Wikipedia e Wikisource al Salone del Libro

Tuesday, 30 April 2024 09:01 UTC

Quest’anno al Salone del Libro di Torino si potrà scoprire come funziona Wikipedia, l’enciclopedia libera più letta del mondo, si potrà imparare a migliorare i libri pubblicati su Wikisource, la biblioteca digitale gratuita dei progetti Wikimedia, e si potranno conoscere le opportunità per biblioteche, archivi, musei e scuole per collaborare con questi progetti.

Wikimedia Italia – l’associazione che sostiene Wikipedia, Wikisource e i progetti Wikimedia in Italia – sarà infatti presente al Salone del Libro di Torino dal 9 al 13 maggio 2024, ospite dell’AIB-Associazione Italiana Biblioteche sez. Piemonte, nell’area Esperienza Biblioteca della Regione Piemonte (Padiglione 2, L02-M01).

La maratona di rilettura su Wikisource

Wikisource è la biblioteca digitale di libri in pubblico dominio o pubblicati con licenze libere, completamente digitalizzati grazie all’impegno dei volontari. Wikisource integra strumenti automatici di trascrizione delle scansioni dei libri, ma richiede sempre un’ultima rilettura da parte di un essere umano per garantire la massima qualità dei testi. Ed è proprio questo che sarà possibile fare nel laboratorio al Salone del Libro: rileggere e validare alcune pagine di libri  digitalizzati.

Come funziona Wikisource

Wikisource cresce anche grazie al contributo che le biblioteche, con le loro scansioni, possono dare alla grande biblioteca online,  su cui chiunque può leggere o scaricare ebook di autori classici, ma anche meno noti, oltre che contribuire alla loro creazione.

Come Wikisource è utile alle persone non vedenti

Wikisource è uno dei progetti Wikimedia che – grazie al contributo delle comunità di volontari e l’apertura delle collezioni di istituzioni culturali – producono e diffondono conoscenza libera, ovvero dati e contenuti “open” e gratuiti, in formati aperti e a disposizione per tutti i riusi, anche commerciali.

Le opportunità per enti culturali, scuole e non solo

I volontari e lo staff di Wikimedia Italia saranno presenti al Salone del Libro anche per rispondere a domande e curiosità sui progetti Wikimedia e su come gli enti culturali possono collaborare con essi per raggiungere nuovi pubblici e mettere le proprie collezioni a disposizione di tutti nel web.

Verranno quindi presentati i diversi bandi di Wikimedia Italia, con un’attenzione particolare a quelli dedicati a musei, archivi e biblioteche e al mondo della scuola.

Immagine: Part of a bookshelf containing books by ancient philosophers, di Roman Eisele, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Dona il tuo 5×1000 a Wikimedia Italia

Tuesday, 30 April 2024 09:00 UTC

Scrivi il codice fiscale 94039910156

La forza dei progetti Wikimedia è racchiusa in un piccolo gesto, semplice quanto potente: il clic sul tasto “Modifica”. Tutti possono compierlo e contribuire alla creazione di un patrimonio di conoscenza che sia libero e accessibile a chiunque. Un progetto come Wikipedia, tra le principali fonti di informazione per persone in tutto il mondo con i suoi 62 milioni di articoli, non esisterebbe senza migliaia di singoli contributi.

Allo stesso modo, destinare il 5×1000 a Wikimedia Italia per sostenere la conoscenza libera è un gesto semplice, ma che fa la differenza! Ciascuno di noi nella propria dichiarazione dei redditi può fare la sua parte, semplicemente firmando e scrivendo il codice fiscale 94039910156 nel box riservato agli enti del terzo settore.

Come utilizziamo i fondi raccolti

Col contributo di migliaia di persone che ogni anno devolvono a Wikimedia Italia il 5×1000, nel 2023 siamo riusciti a finanziare progetti in nove scuole secondarie, volti a incoraggiare i più giovani a diventare lettori critici e produttori attivi di contenuti online.

Inoltre, abbiamo fatto passi avanti nella valorizzazione del patrimonio culturale italiano con l’edizione nazionale del concorso fotografico Wiki Loves Monuments, che con 52.000 foto caricate e 946 partecipanti ha registrato i numeri più alti a livello mondiale.

Ancora, abbiamo portato sui progetti Wikimedia l’intera documentazione fotografica dei reperti esposti nelle sale del Museo Egizio di Torino: oltre 6.000 immagini in alta definizione, rilasciate con licenza libera, che a oggi vengono visualizzate 1 milione di volte al mese, in tutto il mondo. 

Informazioni utili

  • Il 5×1000 è gratuito. È una percentuale delle tasse che lo Stato invece di trattenere destina alle associazioni scelte dai cittadini.
  • È possibile donare sia il 5×1000 che l’8×1000, non sono scelte alternative.
  • C’è un’apposita sezione della dichiarazione dei redditi dove scrivere il codice fiscale 94039910156 e firmare (“Sostegno agli enti del terzo settore iscritti nel RUNTS oppure per il Modulo 730 precompilato “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale…”).
  • La scadenza per la consegna della dichiarazione dei redditi è fissata al 30 settembre 2024
 
 

Immagine: Evento finale Archeowiki 16, di Niccolò Caranti, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Wikimedia Foundation e diversi altri capitoli e gruppi di utenti del movimento Wikimedia hanno recentemente pubblicato una lettera aperta sul Global Digital Compact, indirizzata a tutti gli stati membri delle Nazioni Unite, tra cui rientra quindi anche l’Italia, che nei prossimi mesi dovranno discutere e formalizzare il documento che darà forma all’internet del futuro.

“Lettera aperta per proteggere Wikipedia e altri progetti di pubblico interesse nel Global Digital Compact” è il titolo del documento, che può essere firmato da tutte le persone interessate a sostenere la proposta, per dimostrare il supporto trasversale a livello globale alle osservazioni provenienti dal mondo Wikimedia.

Che cos’è il Global Digital Compact

Il Global Digital Compact è un’iniziativa delle Nazioni Unite per creare un documento condiviso da tutti gli stati membri che faccia da punto di riferimento sull’internet del futuro e sullo sviluppo delle tecnologie digitali.

Come si spiega in questo post di Diff, il Global Digital Compact richiama spesso per funzione e visione gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), che quando furono pubblicati non prendevano in considerazione la sfera digitale. Come gli SDGs lo sono stati per altre iniziative, anche il Global Digital Compact diventerà un punto di riferimento a livello nazionale per la regolamentazione di internet e per questo è utile che prenda in considerazione fin da subito le specificità e i bisogni dei progetti collaborativi come Wikipedia.

Nel 2023 Wikimedia Foundation ha partecipato a una prima consultazione pubblica delle Nazioni Unite, rivolta a raccogliere considerazioni sugli aspetti più importanti da includere nel Global Digital Compact. La traduzione in italiano del documento prodotto è disponibile su Wikimedia Commons.

La versione finale del Global Digital Compact sarà votata a settembre 2024 durante il Summit of the Future.

La lettera aperta del movimento Wikimedia

Rivolgendosi agli stati membri delle Nazioni Unite, la lettera li invita a “abbracciare una visione positiva del futuro di internet, che supporti e dia gli strumenti alle differenti comunità in ogni dove di costruire e far funzionare progetti liberi e di conoscenza aperta”. In particolare, si ricorda che: “L’esperienza più che ventennale di Wikipedia ci ha insegnato che internet ha bisogno di essere aperto, globale, interoperabile e inclusivo per essere d’aiuto all’umanità”.

Per questo, la lettera elenca e descrive tre impegni fondamentali che devono essere inclusi nel testo finale del Global Digital Compact:

1. “Proteggere e dare gli strumenti alle comunità per governare progetti online di pubblico interesse”. Wikipedia non dovrebbe essere il solo progetto dedicato alla conoscenza libera e i governi dovrebbero sostenere in tutti i modi possibili le comunità online per far crescere questi progetti, nell’interesse pubblico e nella costruzione di un ecosistema d’informazione online più sano.

2. “Promuovere e proteggere i beni pubblici digitali supportando uno spazio comune digitale da cui chiunque e ovunque possa trarre beneficio”. I progetti Wikimedia si basano sul pubblico dominio e sulle licenze aperte per poter condividere contenuti liberi, accessibili a chiunque, in molte lingue, per qualsiasi utilizzo. Anche questo aspetto dovrebbe essere garantito nella visione di internet del futuro.

3. “Costruire e sviluppare l’Intelligenza Artificiale e il machine learning per supportare e dare strumenti, non per rimpiazzare, le persone che creano contenuti e prendono decisioni nell’interesse pubblico”. L’intelligenza artificiale e il machine learning dovrebbero sostenere e non sostituire il lavoro degli esseri umani. Questi strumenti dovrebbero essere sviluppati secondo standard internazionali di rispetto dei diritti umani, assicurando un’attribuzione chiara delle fonti, impegnandosi per essere trasparenti e aperti alla revisione delle comunità interessate.

Per assicurare il raggiungimento del pieno potenziale di internet, che permette alle persone di collaborare e accedere alla conoscenza, c’è bisogno dell’impegno di tutti: dai governi ai cittadini. Anche per questo, si sottolinea nella lettera: “Il Global Digital Compact deve salvaguardare il meglio di ciò che internet già offre: comunità online che lavorano in maniera collaborativa, spazi che proteggano i diritti umani e piattaforme gestite da volontari che rendono i beni comuni digitali – incluse forme di conoscenza varie e verificabili – accessibili da chiunque, ovunque”.

Come sottoscrivere la lettera

La lettera aperta è disponibile in forma estesa in inglese sul sito di Wikimedia Foundation. Da lì è possibile anche sottoscrivere la lettera, come già molti volontari, utenti, attivisti e rappresentanti di diverse associazioni stanno facendo.

Immagine: Wikimedia-Summit-2024-Sunday-4, di Ekvidi, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

La comunità italiana è piuttosto vivace su Wikipedia e sui progetti Wikimedia, e organizza regolarmente incontri e la conferenza annuale itWikiCon. Tuttavia, sono poche le occasioni per riunire i volontari di lingua italiana coinvolti negli aspetti tecnici dei progetti Wikimedia.

Il Wikimedia Hackathon che si terrà a Tallinn nel maggio 2024 e la possibilità di organizzare eventi satellite a livello locale ci hanno offerto l’opportunità perfetta per riunire persone coinvolte nello sviluppo di codice, nella manutenzione di strumenti e nel contributo a Wikidata. Auregann e Ferdi2005 hanno organizzato il primo Wikimedia Hackathon di lingua italiana a Catania, nell’aprile 2024, poche settimane prima di quello internazionale. L’evento, svoltosi in Sicilia e finanziato da Wikimedia Foundation, Wikimedia Italia e Wikimedia CH, ha raccolto 16 partecipanti provenienti da Italia e Svizzera.

L’obiettivo principale dell’evento era quello di creare uno spazio per lo scambio di conoscenze e competenze tra la comunità tecnica. Ogni partecipante ha portato la propria area di competenza e l’ha condivisa con gli altri: conoscenza di linguaggi di programmazione come Javascript e Python, esperienza nella creazione e gestione di bot su Wikipedia in italiano, interesse per Wikidata e Wikifunctions, ecc. Durante una serie di workshop spontanei, i partecipanti hanno colto l’opportunità di scoprire nuovi strumenti e progetti e hanno ampliato il loro contributo al movimento Wikimedia.

Ospitare un evento in Sicilia, una regione italiana attualmente priva di un gruppo strutturato di wikimediani e di collegamenti con le istituzioni locali, è stata anche un’occasione per attirare l’attenzione degli utenti dell’isola: abbiamo condotto una campagna di comunicazione per individuare gli utenti siciliani di Wikipedia e invitarli a partecipare all’evento. In effetti, per molti dei partecipanti all’hackathon si trattava del primo raduno Wikimedia. Un partecipante dalla Sicilia ci ha scritto dopo l’evento: “Grazie! Conoscervi mi ha fatto sentire davvero parte di una community”.

