il primo e il 31 marzo 2024 su Wikimedia Commons. Una volta pubblicate usando la procedura guidata, le immagini parteciperanno al concorso, ma soprattutto potranno essere utilizzate per illustrare le pagine di Wikipedia, le schede di Wikidata o per ogni tipo di uso dentro e fuori i progetti Wikimedia.

Le foto devono essere inedite, opera della persona che le carica su Commons, ma possono anche essere state realizzate prima di marzo 2024. Non ci sono limiti al numero di foto caricabili, ma è consigliato caricarle con un titolo descrittivo dell’immagine, con la massima risoluzione e la minima compressione possibili, senza filigrane, firme o loghi.

Leggi la pagina del concorso

Carica le tue foto

Eventi collegati

Durante il Campionato Mondiale del Pesto si svolgeranno anche degli eventi che potrebbero essere l’occasione per raccogliere nuove foto per il concorso. Tra i tanti eventi in programma, giovedì 21 marzo è prevista una visita guidata all’Orto botanico dell’Università di Genova.

Sabato 23 marzo 2024 nel Salone del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale di Genova si svolgerà invece la finale del Campionato Mondiale del Pesto. Una decina di ingressi saranno riservati a partecipanti al concorso fotografico Wiki Loves Pesto Genovese. Le fotografie scattate durante la finale del campionato potranno essere caricate su Commons e partecipare al concorso. Per assistere alla finale basta scrivere a francisco.ardini@wikimedia.it indicando nome utente sui progetti Wikimedia e un recapito telefonico. I pass saranno assegnati in base all’ordine di arrivo delle richieste.

Immagine: BasilkumPesto, di Flusel, Pubblico Dominio, da Wikimedia Commons

Assemblea straordinaria di Wikimedia Italia

Friday, 1 March 2024 08:00 UTC

Lunedì 18 marzo è convocata l’assemblea straordinaria dei soci di Wikimedia Italia. L’appuntamento sarà online, alle 18.30, per discutere alcune proposte di modifica dello statuto e del regolamento di Wikimedia Italia. Possono partecipare all’assemblea tutti i soci, che hanno già la possibilità di vedere le proposte di modifica nello spazio a loro riservato in wikina.

Tutte le informazioni per i soci

Le proposte di modifica di statuto e regolamento

Le proposte di modifica dello statuto (e di conseguenza al regolamento) di Wikimedia Italia sono state elaborate del direttivo in carica per migliorare l’operatività del consiglio direttivo stesso, il suo funzionamento, e di conseguenza il funzionamento dell’intera associazione. Vengono inoltre proposte alcune modifiche necessarie per meglio aderire a quanto richiesto dalla normativa del Terzo Settore e dal Ministero dell’Istruzione e Merito. Per quanto riguarda il regolamento altre modifiche sono suggerite per rendere il documento più vicino alle attuali esigenze e prassi dell’associazione.

I soci regolarmente iscritti all’associazione possono vedere le proposte di modifica in forma sintetica con la spiegazione delle motivazioni di proposte, oppure si possono confrontare nel dettaglio le modifiche sia per lo statuto che per il regolamento.

Tutti i soci possono aggiungere commenti alle proposte di modifiche allo statuto e al regolamento nelle relative pagine di discussione. Eventuali commenti generali possono essere inseriti nella discussione di questa pagina.

Come votare

Se sei un socio, il tuo voto è molto importante: partecipa personalmente o delegando un altro socio seguendo queste istruzioni. Fai sapere che sarai presente all’assemblea, indicando se sei disponibile a ricevere deleghe, in questa pagina.

Immagine: Theophilos periklhs apo ths pnykos, di Theofilos Chatzimichaìl, Public domain, da Wikimedia Commons

Open Data Day dal 2 marzo

Wednesday, 28 February 2024 11:12 UTC

Tornano anche nel 2024 le giornate dedicate ai dati aperti, grazie a Open Data Day, l’iniziativa nata per far apprezzare l’importanza degli open data a chi non li conosce e per collaborare insieme alla loro produzione e condivisione per chi già li usa attivamente.

Gli open data sono contenuti di ogni tipo (testi, immagini, coordinate geografiche, informazioni e matadati) che vengono pubblicati con licenze libere, in modo che possano essere riutilizzati da chiunque, per qualsiasi scopo: dalla ricerca allo sviluppo di strumenti. Anche i progetti Wikimedia come Wikidata si basano sugli open data e contribuiscono alla loro produzione e condivisione, così come OpenStreetMap, che molti definiscono “la Wikipedia delle mappe”, ma che è prima di tutto un database aperto di dati geospaziali.

Come donare i propri dati

Per questo tra il 2 e il 9 marzo anche i volontari dei progetti Wikimedia e di OpenStreetMap organizzano diversi eventi in Italia per Open Data Day.

Open Data Pax a Bologna

I volontari di OpenStreetMap e dei progetti Wikimedia di Bologna e dintorni si incontrano al Salaborsa Lab il 9 marzo alle 16.00 per Open Data Pax. Un evento ormai ricorrente, in cui volontari esperti e non possono conoscersi, spiegarsi a vicenda aspetti dei progetti che li appassionano che non conoscono e contribuire insieme.

Il 9 marzo in particolare verrà presentato lo strumento QLever, ma lo spazio è aperto ad ogni tipo di domanda su OpenStreetMap, Wikidata, Wikipedia e i progetti fratelli.

Partecipa all’evento

Mappare Camerino

Héctor Ochoa Ortiz sta invece organizzando una giornata di mappatura con OpenStreetMap a Camerino, in collaborazione con il polo d’informatica “Carla Lodovici” dell’Università di Camerino. Dalle 9.00 alle 18.00 del 7 marzo, studenti e studentesse potranno scoprire come funziona OpenStreetMap e lo strumento di mappatura Every Door, uscendo direttamente sul terreno, per le strade di Camerino.

“Gli studenti – spiega Héctor Ochoa Ortiz – mapperano in gruppetti diverse parti della città. Dopo pranzo, approfondiremo i dati legati a OpenStreetMap, dopo che gli studenti avranno fatto la loro esperienza di mappatura. Vedremo come estrarre dati e usarli per diverse applicazioni. Durante il Datathon gli studenti potranno sviluppare diverse idee utilizzando i dati e presentarle. Queste potrebbero anche diventare dei progetti per le loro tesi di laurea”.

Partecipa all’evento

Immagine: View of Italy and the Adriatic Sea, di Earth Science and Remote Sensing Unit, Lyndon B. Johnson Space Center, Public domain, da Wikimedia Commons

Nuove sfide su OpenStreetMap

Monday, 26 February 2024 09:22 UTC

Ci sono nuove sfide per i mappatori di OpenStreetMap. Il database collaborativo che raccoglie dati geospaziali è in costante miglioramento, grazie all’impegno dei volontari mappatori, ma anche alla collaborazione con chi riutilizza i dati prodotti: sviluppatori di app e aziende, per esempio. Proprio il team di TomTom, analizzando i dati disponibili su OpenStreetMap, si è reso conto di alcune incongruenze e ha lanciato la “sfida” a risolverle, attraverso diversi strumenti disponibili.

Verificare le aree con MapRoulette

Le mappe prodotte attraverso OpenStreetMap possono includere ogni tipo di informazione: strade, edifici, presenza di marciapiedi, altezza e uso dei palazzi. L’analisi di TomTom ha evidenziato che alcune aree presenti su OpenStreetMap sembrano più piccole di quanto ci si potrebbe aspettare, soprattutto per quanto riguarda alcuni parcheggi, scuole, università, prati e boschi.

Per rendere più appassionante la verifica dei dati, è stato utilizzato MapRoulette, che punta tutto sul meccanismo di sfide per gli utenti. Attraverso oltre 460 task è richiesto agli utenti di OpenStreetMap di verificare che le aree che risultano più piccole delle aspettative siano corrette. Potrebbe quindi essere necessario cambiare la descrizione (tag) dell’area o ridisegnare la sua estensione.

Partecipa alla sfida

Mappatura libera sul Tasking Manager

Per chi preferisce la mappatura libera, è possibile invece usare il Tasking Manager: un altro strumento di mappatura collaborativa, che aiuta a dividere il lavoro tra volontari, adattato per il contesto italiano da Wikimedia Italia.

