Poteva mancare, nel nostro viaggio alla scoperta delle tradizioni culturali e gastronomiche siciliane, una tappa all’insegna dello street food? L’evento itinerante Wiki Loves Sicilia 2024 si è concluso proprio a Palermo, una delle città più famose in Italia (anche) per il suo cibo di strada.

La tre giorni palermitana dei wikimediani in Sicilia

Il primo giorno, il venerdì, è stata la volta dell’Arancina Day. Un incontro realizzato in collaborazione con Free Circle, un’associazione di appassionati, studenti e professionisti con la passione del software libero e a codice aperto. Un’occasione per presentare Wikidata, il database libero, e come i dati possono essere utilizzati da altri strumenti open source, mentre assaporavamo il delizioso street food a base di riso.

Sabato mattina, insieme al rappresentante dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana, abbiamo presentato i risultati del progetto “Wiki Loves Sicilia” e avviato la collaborazione fra Wikimedia Italia e la Regione Siciliana, che sarà presto completata da una convenzione.

La presentazione è disponibile a questo link.

Foto di Ferdinando Traversa, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Gli interventi sono stati seguiti da una visita del Palazzo dei Normanni e della Cappella Palatina a cura della Fondazione Federico Secondo.

Nel pomeriggio abbiamo organizzato un laboratorio Wikipedia e un’editathon sul tema dello street food palermitano. Fra i partecipanti abbiamo avuto il piacere di ospitare anche la professoressa Ventura e i suoi studenti del percorso “Comunicazione per l’enogastronomia” dell’Università di Palermo, che hanno imparato come si possono aggiungere dei contenuti su Wikipedia. Il sabato sera è stato dedicato alla scoperta dello street food palermitano.

Durante l’ultimo giorno, abbiamo organizzato una visita guidata che ha permesso sia a chi visitava Palermo per la prima volta di scoprire l’architettura e la storia della città, sia ai palermitani DOC di ammirare il centro storico con nuovi occhi.

Wiki Loves Sicilia continua nel 2025

La prima edizione di Wiki Loves Sicilia è terminata, ma il progetto non finisce qui! Presto vi informeremo sui prossimi raduni in Sicilia attraverso questo sito e la pagina dei raduni di Wikipedia. Mentre per conoscere la comunità è disponibile il gruppo Telegram Wikimediani in Sicilia: uno strumento per conoscersi, collaborare e suggerire delle nuove attività.

Grande successo per Foss4G-IT – OSMit 2024

Monday, 13 January 2025 08:39 UTC

Dall’11 al 14 dicembre scorsi Padova ha ospitato FOSS4G-IT – OSMit 2024, uno degli eventi più importanti a livello nazionale per gli utilizzatori e sviluppatori di software geografico libero e dati geografici liberi, e in generale per tutte le persone che guardano alle soluzioni libere nel campo dell’informazione geografica. 

L’evento

FOSS4G-IT – OSMit 2024 è stato organizzato da GFOSS.it e Wikimedia Italia con la collaborazione di CirGEO  (Interdepartmental Research Center of GEOMATICS), Università di Padova –  TESAF (Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali) e ASITA  (conferenza nazionale di geomatica e informazione geografica). Il risultato sono state quattro giornate ricche di presentazioni, workshop, tavoli di lavoro e gruppi di discussione all’insegna di dati e software geografici liberi.

Foss4G
Foto di Anisa Kuci (WMIT), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Giorno 1: i workshop

La partecipazione a FOSS4G-IT – OSMit 2024 è stata importante: circa cento persone hanno infatti preso parte a una o più delle attività del convegno, che si è aperto con una giornata interamente dedicata ai workshop di introduzione pratica ai sistemi FOSS4G.

Workshop a Foss4G-IT - OSMit 2024
Foto di Anisa Kuci (WMIT), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Giorno 2: le presentazioni

La giornata del 12 dicembre è stata dedicata alle  presentazioni di esperti che hanno illustrato l’uso di strumenti open nel mondo accademico e professionale. Nel pomeriggio si sono concentrate buona parte degli interventi dedicati a OpenStreetMap, tra i quali la presentazione di Elisabetta Colucci di “PoliTO Mapping Party – Indoor Buildings”. Il progetto, organizzato dal gruppo di Geomatica del Politecnico di Torino (DAD, DIST, DIATI), coinvolge gli studenti nella mappatura degli spazi interni dell’ateneo, con l’obiettivo di migliorarne la navigazione e l’accessibilità.

Di grande interesse è stata anche la presentazione di Andrea Canevazzi (AMAT), Lorenzo Stucchi (Wikimedia), Chiara Angiolini (TomTom) e Said Turksever (Meta) sull’approccio collaborativo  per sostenere il miglioramento dei dati e il potenziamento della qualità della mappa pedonale OSM, utilizzando MapRoulette e la governance collaborativa.

Foto di Anisa Kuci (WMIT), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Giorno 3: i tavoli di lavoro

Dopo una giornata densa di presentazioni, la terza giornata del convegno è stata dedicata ai tavoli di lavoro, seguendo il metodo OST (Open Space Technology): i partecipanti hanno collaborato divisi in gruppi e per temi, al fine di stimolare la cooperazione, trovare soluzioni comuni e generare degli output dalle criticità emerse durante il lavoro. Dopo le sessioni c’è stata una plenaria per discutere insieme dei risultati ottenuti.