Partecipanti all’hackathon di Catania, di Tommasopaiano, CC BY 4.0, da Wikimedia Commons

Abbiamo voluto utilizzare l’evento anche come occasione per creare connessioni con la comunità locale del software libero. Il Linux User Group di Catania è stato coinvolto e diversi dei suoi membri hanno partecipato all’introduzione a Wikidata organizzata presso il dipartimento di Informatica dell’Università di Catania, che è stata l’occasione per conoscere meglio i progetti Wikimedia e le modalità di contribuzione. Grazie all’Italian Linux Society, che ha sostenuto e pubblicizzato l’evento tra i propri soci, l’hackathon di Catania è stato un luogo di incontro tra due comunità con valori e obiettivi simili.

Seguendo la struttura del Wikimedia Hackathon, in scala ridotta, abbiamo offerto ai partecipanti la possibilità di presentare i progetti su cui avrebbero voluto lavorare durante la sessione di apertura, di chiedere aiuto o competenze specifiche se necessario, e di creare insieme il programma dei workshop. Mentre la maggior parte del fine settimana è stata dedicata alla partecipazione ai workshop, diversi partecipanti hanno lavorato insieme per risolvere alcuni problemi della Wikipedia in italiano e migliorare le caratteristiche tecniche. Ecco alcuni esempi:

  • Valutazione tecnica dello stato di Codex e della sua integrabilità in wikitesto 
  • Correzione del template {{Titolo errato}} di Wikipedia in italiano su dispositivi mobili
  • Migliorare i bot “zona sismica” e “gradi giorno” per far sì che utilizzino i dati di Wikidata
  • Correggere un problema relativo ai link di ancoraggio nelle pagine dei gadget di Wikipedia in italiano.

L’evento è stato ospitato nello spazio di coworking ed eventi Isola Catania, un hub sociale e di innovazione situato in un edificio storico nel centro di Catania, che è stato il luogo perfetto per i wikimediani tecnici per riunirsi e lavorare mentre esploravano e mappavano i dintorni.

Proprio come tutti gli altri eventi del movimento Wikimedia, l’hackathon di Catania è stato un grande momento per le persone che interagiscono principalmente online per conoscersi, condividere un momento di convivialità e creare ricordi comuni insieme davanti a del buon cibo, scoprendo nuovi luoghi e lanciandosi in infinite discussioni davanti a una pasticceria siciliana.

In prospettiva, speriamo che questo evento sia stato il punto di partenza di una comunità tecnica attiva che risolve problemi e costruisce funzionalità per i progetti in lingua italiana. Abbiamo creato un canale dedicato a cui le persone possono iscriversi, abbiamo popolato la board Tool-itwiki di Phabricator e migliorato alcune pagine di documentazione. In futuro, speriamo di istituire un evento satellite annuale di hackathon in Italia, per mantenere la comunità impegnata e in crescita. 

Lèa Lacroix

(User:Auregann), wikimediana dal 2010, vive in Sicilia e si occupa di organizzazione di eventi, di progettazione et di attivazione della comunità nel movimento Wikimedia.

Immagine: Hackathon Catania 2024 partecipanti 06, di Tommasopaiano, CC BY 4.0, da Wikimedia Commons

Due editathon al Museo di Storia Naturale di Milano

Monday, 29 April 2024 09:22 UTC

A maggio, il Museo di Storia Naturale di Milano ospita due editathon dedicati alle sue collezioni, per arricchire Wikipedia di nuove informazioni sulla storia del museo e sui reperti che ospita. Fondato nel 1838, aperto al pubblico sei anni dopo e dal 1893 stabilitosi nella sede all’interno dei giardini di Porta Venezia, come spiega la pagina Wikipedia esistente, il museo è uno dei più importanti in Europa dedicati alla storia naturale. Al suo interno ospita minerali, scheletri di dinosauri e ambienti naturali ricostruiti, per accompagnare i visitatori alla scoperta di quante più informazioni possibili sul mondo della scienza, dell’evoluzione e della natura.

Gli editathon sono delle maratone di scrittura su Wikipedia, durante le quali i volontari dei progetti si riuniscono per arricchire o creare nuove voci su temi specifici, anche grazie alle fonti fornite dalle istituzioni che ospitano l’evento. Il primo appuntamento è per sabato 4 maggio, seguito da quello di domenica 26 maggio.

Il programma del 4 maggio

L’appuntamento per il 4 maggio è alle 11.00 al Museo di Storia Naturale. Dopo una visita guidata alle collezioni accompagnati dagli esperti del museo, i partecipanti potranno dedicarsi alle voci che più li interessano.

Non serve avere una conoscenza specifica dei temi scientifici per partecipare all’evento e scrivere le voci su Wikipedia: molto più importante curare la chiarezza, la sintesi e segnalare sempre le fonti delle informazioni aggiunte. Non ci si limiterà solo a Wikipedia: si potrà infatti lavorare anche su Wikidata, caricare foto su Wikimedia Commons o contribuire a WIkivoyage e altri progetti Wikimedia.

La partecipazione all’evento è gratuita, ma è richiesta l’iscrizione online, perché i posti sono limitati a 20 partecipanti.

Vai alla pagina dell’evento su Wikipedia

Iscriviti all’evento

Il programma del 26 maggio

Stesso luogo e simili attività proposte per domenica 26 maggio al Museo di Storia Naturale di Milano, ma cambia l’orario e soprattutto il tema della visita. Appuntamento alle 15.00 al museo per la visita guidata a tema “Curiositur: miti e leggende”, a cui seguirà l’editathon su Wikipedia e sui progetti fratelli.

Anche in questo caso non serve essere esperti scienziati per partecipare, né aver partecipato all’editathon precedente. L’evento è gratuito, ma è richiesta l’iscrizione online.

Vai alla pagine dell’evento su Wikipedia

Iscriviti all’evento

Immagine: Porta Venezia, Milan, Italy – panoramio (1), di Rodrigo Pereira da S…, CC BY-SA 3.0, da Wikimedia Commons

Confluenze digitali, nuove vie alla conoscenza

Wednesday, 24 April 2024 10:02 UTC

Il 18 aprile si è svolta a L’Aquila la giornata di studi “Confluenze digitali: tutela, valorizzazione, fruizione condivisa del patrimonio artistico aquilano” organizzata dal Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila e dalla Biblioteca Hertziana Max Planck Institute. 

Alla giornata hanno partecipato rappresentanti di istituzioni e enti attivi su progetti relativi alle digital humanities, insieme a Wikimedia Italia, che era presente con due interventi: il primo di Carla Colombati e Pietro Valocchi sulla struttura dei progetti Wikimedia, le modalità di collaborazione con l’associazione e una panoramica delle attività svolte nella regione Abruzzo;  il secondo di Marco Chemello con una presentazione di dettaglio di alcune esperienze di rilievo e sulla condivisione del sapere con licenze libere.

“È stata una due giorni ricca di interessanti spunti di riflessione e contatti – spiega Pietro Valocchi, del direttivo di Wikimedia Italia – che ha portato alla firma di due convenzioni con l’Università dell’Aquila e la Bibliotheca Hertziana e all’impegno di continuare a lavorare insieme per sviluppare progetti condivisi, anche in vista dell’appuntamento di L’Aquila capitale della cultura 2026”.

Il 19 aprile Marco Chemello ha anche tenuto il seminario “I progetti Wikimedia per la scienza aperta”, dedicato ai dottorandi di ricerca del Dipartimento di Scienze Umane, con attività pratiche su contenuti Wikipedia, Commons e Wikidata.

Le nuove convenzioni

Quelli del 18 e 19 aprile sono i primi di una serie di eventi che vedono coinvolte le due istituzioni, che hanno recentemente firmato due convenzioni separate con Wikimedia Italia rivolte alla libera condivisione dei contenuti da loro conservati sui progetti Wikimedia.

Il Dipartimento di Scienze Umane (DSU) dell’Università dell’Aquila si è infatti impegnato con Wikimedia Italia a favorire la diffusione della conoscenza ottenuta dalla ricerca scientifica, la fruizione del patrimonio che conserva da parte del più ampio pubblico possibile e aprire così il dipartimento all’interazione culturale con le comunità locali e il territorio circostante.

“Rientra fra gli obiettivi del Dipartimento – spiega Cristiana Pasqualetti, professoressa associata di Storia dell’arte medievale e referente della convenzione per il DSU – stabilire un rapporto di collaborazione con Wikimedia nell’ambito di progetti dedicati allo sviluppo di competenze informative digitali, legate a dati e contenuti digitali aperti e liberamente riusabili, alla produzione di contenuti aperti e risorse educative aperte, alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico del territorio aquilano e abruzzese, per finalità di ricerca, terza missione, promozione della cittadinanza digitale e comunicazione della scienza”.

Anche la Biblioteca Hertziana – Max Planck Institute for Art History  si è impegnata, con l’aiuto di Wikimedia Italia, a mettere a disposizione il materiale in proprio possesso e sopratutto il  proprio patrimonio di conoscenze, anche formando i propri ricercatori sui progetti collaborativi della galassia Wikimedia e le licenze libere Creative Commons.

“Per l’istituto Max Planck – spiega Dr. Klaus Werner, membro del DHLab dell’Istituto – la collaborazione con Wikimedia e con il DSU significa avere due partner importanti, sia per la piattaforma tecnica aperta che per la conoscenza del territorio e del patrimonio. La nostra visione è un’integrazione di risorse librarie, fotografiche e digitali secondo i principi FAIR e con relazioni di grafo con Wikidata come data hub in un knowledge graph”.

Immagine: Confluenze digitali giornata studi L’Aquila 18 aprile 2024, di Marco Chemello (WMIT), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Il recente Decreto Ministeriale 108, emanato a marzo 2024 (DM 108 21/03/2024) ha portato significative novità per le riproduzioni delle immagini dei beni culturali di proprietà statale (senza comprendere quindi gli enti pubblici territoriali). Introduce infatti una serie di esenzioni dalla tariffazione che erano fortemente attese dalle comunità accademica, scientifica e culturale a seguito del controverso Decreto Ministeriale di aprile 2023 (DM 161 11/04/23), che aveva al contrario introdotto un tariffario iniquo e insostenibile, accompagnato da una burocrazia farraginosa, anche per le pubblicazioni accademiche e scientifiche (prima, invece, sotto una certa soglia, esenti).

In conseguenza delle numerose proteste messe in atto per richiederne il ritiro o la correzione, il DM 108 costituisce di fatto, come dichiarato anche nel nome “Modifiche al decreto del Ministro della cultura 11 aprile 2023, rep. n. 161…”, la correzione del decreto precedente.

Il decreto presenta ancora diverse criticità, tra cui un uso non sempre efficace e chiaro della terminologia o il divario tra mondo accademico e non accademico. Tuttavia, l’intenzione di voler monitorare l’applicazione delle linee guida, espressa nell’art.3, induce a pensare che anche il legislatore abbia avuto qualche incertezza e abbia voluto mettere le mani avanti rispetto a nuove proteste, lasciando una porta aperta a ulteriori cambiamenti. Ha esposto con chiarezza e dettaglio le criticità il prof. Paolo Liverani mettendo in evidenza come per alcuni aspetti, in termini di libertà, il nuovo decreto continui a rimanere un peggioramento rispetto alla situazione precedente al 2023. Rimando al suo contributo per queste specificità, volendo qui soffermarmi sulle novità positive e gli elementi di apertura, che propongono potenzialmente nuovi scenari per la libera circolazione delle immagini dei beni culturali (di proprietà statale).

Fermo restando il principio sancito dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (art. 108) ovvero la libertà di riproduzione e divulgazione per scopi non di lucro, alla Sezione A.2.1, p. 5 dell’Allegato vengono elencate una serie di esenzioni previste per i casi in cui le pubblicazioni presentino un prezzo di vendita.

Tra le novità più rilevanti è l’esenzione totale dei canoni per tutte le pubblicazioni accademiche, nonché per le riproduzioni utilizzate nei giornali e riviste nell’ambito del loro diritto-dovere di cronaca. Inoltre, i cataloghi d’arte e le pubblicazioni relative a mostre e manifestazioni culturali con una tiratura fino a 4000 copie godono ora di una nuova libertà da oneri economici precedentemente imposti.