A Pontirolo Nuovo mancano edifici e strade, come anche a Nereto, mentre c’è ancora bisogno di un piccolo aiuto per mappareSan Bartolomeo Val Cavargna e San Nazzaro Val Cavargna.

Mappare per tutti

Come su Wikipedia, le informazioni aggiunte su OpenStreetMap possono essere utilizzate da chiunque per qualsiasi scopo. Questo non è utile solo alle aziende, ma a tutti quanti: studenti che vogliono sviluppare progetti informatici, attiviste e studiosi della parità di genere, ma anche soccorritori in caso di emergenze e piccoli comuni che vogliono rendersi più facilmente accessibili.

“Per fare una mappa del mondo – spiega Dario Spinazzola di TomTom – bisogna coinvolgere tutto il mondo. La comunità OSM vanta uno straordinario gruppo di contributori e TomTom vuole farne parte, e aiutare a far sì che il coinvolgimento e l’azione a livello locale continuino e crescano in termini di impatto. TomTom prevede di utilizzare OSM per espandere la copertura delle mappe laddove non sempre è possibile farlo da soli e per questo motivo stiamo condividendo le nostre conoscenze per aggiornamenti mirati delle mappe attraverso le modifiche, la condivisione delle MR challenges e suggerimenti. Inoltre stiamo aiutando a mantenere aggiornate le mappe OSM convalidando i feedback dei nostri utenti finali nel momento in cui individuano un cambiamento nel mondo reale.

TomTom, attraverso il suo team Community & Partnership, supporta la collaborazione e la diffusione della cultura degli open data. Utilizzando i nostri rapporti con altri appassionati di mappe, sviluppatori e professionisti del settore per portare nuovi utenti a OSM, troviamo nuovi modi di lavorare insieme per coinvolgere gli utenti esistenti e sostenere la comunità globale e variegata di OSM per aiutarla a crescere e prosperare”.

Immagine: BCG ios screenshot, di Andreas Stückl, Public domain, da Wikimedia Commons

Elezioni: come comportarsi su Wikipedia e online

Thursday, 22 February 2024 10:10 UTC

Il 2024 sarà un anno di elezioni in molti paesi del mondo, compresa l’Italia, dove il 9 giugno si voterà per le elezioni europee. In quaranta stati, quattro miliardi di persone – la metà della popolazione mondiale – saranno chiamati alle urne e, come in tutti gli eventi importanti per la società, la cultura e la politica, ci sarà di sicuro anche un impatto sulle piattaforme online, compresa Wikipedia.

Anche se spetta ai media seguire le campagne elettorali, riportare fatti accurati e garantire il contraddittorio, l’enciclopedia collaborativa è di fatto uno spazio di informazione per molte persone che andranno a votare. Non è una buona idea cercare i programmi politici su Wikipedia o aspettarsi che le ultime dichiarazioni di un candidato o una candidata siano presenti sulla sua voce, perché l’enciclopedia rifiuta i recentismi. Tuttavia può capitare di voler approfondire determinati argomenti anche su Wikipedia. I volontari che scrivono le voci si impegnano per aggiornarle e conservarle garantendo un punto di vista neutrale e la presenza di fonti attendibili, ma anche per questo il periodo delle elezioni sarà molto intenso, sia per i lettori che per i volontari.

La sicurezza dei volontari: evitare il doxing

I volontari che scrivono su Wikipedia possono trovarsi ad occuparsi di situazioni controverse e capita che subiscano per questo minacce, insulti o aggressioni, online o offline. È quindi importante garantire l’anonimato dei volontari che ne sentono l’esigenza: in modo che si possano occupare in maniera serena di scrivere voci accurate, documentate e neutrali, senza sentirsi intimiditi.

Esiste però una pratica che si chiama doxing, che consiste nello svelare l’identità delle persone che contribuiscono a Wikipedia come volontari. Il doxing è una violazione del diritto alla riservatezza delle persone che contribuiscono ai progetti e ci sono dei modi per evitarlo e per chiedere aiuto se se ne diventa vittima. Se sei un volontario:

  • Fai attenzione alle informazioni personali che condividi online, dentro e fuori Wikipedia, compresi i social network
  • Valuta se utilizzare il tuo vero nome, nickname o foto che usi già su altre piattaforme anche su Wikipedia: potrebbe favorire il doxing
  • Rivedi le tue impostazioni sulla privacy nelle piattaforme che usi
  • Valuta di utilizzare degli strumenti per proteggere la tua privacy online
  • Se pensi di essere stato vittima di doxing, segnalalo

Proteggi la tua privacy sempre

Non solo i volontari, ma tutti le persone con una presenza online dovrebbero fare attenzione ai dati che condividono online, perché potrebbero essere utilizzati anche per attività di disinformazione.

Fai attenzione al phishing: i tentativi di estorcere informazioni riservate (dati anagrafici, identificativi di account, password) attraverso tattiche sempre più sofisticate e difficili da riconoscere, che puntano spesso sul senso di urgenza e si sviluppano su tutti i mezzi di comunicazione, compresi social, messaggi, chiamate.

Lo Human Rights Team di Wikimedia Foundation ha preparato un articolo ricco di link per approfondire questi argomenti, compresi alcuni strumenti già segnalati qui.

Se su Wikipedia c’è qualcosa che non va

Può capitare di leggere una pagina di Wikipedia e trovare informazioni imprecise, migliorabili o palesemente false per colpa di vandalismi di altri utenti. Questo non deve spaventare: i vandalismi sono meno frequenti degli articoli ben scritti, anche se più evidenti, e soprattutto sono monitorati da molti volontari che controllano regolarmente le ultime modifiche, ripristinando le versioni precedenti quando necessario.

Se ti capita di vedere delle informazioni imprecise su Wikipedia c’è una cosa che puoi fare anche tu: modificarle cliccando su “Modifica” in alto a destra. Dopotutto Wikipedia esiste da più di vent’anni proprio perché è modificabile da tutti. Se sei alle prime armi, ecco alcuni consigli:

  • Modifica utilizzando un account, in modo che le tue attività siano meno sospette. Non è obbligatorio avere un account e se lo crei tieni presente i consigli sul doxing, ma molto spesso i vandalismi vengono proprio da account anonimi che non vogliono essere identificati.
  • Aggiungi sempre fonti affidabili e spiega le tue modifiche nell’oggetto quando inserisci nuove informazioni.
  • Usa le pagine di discussione. Ogni voce in alto a sinistra ha una scheda “Discussione”, dove si possono esprimere dubbi sulla correttezza dei contenuti o suggerimenti per migliorarli. Sfrutta questo spazio per condividere le tue idee con gli altri volontari.

Le pagine protette

In periodo di elezioni le attività su certe voci diventano frenetiche. Per questo potrebbe capitare di trovare delle pagine protette, riconoscibili per la presenza di un lucchetto in alto a destra. Ci sono diversi livelli di protezione delle pagine: in alcuni casi possono essere modificate solo da utenti autentificati, in altri solo dagli amministratori di Wikipedia. Questa non vuole essere una limitazione alla natura collaborativa del progetto, ma è una misura il più delle volte temporanea messa in pratica per evitare vandalismi e quindi disinformazione dei lettori.

Come tutto quello che succede su Wikipedia, anche questi processi sono trasparenti, guidati dai volontari e visibili a tutti: la scelta di proteggere una pagina è presa in maniera comunitaria e ne puoi comprendere le ragioni leggendo la pagina di discussione.

Immagine: Protester at People’s Vote London march, di Giuseppe Bignardi, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Paga Pantalone

Monday, 6 November 2023 03:51 UTC

D.M. 161 11/04/2023 LINEE GUIDA PER LA DETERMINAZIONE DEGLI IMPORTI MINIMI DEI CANONI E DEI CORRISPETTIVI PER LA CONCESSIONE D’USO DEI BENI IN CONSEGNA AGLI ISTITUTI E LUOGHI DELLA CULTURA STATALIPiergiovanna Grossi è un’attiva wikipediana. Ma è anche una professoressa a contratto e una ricercatrice, e le è capitato di scrivere un articolo per una rivista locale di settore un articolo sull’attribuzione dell’ex Oratorio del Montirone ad Abano Terme, il tutto corredato con due foto che lei stessa aveva scattato all’archivio di Stato di Venezia. Bene: dopo aver pagato 16 euro per un preventivo, ha ancora dovuto sborsare 2 (due) euro per il privilegio di poter scattare e utilizzare due foto… oltre ad altri 32 euro di marche da bollo.