Tavoli di lavoro a FOSS4G
Foto di Anisa Kuci (WMIT), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Ultimo giorno: OSMit

L’ultima giornata del convegno è stata interamente dedicata alla comunità e al progetto OpenStreetMap. In mattinata Chiara Angiolini ha presentato il progetto di TomTom “Tech education: Andare a scuola sicuri” realizzato nel Liceo B. Cavalieri e sostenuto dal bando Wiki-imparare 2025 di Wikimedia Italia. Sono seguite altre presentazioni altrettanto interessanti, come la mappatura di elementi per l’accessibilità urbana in OpenStreetMap di Alessandro Sarretta, l’esperienza di UN Mappers raccontata da Michael Montani, la presentazione di Alessandro Palmas “OSM Italia adotta un borgo in Calabria”, e per concludere una spiegazione sulla raccolta e il caricamento su Mapillary di immagini a livello stradale con action cam, sempre a cura di Alessandro Sarretta.

Foto di Anisa Kuci (WMIT), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

In chiusura della sessione mattutina ci sono stati gli interventi di due membri del direttivo della OpenStreetMap Foundation, Maurizio Napolitano e Hector Ochoa Ortiz, che hanno condiviso la loro esperienza in OSMF, hanno spiegato come funziona la fondazione e hanno raccontato i loro auspici per il futuro del progetto a livello nazionale e internazionale.

Terminate le presentazioni, i partecipanti si sono divisi in  gruppi per discutere di 2 temi di interesse per la comunità: uno su ciclabilità e accessibilità, l’altro sui confini ISTAT (Import dati dalle PA) e paid editing.

Una conclusione all’insegna dello spirito comunitario

FOSS4G-IT - OSMit 2024
Foto di Dario Crespi (WMIT), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

L’ultima parte della giornata è stata infine dedicata a una sessione in plenaria dal titolo “Comunità o anarchici individualisti?”. Dalla discussione sono emersi diversi punti di vista, sono state condivise esperienze interessanti e molti spunti su come rafforzare il lato più comunitario di OpenStreetMap, aspetto certamente molto importante per il progetto.

Immagine in evidenza di Anisa Kuci, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Bando musei, archivi e biblioteche 2025

Monday, 13 January 2025 07:24 UTC

C’è tempo fino al 1° marzo 2025 per partecipare al bando musei, archivi e biblioteche (MAB) di Wikimedia Italia. Il bando è realizzato in collaborazione con ICOM Italia e Creative Commons Italia, ed è volto a sostenere il libero riuso in rete delle immagini di pubblico dominio e dei contenuti in open access con licenze libere.

L’obiettivo è la diffusione delle riproduzioni digitali del patrimonio culturale italiano con licenza libera, attraverso le tecnologie digitali e in particolare internet: un veicolo efficace per sensibilizzare i cittadini alla partecipazione diretta, per promuovere la ricerca, la creatività, la cultura e il turismo.

Leggi il bando completo

Chi può partecipare al bando musei, archivi e biblioteche 2025

Il bando si rivolge a tutte le istituzioni culturali con sede in Italia, pubbliche e private, di qualunque dimensione e in particolare, ma non solo, a musei, archivi e biblioteche e relative organizzazioni che le gestiscono.

Il budget delle attività deve essere compreso tra i 2.000 e gli 8.000 euro, e la  scadenza per la presentazione delle proposte è il 1° marzo 2025.

Le storie del bando musei, archivi e biblioteche

Il bando MAB di Wikimedia Italia esiste nella sua forma attuale dal 2021 e ha finanziato fino ad oggi ben 30 progetti, molto diversi tra loro e presentati da istituzioni culturali grandi e piccole lungo tutta la Penisola.

Sono stati finanziati progetti multipiattaforma, come quelli dei Musei di Strada Nuova di Genova e delle Biblioteche civiche di Bologna, che hanno caricato immagini su Wikimedia Commons, creato item su Wikidata e scritto voci su Wikipedia, e altri che riguardavano la condivisione di scansioni di libri interi, come quelli presentati dalla Biblioteca Arcivescovile di Brindisi (codici e incunaboli) o la Biblioteca di Economia dell’Università di Torino (testi di storia locale). Ma anche la condivisione di importanti scansioni 3d da parte del Museo di Storia Naturale di Pisa e l’integrazione di database con OpenStreetMap portato avanti dalla Biblioteca del CNR di Bologna.

Leggi le storie del bando MAB 2024 di Wikimedia Italia

Hai un progetto in mente?

La condivisione della conoscenza e la diffusione del sapere viaggiano per una moltitudine di strade diverse: se lavori per un ente o un’istituzione che possiede contenuti culturali di proprietà, in pubblico dominio o rilasciabili con licenza libera, leggi attentamente il bando e presenta la tua proposta.

Immagine: Scuola di Atene (cropped), Pubblico dominio

Sabato 18 gennaio alle 16:00 Palazzo Rosso a Genova ospiterà la premiazione nazionale del concorso Wiki Loves Monuments 2024. Ma la giornata sarà fitta di eventi, a partire dalla mattinata. Alle 10:00 saremo infatti ospiti del Museo dei Beni Culturali Cappuccini per una maratona di scrittura di voci su Wikipedia, mentre alle 15:00 lo staff di Palazzo Rosso ci accompagnerà in una visita guidata dei suoi spazi. In concomitanza alla premiazione del concorso, inoltre, si terranno i festeggiamenti per il 24° compleanno di Wikipedia.

Wiki Loves Monuments 2024

Il concorso, giunto alla sua tredicesima edizione, è organizzato in collaborazione con FIAF e gode del patrocinio di ANCI, ICOM Italia e AIB. Nel 2024 Wiki Loves Monuments ha raccolto più di 40.000 contributi fotografici da tutta Italia, con una partecipazione straordinaria di appassionati, fotografi professionisti e dilettanti.
Obiettivo principale del concorso è quello di arricchire Wikimedia Commons con immagini di alta qualità che documentino monumenti e luoghi di interesse storico e artistico, rilasciate con licenza libera. Non è solo quindi un’occasione per permettere agli appassionati di fotografia di esprimere talento e creatività, ma anche un momento di riflessione sulla salvaguardia del nostro patrimonio, spesso dimenticato o poco valorizzato. La premiazione di quest’anno rappresenta un’occasione unica per incontrare la comunità di Wikimedia e scoprire le immagini vincitrici, che racchiudono storie e prospettive affascinanti sul nostro Paese.