Tuttavia, il decreto mantiene la necessità per gli enti di valutare individualmente le richieste per pubblicazioni diverse da quelle espressamente menzionate, al fine di determinare se possiedono un carattere scientifico o divulgativo per concedere la gratuità. Questo meccanismo preserva una burocrazia onerosa in termini di risorse economiche e umane per gli istituti di ricerca e comporta il rischio, già messo in evidenza per il decreto precedente, di limitare la libertà di ricerca e di pensiero. Ogni ente ha ora il potere discrezionale di decidere sui casi non specificamente regolamentati dal decreto, il che potrebbe tradursi in una variabilità di interpretazioni e in una gestione disomogenea delle richieste.

Nonostante questi ostacoli e le altre criticità accennate più sopra (cfr.il rimando al contributo di P. Liverani), la delega decisionale agli enti introduce un vantaggio notevole: la possibilità di estendere la gratuità, rispetto alle categorie elencate, a molte altre pubblicazioni che, secondo il decreto precedente, avrebbero dovuto sostenere dei costi (come nel caso citato sul Corriere della Sera da Gian Antonio Stella). Questo apre la strada a un più ampio riconoscimento del valore scientifico e divulgativo delle opere, permettendo una maggiore circolazione delle immagini dei beni culturali e incentivando ulteriori studi e approfondimenti. Il potenziale di questa autonomia decisionale, in termini di liberalizzazione delle immagini, è tutto da scoprire.

Un’altra innovazione importante introdotta dal decreto è la possibilità per i direttori degli istituti custodi dei beni di azzerare completamente il canone di concessione (Sezione C: Ipotesi Particolari. e) Specificità territoriali.In relazione alle specificità territoriali e alle opportunità di promozione del patrimonio culturale meno conosciuto, il direttore dell’istituto che ha in consegna il bene può valutare una riduzione o un azzeramento del canone). Questa misura, che si applica in particolare nei casi di iniziative per la promozione del patrimonio culturale meno noto, rappresenta un passo significativo verso una maggiore liberalizzazione dell’accesso alle immagini di beni culturali, facilitando la realizzazione di progetti culturali e educativi anche da parte di entità con minori risorse finanziarie.

In sintesi, il Decreto Ministeriale 108 del 2024, pur mantenendo alcuni meccanismi burocratici e alcune criticità che si preferisce non approfondire in questa sede, introduce importanti esenzioni e la possibilità di una completa eliminazione del canone, segnando un avanzamento verso una maggiore accessibilità delle immagini dei beni culturali e promuovendo un uso più libero e aperto a fini di ricerca e valorizzazione.

Spetta ora agli Istituti culturali, alla comunità scientifica, agli operatori culturali e ai volontari dei progetti collaborativi mettere alla prova queste aperture e vedere fino dove è possibile arrivare, per il libero accesso al patrimonio culturale.

Piergiovanna Grossi

Piergiovanna Grossi è docente a contratto presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere, Università di Verona, dove tiene laboratori presso i corsi di laurea triennale e magistrale nel campo delle Digital Humanities. Si occupa di Tecnologie Web e Accessibilità Digitale, Tecnologie dell’Informazione e Discipline Umanistiche, con focus sul Patrimonio Culturale e sulla Ricerca Archeologica. È membro del Comitato di Programma FOSS4G Europe e socia attiva di Wikimedia Italia, con cui collabora a progetti di valorizzazione del patrimonio archeologico.

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Immagine: Winding the skein, di Frederic Leighton, Pubblico dominio, da Wikimedia Commons

Le voci più viste su Wikipedia a marzo

Friday, 12 April 2024 14:57 UTC

Oltre allo sport e alla cronaca generale, il cinema è stato uno degli argomenti che a marzo hanno appassionato di più i lettori di Wikipedia in italiano. Merito soprattutto dei Premi Oscar, che hanno permesso a due dei film vincitori di guadagnare un posto in Top 10, mentre un altro è rimasto appena fuori.

Inoltre, se a febbraio si erano presi la scena il festival di Sanremo e la famiglia Mango, marzo ha visto il ritorno in classifica della voce più gettonata di gennaio, pur con meno clamore. La vera domanda, però, è: perché si cerca così tanto Facebook su Wikipedia? Questo mese provano a spiegarlo gli utenti Oltrepier e Smatteo499, che hanno curato i commenti alle voci.

1. Rocco Siffredi

A prendersi il primo posto della nostra classifica è il noto regista e attore pornografico, non solo per il successo della serie Supersex, basata sulla sua vita, ma anche in seguito alla denuncia di una giornalista di Adnkronos per molestie sessuali; dopo aver smentito le accuse in un primo momento, Siffredi ha poi incontrato e si è scusato di persona con la giornalista durante una puntata del programma Le Iene.

2. Povere Creature!

“Medaglia d’argento” per l’ultimo film del regista greco Yorgos Lanthimos, che dopo aver conquistato il Leone d’oro al miglior film nel settembre del 2023 e due Golden Globe all’inizio di quest’anno, nel mese appena conclusosi ha ottenuto ben quattro Premi Oscar: miglior attrice (per Emma Stone), migliore scenografia, migliori costumi e migliori trucco e acconciatura.

3. Joe Barone

Chiude il podio il direttore generale della Fiorentina, scomparso prematuramente il 19 marzo 2024 (solo un giorno prima del suo 58° compleanno), in seguito a un grave malore occorsogli due giorni prima, a poche ore dalla gara con l’Atalanta (poi rinviata). Nato in Italia, ma in possesso della cittadinanza statunitense, Barone lavorava per il club viola dal 2019 e, fra le altre cose, ha contribuito alla realizzazione e inaugurazione del centro sportivo Viola Park.

4. Società Sportiva Calcio Napoli

Appena sotto il podio, un’altra voce a tema calcistico, stavolta riguardante il club campano, che a marzo è stato protagonista della cronaca sia per l’arrivo del nuovo allenatore Francesco Calzona, già commissario tecnico della nazionale slovacca, sia per i lunghi strascichi del caso riguardante il difensore partenopeo Juan Jesus, che aveva accusato il “collega” interista Francesco Acerbi di aver pronunciato insulti razzisti nei suoi confronti. Il centrale nerazzurro è stato però assolto dal giudice sportivo: una decisione fortemente criticata dallo stesso club napoletano, che il 30 marzo, prima dell’incontro di campionato con l’Atalanta, ha messo in atto una serie di iniziative volte a difendere Juan Jesus e a combattere il razzismo.

5. Facebook

Il social network di Meta si conferma ospite abituale della nostra classifica, principalmente per la sua continua popolarità e sulla scia del suo ventesimo anniversario. Tuttavia, nel mese appena passato Facebook è rimasto coinvolto, fra le altre cose, anche nella contesa fra Meta e la stampa australiana sulla promozione social dei contenuti giornalistici, nonché nelle indagini della Commissione europea sul monopolio della stessa Meta, di Apple e di Google sul mercato digitale del continente.

6. Chico Forti

Si posiziona appena fuori dalla Top 5 l’ex velista trentino, che dal 2000 sta scontando una pena in carcere negli Stati Uniti, in seguito alla sua condanna all’ergastolo per l’omicidio dell’imprenditore australiano Dale Pike nel 1998, crimine per cui Forti si è sempre dichiarato innocente. Il 1° marzo, durante una missione a Washington, la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni ha annunciato il trasferimento di Forti in Italia, evento per cui le trattative diplomatiche proseguivano fin dal 2018.

7. Dune

Il film fantascientifico del 2021 di Denis Villeneuve, tratto dall’omonimo romanzo di Frank Herbert e vincitore di sei Premi Oscar, è da poco ridiventato voce di attualità in seguito all’arrivo nelle sale della sua seconda parte, che ha riconfermato in gran parte il cast del primo lungometraggio (che comprende anche Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson e Zendaya) e punta a bissarne il grande successo di pubblico e di critica, se non a superarlo.

8. Margherita Hack

La figura dell’astrofisica, divulgatrice e attivista italiana, scomparsa nel 2013, è stata recentemente celebrata nel film Margherita delle stelle, trasmesso il 5 marzo scorso su Rai 1 e liberamente ispirato all’autobiografia di Hack Nove vite come i gatti. Diretto da Giulio Base, il film si è distinto soprattutto per l’intepretazione della protagonista Cristiana Capotondi, pur ricevendo recensioni non sempre positive dalla critica.

9. Jannik Sinner

Dopo aver conquistato l’Australian Open e la vetta della nostra classifica a gennaio, il tennista altoatesino è rientrato in questa lista grazie ad altri successi prestigiosi: all’ATP 500 di Rotterdam (vinto a febbraio) sono seguiti Indian Wells, dove Sinner si è arreso solo a Carlos Alcaraz nelle semifinali, e soprattutto il Miami Open, in cui invece ha prevalso su Grigor Dimitrov in finale, diventando ufficialmente il numero 2 del ranking mondiale (dietro soltanto a Novak Djokovic).

10. La zona d’interesse

Chiude la Top 10 l’ultimo film del regista inglese Jonathan Glazer, reduce dalla vittoria di due Premi Oscar, di cui uno come Miglior film internazionale (categoria in cui l’Italia era rappresentata da Io capitano,di Matteo Garrone). Riadattamento parziale dell’omonimo romanzo di Martin Amis, il lungometraggio racconta un periodo specifico della vita del gerarca nazista Rudolf Höß, che durante il suo servizio come comandante del campo di concentramento di Auschwitz scelse di stabilirsi con la famiglia e altri conoscenti, per l’appunto, nella cosiddetta Area d’interesse, una vera e propria “bolla” che consentiva loro di ignorare le atrocità commesse dai sottoposti di Höß dentro al campo.

11. Oppenheimer (menzione d’onore)

Difficile, se non impossibile, evitare ogni riferimento all’ultimo film di Christopher Nolan, protagonista degli ultimi Premi Oscar grazie alla vittoria di ben sette riconoscimenti, fra cui quelli per il Miglior film, il Miglior regista e Miglior attore, sia protagonista (Cilian Murphy, interprete del fisico statunitense Robert Oppenheimer), sia non protagonista (Robert Downey Jr., qui nei panni del controverso politico Lewis Strauss).

Immagine: collage di Wikimedia Italia, CC BY-SA 4.0. Immagini originali: Rocco Siffredi, di Toglenn, CC BY-SA 3.0; Emma Stone, di Gage Skidmore, CC BY-SA 3.0; Margherita Hack, di Cirone-Musi, Festival della Scienza, CC BY-SA 2.0, tutte da Wikimedia Commons

Wiki Loves Monuments 2024, Regolamento

Thursday, 11 April 2024 15:07 UTC

Wikimedia Italia – Associazione per la diffusione della conoscenza libera APS, associazione di promozione sociale con sede legale in via Bergognone, 34 – 20144, Milano – P. IVA IT05599740965, C.F. 94039910156

organizza il concorso Wiki Loves Monuments Italia 2024.

Tale concorso si propone di valorizzare e documentare l’immenso patrimonio culturale dell’Italia sul web, promuovendo la sua ricchezza artistico-culturale presso una vasta platea internazionale, in particolare, attraverso la promozione della conoscenza e i progetti a contenuto libero sostenuti da Wikimedia Foundation e da Wikimedia Italia stessa, tra i quali Wikipedia.

Art. 1 – Definizione del concorso

Wiki Loves Monuments è un concorso fotografico che potenzia la visibilità dei monumenti e invita ciascuno a essere protagonista nel documentare, valorizzare e tutelare il patrimonio culturale.

Il concorso fotografico è pertanto escluso dal regime di cui al DPR 430/01 in forza dell’articolo 6, comma 1, lettera a) della norma in quanto viene indetto “per la produzione di opere […] artistiche” per le quali i premi agli autori rappresentano “un titolo d’incoraggiamento nell’interesse della collettività”.