Il tutto è stato raccontato la scorsa settimana sul Corriere da Gian Antonio Stella (al quale ho un solo appunto da fare. Mi sta anche bene che “è ovvio che l’Italia ha il dovere di mettere dei paletti contro l’uso di foto del David di Michelangelo con delle sneakers ai piedi o del Bacco di Caravaggio con uno smartphone in mano”: ma per quello basta un decreto ministeriale che vieti un uso non documentale delle immagini.) La beffa ulteriore, se ci fate caso, è che dopo tutto il carteggio burocratico con la direttrice i soldi che vanno all’archivio di Stato sono appunto 2 (due) euro: il resto se l’è intascato lo Stato. Insomma, non siamo neppure alla storia del puzzle Ravensburger (che finirà con il produttore che dovrà pagare la sanzione e si guarderà bene da produrre altri puzzle con opere site in Italia, e lo stesso capiterà con tutti gli altri: ottima pubblicità per il nostro patrimonio artistico).

Il ministro Sangiuliano che ha emanato il decreto in questione è solo l’ultimo esponente di una classe politica che è convinta non solo che il patrimonio artistico sia un bancomat, ma anche appunto che si pubblicizzi da solo. Beh, non penso che l’ex Oratorio del Montirone sarà molto visitato, pubblicità o non pubblicità: ma proprio per questo è ancora più sconcertante la richiesta di un balzello…

Wikipedia e i conformismi

Wednesday, 23 August 2023 15:58 UTC

Siamo in estate, non che molto da dire, e così Carlo Lottieri spiega sul Giornale (nella sezione”spettacoli”, chissà come mai) “Così Wikipedia è diventata il baluardo del conformismo“. Bisogna ammettere che Lottieri di conformismo ne sa a pacchi: il suo articolo precedente di domenica si intitola infatti “Così l’università è diventata il regno del conformismo”. Quando hai un bel titolo, perché non sfruttarlo? Io avrei altro da fare, ma sono in spiaggia, fa caldo e per rilassarmi un po’ mi sono messo a commentarlo punto per punto.

Cominciamo da quando Lottieri racconta che

Wikipedia nacque da un’intuizione libertaria. Secondo lo stesso Jimmy Wales, che aveva seguito un corso di teoria economica alla Auburn University, fu la lettura dell’economista Friedrich A. von Hayek a suggerire l’ipotesi di questa enciclopedia on line di cui tutti possono essere i redattori.

Beh, non è proprio così. Inutile dire che l’articolo non contiene nessuna fonte per le affermazioni di Lottieri: mica sta scrivendo Wikipedia. La fonte ve l’ho trovata io e dice questo: “to share and synchronize local and personal knowledge, allowing society’s members to achieve diverse, complicated ends through a principle of spontaneous self-organization.” e ancora “When information is dispersed (as it always is), decisions are best left to those with the most local knowledge.” Tenete a mente soprattutto questa seconda frase. (poi io sono convinto che quella di Jimbo sia una razionalizzazione a posteriori: ricordate che Wikipedia nasce come testo di lavoro per scrivere Nupedia che era tutto meno che autoorganizzata).

Nella più classica costruzione di una polemica, Lottieri continua scrivendo

Sul piano delle informazioni si può essere ragionevolmente fiduciosi che Wikipedia sia credibile, anche grazie al costante monitoraggio riservato a ogni lemma.

(Occhei, i lemmi sono in un dizionario e non in un’enciclopedia, ma evidentemente il liberismo non fa di queste distinzioni) Non che questo sia vero, come sanno tutti quelli che passano tanto tempo su Wikipedia, ma tant’è. Ma poi continua

È però evidente che tra gli autori (tra coloro che spontaneamente e senza remunerazione redigono i testi) è più facile trovare professori di scuola media invece che artigiani, bibliotecari invece che imprenditori, e via dicendo. I primi hanno più tempo a disposizione e spesso si ritengono adeguatamente competenti per trattare questioni di diritto, metafisica, sociologia, letteratura spagnola e via dicendo.

E qui si cominciano a vedere le sue fallacie. Per chi “è evidente”? Perché “è evidente?” Dando per buono che imprenditori e artigiani abbiano meno tempo a disposizione perché loro devono tenere in piedi l’economia – ma vi assicuro che gli imprenditori ci sono eccome, solo che l’unica conoscenza locale che paiono avere è quella del loro CV, e per le regole di Wikipedia in lingua italiana i CV vengono cancellati senza se e senza ma – cosa gli fa dire che loro si ritengono competenti per tutto? Il tutto senza contare che Wikipedia da buona enciclopedia raccoglie e organizza informazioni altrui, e le competenze per organizzare l’informazione sono molto più semplici da ottenere rispetto a quelle per crearla. Continuiamo:

Ne discende che nelle voci dell’enciclopedia on line troviamo uno spirito da servizio pubblico che si converte in un costante tono censorio verso ogni eresia.

Lo spirito da servizio pubblico c’è, tranne per i tanti che ritengono di essere gli unici depositari della verità. Perché si convertirebbe in un tono censorio contro ogni eresia? Non ci è dato di sapere. Forse è perché

Va aggiunto, inoltre, che esiste un comune sentire che unisce la maggior parte di quanti hanno letto, nel corso della loro vita, un certo numero di libri.

Me l’avevano sempre detto, che leggere troppi libri fa male. La conoscenza locale si ottiene lavorando, mica leggendo! Non può poi mancare il solito attacco frontale:

[…] Si tratta dei cosiddetti «amministratori», a cui spetta anche di decidere in un senso o nell’altro quando le divergenze si fanno ingestibili. Basta leggere qualche discussione per comprendere che si tratti per lo più di quella piccola porzione della popolazione che, in Italia, quando al mattino va all’edicola compra La Repubblica oppure il Corriere della Sera.

Per quanto mi riguarda, ho smesso da un pezzo di leggere giornali italiani se non per qualche articolo come questo che mi viene segnalato; ho sentito qualche altro sysop e sono tutti sulla mia linea, anche perché quando uno ha lavorato un po’ su Wikipedia comincia a non fidarsi troppo di qualunque notizia.

Il risultato è una mancanza di senso critico che rende Wikipedia assai sbilanciata a favore di talune posizioni.

Altra affermazione apodittica. Anche ammettendo il percorso logico “essendo gente che legge solo Repubblica e Corriere le loro posizioni sono spiaggiate sul mainstream”, faccio notare come gli amministratori (il soggetto della frase) non scrivono loro le voci su Wikipedia. Possono al più cancellare una voce, ma non piegarla eliminando “il senso critico “. Lo fanno in maniera coercizione bloccando chi non la pensa come loro? Se fosse vero basterebbe fare esempi espliciti. Ricordo che la storia di una voce è pubblica, e si può vedere se c’è una campagna sistematica.

L’unico punto su cui devo dare ragione sul metodo a Lottieri è quello che scommetto gli sta davvero a cuore (oppure su cui gli è stato chiesto di scrivere): quando cioè si lamenta che nella voce sul riscaldamento globale

In effetti, le tesi di quanti sono scettici al riguardo (premi Nobel inclusi) non sono citate: neppure per essere contestate.

Almeno a ora, la sezione relativa non riporta nulla al riguardo, e la cosa è contro le linee guida che richiedono che opinioni in minoranza siano riportate con il rilievo corretto (minimo in questo caso, perché la minoranza è minima, ma non nullo). Al solito, Lottieri si è però dimenticato di fare nomi e ho dovuto mettermici io. A parte la vecchia storia di Rubbia, immagino si riferisca a John Clauser. (Apprezzerete che io abbia scelto un link a suo favore, spero). Non so se notate un fil rouge: Rubbia è un fisico teorico delle particelle, Clauser un fisico quantistico. Sicuramente grandi scienziati, ma la loro “conoscenza locale” della climatologia sarà probabilmente superiore alla mia ma ben lontana dall’essere a tutto campo. E allora che diavolo c’entra Hayek? Chiaramente nulla, almeno per quanto riguarda l’organizzazione di Wikipedia. Spero che a quella voce si aggiunga un capoverso sulle attuali teorie non mainstream, che tra l’altro mi pare siano cambiate nel tempo (prima si negava il contributo antropico, ora si dice che non è rilevante e comunque le variazioni che vediamo sono normali se non ci si limita a considerare gli ultimi 150 anni), ma anche se ci sarà non credo Lottieri sarà contento.