Il Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova

La giornata del 18 gennaio si aprirà alle 10 con un’editathon tematica presso il Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova.

Situato all’ultimo piano del convento dei frati Cappuccini di Santa Caterina di Genova, il museo ha come obiettivo la preservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini della Liguria, raccontandone la storia e l’impatto sul territorio.
Il percorso espositivo si snoda attraverso diverse sale che ospitano opere d’arte sacra, arredi liturgici, manoscritti e oggetti devozionali. Tra i pezzi più significativi si trovano dipinti di autori come Domenico Fiasella e Bernardo Strozzi, simboli della vivace stagione artistica ligure tra il XVII e il XVIII secolo. Non mancano testimonianze della vita quotidiana e spirituale dei frati, come i semplici strumenti di lavoro e i reliquiari.
Oltre alla collezione permanente, il museo si distingue per l’organizzazione di mostre temporanee e attività educative, confermandosi come un importante polo culturale.

Palazzo Rosso, sede della premiazione e del compleanno di Wikipedia


La giornata prosegue alle 15 con una visita guidata a Palazzo Rosso, parte del circuito dei Musei di Strada Nuova e del Sistema dei Rolli, nonché autentico capolavoro dell’architettura genovese. Costruito nel XVII secolo per volere della famiglia Brignole-Sale, il palazzo ospita oggi una ricca collezione d’arte che spazia dal Rinascimento al Barocco, con opere di artisti come Van Dyck, Guido Reni e Guercino. Gli affreschi, gli arredi e le decorazioni degli interni raccontano la storia di un’epoca di grande splendore e fanno di Palazzo Rosso uno scenario ideale per celebrare l’arte e la cultura. Alle 16 il palazzo ospiterà la premiazione del concorso e, a seguire, le celebrazioni del 24° compleanno di Wikipedia.

Come partecipare

La partecipazione a tutti gli eventi della giornata è libera e gratuita, ma per prendere parte all’editathon, alla visita guidata e alla premiazione occorre registrarsi a questo link.

Wiki Loves Monuments: i vincitori dei concorsi locali

Monday, 23 December 2024 15:55 UTC

I concorsi locali di Wiki Loves Monuments ogni anno ci consentono di ammirare le bellezze delle nostre regioni da tutti i punti di vista. Scopriamo allora insieme quali sono i vincitori dei concorsi regionali Wiki Loves Mouments 2024 di Puglia, Lazio, Liguria, Lago di Como e Friuli-Venezia Giulia, nell’attesa della premiazione del concorso nazionale, prevista per il 18 gennaio 2025 a Genova.

Wiki Loves Puglia

Quella di quest’anno è stata un’edizione da record per Wiki Loves Puglia: con ben 180 fotografi partecipanti, è infatti il concorso locale con più adesioni del 2024. 2.051 sono invece gli scatti caricati per celebrare il patrimonio culturale e artistico della regione. Ecco i primi 5 classificati:


Wiki Loves Lazio

Dopo una prima edizione nel 2019, torna nel 2024 il concorso locale WLM Lazio, e lo fa con ben 6.035 scatti partecipanti! Ecco i tre vincitori del concorso tradizionale e i primi tre della sezione “Luoghi della cultura”.

Concorso tradizionale

Luoghi della cultura


Wiki Loves Liguria

L’edizione ligure di Wiki Loves Monuments nasce nel 2017. Nel 2024 hanno partecipato al concorso 43 fotografi, caricando 1.691 foto. Ecco le prime tre classificate, insieme all’immagine vincitrice del premio speciale per i luoghi della cultura.


Wiki Loves Lake Como

Il concorso locale Wiki Loves Lake Como è giunto ormai alla sua sesta edizione. Il suo obiettivo è quello di valorizzare e documentare il patrimonio culturale e la ricchezza artistico-culturale del territorio lariano (province di Como e Lecco). Ammiriamo le immagini vincitrici delle varie sezioni del concorso di quest’anno:


Wiki Loves Friuli-Venezia Giulia

Il concorso Wiki Loves Monuments del Friuli-Venezia Giulia si svolge dal 2022, e coinvolge fin dalla prima edizione l’intero territorio regionale. Il 2024 ha visto la partecipazione di 18 fotografi che hanno caricato 188 scatti. Ecco i vincitori:

C’è uno sportivo italiano che quest’anno vince dappertutto, anche su Wikipedia. Se è sicuramente chiaro ai più di chi stiamo parlando, consultare la classifica delle voci più lette è un esercizio sempre illuminante, ancor di più quando si parla non di un mese, ma di un anno intero di ricerche degli italiani. Lasciamoci allora condurre dal volontario Oltrepier negli interessi dei nostri connazionali, con la classifica delle voci più lette su Wikipedia nel 2024 * (più alcune “Honorable mentions” che vi lasciamo in coda alla classifica).