L’iniziativa si inserisce in un contesto internazionale: le edizioni nazionali e/o locali di Wiki Loves Monuments sono infatti promosse contemporaneamente dal 1º al 30 settembre e dal 1º al 31 ottobre in diversi Paesi del mondo.

Il concorso Wiki Loves Monuments Italia 2024 è strutturato in due livelli:

  • Il concorso nazionale;
  • I concorsi regionali e locali, organizzati da volontari delegati da Wikimedia Italia.

Art. 2 – Requisiti e modalità di partecipazione

La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti, italiani o stranieri, previa registrazione sul sito Wikimedia Commons.

Sono esclusi dall’assegnazione di premi i membri degli organi statutari di Wikimedia Italia, loro dipendenti e i collaboratori retribuiti, che potranno però partecipare al caricamento di fotografie nell’ambito del concorso. Sono inoltre esclusi dall’assegnazione di premi i soggetti che verranno chiamati a formare le giurie di cui ai successivi articoli 4, 5 e 6.

I partecipanti, all’atto della registrazione su Wikimedia Commons, dovranno specificare un proprio indirizzo e-mail valido in modo da poter essere contattati privatamente da Wikimedia Italia. La mancata indicazione di un indirizzo e-mail valido comporta l’impossibilità di concorrere al premio.

Le informazioni relative al trattamento dei dati personali sono riportate nella procedura di registrazione su Wikimedia Commons.

Tutti i partecipanti sono chiamati a rispettare le regole di comportamento vigenti presso i luoghi dove ha sede ogni singolo bene o monumento. Partecipare al concorso non implica possedere particolari privilegi nell’accesso alle sedi dei monumenti (salvo diversamente indicato dai gestori del luogo). Per esempio, se vige il divieto di utilizzare il cavalletto o il flash, tale divieto va rispettato; se è richiesto il pagamento di un biglietto d’ingresso a un museo, sarà necessario acquistarlo. I partecipanti non possono vantare titolo al rimborso di eventuali costi sostenuti, inclusi quelli di accesso ai monumenti.

I partecipanti, nella partecipazione al concorso, non sono considerati volontari (neppure occasionali) ai sensi dell’art. 17 del D Lgs 117/17 e gli organizzatori non sono ritenuti responsabili dei danni che i partecipanti possono procurare a sé stessi, a terzi o a cose.

Art. 3 – Requisiti delle fotografie che partecipano al concorso

Le fotografie (di seguito indicate anche come “opere”):

  • devono essere realizzate e caricate esclusivamente dal fotografo che partecipa al concorso;
  • devono essere caricate su Wikimedia Commons durante il mese di settembre con licenza Creative Commons Attribuzione Condividi allo stesso modo (CC BY-SA 4.0);
  • possono essere state scattate anche precedentemente, ma non devono essere già state pubblicate su Wikimedia Commons o su altri siti web, social network o pubblicazioni cartacee prima dell’inizio del concorso;
  • devono avere come soggetto un bene culturale o una vista di insieme scelti tra quelli presenti nelle liste pubblicate sulla webapp app.wikilovesmonuments.it;
  • devono preferibilmente essere caricate attraverso la procedura guidata apposita; è possibile, ma sconsigliato, utilizzare il caricamento manuale, ricordandosi però di inserire il codice identificativo del bene culturale (ID) e le categorie appropriate;
  • devono avere un breve titolo descrittivo del soggetto ripreso, che comprenda un breve riferimento al nome del monumento o alla vista d’insieme con alcuni dettagli ulteriori; sono caldamente sconsigliati i nomi generati dallo scatto della foto (p. es. codici alfanumerici o nomi generici e non significativi);
  • devono essere caricate in uno dei formati ammessi da Wikimedia Commons, come per esempio JPEG, PNG e TIFF e pubblicate accettando per intero la licenza “Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0” proposta dal sistema (il cui testo legale integrale è disponibile all’indirizzo https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/legalcode ) o licenze più aperte;
  • devono avere la massima risoluzione e la minima compressione possibili;
  • possono essere modificate solo con tecniche quali adattamenti della luminosità, contrasto e colore, sovraesposizione e sottoesposizione;
  • non devono riportare firme o filigrane.

Ogni fotografo può caricare un numero illimitato di fotografie.

Art. 4 – Pregiuria nazionale

Una pregiuria nominata da Wikimedia Italia sceglierà, a proprio insindacabile giudizio, una preselezione delle fotografie che partecipano al concorso secondo i criteri descritti nel bando.

Art. 5 – Giuria nazionale

La composizione della giuria sarà pubblicata sul sito ufficiale del concorso entro la metà del mese di settembre.

La giuria, a suo insindacabile giudizio, sceglierà, tra le opere selezionate dalla pregiuria, quelle vincitrici, assegnando i premi ai loro autori/partecipanti.

Art. 6 – Giurie regionali e locali

La composizione delle giurie regionali e locali sarà resa pubblica entro la metà del mese di settembre.

Le giurie regionali e locali, a loro insindacabile giudizio, sceglieranno le opere vincitrici, assegnando i premi ai loro autori/partecipanti.

Gli organizzatori dei concorsi regionali e locali possono nominare pregiurie regionali e locali che effettueranno, a proprio insindacabile giudizio, una preselezione delle opere che partecipano al concorso regionale o locale secondo i criteri descritti nel bando.

Art. 7 – Criteri per la selezione delle opere finaliste

I criteri che saranno utilizzati da parte delle giurie per la valutazione e la scelta delle opere finaliste, laddove applicabili, sono:

  • qualità tecnica, includendo in questo anche la definizione e risoluzione dell’immagine, a cui verrà assegnato un peso nella valutazione pari al 30% del punteggio totale assegnato;
  • interpretazione personale ed equilibrio tra capacità narrativa ed estetizzazione, a cui verrà assegnato un peso pari al 20% del punteggio totale assegnato;
  • utilità per Wikipedia: qualità dell’immagine bilanciata con le esigenze di rappresentazione documentaria a cui verrà assegnato un peso pari al 50% del punteggio totale assegnato.

A parità di valutazione, saranno privilegiate le immagini di monumenti scarsamente rappresentati nelle precedenti edizioni.

Le 10 fotografie finaliste parteciperanno alla fase internazionale di Wiki Loves Monuments 2024, insieme alle finaliste degli altri Paesi coinvolti dal concorso.

Ogni partecipante può ricevere un solo premio per ogni fase del concorso (regionale/locale e nazionale).

Art. 8 – Scadenza e data di premiazione

La data ultima di scadenza per caricare in Wikimedia Commons le proprie fotografie è fissata alle ore 23:59:59 (ora italiana) del 30 settembre 2024.

La premiazione del concorso nazionale avverrà entro 4 mesi dal termine del concorso, in data e luogo che verranno successivamente definiti.

Le premiazioni dei concorsi regionali e locali avverranno entro 5 mesi dal termine del concorso, in date e luoghi che verranno successivamente definiti.

Art. 9 – Natura dei premi, montepremi e consegna

I premi sono offerti da Wikimedia Italia e da suoi donatori, sponsor e partner tecnici. Il valore del montepremi verrà reso noto sul sito ufficiale del concorso e verrà calcolato sul totale del valore commerciale degli oggetti IVA inclusa.

Wikimedia Italia avrà la facoltà di consegnare di volta in volta i premi alla cerimonia di premiazione.

Per il concorso nazionale saranno premiati i primi 10 autori delle migliori fotografie in classifica caricate su Wikimedia Commons secondo le indicazioni del presente Regolamento. Di queste 10 fotografie, 5 saranno selezionate tra quelle raffiguranti un’istituzione culturale presente nell’apposito elenco e altre 5 tra quelle raffiguranti un’altra tipologia di bene culturale presente nell’apposito elenco o una veduta d’insieme di un comune italiano presente nell’apposito elenco. Gli elenchi di questi monumenti, filtrabili per categoria, sono disponibili sul sito del concorso.

Per i concorsi regionali e locali il numero e l’entità dei premi saranno pubblicati sul sito del concorso entro il 31 agosto 2024. In ogni caso potranno essere premiati esclusivamente gli autori di opere caricate su Wikimedia Commons secondo le indicazioni del presente Regolamento, indipendentemente dal soggetto raffigurato, purché facente parte di uno dei tre elenchi sopra indicati.

Gli organizzatori dei concorsi regionali e locali possono assegnare eventuali premi speciali sulla base di uno specifico tema o di un’area geografica.

Art. 10 – Variazioni

Qualsiasi variazione riguardante le modalità di partecipazione potrà essere adottata solo da Wikimedia Italia e, qualora ricorra la necessità, comunicata ai partecipanti.

Art. 11 – Accettazione del Regolamento

La partecipazione al concorso implica la conoscenza e accettazione integrale del presente regolamento.

Art. 12 – Pubblicazione del Regolamento e miscellanea

Il Regolamento e bando di concorso vengono pubblicati sul sito ufficiale di Wikimedia Italia.

Gli organizzatori non potranno essere ritenuti in alcun modo responsabili dell’uso che terzi potranno fare delle foto scaricate dai siti riferibili agli organizzatori medesimi.

Immagine: Premana – Comune di Premana, di Maurizio Moro5153, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Autarchia artistica

Monday, 8 April 2024 02:51 UTC

Particolare dell'uomo vitruviano
L’anno scorso un tribunale italiano aveva stabilito che Ravensburger doveva pagare i diritti allo stato italiano se voleva fare un puzzle raffigurante l’Uomo vitruviano di Leonardo, insomma la figura che vedete su una faccia delle italiche monete da un euro. Come fa a essere sotto copyright? forse vi chiederete. La risposta è “no, non è ovviamente sotto copyright né lo è mai stato, ma lo Stato Italiano nella sua indefinita saggezza ha deciso che le opere da esso possedute non possano essere riprodotte se non pagando al suddetto Stato un balzello. Tutto questo è stato definito più volte da governi di ogni colore, dal Codice Urbani sotto la buonanima di Berlusconi all’Art Bonus di Franceschini fino agli attuali tariffari (oggettivamente da poco ridotti di costo) con l’attuale governo.

Qualche giorno fa, però, una corte di Stoccarda ha sostanzialmente detto “In Italia potete fare quello che vi pare, o quasi: ma non potete pretendere che all’estero si rispetti quella che è una vostra legge locale”. Qual è il risultato pratico? Lo Stato (cioè noi) ha sprecato un po’ di soldi per fare un’inutile causa in Germania; Ravensburger e gli altri si limiteranno a non vendere in Italia cose basate su opere d’arte italiana; e noi rimarremo cornuti e mazziati. Ma forse è tutta una manovra dell’attuale governo, che si sta fregando le mani all’idea che potrà autarchicamente rafforzare l’italica filiera con produttori nostrani felicissimi di pagare per presentare alla nazione la nostra passata ingegnosità.

Perlomeno dal punto di vista di Wikipedia siamo un po’ più tranquilli: l’immagine dell’Uomo vitruviano può tranquillamente restare, e se noi italiani non potremo usarla a fini commerciali qualcuno se ne farà una ragione.

(l’immagine è ovviamente un particolare dell’Uomo vitruviano, vedi Wikimedia Commons)

Paga Pantalone

Monday, 6 November 2023 03:51 UTC

D.M. 161 11/04/2023 LINEE GUIDA PER LA DETERMINAZIONE DEGLI IMPORTI MINIMI DEI CANONI E DEI CORRISPETTIVI PER LA CONCESSIONE D’USO DEI BENI IN CONSEGNA AGLI ISTITUTI E LUOGHI DELLA CULTURA STATALIPiergiovanna Grossi è un’attiva wikipediana. Ma è anche una professoressa a contratto e una ricercatrice, e le è capitato di scrivere un articolo per una rivista locale di settore un articolo sull’attribuzione dell’ex Oratorio del Montirone ad Abano Terme, il tutto corredato con due foto che lei stessa aveva scattato all’archivio di Stato di Venezia. Bene: dopo aver pagato 16 euro per un preventivo, ha ancora dovuto sborsare 2 (due) euro per il privilegio di poter scattare e utilizzare due foto… oltre ad altri 32 euro di marche da bollo.