Termino pensando male e facendo peccato. Ora il Giornale è della famiglia Angelucci che ha sicuramente il dente avvelenato contro Wikipedia. Aspettatevi tanti altri articoli così.

Aggiornamento: mi è stato fatto notare che esiste la voce Controversia sul riscaldamento globale. Se però non c’è un collegamento diretto dalla sezione della voce principale,come fa il povero utente (io o Lottieri) a trovarla?

Ultimo aggiornamento: 2023-08-24 08:27

Alessandro Orsini, Wikipedia e querele

Monday, 19 June 2023 09:22 UTC

Alessandro Orsini è un professore universitario (associato, se non sbaglio). È anche un opinionista televisivo, soprattutto a partire dall’invasione russa dell’Ucraina dove la sua posizione nettamente filorussa lo ha fatto diventare un invitato seriale. Un corollario di questa presenza è che i suoi fan hanno cominciato a cercare di inserire la voce su di lui in Wikipedia.

Ma nell’edizione italiana di Wikipedia ci sono varie regole per definire se qualcosa o qualcuno è da ritenere rilevante e quindi inseribile nell’enciclopedia (nel gergo wikipediano si dice “enciclopedico”). Essere professore universitario non rende enciclopedici. Essere un opinionista televisivo meno ancora. La situazione rimase in stallo finché non si notò che nel 2010 Orsini vinse il Premio Acqui Storia con il suo libro Anatomia delle Brigate Rosse. Il Premio Acqui è considerato rilevante, e per traslato anche Orsini è considerato rilevante come scrittore. Le informazioni sulla sua carriera universitaria e la sue apparizioni televisive appaiono, ma come aggiunte secondarie.

Il problema è che il suddetto libro ha avuto in gran maggioranza recensioni molto negative, che quindi occupavano buona parte del contenuto. (Io non l’ho letto, quindi non posso dare un giudizio personale). Questo non piaceva a Orsini e ai suoi fan, e la voce in tutto questo tempo è stata un campo di battaglia. Siamo arrivati al doxxing, con un amministratore che dalle pagine del Fatto Quotidiano è stato accusato da un utente di nickname Gitz6666 di essere in conflitto di interessi su quella voce e si è dimesso; e giovedì scorso un avvocato ha mandato una PEC a Wikimedia Italia (che non c’entra un tubo, ma questo concetto non è mai entrato in testa) chiedendo la cancellazione, entro 5 giorni, della voce su Orsini che ritiene diffamatoria e informazioni sull’identità di sei amministratori di wikipedia in italiano per sporgere querela per diffamazione nei loro riguardi.

Io non dovrei essere tra i sei, considerando che non sono stato contattato: d’altra parte l’unica modifica che avevo fatto su quella voce era stata sostituire alla frase

In occasione della partecipazione di Orsini ad alcune trasmissioni televisive, suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni sul tema dell’invasione russa dell’Ucraina del 2022, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra e le critiche alla debolezza dell’Unione europea.

la frase

Durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022 suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra.

dove non mi pare di vedere diffamazione. AD ogni modo Wikimedia Italia ha detto di contattare la Wikimedia Foundation, cosa che immagino sia stata fatta perché in questo momento la voce è oscurata e protetta, e immagino non tornerà mai su Wikipedia in lingua italiana se non per circostanze eccezionali, tipo l’assegnazione del Nobel per la pace. Non ho idea se ciò che voleva Orsini fosse proprio la cancellazione e non la sostituzione con un testo agiografico: ad ogni modo è andata così, e Wikipedia sopravviverà anche senza dire a tutti chi è Alessandro Orsini.

Aggiornamento: (12:15) E invece no, a quanto pare a Orsini bastava che il mondo non sapesse attraverso Wikipedia delle stroncature del suo libro. È chiaro che io non capirò mai la mente umana.

Ultimo aggiornamento: 2023-06-19 12:23

Quanto ci costa la cultura

Tuesday, 23 May 2023 02:51 UTC
la finta fontana di Trevi in Brasile

no, non è quella vera

Nel silenzio generale, il mese scorso è stato approvato il D.M. 161 11/04/2023 del Ministero della Cultura, “Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali”. In pratica, se uno vuole fare una foto di un monumento (non sotto copyright), magari per una pubblicazione accademica, dovrà sganciare un discreto numero di euro al MiC: euro che forse – ma non è detto – basteranno per pagare i funzionari che dovranno far girare tutta la trafila burocratica. Il tutto cercando di convincere il volgo che ce lo chiede l’Europa, dato che il decreto recita tra l’altro

«VISTA la Direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa all’apertura dei dati e al riutilizzo dell’informazione nel settore pubblico e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE, recepita mediante il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 177»

Il tariffario è assurdo: non lo diciamo noi di Wikimedia Italia ma l’Associazione Italiana Biblioteche, che nota come per esempio chiedere copie digitali costi il triplo delle stesse copie (nel senso di avere la stessa risoluzione) stampate. Ma soprattutto è un ulteriore tassello per impedire di pubblicizzare i nostri beni culturali. Questo non lo pensa solo il governo: in questi giorni il tribunale di Firenze ha sentenziato che non si può usare l’immagine del David di Michelangelo senza autorizzazione e senza aver pagato i diritti (occhei, in questo caso il tariffario dice 20000 euro: il funzionario se lo pagano), con un ulteriore esborso di 30000 euro per l’editore che «ha insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David di Michelangelo a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l’alto valore simbolico ed identitario dell’opera d’arte ed asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale». Non che io capisca perché quei soldi debbano andare alla Galleria dell’Accademia e non a un eventuale fondo statale, ma tant’è.

Mi chiedo solo cosa faranno adesso con la copia della Fontana di Trevi costruita in Brasile… altro che Totò!

L’invecchiamento di Wikipedia

Wednesday, 28 December 2022 03:04 UTC


Questo è un frammento della voce attuale di Wikipedia sulla rete tranviaria di Nizza. Tutto bene, se non fosse per il fatto che la linea 2 è in funzione dal 2019 (sono un po’ più veloci di noi, mi sa).

Non è la prima volta che mi è capitato di trovare voci create e poi lasciate lì a vegetare senza aggiornamenti. È ovvio che nessuno è obbligato a mantenere a vita una voce: però casi come questo fanno capire che non bisogna mai dare per scontato quello che si trova scritto…

(L’altra faccia della medaglia è la cancellazione immediata dei cosiddetti “recentismi”, aggiunte su fatti del giorno che tra qualche mese saranno giustamente considerati inutili…)

Anglofilia

Wednesday, 21 December 2022 10:04 UTC

Per comprensibili motivi, io ricevo la rassegna stampa su Wikipedia e Wikimedia. È un po’ sgarrupata, nel senso che devo scartare tutti gli articoli che hanno semplicemente una foto (giustamente) accreditata a Wikimedia Commons, ma va bene così. In genere trovo dai 10 ai 20 articoli: oggi ce n’erano ben 71, quasi tutti dedicati al nuovo “portale enciclopedico” russo presentato ieri e quasi tutti copiati più o meno verbatim dal lancio Adnkronos. Le testate più oneste lo segnalano, le altre fanno finta di niente.

Gli unici fuori dal coro sono stati quelli di Tag43, che hanno intitolato “La Russia prende le distanze da Wikipedia, ecco Znanie”. Naturalmente Znanie in russo significa “conoscenza”, esattamente come l’inglese Knowledge. Solo che evidentemente lo stagista di Adnkronos ha preso un lancio in lingua inglese, l’ha tradotto e non ha pensato che forse i russi non avevano usato un nome inglese per il loro portale; e tutti gli altri stagisti dei quotidiani hanno copincollato il lancio d’agenzia senza farsi troppe domande, che presumo non siano compatibili coi miseri emolumenti che prendono. A questo punto però tanto valeva fare gli autarchici e scrivere che si chiamerà “Conoscenza”, no?

Io non ho nessuna idea di quale sia la linea editoriale di Tag43, ma ho molto apprezzato come hanno trattato questa notizia.