1. Jannik Sinner (5.023.355 visite)

Dopo essere già stato una presenza fissa delle nostre classifiche e aver guadagnato il titolo di voce più letta nei primi sei mesi dell’anno, il tennista italiano ha consolidato ulteriormente il proprio vantaggio su tutte le altre pagine e (stra)vinto anche in questo caso: un successo “piccolo”, rispetto a quelli sul campo, ma che riflette bene il 2024 eccezionale dell’altoatesino, capace di diventare il nuovo numero uno del ranking ATP. La tonsillite che l’aveva estromesso dai Giochi Olimpici di Parigi e gli ultimi risvolti del caso sulla sua positività al Clostebol a Indian Wells sono stati forse gli unici veri aspetti negativi della stagione di Sinner, che lungo quest’anno si è aggiudicato i primi due trofei del Grande Slam, l’Australian Open e lo US Open, nonché cinque diversi tornei ATP e le ATP Finals; infine, a novembre, ha contribuito alla seconda vittoria consecutiva in Coppa Davis da parte della nazionale italiana.

2. Società Sportiva Calcio Napoli (2.863.957 visite)

Il club calcistico partenopeo conclude il 2024 in seconda posizione, anche se il grande interesse verso la voce è stato principalmente dovuto alla sfortunata stagione 2023-2024, che aveva visto la squadra terminare al 10° posto in campionato e mancare la qualificazione alle coppe europee per la prima volta dopo 14 anni, rendendo quindi molto al di sotto delle aspettative rispetto all’annata precedente, conclusasi invece con la vittoria del terzo Scudetto. La stagione 2024-2025, per cui il Napoli si è affidato al tecnico Antonio Conte, ha finora mostrato un notevole cambio di passo, con gli azzurri nuovamente coinvolti nella lotta per il titolo nazionale, anche grazie all’impatto di alcuni nuovi innesti.

3. Rai (2.400.763 visite)

Il servizio pubblico italiano ha tagliato due importanti traguardi nel corso del 2024: il settantesimo anniversario dall’inizio delle trasmissioni televisive, iniziate alle 11:00 del 3 gennaio 1954, e il centesimo (lo scorso 6 ottobre) dalla prima messa in onda dei programmi dell’Unione radiofonica italiana, antenato della stessa Rai. Con tutta probabilità, però, ci sono stati anche molti altri fattori che hanno contribuito al sorprendente terzo posto della storica rete nazionale in questa classifica. Innanzitutto, il successo dell’ultimo Festival di Sanremo curato da Amadeus, capace di ottenere una media del 65,44% di share, così come della serie Mare fuori, del talk show Belve e delle miniserie dedicate a personaggi del calibro di Franco Califano, Guglielmo Marconi e Mike Bongiorno. Ma anche episodi negativi, come gli scontri durante le proteste davanti alle sedi di Torino e Napoli (in reazione alle posizioni assunte dalla dirigenza Rai sulla guerra nella Striscia di Gaza) e le denunce pubbliche di censura e interferenze politiche da parte del sindacato Usigrai. Infine, alcune importanti defezioni, come quelle del sopracitato Amadeus (passato a Nove) e dell’ormai ex presidente Marinella Soldi (assunta dalla BBC), nonché le scomparse degli storici giornalisti Franco Di Mare e Luca Giurato. Nel complesso, dunque, la Rai continua ad avere un ruolo centrale nel dibattito e nella vita quotidiana di molti italiani.

4. Facebook (2.280.076 visite)

Per quanto non sia sempre stato facile intuire le dinamiche alla base della popolarità della voce sulla piattaforma di Meta, si possono comunque individuare più motivazioni: in primo luogo, i festeggiamenti per il ventesimo anniversario di Facebook, approdata ufficialmente online il 4 febbraio 2004. Inoltre, il social network co-fondato da Mark Zuckerberg è stato al centro di diverse controversie, soprattutto nella prima parte di quest’anno: ad esempio, il coinvolgimento nelle indagini della Commissione Europea sulla concorrenza nel mercato digitale, e gli scontri con la stampa australiana sulla promozione dei contenuti giornalistici, che hanno portato alla chiusura della sezione “news” di Facebook nel Paese, oltre che in Canada.

5. Italia (2.018.285 visite)

In questo caso non c’è molto da scrivere, se non forse che, al netto dei problemi strutturali che si ritrova ancora ad affrontare, l’Italia rimane comunque il Paese a cui siamo tutti indissolubilmente legati, qualunque sia la parte della penisola (o del mondo) in cui stiamo leggendo questo articolo. Nel corso dell’anno, oltre al consueto rinnovo delle feste della Liberazione (25 aprile) e della Repubblica (2 giugno), il nostro Paese è stato interessato dalle recenti elezioni europee, oltreché da sette elezioni regionali e 29 amministrative nei comuni capoluogo. Inoltre, l’Italia è stata rappresentata in numerosi eventi sportivi, a partire dalle Olimpiadi e Paralimpiadi svoltesi a Parigi.

6. Mango (cantante) (1.941.212 visite)

Il cantautore originario di Lagonegro, scomparso nel dicembre del 2014, mantiene un posto anche nella classifica di fine anno, in particolar modo grazie al notevole picco di visualizzazioni ricevuto a febbraio. Ancora una volta, Mango precede la figlia Angelina, vincitrice dell’ultimo Festival di Sanremo, da cui era stato omaggiato durante la serata delle cover, con un’interpretazione estremamente sentita del brano del 2002 La rondine, che ha quindi contribuito a rinnovare l’interesse nei confronti dell’artista e del suo repertorio, comprendente anche brani come Oro, Bella d’estate e Mediterraneo.

7. Angelina Mango (1.870.711 visite)

Nel corso del 2024, la cantautrice figlia di Mango e Laura Valente ha tagliato numerosi traguardi importanti della sua giovane carriera: non solo la vittoria a Sanremo, con il brano La noia, ma anche la partecipazione all’Eurovision Song Contest di Malmö, in cui aveva invece concluso al settimo posto. L’artista ha tratto vantaggio anche dal successo del suo album d’esordio, Poké melodrama (pubblicato lo scorso 31 maggio), e del singolo Per due come noi, in collaborazione con Olly e JVLI.