Il tutto è stato raccontato la scorsa settimana sul Corriere da Gian Antonio Stella (al quale ho un solo appunto da fare. Mi sta anche bene che “è ovvio che l’Italia ha il dovere di mettere dei paletti contro l’uso di foto del David di Michelangelo con delle sneakers ai piedi o del Bacco di Caravaggio con uno smartphone in mano”: ma per quello basta un decreto ministeriale che vieti un uso non documentale delle immagini.) La beffa ulteriore, se ci fate caso, è che dopo tutto il carteggio burocratico con la direttrice i soldi che vanno all’archivio di Stato sono appunto 2 (due) euro: il resto se l’è intascato lo Stato. Insomma, non siamo neppure alla storia del puzzle Ravensburger (che finirà con il produttore che dovrà pagare la sanzione e si guarderà bene da produrre altri puzzle con opere site in Italia, e lo stesso capiterà con tutti gli altri: ottima pubblicità per il nostro patrimonio artistico).

Il ministro Sangiuliano che ha emanato il decreto in questione è solo l’ultimo esponente di una classe politica che è convinta non solo che il patrimonio artistico sia un bancomat, ma anche appunto che si pubblicizzi da solo. Beh, non penso che l’ex Oratorio del Montirone sarà molto visitato, pubblicità o non pubblicità: ma proprio per questo è ancora più sconcertante la richiesta di un balzello…

Wikipedia e i conformismi

Wednesday, 23 August 2023 15:58 UTC

Siamo in estate, non che molto da dire, e così Carlo Lottieri spiega sul Giornale (nella sezione”spettacoli”, chissà come mai) “Così Wikipedia è diventata il baluardo del conformismo“. Bisogna ammettere che Lottieri di conformismo ne sa a pacchi: il suo articolo precedente di domenica si intitola infatti “Così l’università è diventata il regno del conformismo”. Quando hai un bel titolo, perché non sfruttarlo? Io avrei altro da fare, ma sono in spiaggia, fa caldo e per rilassarmi un po’ mi sono messo a commentarlo punto per punto.

Cominciamo da quando Lottieri racconta che

Wikipedia nacque da un’intuizione libertaria. Secondo lo stesso Jimmy Wales, che aveva seguito un corso di teoria economica alla Auburn University, fu la lettura dell’economista Friedrich A. von Hayek a suggerire l’ipotesi di questa enciclopedia on line di cui tutti possono essere i redattori.

Beh, non è proprio così. Inutile dire che l’articolo non contiene nessuna fonte per le affermazioni di Lottieri: mica sta scrivendo Wikipedia. La fonte ve l’ho trovata io e dice questo: “to share and synchronize local and personal knowledge, allowing society’s members to achieve diverse, complicated ends through a principle of spontaneous self-organization.” e ancora “When information is dispersed (as it always is), decisions are best left to those with the most local knowledge.” Tenete a mente soprattutto questa seconda frase. (poi io sono convinto che quella di Jimbo sia una razionalizzazione a posteriori: ricordate che Wikipedia nasce come testo di lavoro per scrivere Nupedia che era tutto meno che autoorganizzata).

Nella più classica costruzione di una polemica, Lottieri continua scrivendo

Sul piano delle informazioni si può essere ragionevolmente fiduciosi che Wikipedia sia credibile, anche grazie al costante monitoraggio riservato a ogni lemma.

(Occhei, i lemmi sono in un dizionario e non in un’enciclopedia, ma evidentemente il liberismo non fa di queste distinzioni) Non che questo sia vero, come sanno tutti quelli che passano tanto tempo su Wikipedia, ma tant’è. Ma poi continua

È però evidente che tra gli autori (tra coloro che spontaneamente e senza remunerazione redigono i testi) è più facile trovare professori di scuola media invece che artigiani, bibliotecari invece che imprenditori, e via dicendo. I primi hanno più tempo a disposizione e spesso si ritengono adeguatamente competenti per trattare questioni di diritto, metafisica, sociologia, letteratura spagnola e via dicendo.

E qui si cominciano a vedere le sue fallacie. Per chi “è evidente”? Perché “è evidente?” Dando per buono che imprenditori e artigiani abbiano meno tempo a disposizione perché loro devono tenere in piedi l’economia – ma vi assicuro che gli imprenditori ci sono eccome, solo che l’unica conoscenza locale che paiono avere è quella del loro CV, e per le regole di Wikipedia in lingua italiana i CV vengono cancellati senza se e senza ma – cosa gli fa dire che loro si ritengono competenti per tutto? Il tutto senza contare che Wikipedia da buona enciclopedia raccoglie e organizza informazioni altrui, e le competenze per organizzare l’informazione sono molto più semplici da ottenere rispetto a quelle per crearla. Continuiamo:

Ne discende che nelle voci dell’enciclopedia on line troviamo uno spirito da servizio pubblico che si converte in un costante tono censorio verso ogni eresia.

Lo spirito da servizio pubblico c’è, tranne per i tanti che ritengono di essere gli unici depositari della verità. Perché si convertirebbe in un tono censorio contro ogni eresia? Non ci è dato di sapere. Forse è perché

Va aggiunto, inoltre, che esiste un comune sentire che unisce la maggior parte di quanti hanno letto, nel corso della loro vita, un certo numero di libri.

Me l’avevano sempre detto, che leggere troppi libri fa male. La conoscenza locale si ottiene lavorando, mica leggendo! Non può poi mancare il solito attacco frontale:

[…] Si tratta dei cosiddetti «amministratori», a cui spetta anche di decidere in un senso o nell’altro quando le divergenze si fanno ingestibili. Basta leggere qualche discussione per comprendere che si tratti per lo più di quella piccola porzione della popolazione che, in Italia, quando al mattino va all’edicola compra La Repubblica oppure il Corriere della Sera.

Per quanto mi riguarda, ho smesso da un pezzo di leggere giornali italiani se non per qualche articolo come questo che mi viene segnalato; ho sentito qualche altro sysop e sono tutti sulla mia linea, anche perché quando uno ha lavorato un po’ su Wikipedia comincia a non fidarsi troppo di qualunque notizia.

Il risultato è una mancanza di senso critico che rende Wikipedia assai sbilanciata a favore di talune posizioni.

Altra affermazione apodittica. Anche ammettendo il percorso logico “essendo gente che legge solo Repubblica e Corriere le loro posizioni sono spiaggiate sul mainstream”, faccio notare come gli amministratori (il soggetto della frase) non scrivono loro le voci su Wikipedia. Possono al più cancellare una voce, ma non piegarla eliminando “il senso critico “. Lo fanno in maniera coercizione bloccando chi non la pensa come loro? Se fosse vero basterebbe fare esempi espliciti. Ricordo che la storia di una voce è pubblica, e si può vedere se c’è una campagna sistematica.

L’unico punto su cui devo dare ragione sul metodo a Lottieri è quello che scommetto gli sta davvero a cuore (oppure su cui gli è stato chiesto di scrivere): quando cioè si lamenta che nella voce sul riscaldamento globale

In effetti, le tesi di quanti sono scettici al riguardo (premi Nobel inclusi) non sono citate: neppure per essere contestate.

Almeno a ora, la sezione relativa non riporta nulla al riguardo, e la cosa è contro le linee guida che richiedono che opinioni in minoranza siano riportate con il rilievo corretto (minimo in questo caso, perché la minoranza è minima, ma non nullo). Al solito, Lottieri si è però dimenticato di fare nomi e ho dovuto mettermici io. A parte la vecchia storia di Rubbia, immagino si riferisca a John Clauser. (Apprezzerete che io abbia scelto un link a suo favore, spero). Non so se notate un fil rouge: Rubbia è un fisico teorico delle particelle, Clauser un fisico quantistico. Sicuramente grandi scienziati, ma la loro “conoscenza locale” della climatologia sarà probabilmente superiore alla mia ma ben lontana dall’essere a tutto campo. E allora che diavolo c’entra Hayek? Chiaramente nulla, almeno per quanto riguarda l’organizzazione di Wikipedia. Spero che a quella voce si aggiunga un capoverso sulle attuali teorie non mainstream, che tra l’altro mi pare siano cambiate nel tempo (prima si negava il contributo antropico, ora si dice che non è rilevante e comunque le variazioni che vediamo sono normali se non ci si limita a considerare gli ultimi 150 anni), ma anche se ci sarà non credo Lottieri sarà contento.

Termino pensando male e facendo peccato. Ora il Giornale è della famiglia Angelucci che ha sicuramente il dente avvelenato contro Wikipedia. Aspettatevi tanti altri articoli così.

Aggiornamento: mi è stato fatto notare che esiste la voce Controversia sul riscaldamento globale. Se però non c’è un collegamento diretto dalla sezione della voce principale,come fa il povero utente (io o Lottieri) a trovarla?

Ultimo aggiornamento: 2023-08-24 08:27

Alessandro Orsini, Wikipedia e querele

Monday, 19 June 2023 09:22 UTC

Alessandro Orsini è un professore universitario (associato, se non sbaglio). È anche un opinionista televisivo, soprattutto a partire dall’invasione russa dell’Ucraina dove la sua posizione nettamente filorussa lo ha fatto diventare un invitato seriale. Un corollario di questa presenza è che i suoi fan hanno cominciato a cercare di inserire la voce su di lui in Wikipedia.

Ma nell’edizione italiana di Wikipedia ci sono varie regole per definire se qualcosa o qualcuno è da ritenere rilevante e quindi inseribile nell’enciclopedia (nel gergo wikipediano si dice “enciclopedico”). Essere professore universitario non rende enciclopedici. Essere un opinionista televisivo meno ancora. La situazione rimase in stallo finché non si notò che nel 2010 Orsini vinse il Premio Acqui Storia con il suo libro Anatomia delle Brigate Rosse. Il Premio Acqui è considerato rilevante, e per traslato anche Orsini è considerato rilevante come scrittore. Le informazioni sulla sua carriera universitaria e la sue apparizioni televisive appaiono, ma come aggiunte secondarie.

Il problema è che il suddetto libro ha avuto in gran maggioranza recensioni molto negative, che quindi occupavano buona parte del contenuto. (Io non l’ho letto, quindi non posso dare un giudizio personale). Questo non piaceva a Orsini e ai suoi fan, e la voce in tutto questo tempo è stata un campo di battaglia. Siamo arrivati al doxxing, con un amministratore che dalle pagine del Fatto Quotidiano è stato accusato da un utente di nickname Gitz6666 di essere in conflitto di interessi su quella voce e si è dimesso; e giovedì scorso un avvocato ha mandato una PEC a Wikimedia Italia (che non c’entra un tubo, ma questo concetto non è mai entrato in testa) chiedendo la cancellazione, entro 5 giorni, della voce su Orsini che ritiene diffamatoria e informazioni sull’identità di sei amministratori di wikipedia in italiano per sporgere querela per diffamazione nei loro riguardi.

Io non dovrei essere tra i sei, considerando che non sono stato contattato: d’altra parte l’unica modifica che avevo fatto su quella voce era stata sostituire alla frase

In occasione della partecipazione di Orsini ad alcune trasmissioni televisive, suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni sul tema dell’invasione russa dell’Ucraina del 2022, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra e le critiche alla debolezza dell’Unione europea.

la frase

Durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022 suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra.

dove non mi pare di vedere diffamazione. AD ogni modo Wikimedia Italia ha detto di contattare la Wikimedia Foundation, cosa che immagino sia stata fatta perché in questo momento la voce è oscurata e protetta, e immagino non tornerà mai su Wikipedia in lingua italiana se non per circostanze eccezionali, tipo l’assegnazione del Nobel per la pace. Non ho idea se ciò che voleva Orsini fosse proprio la cancellazione e non la sostituzione con un testo agiografico: ad ogni modo è andata così, e Wikipedia sopravviverà anche senza dire a tutti chi è Alessandro Orsini.

Aggiornamento: (12:15) E invece no, a quanto pare a Orsini bastava che il mondo non sapesse attraverso Wikipedia delle stroncature del suo libro. È chiaro che io non capirò mai la mente umana.