Ultimo aggiornamento: 2022-12-21 11:04

Come farsi aggiornare la voce Wikipedia su di sé

Wednesday, 21 December 2022 03:04 UTC

Emily St. John Mandel è una scrittrice canadese nota per i suoi libri Stazione Undici (credo che ne abbiano fatto anche una serie tv, ma è un campo in cui non mi addentro) e Mare della tranquillità. Qualche giorno fa ha scritto un tweet chiedendo chi poteva intervistarla… per poter far sì che nella sua voce su Wikipedia (in inglese, in quella italiana non era nemmeno scritto che era sposata) che era divorziata. In qualche ora Slate ha pubblicato un’intervista dal titolo che dice “Un’intervista del tutto normale con la scrittrice Emily St. John Mandel” e catenaccio “Solo per chiedere all’autrice di Station Eleven e Sea of Tranquility che ha fatto quest’anno, tutto qui”. E in effetti la voce di en.wiki è stata immediatamente aggiornata. In realtà non serviva nemmeno l’intervista: almeno fino ad oggi, la spunta blu di Twitter è una verifica dell’identità della persona, e quindi la prima fonte che attestava il divorzio è stato quel tweet, sostituito poi dal link all’intervista.

Per quanto la cosa vi possa sembrare stupida (e sicuramente è sembrata tale a Mandel), Wikipedia funziona così. Un’affermazione deve avere una fonte affidabile, e nessuno può sapere se l’utente che scrive “Emily St. John Mandel è divorziata” è effettivamente Mandel o qualcuno che vuole fare uno scherzo. Leggendo il thread su Twitter, però, mi sa che il contributore che le ha detto che “occorreva una fonte comparabile” ha fatto un po’ di casino: come ho scritto, quello che conta è una fonte affidabile che si possa citare con tranquillità.

Un’ultima curiosità: nell’intervista a Slate, Mandel scrive che vedersi ancora definita sposata (si è separata ad aprile dal marito, e il divorzio è stato concesso a novembre) “was kind of awkward for my girlfriend”. Ieri BBC ha scritto un articolo in cui affermavano che si erano offerti anche loro di intervistare Mandel. Com’è, come non è, nel loro articolo quella frase non c’è :-)

Inventori farlocchi del tostapane

Monday, 21 November 2022 03:04 UTC

Adam Atkinson mi ha segnalato questo articolo della BBC in cui si racconta come per dieci anni la voce inglese sul tostapane indicava come suo inventore una persona inesistente di nome Alan MacMasters. A quanto pare, durante una lezione universitaria il professore sconsigliò gli studenti di usare Wikipedia come fonte, facendo l’esempio della voce “toaster” dove si diceva che l’inventore era un tale Maddy Kennedy. L’Alan MacMasters reale era uno di quegli studenti, e un suo amico modificò la voce indicando come inventore appunto “Alan Mac Masters”. Il guaio è che poco dopo il Daily Mirror osannò MacMasters come un grande inventore scozzese, e le citazioni continuarono a crescere, anche perché MacMasters creò una voce sul suo inesistente omonimo con tanto di fotografia (ovviamente ritoccata per farla sembrare ottocentesca). MacMasters fu addirittura proposto come personaggio da raffigurare nelle banconote scozzesi, anche se a quanto pare la Bank of Scotland ebbe dei dubbi e lo scartò. Solo poco tempo fa un ragazzino ebbe dei dubbi sulla biografia di MacMasters e mise in moto le squadre wikipediane di verifica, che hanno scoperto la burla.

E in Italia? MacMasters non è mai stato inserito nella voce, ma nel 2018 un anonimo aggiunse il seguente capoverso:

nel 1897 Carlos Decambrè, inventò il ”tost” che si diffuse in tutta europa. questo tost veniva fatto con del pane normale, prosciutto,tacchino e diversi formaggi. Esso garantiva un buon pranzo per i nobili perchè all’epoca i salumi e i formaggi era cibo considerato da ricchi.

Peccato che le uniche occorrenze in rete del cognome Decambrè siano del tipo “Carlos Decambrè inventò il tostapane”, ovviamente senza fonti perché scopiazzature da Wikipedia senza chiaramente citarla. Questo a parte il fatto che se mi fosse capitato di vedere un’aggiunta sgrammaticata simile l’avrei cassata al volo perché senza fonti attendibili…

“contrafforte volante”?

Monday, 4 July 2022 02:04 UTC

Premetto che ho molti amici traduttori :-) (e un paio di loro sono anche tra i miei ventun lettori… ma ovviamente non sto parlando di loro). In un libro (tradotto dall’inglese) che ho appena letto ho trovato a un certo punto scritta l’espressione “contrafforte volante”. Ora, come penso molti di voi io so più o meno cos’è un contrafforte, ma l’ultima volta che ne ho sentito parlare sarà stato all’inizio del liceo, cioè 45 anni fa (per me che sono anzyano: your mileage may vary). Tra l’altro manco sapevo come si dica in inglese “contrafforte”: sono andato a cercare e ho scoperto che è “buttress”. Una rapida ricerca mi ha fatto trovare la voce di Wikipedia in inglese “flying buttress”: l’ho aperta, ho controllato qual è il nome della versione in italiano e ho scoperto che si dice “arco rampante”. (Ok, a questo punto il mio neurone ha tirato fuori il disegnino dei contrafforti ad archi rampanti, ma questa è un’altra storia)

La mia domanda è semplice. È possibile che un traduttore trovi scritto “flying buttress”, traduca parola per parola, e non si renda conto che il sintagma in italiano non ha senso? È possibile che non gli sia mai venuto in mente di usare Wikipedia in questo modo non standard ma utilissimo per la terminologia tecnica? (E comunque anche Wordreference riporta la traduzione).

Fino al 15 giugno il Ministero della Cultura (MIC) ha indetto una consultazione pubblica sul Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale:

la visione strategica con la quale il Ministero intende promuovere e organizzare il processo di trasformazione digitale nel quinquennio 2022-2026, rivolgendosi in prima istanza ai musei, agli archivi, alle biblioteche, agli istituti centrali e ai luoghi delle cultura statali che possiedono, tutelano, gestiscono e valorizzano beni culturali.

Ho letto le linee guida per la circolazione e il riuso delle immagini, e ho capito che la linea del MIC – “cacciateci i soldi” – non è cambiata di una iota. La cosa peggiore è che il piano pare essere un patchwork: le sue premesse sono assolutamente condivisibili, ma nella fase di assemblaggio qualcuno ha ben pensato di disattendere tali premesse per una presunta capacità di ottenere ricavi.

Tanto per essere chiari: non c’è nulla di male se il MIC vuole creare e vendere degli NFT a partire dalle opere che ha in cura. Io non riesco a capire perché uno vorrebbe mai avere un NFT, ma è evidente che c’è gente che invece li vuole; e allora che li si faccia e li si venda. Tanto quelli sono per definizione entità non copiabili, o se preferite uniche. I problemi sono altri. Per esempio,l’avere un sistema NC (non commerciale) per default sui contenuti in pubblico dominio, cosa che è incompatibile con i progetti Wikimedia e OpenStreetMap. Il tutto con una “licenza” (non lo è, e anche nelle linee guida la cosa viene rimarcata) “MIC Standard” che porterà a risultati parossistici. Mi spiego meglio. Se qualcuno chessò negli USA pubblica una traduzione non autorizzata del mio Matematica in pausa caffè, il titolare dei diritti (Codice Edizioni) può contattare le autorità statunitensi, bloccare la vendita e citare a giudizio il malcapitato editore. Questo perché le leggi sul diritto d’autore sono state (più o meno) armonizzate in tutto il mondo, e quindi i diritti di sfruttamento economico sono tutelati ovunque. Ma se lo stesso qualcuno usa commercialmente un’immagine del Colosseo con l’etichetta – esplicita o implicita – “MIC Standard”, il ministro può strillare quanto vuole ma non succederà nulla, perché dal punto di vista delle autorità USA quell’immagine è nel pubblico dominio. Insomma, gli unici eventuali guadagni arriverebbero dai nostri compatrioti, mentre all’estero potrebbero fare quello che vogliono.