8. Campionato europeo di calcio 2024 (1.781.970 visite)

La 17° edizione degli Europei di calcio si è tenuta dal 14 giugno al 14 luglio di quest’anno, venendo organizzata dalla Germania per la terza volta nella sua storia, dopo gli Europei del 1988 (anno precedente alla riunificazione delle repubbliche occidentale e orientale) e del 2020, in cui però il Paese era solo una delle tappe itineranti. Nonostante la competizione non abbia riservato memorie esattamente emozionanti all’Italia, eliminata negli ottavi di finale dalla Svizzera, nel complesso ha comunque visto sia percorsi in un certo modo sorprendenti, ad esempio nei casi di Georgia e Turchia, ma anche eliminazioni più o meno clamorose, fra cui quelle degli stessi Azzurri, del Belgio e dell’Ucraina (estromessa solo per via della differenza reti). Alla fine, però, è stata la Spagna ad aggiudicarsi la vittoria finale e il quarto titolo europeo, prevalendo in finale sull’Inghilterra al termine di un torneo piuttosto convincente.

9. Omicidio di Elisa Claps (1.696.558 visite)

La tragedia riguardante la ragazza sedicenne di Potenza, sparita nel nulla nel 1993 e ritrovata morta solo nel 2010, è tornata al centro dell’attenzione di molti grazie al documentario Dove Nessuno Guarda (realizzato da Pablo Trincia e prodotto da Sky Italia), inizialmente pubblicato sotto forma di podcast su Chora Media nell’agosto del 2023, ma poi trasmesso in quattro puntate su TV8 a partire dal 16 settembre di quest’anno. Inoltre, a partire dal 25 luglio, è approdata su Netflix un’altra miniserie televisiva dedicata allo stesso caso, Per Elisa – Il caso Claps (diretta da Marco Pontecorvo), trasmessa su Rai 1 fra l’ottobre e il novembre del 2023 e realizzata con il contributo diretto della famiglia Claps, che aveva quindi deciso di devolvere il compenso al progetto di realizzazione di un ambulatorio dedicato ad Elisa a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo.

10. Povere creature! (1.694.016 visite)

Chiude la classifica di fine anno il surreale film del regista greco Yorgos Lanthimos, adattamento dell’omonimo romanzo pubblicato nel 1992 dall’autore scozzese Alasdair Gray. Presentato nel settembre del 2023 a Venezia, dove aveva subito vinto il Leone d’oro al miglior film, nel corso del 2024 Povere creature! è stato ulteriormente premiato con due Golden Globe e quattro Oscar, incluso uno come Miglior attrice protagonista ad Emma Stone. Fra gli altri membri eccellenti del cast, si ricordano Mark RuffaloWillem DafoeRamy Youssef e Jerrod Carmichael.

Honorable mentions”

Appena fuori dalla top ten troviamo Annalisa (cantante) (1.651.904), Cristiano Ronaldo (1.617.151), Jasmine Paolini (1.551.180), Lyle ed Erik Menéndez (1.536.791, in soli due mesi), Juventus Football Club (1.524.324), Ghali (rapper) (1.457.279).

*I dati della classifica sono aggiornati al 30 novembre 2024.

Le foto vincitrici di Wiki Loves Earth 2024

Tuesday, 10 December 2024 15:50 UTC

Wiki Loves Earth 2024 ha finalmente i suoi vincitori. Giunto alla sua dodicesima edizione, il concorso ha come obiettivo la valorizzazione dei beni naturali e paesaggistici delle aree protette in tutto il mondo. Quest’anno il numero di Paesi partecipanti è salito a 56, con più di 80.000 immagini caricate con licenza libera su Wikimedia Commons, per consentirne il riutilizzo da parte di tutti.

E – udite udite – l’Italia appare ben due volte nella classifica delle foto vincitrici!

La selezione

I Paesi partecipanti hanno selezionato fino a 15 immagini vincitrici del concorso locale, divise in due categorie – Paesaggi e Macro/Close-up – che hanno poi preso parte alla selezione internazionale di Wiki Loves Earth 2024. La giuria, composta da fotografi, esperti e wikimediani di tutto il mondo, ha selezionato, tra le immagini vincitrici, due fotografie provenienti dal concorso italiano, una per la categoria “Paesaggi” e una per quella “Macro/close-up”. Si tratta, rispettivamente, della foto scattata da Scosse dello splendido Lago di Fusine, che si posiziona sesta nella categoria “Paesaggi”, e del maestoso cervo catturato da MicheleIlluzzi in A deer in the mist, classificatasi prima nel concorso internazionale per la sezione “Macro/close-up”.

Ma vediamo tutte le magnifiche foto vincitrici del concorso Wiki Loves Earth di quest’anno.