Ultimo aggiornamento: 2023-06-19 12:23

Quanto ci costa la cultura

Tuesday, 23 May 2023 02:51 UTC
la finta fontana di Trevi in Brasile

no, non è quella vera

Nel silenzio generale, il mese scorso è stato approvato il D.M. 161 11/04/2023 del Ministero della Cultura, “Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali”. In pratica, se uno vuole fare una foto di un monumento (non sotto copyright), magari per una pubblicazione accademica, dovrà sganciare un discreto numero di euro al MiC: euro che forse – ma non è detto – basteranno per pagare i funzionari che dovranno far girare tutta la trafila burocratica. Il tutto cercando di convincere il volgo che ce lo chiede l’Europa, dato che il decreto recita tra l’altro

«VISTA la Direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa all’apertura dei dati e al riutilizzo dell’informazione nel settore pubblico e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE, recepita mediante il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 177»

Il tariffario è assurdo: non lo diciamo noi di Wikimedia Italia ma l’Associazione Italiana Biblioteche, che nota come per esempio chiedere copie digitali costi il triplo delle stesse copie (nel senso di avere la stessa risoluzione) stampate. Ma soprattutto è un ulteriore tassello per impedire di pubblicizzare i nostri beni culturali. Questo non lo pensa solo il governo: in questi giorni il tribunale di Firenze ha sentenziato che non si può usare l’immagine del David di Michelangelo senza autorizzazione e senza aver pagato i diritti (occhei, in questo caso il tariffario dice 20000 euro: il funzionario se lo pagano), con un ulteriore esborso di 30000 euro per l’editore che «ha insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David di Michelangelo a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l’alto valore simbolico ed identitario dell’opera d’arte ed asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale». Non che io capisca perché quei soldi debbano andare alla Galleria dell’Accademia e non a un eventuale fondo statale, ma tant’è.

Mi chiedo solo cosa faranno adesso con la copia della Fontana di Trevi costruita in Brasile… altro che Totò!

L’invecchiamento di Wikipedia

Wednesday, 28 December 2022 03:04 UTC


Questo è un frammento della voce attuale di Wikipedia sulla rete tranviaria di Nizza. Tutto bene, se non fosse per il fatto che la linea 2 è in funzione dal 2019 (sono un po’ più veloci di noi, mi sa).

Non è la prima volta che mi è capitato di trovare voci create e poi lasciate lì a vegetare senza aggiornamenti. È ovvio che nessuno è obbligato a mantenere a vita una voce: però casi come questo fanno capire che non bisogna mai dare per scontato quello che si trova scritto…

(L’altra faccia della medaglia è la cancellazione immediata dei cosiddetti “recentismi”, aggiunte su fatti del giorno che tra qualche mese saranno giustamente considerati inutili…)

Anglofilia

Wednesday, 21 December 2022 10:04 UTC

Per comprensibili motivi, io ricevo la rassegna stampa su Wikipedia e Wikimedia. È un po’ sgarrupata, nel senso che devo scartare tutti gli articoli che hanno semplicemente una foto (giustamente) accreditata a Wikimedia Commons, ma va bene così. In genere trovo dai 10 ai 20 articoli: oggi ce n’erano ben 71, quasi tutti dedicati al nuovo “portale enciclopedico” russo presentato ieri e quasi tutti copiati più o meno verbatim dal lancio Adnkronos. Le testate più oneste lo segnalano, le altre fanno finta di niente.

Gli unici fuori dal coro sono stati quelli di Tag43, che hanno intitolato “La Russia prende le distanze da Wikipedia, ecco Znanie”. Naturalmente Znanie in russo significa “conoscenza”, esattamente come l’inglese Knowledge. Solo che evidentemente lo stagista di Adnkronos ha preso un lancio in lingua inglese, l’ha tradotto e non ha pensato che forse i russi non avevano usato un nome inglese per il loro portale; e tutti gli altri stagisti dei quotidiani hanno copincollato il lancio d’agenzia senza farsi troppe domande, che presumo non siano compatibili coi miseri emolumenti che prendono. A questo punto però tanto valeva fare gli autarchici e scrivere che si chiamerà “Conoscenza”, no?

Io non ho nessuna idea di quale sia la linea editoriale di Tag43, ma ho molto apprezzato come hanno trattato questa notizia.

Ultimo aggiornamento: 2022-12-21 11:04

Come farsi aggiornare la voce Wikipedia su di sé

Wednesday, 21 December 2022 03:04 UTC

Emily St. John Mandel è una scrittrice canadese nota per i suoi libri Stazione Undici (credo che ne abbiano fatto anche una serie tv, ma è un campo in cui non mi addentro) e Mare della tranquillità. Qualche giorno fa ha scritto un tweet chiedendo chi poteva intervistarla… per poter far sì che nella sua voce su Wikipedia (in inglese, in quella italiana non era nemmeno scritto che era sposata) che era divorziata. In qualche ora Slate ha pubblicato un’intervista dal titolo che dice “Un’intervista del tutto normale con la scrittrice Emily St. John Mandel” e catenaccio “Solo per chiedere all’autrice di Station Eleven e Sea of Tranquility che ha fatto quest’anno, tutto qui”. E in effetti la voce di en.wiki è stata immediatamente aggiornata. In realtà non serviva nemmeno l’intervista: almeno fino ad oggi, la spunta blu di Twitter è una verifica dell’identità della persona, e quindi la prima fonte che attestava il divorzio è stato quel tweet, sostituito poi dal link all’intervista.

Per quanto la cosa vi possa sembrare stupida (e sicuramente è sembrata tale a Mandel), Wikipedia funziona così. Un’affermazione deve avere una fonte affidabile, e nessuno può sapere se l’utente che scrive “Emily St. John Mandel è divorziata” è effettivamente Mandel o qualcuno che vuole fare uno scherzo. Leggendo il thread su Twitter, però, mi sa che il contributore che le ha detto che “occorreva una fonte comparabile” ha fatto un po’ di casino: come ho scritto, quello che conta è una fonte affidabile che si possa citare con tranquillità.

Un’ultima curiosità: nell’intervista a Slate, Mandel scrive che vedersi ancora definita sposata (si è separata ad aprile dal marito, e il divorzio è stato concesso a novembre) “was kind of awkward for my girlfriend”. Ieri BBC ha scritto un articolo in cui affermavano che si erano offerti anche loro di intervistare Mandel. Com’è, come non è, nel loro articolo quella frase non c’è :-)

Inventori farlocchi del tostapane

Monday, 21 November 2022 03:04 UTC

Adam Atkinson mi ha segnalato questo articolo della BBC in cui si racconta come per dieci anni la voce inglese sul tostapane indicava come suo inventore una persona inesistente di nome Alan MacMasters. A quanto pare, durante una lezione universitaria il professore sconsigliò gli studenti di usare Wikipedia come fonte, facendo l’esempio della voce “toaster” dove si diceva che l’inventore era un tale Maddy Kennedy. L’Alan MacMasters reale era uno di quegli studenti, e un suo amico modificò la voce indicando come inventore appunto “Alan Mac Masters”. Il guaio è che poco dopo il Daily Mirror osannò MacMasters come un grande inventore scozzese, e le citazioni continuarono a crescere, anche perché MacMasters creò una voce sul suo inesistente omonimo con tanto di fotografia (ovviamente ritoccata per farla sembrare ottocentesca). MacMasters fu addirittura proposto come personaggio da raffigurare nelle banconote scozzesi, anche se a quanto pare la Bank of Scotland ebbe dei dubbi e lo scartò. Solo poco tempo fa un ragazzino ebbe dei dubbi sulla biografia di MacMasters e mise in moto le squadre wikipediane di verifica, che hanno scoperto la burla.

E in Italia? MacMasters non è mai stato inserito nella voce, ma nel 2018 un anonimo aggiunse il seguente capoverso:

nel 1897 Carlos Decambrè, inventò il ”tost” che si diffuse in tutta europa. questo tost veniva fatto con del pane normale, prosciutto,tacchino e diversi formaggi. Esso garantiva un buon pranzo per i nobili perchè all’epoca i salumi e i formaggi era cibo considerato da ricchi.

Peccato che le uniche occorrenze in rete del cognome Decambrè siano del tipo “Carlos Decambrè inventò il tostapane”, ovviamente senza fonti perché scopiazzature da Wikipedia senza chiaramente citarla. Questo a parte il fatto che se mi fosse capitato di vedere un’aggiunta sgrammaticata simile l’avrei cassata al volo perché senza fonti attendibili…

“contrafforte volante”?

Monday, 4 July 2022 02:04 UTC

Premetto che ho molti amici traduttori :-) (e un paio di loro sono anche tra i miei ventun lettori… ma ovviamente non sto parlando di loro). In un libro (tradotto dall’inglese) che ho appena letto ho trovato a un certo punto scritta l’espressione “contrafforte volante”. Ora, come penso molti di voi io so più o meno cos’è un contrafforte, ma l’ultima volta che ne ho sentito parlare sarà stato all’inizio del liceo, cioè 45 anni fa (per me che sono anzyano: your mileage may vary). Tra l’altro manco sapevo come si dica in inglese “contrafforte”: sono andato a cercare e ho scoperto che è “buttress”. Una rapida ricerca mi ha fatto trovare la voce di Wikipedia in inglese “flying buttress”: l’ho aperta, ho controllato qual è il nome della versione in italiano e ho scoperto che si dice “arco rampante”. (Ok, a questo punto il mio neurone ha tirato fuori il disegnino dei contrafforti ad archi rampanti, ma questa è un’altra storia)

La mia domanda è semplice. È possibile che un traduttore trovi scritto “flying buttress”, traduca parola per parola, e non si renda conto che il sintagma in italiano non ha senso? È possibile che non gli sia mai venuto in mente di usare Wikipedia in questo modo non standard ma utilissimo per la terminologia tecnica? (E comunque anche Wordreference riporta la traduzione).

Fino al 15 giugno il Ministero della Cultura (MIC) ha indetto una consultazione pubblica sul Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale:

la visione strategica con la quale il Ministero intende promuovere e organizzare il processo di trasformazione digitale nel quinquennio 2022-2026, rivolgendosi in prima istanza ai musei, agli archivi, alle biblioteche, agli istituti centrali e ai luoghi delle cultura statali che possiedono, tutelano, gestiscono e valorizzano beni culturali.

Ho letto le linee guida per la circolazione e il riuso delle immagini, e ho capito che la linea del MIC – “cacciateci i soldi” – non è cambiata di una iota. La cosa peggiore è che il piano pare essere un patchwork: le sue premesse sono assolutamente condivisibili, ma nella fase di assemblaggio qualcuno ha ben pensato di disattendere tali premesse per una presunta capacità di ottenere ricavi.

Tanto per essere chiari: non c’è nulla di male se il MIC vuole creare e vendere degli NFT a partire dalle opere che ha in cura. Io non riesco a capire perché uno vorrebbe mai avere un NFT, ma è evidente che c’è gente che invece li vuole; e allora che li si faccia e li si venda. Tanto quelli sono per definizione entità non copiabili, o se preferite uniche. I problemi sono altri. Per esempio,l’avere un sistema NC (non commerciale) per default sui contenuti in pubblico dominio, cosa che è incompatibile con i progetti Wikimedia e OpenStreetMap. Il tutto con una “licenza” (non lo è, e anche nelle linee guida la cosa viene rimarcata) “MIC Standard” che porterà a risultati parossistici. Mi spiego meglio. Se qualcuno chessò negli USA pubblica una traduzione non autorizzata del mio Matematica in pausa caffè, il titolare dei diritti (Codice Edizioni) può contattare le autorità statunitensi, bloccare la vendita e citare a giudizio il malcapitato editore. Questo perché le leggi sul diritto d’autore sono state (più o meno) armonizzate in tutto il mondo, e quindi i diritti di sfruttamento economico sono tutelati ovunque. Ma se lo stesso qualcuno usa commercialmente un’immagine del Colosseo con l’etichetta – esplicita o implicita – “MIC Standard”, il ministro può strillare quanto vuole ma non succederà nulla, perché dal punto di vista delle autorità USA quell’immagine è nel pubblico dominio. Insomma, gli unici eventuali guadagni arriverebbero dai nostri compatrioti, mentre all’estero potrebbero fare quello che vogliono.