Per quanto riguarda Wikipedia Commons, c’è persino una citazione esplicita:

Il download di riproduzioni di beni culturali pubblicati in siti web di terze parti non è sotto il controllo dell’ente pubblico che ha in consegna i beni (ad es. le immagini di beni culturali scaricabili da Wikimedia Commons, realizzate “liberamente” dai contributori con mezzi propri per fini di libera manifestazione del pensiero e attività creativa, e quindi nella piena legittimità del Codice dei beni culturali). Rimane nelle competenze dell’istituto culturale l’applicazione di corrispettivi per i successivi usi commerciali delle riproduzioni pubblicate da terze parti.

Rileggete questa frase. Ve la traduco in italiano corrente: Wikimedia Commons viene trattata alla stregua di una vetrina pubblicitaria dove l’unico lavoro da parte dello stato è farsi dare i soldi da chi prende da lì del materiale. Come forse immaginate, non è che la cosa ci piaccia più di tanto…

Ah: al MIC non piace proprio la CC0, la licenza che formalizza il rilascio di un oggetto o un’informazione nel pubblico dominio. Infatti (grassetto mio) si legge che

l’uso di dati e riproduzioni digitali del patrimonio culturale per finalità di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa, promozione della conoscenza, che non abbiano scopo di lucro diretto è libero per legge;

Quindi anche i metadati – a differenza per esempio di Wikidata, dove tutti gli elementi presenti hanno licenza CC0 – sono sotto una licenza di tipo NC. La digitalizzazione dei metadati è insomma qualcosa che si può fare solo per offrirlo poi gentilmente al MIC che sicuramente ci farà tanti soldi. Che gioia, vero?

L’età dei personaggi pubblici

Tuesday, 17 May 2022 02:04 UTC


Magari qualcuno si può chiedere perché l’anno scorso GQ ha pensato di dedicare un articolo a Stefania Rocca per il suo… quarantaseiesimo compleanno. A parte Valentino Rossi, il 46 non è che dica molto, non è mica il quarantadue! Se questo qualcuno è curioso, però, magari dà un’occhiata all’URL dell’articolo e scopre che c’è scritto “stefania-rocca-50-anni-rock”. In effetti, ricordare il cinquantesimo compleanno ha molto più senso, su questo non ci piove. E in effetti si fa in fretta ad andare sull’Internet Archive e vedere che l’articolo originale si intitolava “Stefania Rocca, i primi 50 anni di un’anima rock”.

L’altra settimana, però, la signora Rocca e/o il suo agente hanno deciso che il passato era passato, e quindi l’età della signora Rocca è di soli 47 anni. Per posti come GQ ci devono essere argomenti molto convincenti per fare riscrivere un articolo pubblicato l’anno scorso; su Wikipedia la cosa potrebbe sembrare banale ma in realtà è un po’ più complicata, come potete vedere. Mi è stato riferito (ma potrebbe essere una malignità…) che l’agente in questione ha mandato alla Wikimedia Foundation un codice fiscale della signora Rocca dove risulta il 1975 come data di nascita… ma il codice fiscale in questione corrisponde a un maschio e non a una femmina.

Ad ogni modo, la signora Rocca non è certo l’unica persona a cercare di inserire su Wikipedia una data di nascita diversa da quella che era sempre stata considerata tale in passato. Il primo caso che mi viene in mente è quello del mago Silvan (simsalabim!), ma anche Elisabetta Sgarbi, come già scrissi, afferma di essere nata nel 1965 come anche riportato dalla Treccani: il talento della signora Sgarbi si notava fin da ragazza, considerando che ha conseguito la laurea in farmacia nel 1980… Avevo anche segnalato alla Treccani che nel sito c’era stato uno scambio di caratteri, e il 1956 che è la data di nascita della signora Sgarbi era diventato 1965, ma non mi hanno mai risposto. Non so se Wikipedia abbia più errori della Treccani, ma sicuramente correggerli è più semplice!

Cina, Wikipedia e copyright

Thursday, 12 May 2022 10:12 UTC

Probabilmente non ve ne sarete accorti, visto che la notizia è passata solo su Wired (dove il titolista fa ancora fatica a distinguere Wikipedia da Wikimedia…) e CorCom: per il terzo anno consecutivo la Cina ha bloccato l’ingresso del movimento Wikimedia come osservatore in WIPO, l’agenzia delle Nazioni Unite che ha lo scopo di incoraggiare l’attività creativa e promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo. Dopo due anni in cui Wikimedia Foundation ha inutilmente cercato di essere accreditata, stavolta le richieste sono state fatte da alcuni capitoli nazionali (Francia, Germania, Messico, Svezia e Svizzera oltre all’Italia), e la richiesta esta stata portata al Comitato Permanente sul Copyright e i Diritti Connessi (SCCR) di WIPO. Niente da fare: come le altre volte, la Cina ha dichiarato he anche i capitoli Wikimedia locali sono complici nel diffondere disinformazione. Negli anni passati il dito veniva puntato contro Wikimedia Taiwan, indicato come eterodiretto dalla Foundation: quest’anno direi che non c’è nemmeno stato bisogno per i cinesi di cercare di spiegare quale disinformazione sul copyright cinese viene propagata da Svezia o Messico. A questo punto Nicaragua, Bolivia, Venezuela, Iran e Russia hanno colto la palla al balzo e fatto rinviare la decisione sull’accreditamento per mancanza di unanimità.

Anche ammettendo che Wikimedia Taiwan faccia opera di disinformazione assoldando persone che scrivano sulle varie edizioni linguistiche di Wikipedia, resta il punto di partenza. Qui stiamo parlando di un comitato che parla di copyright e diritti connessi – cosa che ci ha sempre visti coinvolti come Wikimedia Italia. Essere membri osservatori non ci avrebbe per definizione dato il diritto di voto, ma ci avrebbe permesso di far sentire meglio la nostra voce su temi di cui ci occupiamo da sempre. Invece nulla da fare, e questo per ragioni prettamente politiche e indipendenti dal tema istituzionale. Non che ci aspettassimo chissà cosa, ma resta un peccato…

Ultimo aggiornamento: 2022-05-12 12:12

Su Valigia Blu, Bruno Saetta spiega la decisione della Corte di Giustizia europea su una richiesta da parte della Polonia (fatta nel 2019…) a proposito dell’articolo 17 dell’ormai famosa direttiva copyright. La Polonia chiedeva che fossero abolite le norme per cui i fornitori di servizi digitali devono attivarsi per fare in modo che nei loro servizi non siano disponibili opere in violazione dei diritti d’autore, o in subordine, se queswto non fosse tecnicamente possibile perché l’articolo non sarebbe rimasto in piedi, abolire tutto l’articolo. La ragione della richiesta era semplice: per controllare preventivamente tutto il materiale postato dagli utenti, i fornitori di servizi sarebbero stato costretti ad applicare sistemi di filtraggio automatico, cosa che sarebbe andata contro il diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti.

La Corte di Giustizia europea ha respinto la richiesta, e quindi le cose restano come ora. È però importante capire come ha giustificato la sua decisione, perché si scoprono molte cose. Innanzitutto, il filtraggio preventivo è in effetti una limitazione al diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti; quello che fa la direttiva è trovare un punto di compromesso tra questi diritti fondamentali e quelli dei proprietari dei contenuti. Attenzione: diritti dei proprietari, non degli autori! Saetta ricorda tra l’altro che se le aziende del copyright ci tengono a precisare che anche loro difendono i diritti fondamentali – un caro saluto a Enzo Mazza, già che ci sono… – il relatore ONU per i diritti culturali ha fatto presente che nel campo della proprietà intellettuale i diritti fondamentali sono solo i diritti morali, vale a dire affermare che l’opera è mia. E questi diritti, a differenza di quelli economici, non sono trasmissibili.

La seconda cosa da notare è che proprio perché si afferma che c’è una limitazione ai diritti degli utenti si ammette implicitamente che il filtraggio automatico è imposto dalla direttiva: altrimenti il problema non si porrebbe. Eppure, come leggete per esempio qui, l’ineffabile relatore Axel Voss aveva twittato dicendo che questo era una falsità e che quindi non ci fosse più motivo per non approvare la direttiva. (Come? il tweet originale non esiste più? Ah, signora mia, che vergogna! Non ci si può fidare di nessuno!) Vabbè, ma tanto questo lo sapevamo già.