Le foto vincitrici di Wiki Loves Earth 2024

Categoria Paesaggi

  • Prima classificata
Foto vincitrici Wiki Loves Earth 2024
Son kanat çırpış di Rotadefterim, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Seconda classificata
Марсианский пейзаж впадины Карынжарык. Вдали Три Батыра di Максат79, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Terza classificata
Kaçkar Dağları ve Artvin di Ismailtasgeldi, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Quarta classificata
Кызылкуп на рассвете di Максат79, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Quinta classificata
Hürmetçi_ve_Erciyes di Ismailtasgeldi, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Sesta classificata
Riflesso al Lago di Fusine di Scosse, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Settima classificata
Геопарк Мадыген (краски) di Marat Nadjibaev, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Ottava classificata
Şavşatta Sonbahar di Turreis10700, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Nona classificata
Un pecheur rentre au port au lever du jour à kerkennah di Skander zarrad, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Decima classificata
Yedigöller Ormanlari di Kecags, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Categoria Macro/Close up

  • Prima classificata
A deer in the mist di MicheleIlluzzi, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Seconda classificata
Dudek chocholatý při krmení mláďat di Luckhy86, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Terza classificata
Empusa Pennata di Mkrc85, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Quarta classificata
Vážka žlutavá di Lubomír Dajč, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Quinta classificata
Pheasant-tailed jacana in flower di Anissheikh2647, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

  • Sesta classificata
Leaf-cutting cuckoo bees di Kramthenik27, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Settima classificata
Baby mediterrenian chameleon di Mkrc85, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Ottava classificata
Spotted deer di Dasrath Shrestha Beejukchhen, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Nona classificata
Lineated barbet as caring parent di Asker Ibne Firoz, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

  • Decima classificata
Ledňáček na lovu di Luckhy86, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Il programma di Foss4G-IT – OSMit 2024 è online

Friday, 6 December 2024 14:36 UTC

Dall’11 al 14 dicembre l’Università di Padova ospiterà Foss4G-IT – OSMit, l’evento dedicato al software geografico libero e ai dati geospaziali aperti, co-organizzato dalle associazioni GFOSSit e Wikimedia Italia. Il programma è online e può essere consultato a questo link.

Il programma di Foss4G-IT – OSMit

Si parte l’11 dicembre con una giornata all’insegna dei workshop. Sul sito dell’evento è disponibile la lista di quelli attivabili: tra questi vi è anche un workshop dedicato agli strumenti di mappatura su OpenStreetMap, condotto da Alessandro Sarretta. La seconda giornata sarà dedicata invece alle presentazioni: tra queste, anche il talk “Approccio collaborativo per sostenere il miglioramento dei dati e il potenziamento della qualità della mappa pedonale OSM, utilizzando MapRoulette e la governance collaborativa – Milano use-case” con Lorenzo Stucchi (Wikimedia Italia) e Chiara Angiolini (TomTom) e “L’analisi GIS multi-criteriale opensource partecipata per la definizione di buone pratiche agroecologiche: il caso delle Urban Food Forests a Padova” con Daniele Codato e Denis Grego.

La giornata di venerdì 13 ospiterà invece i tavoli di lavoro. Ci sarà la possibilità di confrontarsi con la comunità di FOSS4G-IT su argomenti riguardanti i temi del software a codice libero geografico o i dati aperti geografici come QGIS, Pubblica amministrazione e software aperto, Open Data, o altri temi attinenti proposti dai partecipanti.

OSMit 2024

Se durante tutta la durata dell’evento ci saranno presentazioni, workshop e tavoli di discussione legati a OpenStreetMap, la giornata di sabato 14 dicembre sarà interamente dedicata a OSMit 2024, il ritrovo della comunità italiana di OpenStreetMap. La giornata sarà strutturata in 3 differenti momenti:

  • Conferenza con presentazioni
  • Discussione in gruppi su specifiche tematiche
  • Tavola rotonda di discussione

L’evento è gratuito e aperto a tutti, ma è necessaria l’iscrizione per questioni organizzative:

Per chi partecipa online ci si può iscrivere su questa pagina, mentre per chi desidera partecipare in presenza l’iscrizione è a questo link. Chi lo desidera può proporre anche un proprio contributo alla giornata, scrivendo la proposta su questa pagina.

Immagine dei Contributori di OpenStreetMap, ODbL

Wiki Loves Sicilia 2024 si conclude a Palermo

Monday, 2 December 2024 09:19 UTC

Il progetto Wiki Loves Sicilia 2024 si propone di documentare la gastronomia siciliana e le pratiche di agricoltura e preparazione del cibo. In questo viaggio, con l’aiuto di wikimediani esperti, abbiamo imparato ad aggiungere contenuti su Wikipedia, a migliorare le voci con informazioni affidabili, a scattare e caricare foto sotto licenza libera su Wikimedia Commons e aggiungere dati riutilizzabili su Wikidata.

In questo progetto, realizzato con il patrocinio della Regione Sicilia, i wikimediani siciliani si sono ritrovati in più province per una serie di eventi che includono laboratori di contribuzione, visite ad aziende agricole e altre attività per scoprire le tradizioni gastronomiche dell’isola. Ma non finisce qui! Unisciti ai prossimi eventi di Wiki Loves Sicilia, e avrai la possibilità di conoscere altri volontari impegnati sui progetti Wikimedia, e di migliorare insieme i contenuti legati al patrimonio siciliano.

Prossimo appuntamento a Palermo

Dopo essersi incontrati a Catania per lavorare sui dolci, a Caltanissetta per scoprire i grani antichi, e a Ragusa per imparare tutto sui formaggi, i volontari si ritroveranno per un’ultima tappa a Palermo, dal 13 al 15 dicembre.

Ci sarà un momento di conclusione dell’evento, in cui si presenteranno anche i prossimi passi dell’iniziativa. Verrà inoltre organizzata la formazione su Wikipedia e sugli altri progetti Wikimedia per chi non ha ancora fatto i suoi primi edit, e ovviamente non mancherà una tappa dedicata al cibo, con delle passeggiate nel centro storico della città alla ricerca dei migliori esempi di street food palermitano.

Il programma e la lista d’iscrizioni sono disponibili sulla pagina wiki dei raduni in Sicilia. Vi aspettiamo numerosi!