Per quanto riguarda Wikipedia Commons, c’è persino una citazione esplicita:

Il download di riproduzioni di beni culturali pubblicati in siti web di terze parti non è sotto il controllo dell’ente pubblico che ha in consegna i beni (ad es. le immagini di beni culturali scaricabili da Wikimedia Commons, realizzate “liberamente” dai contributori con mezzi propri per fini di libera manifestazione del pensiero e attività creativa, e quindi nella piena legittimità del Codice dei beni culturali). Rimane nelle competenze dell’istituto culturale l’applicazione di corrispettivi per i successivi usi commerciali delle riproduzioni pubblicate da terze parti.

Rileggete questa frase. Ve la traduco in italiano corrente: Wikimedia Commons viene trattata alla stregua di una vetrina pubblicitaria dove l’unico lavoro da parte dello stato è farsi dare i soldi da chi prende da lì del materiale. Come forse immaginate, non è che la cosa ci piaccia più di tanto…

Ah: al MIC non piace proprio la CC0, la licenza che formalizza il rilascio di un oggetto o un’informazione nel pubblico dominio. Infatti (grassetto mio) si legge che

l’uso di dati e riproduzioni digitali del patrimonio culturale per finalità di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa, promozione della conoscenza, che non abbiano scopo di lucro diretto è libero per legge;

Quindi anche i metadati – a differenza per esempio di Wikidata, dove tutti gli elementi presenti hanno licenza CC0 – sono sotto una licenza di tipo NC. La digitalizzazione dei metadati è insomma qualcosa che si può fare solo per offrirlo poi gentilmente al MIC che sicuramente ci farà tanti soldi. Che gioia, vero?

L’età dei personaggi pubblici

Tuesday, 17 May 2022 02:04 UTC


Magari qualcuno si può chiedere perché l’anno scorso GQ ha pensato di dedicare un articolo a Stefania Rocca per il suo… quarantaseiesimo compleanno. A parte Valentino Rossi, il 46 non è che dica molto, non è mica il quarantadue! Se questo qualcuno è curioso, però, magari dà un’occhiata all’URL dell’articolo e scopre che c’è scritto “stefania-rocca-50-anni-rock”. In effetti, ricordare il cinquantesimo compleanno ha molto più senso, su questo non ci piove. E in effetti si fa in fretta ad andare sull’Internet Archive e vedere che l’articolo originale si intitolava “Stefania Rocca, i primi 50 anni di un’anima rock”.

L’altra settimana, però, la signora Rocca e/o il suo agente hanno deciso che il passato era passato, e quindi l’età della signora Rocca è di soli 47 anni. Per posti come GQ ci devono essere argomenti molto convincenti per fare riscrivere un articolo pubblicato l’anno scorso; su Wikipedia la cosa potrebbe sembrare banale ma in realtà è un po’ più complicata, come potete vedere. Mi è stato riferito (ma potrebbe essere una malignità…) che l’agente in questione ha mandato alla Wikimedia Foundation un codice fiscale della signora Rocca dove risulta il 1975 come data di nascita… ma il codice fiscale in questione corrisponde a un maschio e non a una femmina.

Ad ogni modo, la signora Rocca non è certo l’unica persona a cercare di inserire su Wikipedia una data di nascita diversa da quella che era sempre stata considerata tale in passato. Il primo caso che mi viene in mente è quello del mago Silvan (simsalabim!), ma anche Elisabetta Sgarbi, come già scrissi, afferma di essere nata nel 1965 come anche riportato dalla Treccani: il talento della signora Sgarbi si notava fin da ragazza, considerando che ha conseguito la laurea in farmacia nel 1980… Avevo anche segnalato alla Treccani che nel sito c’era stato uno scambio di caratteri, e il 1956 che è la data di nascita della signora Sgarbi era diventato 1965, ma non mi hanno mai risposto. Non so se Wikipedia abbia più errori della Treccani, ma sicuramente correggerli è più semplice!

Cina, Wikipedia e copyright

Thursday, 12 May 2022 10:12 UTC

Probabilmente non ve ne sarete accorti, visto che la notizia è passata solo su Wired (dove il titolista fa ancora fatica a distinguere Wikipedia da Wikimedia…) e CorCom: per il terzo anno consecutivo la Cina ha bloccato l’ingresso del movimento Wikimedia come osservatore in WIPO, l’agenzia delle Nazioni Unite che ha lo scopo di incoraggiare l’attività creativa e promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo. Dopo due anni in cui Wikimedia Foundation ha inutilmente cercato di essere accreditata, stavolta le richieste sono state fatte da alcuni capitoli nazionali (Francia, Germania, Messico, Svezia e Svizzera oltre all’Italia), e la richiesta esta stata portata al Comitato Permanente sul Copyright e i Diritti Connessi (SCCR) di WIPO. Niente da fare: come le altre volte, la Cina ha dichiarato he anche i capitoli Wikimedia locali sono complici nel diffondere disinformazione. Negli anni passati il dito veniva puntato contro Wikimedia Taiwan, indicato come eterodiretto dalla Foundation: quest’anno direi che non c’è nemmeno stato bisogno per i cinesi di cercare di spiegare quale disinformazione sul copyright cinese viene propagata da Svezia o Messico. A questo punto Nicaragua, Bolivia, Venezuela, Iran e Russia hanno colto la palla al balzo e fatto rinviare la decisione sull’accreditamento per mancanza di unanimità.

Anche ammettendo che Wikimedia Taiwan faccia opera di disinformazione assoldando persone che scrivano sulle varie edizioni linguistiche di Wikipedia, resta il punto di partenza. Qui stiamo parlando di un comitato che parla di copyright e diritti connessi – cosa che ci ha sempre visti coinvolti come Wikimedia Italia. Essere membri osservatori non ci avrebbe per definizione dato il diritto di voto, ma ci avrebbe permesso di far sentire meglio la nostra voce su temi di cui ci occupiamo da sempre. Invece nulla da fare, e questo per ragioni prettamente politiche e indipendenti dal tema istituzionale. Non che ci aspettassimo chissà cosa, ma resta un peccato…

Ultimo aggiornamento: 2022-05-12 12:12

Su Valigia Blu, Bruno Saetta spiega la decisione della Corte di Giustizia europea su una richiesta da parte della Polonia (fatta nel 2019…) a proposito dell’articolo 17 dell’ormai famosa direttiva copyright. La Polonia chiedeva che fossero abolite le norme per cui i fornitori di servizi digitali devono attivarsi per fare in modo che nei loro servizi non siano disponibili opere in violazione dei diritti d’autore, o in subordine, se queswto non fosse tecnicamente possibile perché l’articolo non sarebbe rimasto in piedi, abolire tutto l’articolo. La ragione della richiesta era semplice: per controllare preventivamente tutto il materiale postato dagli utenti, i fornitori di servizi sarebbero stato costretti ad applicare sistemi di filtraggio automatico, cosa che sarebbe andata contro il diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti.

La Corte di Giustizia europea ha respinto la richiesta, e quindi le cose restano come ora. È però importante capire come ha giustificato la sua decisione, perché si scoprono molte cose. Innanzitutto, il filtraggio preventivo è in effetti una limitazione al diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti; quello che fa la direttiva è trovare un punto di compromesso tra questi diritti fondamentali e quelli dei proprietari dei contenuti. Attenzione: diritti dei proprietari, non degli autori! Saetta ricorda tra l’altro che se le aziende del copyright ci tengono a precisare che anche loro difendono i diritti fondamentali – un caro saluto a Enzo Mazza, già che ci sono… – il relatore ONU per i diritti culturali ha fatto presente che nel campo della proprietà intellettuale i diritti fondamentali sono solo i diritti morali, vale a dire affermare che l’opera è mia. E questi diritti, a differenza di quelli economici, non sono trasmissibili.

La seconda cosa da notare è che proprio perché si afferma che c’è una limitazione ai diritti degli utenti si ammette implicitamente che il filtraggio automatico è imposto dalla direttiva: altrimenti il problema non si porrebbe. Eppure, come leggete per esempio qui, l’ineffabile relatore Axel Voss aveva twittato dicendo che questo era una falsità e che quindi non ci fosse più motivo per non approvare la direttiva. (Come? il tweet originale non esiste più? Ah, signora mia, che vergogna! Non ci si può fidare di nessuno!) Vabbè, ma tanto questo lo sapevamo già.

Seguono infine i paletti (o se preferite, le garanzie) a tutela degli utenti finali: dalle segnalazioni dei titolari dei diritti che devono essere circostanziate (insomma, non basta dire “avete roba mia”) al non dover bloccare i contenuti leciti (e una parodia è un contenuto lecito) a un meccanismo di reclamo funzionante se qualcuno cancella del materiale che riteniamo essere lecito. Ma soprattutto, i fornitori non hanno alcun obbligo di sorveglianza generale dei contenuti immessi dagli utenti. Non sono loro a dover giudicare se un contenuto è stato caricato illegalmente, ma i giudici.

Il tutto funzionerà? Probabilmente no. Quello che pare certo è che al momento le uniche implementazioni della direttiva che rispettano questi principi sono l’austriaca e la tedesca. Quella italiana no, ma non lo sono neppure la francese e la spagnola che pure dicevano di essere stati bravissimi. Aspettatevi altri ricorsi…

Che ne sapete del Digital Services Act?

Tuesday, 26 April 2022 10:04 UTC

La scorsa settimana il trilogo ha approvato una formulazione più o meno finale per il Digital Services Act, che assieme al gemello Digital Market Act rappresenterà la regolamentazione dell’Unione Europea per i servizi digitali. Anche Wikipedia ne sarà toccata; stasera alle 21:30 chiacchiererò con Marco Schiaffino nella trasmissione di Radio Popolare Doppio click. Spero di sapervi dare qualche notizia… i documenti ufficiali non sono infatti ancora stati pubblicati.

Ultimo aggiornamento: 2022-04-26 12:36

Truppe d’assalto a Wikipedia

Friday, 1 April 2022 02:04 UTC

Dopo il caso Orsini è arrivata la nuova campagna contro la fascistissima Wikipedia. Da mercoledì sera la casella di posta dei comunicati di Wikimedia Italia ha ricevuto questi messaggi.


– Stefano V.:
Salve, leggo che Wikipedia è un Enciclopedia libera, quindi mi spiega perché della porcata sulla pagina della Strage di Odessa? Perché dopo 8 anni avete cambiato proprio ora? Ha una spiegazione a questo?


– E. Bosisio:

Buonasera,

Ritengo vergognosa la manomissione della pagina Wikipedia riguardante il rogo avvenuto nel 2014 nel palazzo dei sindacati ad Odessa.

Sono stati rimossi i riferimenti ai carnefici, cioè i gruppi paramilitari nazionalisti e nazisti ucraini, che poi influenzeranno la vita politica del paese.

Spero venga ristabilita la verità nella pagina.


– Rossella C.:

Vergognatevi


– vitojc.:

Reclamo in allegato: hanno manipolato la Vostra pagina. Non riceverete più contributi se mantenete e continuate falsificazioni storiche. [l’allegato è un’immagine con doppio screenshot della voce, “prima” e “dopo”]


Il tutto a quanto ho capito è partito da un post Facebook di La fionda, ripreso da L’antidiplomatico.

Cosa è successo? Per avere un’idea, ecco alcune versioni della voce.