Seguono infine i paletti (o se preferite, le garanzie) a tutela degli utenti finali: dalle segnalazioni dei titolari dei diritti che devono essere circostanziate (insomma, non basta dire “avete roba mia”) al non dover bloccare i contenuti leciti (e una parodia è un contenuto lecito) a un meccanismo di reclamo funzionante se qualcuno cancella del materiale che riteniamo essere lecito. Ma soprattutto, i fornitori non hanno alcun obbligo di sorveglianza generale dei contenuti immessi dagli utenti. Non sono loro a dover giudicare se un contenuto è stato caricato illegalmente, ma i giudici.

Il tutto funzionerà? Probabilmente no. Quello che pare certo è che al momento le uniche implementazioni della direttiva che rispettano questi principi sono l’austriaca e la tedesca. Quella italiana no, ma non lo sono neppure la francese e la spagnola che pure dicevano di essere stati bravissimi. Aspettatevi altri ricorsi…

Che ne sapete del Digital Services Act?

Tuesday, 26 April 2022 10:04 UTC

La scorsa settimana il trilogo ha approvato una formulazione più o meno finale per il Digital Services Act, che assieme al gemello Digital Market Act rappresenterà la regolamentazione dell’Unione Europea per i servizi digitali. Anche Wikipedia ne sarà toccata; stasera alle 21:30 chiacchiererò con Marco Schiaffino nella trasmissione di Radio Popolare Doppio click. Spero di sapervi dare qualche notizia… i documenti ufficiali non sono infatti ancora stati pubblicati.

Ultimo aggiornamento: 2022-04-26 12:36

Truppe d’assalto a Wikipedia

Friday, 1 April 2022 02:04 UTC

Dopo il caso Orsini è arrivata la nuova campagna contro la fascistissima Wikipedia. Da mercoledì sera la casella di posta dei comunicati di Wikimedia Italia ha ricevuto questi messaggi.


– Stefano V.:
Salve, leggo che Wikipedia è un Enciclopedia libera, quindi mi spiega perché della porcata sulla pagina della Strage di Odessa? Perché dopo 8 anni avete cambiato proprio ora? Ha una spiegazione a questo?


– E. Bosisio:

Buonasera,

Ritengo vergognosa la manomissione della pagina Wikipedia riguardante il rogo avvenuto nel 2014 nel palazzo dei sindacati ad Odessa.

Sono stati rimossi i riferimenti ai carnefici, cioè i gruppi paramilitari nazionalisti e nazisti ucraini, che poi influenzeranno la vita politica del paese.

Spero venga ristabilita la verità nella pagina.


– Rossella C.:

Vergognatevi


– vitojc.:

Reclamo in allegato: hanno manipolato la Vostra pagina. Non riceverete più contributi se mantenete e continuate falsificazioni storiche. [l’allegato è un’immagine con doppio screenshot della voce, “prima” e “dopo”]


Il tutto a quanto ho capito è partito da un post Facebook di La fionda, ripreso da L’antidiplomatico.

Cosa è successo? Per avere un’idea, ecco alcune versioni della voce.

&diamond prima versione, novembre 2020, con il nome “Rogo di Odessa” (e non certo filoucraina)

&diamond aprile 2021, subito prima della sua rinomina, fatta senza nessuna discussione da un utente con la motivazione “Rinomino in strage, come viene riportata su numerose fonti attendibili”; le fonti diverse nella voce erano tre e usavano rispettivamente “strage”, “rogo”, “incendio”. (differenze)

&diamond Fine 2021, prima dell’escalation che poi ha portato all’attacco russo (differenze)

&diamond 21 marzo 2022, prima di un’aggiunta di altre notizie e del ritorno al nome originale. (differenze)

&diamond versione del 30 marzo 2022, quella attuale al momento in cui scrivo (differenze)

Insomma: è un po’ difficile affermare che in otto anni si è cambiato solo ora, visto che la voce ha due anni e che aveva preso quel nome dieci anni fa. Nella versione attuale, qualunque sia il titolo della voce, a me pare che siano chiare le responsabilità dell’Ucraina nel cercare di insabbiare l’operato dei neonazisti, e il Pravyj Sektor è regolarmente citato. Ma non vale la pena spiegare le cose ai signori di cui sopra, che non credo abbiano alcun interesse a leggere davvero cosa c’è scritto: altrimenti si sarebbero accorti che nella pagina web dove si trova l’indirizzo a cui mi stanno scrivendo è specificato che Wikimedia Italia non ha alcun controllo sulla voce. (Non starete mica pensando che ci sia qualcuno che dica “scrivete a press, così vi farete ascoltare!”?)

Un’ultima chicca. Non sono molte le versioni di Wikipedia che hanno una voce al riguardo, anche quella inglese ne parla all’interno degli scontri del 2014. Però c’è quella russa, che si intitola Пожар в Одесском доме профсоюзов, cioè incendio al palazzo dei sindacati di Odessa. Evidentemente i nazisti si sono infiltrati anche lì, con la scusa che la Russia sta bloccando l’accesso a Wikipedia lasciando liberi i nazisti russofoni all’estero di vandalizzarla…

aggiornamento: (7 aprile) stanotte alle 2:20 ha scritto all’indirizzo di Wikimedia Italia un tal “ivan tighi” (google non mi ha dato nessuna occorrenza, quindi scrivere nome-e-cognome non dovrebbe essere un problema di violazione di privacy) cominciando con “Caro Jimmy,” (e scrivendo in italiano, ça va sans dire). Magari capite perché non rispondo nemmeno più: se uno è convinto di scrivere direttamente alla Wikimedia Foundation è inutile cercare di spiegargli come funzionano le cose.

Ultimo aggiornamento: 2022-04-07 08:45

No, Orsini non è stato “oscurato” da Wikipedia

Saturday, 26 March 2022 10:00 UTC

Sono più di vent’anni che esiste Wikipedia, e più di vent’anni che almeno i nostri giornalisti non hanno ancora capito come funziona. (Oppure che non gliene importa un tubo, o ancora che pensano che mettere Wikipedia in un titolo porti più visualizzazioni e quindi più soldi…) Prendete questo articolo del Corsera e guardate il titolo: quello che si può capire è che Wikipedia ha oscurato la voce su Alessandro Orsini perché “ha detto cose scomode” o qualcosa del genere.

La verità è un’altra. Fino all’altra settimana, nonostante l’evidente narcisismo di Orsini, non esisteva nessuna voce di Wikipedia su di lui: insomma, non se lo filava nessuno. Dopo che il Messaggero l’ha – se non ho capito male – censurato, i suoi solerti seguaci hanno scambiato Wikipedia per un social network e hanno cercato di creare la sua fanpage, che è stata regolarmente e immediatamente cancellata in tutte le sue incarnazioni dai nomi improbabili (“Alessandro Orsini (giornalista)”, “prof Alessandro Orsini”…). Tutto qua.

La vera domanda è un’altra. Orsini è da considerarsi “enciclopedico”, cioè una personalità rilevante, secondo le regole di Wikipedia? Beh, probabilmente sì. Nel 2010 vinse infatti il Premio Acqui Storia che dovrebbe essere importante – uso il condizionale perché non è il mio campo, e non per nulla io non sono nemmeno entrato nella discussione che si sta avendo al riguardo. In questo caso, non appena il polverone mediatico si sarà posato, immagino che la voce su di lui verrà scritta, e queste polemiche saranno riportate con la corretta enfasi come per esempio nel caso di Donatella Di Cesare. La censura insomma non c’è, checché ne pensino i solerti seguaci di cui sopra e forse anche l’estensore dell’articolo…

Ultimo aggiornamento: 2022-03-26 11:00

Dopo il primo articolo della scorsa settimana riguardo alla voce sull’invasione dell’Ucraina, ieri è stato pubblicato sul digitale (e credo oggi sul cartaceo) un articolo più completo (putroppo riservato agli abbonati).