Immagine: + 1184 wurde mit dem Bau der Kathedrale in Palermo begonnen, di Holger Uwe Schmitt, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

L’8 e il 9 novembre scorsi la comunità italofona di Wikidata si è ritrovata presso la Biblioteca “Dario Nobili” del CNR di Bologna per i Wikidata Days 2024, un evento per festeggiare il 12° compleanno di Wikidata con presentazioni, talk, laboratori e tanti momenti di scambio e discussione.

L’idea dell’evento è sorta nell’ambito del GWMABGruppo Wikidata per Musei, Archivi e Biblioteche, prendendo spunto dalle giornate realizzate in Portogallo l’anno scorso. Grazie al sostegno di Wikimedia Italia, Wikimedia CH e del CNR di Bologna e all’organizzazione di Léa Lacroix, è stato possibile far conoscere i tanti progetti su Wikidata nati nel mondo GLAM alla più ampia comunità Wikidata, con un’attenzione particolare alle collaborazioni con gli altri progetti Wikimedia e con OpenStreetMap. 

Wikidata e le biblioteche

Il programma dell’evento, curato da Camillo Pellizzari e Léa Lacroix, ha visto tra i temi principali quello delle collaborazioni tra Wikidata e le biblioteche accademiche.  In Italia, e non solo, i bibliotecari sono infatti una parte importante della comunità, poiché i dati bibliografici (su autori, titoli, case editrici, luoghi di pubblicazione, classificazioni e soggetti) sono una porzione importante di Wikidata. I bibliotecari contribuiscono al progetto con la loro esperienza professionale e condividendo i dati dei cataloghi. Ma lo scambio è reciproco: la collaborazione con Wikidata permette infatti ai cataloghi delle biblioteche di connettersi agli altri dataset nella Linked Data cloud e di arricchirsi grazie ai collegamenti e allo scambio di dati, che costituiscono il punto di forza del formato LOD che è alla base di Wikidata.

Wikidata Days
Foto di gruppo Wikidata Days 2024 di Chiamente, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Gli interventi dei Wikidata Days 2024

Un primo nucleo di interventi ha riguardato progetti di allineamento tra cataloghi e Wikidata.

Tra le esperienze presentate vi sono quelle del gruppo di lavoro del sistema bibliotecario dell’Università di Firenze, che da anni ha allestito una “wikistazione” per sostenere le collaborazioni tra l’ateneo e i progetti Wikimedia, e quella della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, finalizzata all’allineamento tra il Thesaurus del Nuovo Soggettario (ovvero i termini utilizzati per classificare i libri dal punto vista del contenuto) e l’ontologia di Wikidata, con un focus sui termini usati nell’ambito della fotografia.

Elena Ravelli di ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche) ha presentato il più recente progetto di collaborazione tra il catalogo SBN, il più grande catalogo collettivo nazionale a cui partecipano quasi 7000 biblioteche di ogni tipologia in tutte le regioni, e Wikidata, che ha permesso l’arricchimento di un primo campione di oltre 16mila autori grazie a dati biografici estratti da Wikidata.

All’authority control è stato dedicato anche l’intervento di Stefano Bargioni sull’esperienza della Biblioteca della Pontificia Università della Santa Croce di Roma, che adottando il software gestionale open source Koha ha potuto beneficiare della libertà di modificare l’applicativo e realizzare tool e gadget basati su Wikidata, disponibili sia per i catalogatori nell’interfaccia di catalogazione sia per gli utenti finali nell’OPAC.

Alessandro Marchetti ha presentato invece gli ultimi sviluppi in Italia e in Svizzera della riconciliazione con Wikidata degli autori di produzioni scientifiche, come sviluppo del progetto WikiCite, che ha dato modo di confrontare come differenti situazioni istituzionali influenzino anche le scelte nella produzione e nel trattamento dei dati.

Altri progetti hanno riguardato invece la strutturazione di dati per l’import in Wikidata, che consente di rendere un set di dati disponibile nel web, collegato ad altri e interrogabile tramite query SPARQL. In questa tipologia di progetti si possono collocare quelli relativi a Le riviste di biblioteconomia italiane in Wikidata, presentato da Alessandra Moi, Andrea Marchitelli e Carlo Bianchini e il progetto di import in Wikidata della Bibliografia italiana delle biblioteche, del libro e dell’informazione, presentato da Roberta Licitra, Cecilia Checchi e Carlo Bianchini.

Interrogare dati strutturati permette nuove ricerche e nuove scoperte, perché rende possibile collegare dati e fonti in modo nuovo: lo ha illustrato Alessio Ionna con l’intervento sulle Possibili applicazioni di Wikidata al fenomeno delle committenze artistiche: il Wikiproject Buonaccorsi, una ricerca in campo storico-artistico che trae vantaggio dalla strutturazione delle informazioni, disseminate in diverse fonti (fotografiche e documentali, digitali e cartacee), usando Wikidata come collettore di dati e collegamenti con Wikipedia e Wikimedia Commons.

Il progetto LibMovit. Studiosi, libri, idee in viaggio nell’Italia del XVIII secolo si basa su un recente strumento messo a disposizione della comunità, Wikibase Cloud, che permette di creare un’istanza di Wikibase dedicata a una specifica porzione di dati o ambito del sapere. Il progetto, che vede la collaborazione di ricercatori delle università di Pavia e Bologna, è dedicato a convertire in dati strutturati e quindi interrogabili le informazioni fornite dai viaggiatori stranieri nei testi sulle biblioteche italiane visitate.

Il ruolo di Wikidata come hub e collegamento (termini ricorrenti nelle presentazioni) tra progetti, database e discipline diversi è stato valorizzato anche grazie agli interventi sulle intersezioni tra dati geografici, mappe, OSM e Wikidata per la mappatura del patrimonio culturale (Ilaria di Cocco, Dati open per il patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna; Klaus Werner, Mappare il patrimonio culturale con OpenStreetMap e Wikidata).