&diamond prima versione, novembre 2020, con il nome “Rogo di Odessa” (e non certo filoucraina)

&diamond aprile 2021, subito prima della sua rinomina, fatta senza nessuna discussione da un utente con la motivazione “Rinomino in strage, come viene riportata su numerose fonti attendibili”; le fonti diverse nella voce erano tre e usavano rispettivamente “strage”, “rogo”, “incendio”. (differenze)

&diamond Fine 2021, prima dell’escalation che poi ha portato all’attacco russo (differenze)

&diamond 21 marzo 2022, prima di un’aggiunta di altre notizie e del ritorno al nome originale. (differenze)

&diamond versione del 30 marzo 2022, quella attuale al momento in cui scrivo (differenze)

Insomma: è un po’ difficile affermare che in otto anni si è cambiato solo ora, visto che la voce ha due anni e che aveva preso quel nome dieci anni fa. Nella versione attuale, qualunque sia il titolo della voce, a me pare che siano chiare le responsabilità dell’Ucraina nel cercare di insabbiare l’operato dei neonazisti, e il Pravyj Sektor è regolarmente citato. Ma non vale la pena spiegare le cose ai signori di cui sopra, che non credo abbiano alcun interesse a leggere davvero cosa c’è scritto: altrimenti si sarebbero accorti che nella pagina web dove si trova l’indirizzo a cui mi stanno scrivendo è specificato che Wikimedia Italia non ha alcun controllo sulla voce. (Non starete mica pensando che ci sia qualcuno che dica “scrivete a press, così vi farete ascoltare!”?)

Un’ultima chicca. Non sono molte le versioni di Wikipedia che hanno una voce al riguardo, anche quella inglese ne parla all’interno degli scontri del 2014. Però c’è quella russa, che si intitola Пожар в Одесском доме профсоюзов, cioè incendio al palazzo dei sindacati di Odessa. Evidentemente i nazisti si sono infiltrati anche lì, con la scusa che la Russia sta bloccando l’accesso a Wikipedia lasciando liberi i nazisti russofoni all’estero di vandalizzarla…

aggiornamento: (7 aprile) stanotte alle 2:20 ha scritto all’indirizzo di Wikimedia Italia un tal “ivan tighi” (google non mi ha dato nessuna occorrenza, quindi scrivere nome-e-cognome non dovrebbe essere un problema di violazione di privacy) cominciando con “Caro Jimmy,” (e scrivendo in italiano, ça va sans dire). Magari capite perché non rispondo nemmeno più: se uno è convinto di scrivere direttamente alla Wikimedia Foundation è inutile cercare di spiegargli come funzionano le cose.

Ultimo aggiornamento: 2022-04-07 08:45

No, Orsini non è stato “oscurato” da Wikipedia

Saturday, 26 March 2022 10:00 UTC

Sono più di vent’anni che esiste Wikipedia, e più di vent’anni che almeno i nostri giornalisti non hanno ancora capito come funziona. (Oppure che non gliene importa un tubo, o ancora che pensano che mettere Wikipedia in un titolo porti più visualizzazioni e quindi più soldi…) Prendete questo articolo del Corsera e guardate il titolo: quello che si può capire è che Wikipedia ha oscurato la voce su Alessandro Orsini perché “ha detto cose scomode” o qualcosa del genere.

La verità è un’altra. Fino all’altra settimana, nonostante l’evidente narcisismo di Orsini, non esisteva nessuna voce di Wikipedia su di lui: insomma, non se lo filava nessuno. Dopo che il Messaggero l’ha – se non ho capito male – censurato, i suoi solerti seguaci hanno scambiato Wikipedia per un social network e hanno cercato di creare la sua fanpage, che è stata regolarmente e immediatamente cancellata in tutte le sue incarnazioni dai nomi improbabili (“Alessandro Orsini (giornalista)”, “prof Alessandro Orsini”…). Tutto qua.

La vera domanda è un’altra. Orsini è da considerarsi “enciclopedico”, cioè una personalità rilevante, secondo le regole di Wikipedia? Beh, probabilmente sì. Nel 2010 vinse infatti il Premio Acqui Storia che dovrebbe essere importante – uso il condizionale perché non è il mio campo, e non per nulla io non sono nemmeno entrato nella discussione che si sta avendo al riguardo. In questo caso, non appena il polverone mediatico si sarà posato, immagino che la voce su di lui verrà scritta, e queste polemiche saranno riportate con la corretta enfasi come per esempio nel caso di Donatella Di Cesare. La censura insomma non c’è, checché ne pensino i solerti seguaci di cui sopra e forse anche l’estensore dell’articolo…

Ultimo aggiornamento: 2022-03-26 11:00

Dopo il primo articolo della scorsa settimana riguardo alla voce sull’invasione dell’Ucraina, ieri è stato pubblicato sul digitale (e credo oggi sul cartaceo) un articolo più completo (putroppo riservato agli abbonati).

Lasciamo da parte il fatto che continuino a parlare della fantomatica “Wikipedia Italia” (e dire che invece c’è “Wikipedia in lingua russa”… non riesco a capire quale sia per loro la differenza): evidentemente non ci arrivano. Partiamo invece dalle buone notizie: le affermazioni di Ruthven (il wikipediano intervistato dal giornalista) vengono riportate correttamente. Da questo punto di vista insomma non c’è nulla di cui lamentarsi. Quello che io ho trovato interessante è leggere nemmeno troppo tra le righe la posizione del gruppo GEDI, che è chiaramente antirussa. Insomma, il problema non mi parte tanto che Wikipedia sia o non sia un news media quanto che venga ritenuta non allineata con la scelta di campo di Elkann…

Poi vabbè, c’è il solito peana per la Treccani, dove «sono state aggiunte molte più informazioni di quelle che hanno trovato spazio, nelle tre settimane successive all’inizio del conflitto, su Wikipedia Italia.» Ho guardato ieri pomeriggio la voce relativa: ieri pomeriggio c’erano venti righe, dove tra l’altro si dice che «la Russia ha avviato una “operazione militare speciale” nel Paese, invadendo la regione di Kiev». In effetti hanno usato un punto di vista ancora più neutrale di quello wikipediano :-)

Martedì avrò parlato per una ventina di minuti con il giornalista che ha pubblicato questo articolo, e un altro wikipediano che era più addentro di me avrà ancora aggiunto qualcosa: eppure l’articolo afferma che è stata “Wikipedia Italia” a pubblicare la sua voce sull’invasione russa dell’Ucraina. Sono più di quindici anni che cerchiamo di spiegare che esiste Wikipedia in italiano (o se preferite in lingua italiana) e non Wikipedia Italia, ma niente da fare, non riusciamo a fare entrare il concetto.

Ma la cosa che mi lascia (e mi aveva lasciato martedì) più perplesso è un’altra: l’incredulità perché la versione italiana di Wikipedia era l’unica che non aveva una voce sull’invasione e si limitava a una bozza, incredulità che si avvicinava a una bocciatura piena del modello it.wiki. Basta vedere la terminologia: la voce italiana “appare sicuramente più scarna”, e non per esempio “è sicuramente più minimale”, con un aggettivo più neutro. (Per la cronaca: dire che la voce “è rimasta praticamente nascosta agli occhi dei lettori” è corretto, ed essendo io tanto buonino non mi lamento neppure per il grassetto). Scrivere di una guerra in corso è qualcosa di estremamente scivoloso: le notizie si susseguono e non c’è la possibilità di verificarle in modo indipendente. Certo, che ci sia stata un’invasione è fuori d’ogni dubbio, così come altre notizie. Certo, la struttura stessa di Wikipedia permette di emendare eventuali errori. Ma guardiamoci in faccia: è forse Wikipedia un news media? Evidentemente no. Ci sarebbe al più Wikinotizie, ma non se lo fila nessuno. Non vedo insomma nessun guaio se si evita di scrivere di tutto e di più su questa guerra: tanto ai lettori non mancano certo altre fonti a cui rivolgersi. Potremmo al più dire che si va su Wikipedia per cercare un punto di vista neutrale, che fino a martedì sera mancava; ma proprio perché io opero da una vita su Wikipedia vi posso assicurare che pur con le migliori intenzioni di tanti contributori non è affatto detto che su temi come questo si possa raggiungere l’oggettività in tempr reale.

Mi resta solo un dubbio: perché questa stroncatura specifica arrivi da un giornalista, che in fin dei conti ha tutto da guadagnare nel non essere in concorrenza su Wikipedia a riguardo di questo tema. Mah…

No, Wikipedia non è il tuo spot pubblicitario

Friday, 28 January 2022 03:04 UTC

Premetto che in questo post non scriverò nulla che possa farvi risalire alla persona in questione. (Ok, con un minimo di ricerca uno ci può arrivare lo stesso. Ma il mio scopo non è mettere alla berlina una persona bensì un ragionamento).

Una voce di Wikipedia è stata aggiornata dicendo che è stata apposta una targa commemorativa della persona di cui la voce tratta, con collegamento a un sito dove si racconta il perché e il percome della cosa. Fin qui nulla di male. Da un po’ di tempo, la persona che ha fatto mettere la targa sta cercando di aggiungere all’interno della voce che “L’iniziativa della targa è stata presa da [Nome Cognome]” e io (ma non solo io: semplicemente quella è una delle voci che di solito controllo) tolgo quella frase. La persona in questione insiste, scrivendo nell’oggetto della modifica frasi come «on capisco perché continuate a cancellare una informazione importante della bio. Sono giorno che sto provando ad aggiungere, in fondo, che l’iniziativa a targa è stata curata da [Nome Cognome]. Come potete leggete nell’articolo (nota numero 4).» Non pago di questo, è andato a cercare qui sul blog il modulo per scrivermi, mi ha mandato un messaggio su Instagram ed è andato a chiedere al mio editore come contattarmi. Presumo mi abbia scritto anche su Facebook, ma è dal 22 che non mi collego, visto che non ho tutta quella voglia di attivare la 2FA. (Ah: la mia politica è di non rispondere fuori da Wikipedia alle cose di Wikipedia: non tanto per non mischiare i flussi ma perché le risposte non sarebbero pubbliche. No, non ha mai scritto su Wikipedia, né sulla mia pagina utente né sulla pagina di discussione relativa a quella voce. D’altra parte in questo momento è bloccato in scrittura su quella singola pagina con motivo “Wikipedia è un’enciclopedia, non un modo per farsi pubblicità a costo zero. Al lettore interessa sapere che è stata posta una targa. Poi se vuole apre il link con la fonte.”, quindi la risposta ce l’ha già).

La mia domanda, ammetto retorica, è “ma tu, caro [Nome Cognome], credi davvero davvero davvero che importi a qualcuno che non sei tu sapere chi ha fatto mettere una targa commemorativa? E se è così, non facevi prima a scriverlo in fondo alla targa in questione?”

I 4 minuti più lunghi della mia vita

Saturday, 21 August 2021 16:58 UTC

Quest’anno Wikimania, la conferenza internazionale dei progetti Wikimedia, cancellata nel 2020 e riproposta in una chiave completamente rivista nel 2021, ha avuto un relatore in più. 😀

Il mio intervento si è tenuto in una sessione riguardante le collaborazioni tra Wikimedia e università insieme alla prof.ssa Maristella Gatto, con cui organizziamo i progetti universitari ad Uniba. È stato difficile condensare in 10 minuti 280 studenti e tante ore di lavoro, ma ce l’abbiamo fatta.

La sessione pre-registrata è andata abbastanza bene, complici anche i numerosi tentativi e fallimenti fatti in mattinata (ecco qui spiegato il titolo del post). Forse me la sono cavata peggio con le domande live, ma è pur sempre il bello della diretta!

Parlando dell’evento in generale, ho avuto modo di partecipare a qualche altra sessione ed è stato divertente incontrare altri Wikimediani da tutto il mondo, in particolare ho molto apprezzato il confronto con gli altri organizzatori di Wiki Loves Monuments nel mondo.

Il sistema usato però (che non era software libero) non mi è piaciuto molto, l’ho trovato parecchio disorientante e dispersivo. Tirando le somme, penso che se fosse stato organizzato meglio avrei potuto fare molte più conversazioni interessanti. Spero prima o poi di poter partecipare ad una Wikimania di persona!

Se avete piacere a vedere il mio intervento, trovate il video sopra. Qui invece c’è un po’ di materiale utile. Non sono riuscito a recuperare, invece, la registrazione del doppiaggio in tempo reale in Arabo, Francese, Tedesco, Spagnolo, Russo e Cinese che Wikimedia Foundation ha messo a disposizione per diversi eventi della conferenza, compreso il mio!