Lasciamo da parte il fatto che continuino a parlare della fantomatica “Wikipedia Italia” (e dire che invece c’è “Wikipedia in lingua russa”… non riesco a capire quale sia per loro la differenza): evidentemente non ci arrivano. Partiamo invece dalle buone notizie: le affermazioni di Ruthven (il wikipediano intervistato dal giornalista) vengono riportate correttamente. Da questo punto di vista insomma non c’è nulla di cui lamentarsi. Quello che io ho trovato interessante è leggere nemmeno troppo tra le righe la posizione del gruppo GEDI, che è chiaramente antirussa. Insomma, il problema non mi parte tanto che Wikipedia sia o non sia un news media quanto che venga ritenuta non allineata con la scelta di campo di Elkann…

Poi vabbè, c’è il solito peana per la Treccani, dove «sono state aggiunte molte più informazioni di quelle che hanno trovato spazio, nelle tre settimane successive all’inizio del conflitto, su Wikipedia Italia.» Ho guardato ieri pomeriggio la voce relativa: ieri pomeriggio c’erano venti righe, dove tra l’altro si dice che «la Russia ha avviato una “operazione militare speciale” nel Paese, invadendo la regione di Kiev». In effetti hanno usato un punto di vista ancora più neutrale di quello wikipediano :-)

Martedì avrò parlato per una ventina di minuti con il giornalista che ha pubblicato questo articolo, e un altro wikipediano che era più addentro di me avrà ancora aggiunto qualcosa: eppure l’articolo afferma che è stata “Wikipedia Italia” a pubblicare la sua voce sull’invasione russa dell’Ucraina. Sono più di quindici anni che cerchiamo di spiegare che esiste Wikipedia in italiano (o se preferite in lingua italiana) e non Wikipedia Italia, ma niente da fare, non riusciamo a fare entrare il concetto.

Ma la cosa che mi lascia (e mi aveva lasciato martedì) più perplesso è un’altra: l’incredulità perché la versione italiana di Wikipedia era l’unica che non aveva una voce sull’invasione e si limitava a una bozza, incredulità che si avvicinava a una bocciatura piena del modello it.wiki. Basta vedere la terminologia: la voce italiana “appare sicuramente più scarna”, e non per esempio “è sicuramente più minimale”, con un aggettivo più neutro. (Per la cronaca: dire che la voce “è rimasta praticamente nascosta agli occhi dei lettori” è corretto, ed essendo io tanto buonino non mi lamento neppure per il grassetto). Scrivere di una guerra in corso è qualcosa di estremamente scivoloso: le notizie si susseguono e non c’è la possibilità di verificarle in modo indipendente. Certo, che ci sia stata un’invasione è fuori d’ogni dubbio, così come altre notizie. Certo, la struttura stessa di Wikipedia permette di emendare eventuali errori. Ma guardiamoci in faccia: è forse Wikipedia un news media? Evidentemente no. Ci sarebbe al più Wikinotizie, ma non se lo fila nessuno. Non vedo insomma nessun guaio se si evita di scrivere di tutto e di più su questa guerra: tanto ai lettori non mancano certo altre fonti a cui rivolgersi. Potremmo al più dire che si va su Wikipedia per cercare un punto di vista neutrale, che fino a martedì sera mancava; ma proprio perché io opero da una vita su Wikipedia vi posso assicurare che pur con le migliori intenzioni di tanti contributori non è affatto detto che su temi come questo si possa raggiungere l’oggettività in tempr reale.

Mi resta solo un dubbio: perché questa stroncatura specifica arrivi da un giornalista, che in fin dei conti ha tutto da guadagnare nel non essere in concorrenza su Wikipedia a riguardo di questo tema. Mah…

No, Wikipedia non è il tuo spot pubblicitario

Friday, 28 January 2022 03:04 UTC

Premetto che in questo post non scriverò nulla che possa farvi risalire alla persona in questione. (Ok, con un minimo di ricerca uno ci può arrivare lo stesso. Ma il mio scopo non è mettere alla berlina una persona bensì un ragionamento).

Una voce di Wikipedia è stata aggiornata dicendo che è stata apposta una targa commemorativa della persona di cui la voce tratta, con collegamento a un sito dove si racconta il perché e il percome della cosa. Fin qui nulla di male. Da un po’ di tempo, la persona che ha fatto mettere la targa sta cercando di aggiungere all’interno della voce che “L’iniziativa della targa è stata presa da [Nome Cognome]” e io (ma non solo io: semplicemente quella è una delle voci che di solito controllo) tolgo quella frase. La persona in questione insiste, scrivendo nell’oggetto della modifica frasi come «on capisco perché continuate a cancellare una informazione importante della bio. Sono giorno che sto provando ad aggiungere, in fondo, che l’iniziativa a targa è stata curata da [Nome Cognome]. Come potete leggete nell’articolo (nota numero 4).» Non pago di questo, è andato a cercare qui sul blog il modulo per scrivermi, mi ha mandato un messaggio su Instagram ed è andato a chiedere al mio editore come contattarmi. Presumo mi abbia scritto anche su Facebook, ma è dal 22 che non mi collego, visto che non ho tutta quella voglia di attivare la 2FA. (Ah: la mia politica è di non rispondere fuori da Wikipedia alle cose di Wikipedia: non tanto per non mischiare i flussi ma perché le risposte non sarebbero pubbliche. No, non ha mai scritto su Wikipedia, né sulla mia pagina utente né sulla pagina di discussione relativa a quella voce. D’altra parte in questo momento è bloccato in scrittura su quella singola pagina con motivo “Wikipedia è un’enciclopedia, non un modo per farsi pubblicità a costo zero. Al lettore interessa sapere che è stata posta una targa. Poi se vuole apre il link con la fonte.”, quindi la risposta ce l’ha già).

La mia domanda, ammetto retorica, è “ma tu, caro [Nome Cognome], credi davvero davvero davvero che importi a qualcuno che non sei tu sapere chi ha fatto mettere una targa commemorativa? E se è così, non facevi prima a scriverlo in fondo alla targa in questione?”

The Ludwig Wittgenstein Project

Friday, 21 January 2022 03:04 UTC

Dal primo gennaio 2022 le opere di Ludwig Wittgenstein sono nel pubblico dominio, almeno in Europa. Sì, nonostante tutti i lacci e lacciuoli – tra qualche giorno magari vi racconto qualcos’altro al riguardo – cose come queste capitano ancora. Per festeggiare, un gruppo internazionale di traduttori ha creato The Ludwig Wittgenstein Project, un progetto per tradurre le opere del filosofo tedesco e pubblicarle con licenza libera. (Nel caso non lo sapeste, se le opere di un autore sono sotto copyright non è possibile tradurle liberamente, perché il copyright copre anche i diritti di traduzione) Noi di Wikimedia Italia abbiamo contribuito finanziariamente al progetto, e ne siamo fieri. (Che poi io non leggerei mai Wittgenstein, ma è il principio che conta!)

I 4 minuti più lunghi della mia vita

Saturday, 21 August 2021 16:58 UTC

Quest’anno Wikimania, la conferenza internazionale dei progetti Wikimedia, cancellata nel 2020 e riproposta in una chiave completamente rivista nel 2021, ha avuto un relatore in più. 😀

Il mio intervento si è tenuto in una sessione riguardante le collaborazioni tra Wikimedia e università insieme alla prof.ssa Maristella Gatto, con cui organizziamo i progetti universitari ad Uniba. È stato difficile condensare in 10 minuti 280 studenti e tante ore di lavoro, ma ce l’abbiamo fatta.

La sessione pre-registrata è andata abbastanza bene, complici anche i numerosi tentativi e fallimenti fatti in mattinata (ecco qui spiegato il titolo del post). Forse me la sono cavata peggio con le domande live, ma è pur sempre il bello della diretta!

Parlando dell’evento in generale, ho avuto modo di partecipare a qualche altra sessione ed è stato divertente incontrare altri Wikimediani da tutto il mondo, in particolare ho molto apprezzato il confronto con gli altri organizzatori di Wiki Loves Monuments nel mondo.

Il sistema usato però (che non era software libero) non mi è piaciuto molto, l’ho trovato parecchio disorientante e dispersivo. Tirando le somme, penso che se fosse stato organizzato meglio avrei potuto fare molte più conversazioni interessanti. Spero prima o poi di poter partecipare ad una Wikimania di persona!

Se avete piacere a vedere il mio intervento, trovate il video sopra. Qui invece c’è un po’ di materiale utile. Non sono riuscito a recuperare, invece, la registrazione del doppiaggio in tempo reale in Arabo, Francese, Tedesco, Spagnolo, Russo e Cinese che Wikimedia Foundation ha messo a disposizione per diversi eventi della conferenza, compreso il mio!