Si è parlato anche degli ultimi sviluppi di Wikifunctions e Abstract Wikipedia (Luca Martinelli), di etica e femminismo dei dati (Valentina Bazzarin), di open data e open access in Svizzera (Ilario Valdelli), della qualità e completezza dei dati di Wikidata (Marco Montanari). 

Wikidata Days Bologna 2024 – laboratorio Wikidata di Auregann, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

I laboratori

Nei laboratori sono stati approfonditi diversi aspetti pratici, quali l’organizzazione, pulizia dei dati e la riconciliazione mediante OpenRefine (Luca Martinelli); metodi di reperimento e sistemazione dei dati imprecisi o privi di riferimenti presenti in Wikidata (Camillo Pellizzari); le query SPARQL per estrarre e visualizzare i dati (Horcrux); le modalità di inserimento di dati geografici in Wikidata e l’importanza dei collegamenti tra Wikidata e OpenStreetMap (Alessio Melandri).

Il dettaglio dei contributi, le presentazioni e le registrazioni di tutti gli interventi in Sala centrale sono disponibili sulla pagina dell’evento, grazie all’ottimo supporto tecnico dello staff della Biblioteca “Dario Nobili” che ha riservato una straordinaria accoglienza ai partecipanti ai Wikidata Days.

Torta a Wikidata Days Bologna 2024. Foto di gruppo di Alexmar983, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Buon compleanno, Wikidata!

I Wikidata Days di Bologna si sono chiusi con la torta e gli auguri a Wikidata e nuovi appuntamenti per incontrarsi ancora: il 5-6 giugno 2025 si svolgerà infatti presso l’Università di Firenze un convegno su Wikidata e la ricerca, organizzato da un comitato scientifico internazionale col sostegno di Wikimedia Italia e Università di Firenze.

È possibile aderire con proposte di paper, lighting talk e poster fino al 9 dicembre, a partire dalla pagina del convegno.

Wikidata Days in Svizzera

Wikimedia Svizzera, che ha contribuito all’evento, ha annunciato l’organizzazione dei prossimi Wikidata Days in Svizzera. L’evento si rivolgerà a bibliotecari, ricercatori e tecnici dell’informazione per analizzare il problema dell’eterogeneità dei sistemi di catalogazione.

Immagine in evidenza: Torta a Wikidata Days Bologna 2024 di Alexmar983, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

L’arte s’ha da pagare

Friday, 1 November 2024 03:51 UTC

l'aceto balsamico con l'immagine del duca d'Este Bisogna dire che i giudici italiani sono coerenti. Anche nella causa per l’uso non autorizzato dell’immagine del duca d’Este su un aceto balsamico, la corte d’appello di Bologna ha dato ragione al ministero della Cultura: non importa se le immagini sono di opere ovviamente fuori copyright, e non importa nemmeno se sono semplici immagini e non gli originali: se la vuoi usare per scopi commerciali, devi avere l’autorizzazione relativa (e immagino sganciare soldi, che ce n’è sempre bisogno). Per fortuna io non ho scopi commerciali né diretti né indiretti, quindi posso lasciare l’immagine incriminata.

Avrei forse capito se l’autorizzazione fosse necessaria per evitare usi distorti, anche se si potrebbe partire con una discussione sulla possibilità o meno di parodia. Ma non pare il caso, visto che si afferma che questi beni, una volta usati per lucro, perderebbero il loro valore come beni riconosciuti e protetti dalla legge. Ma questo, almeno a mio parere, dovrebbe allora valere anche per gli usi non a fini di lucro. Peggio ancora, il Codice dei Beni Culturali nasce (lo dice esso stesso) per “preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e promuovere lo sviluppo della cultura”, in accordo all’articolo 9 della Costituzione.

Continuo a pensare che se questa è l’idea del MiC almeno siano coerenti e vietino tutti gli usi pubblicitari del patrimonio culturale italiano, a partire dai loro. Mi chiedo solo quando qualcuno verrà a bloccare l’uso di quelle immagini su Wikipedia, visto che la licenza prevede il riuso commerciale e – fatto salvo per le opere fotografate per Wiki Loves Monuments – non mi pare proprio sia stata richiesta un’autorizzazione e qiundi non importa se quelle immagini sono solo per motivi di studio e ricerca.

Ci sono giornalisti e giornalisti

Sunday, 8 September 2024 17:03 UTC

L'IP che ha eliminato la data di morte di Schillaci Purtroppo pare che Totò Schillaci abbia avuto una recidiva del tumore al colon che l’aveva colpito. Purtroppo la mamma dei cretini è sempre incinta, e un utente anonimo oggi alle 15 aveva modificato la voce di Wikipedia sul protagonista di Italia 90, indicandone la morte. La falsa notizia è stata tolta un paio d’ore dopo da un altro utente anonimo, non prima che Repubblica scrivesse ” Addirittura il profilo di Wikipedia, come spesso accade, aveva proposto un aggiornamento di pessimo gusto annunciando la scomparsa nel 59enne proprio in data 8 settembre 2024.” (sì, la frase non ha senso: se il vandalo ha scritto oggi e l’articolo è di oggi, specificare la data non serve a nulla).

L’utente che ha inserito la morte di Schillaci è un siciliano non meglio identificabile, almeno con le informazioni pubbliche che io come tutti voi ho a disposizione. Invece si sa qualcosa di più dell’utente che ha tolto la data di morte, come potete vedere dall’immagine: si connetteva dalla sottorete pubblica del Messaggero, e presumibilmente è un giornalista. Per quel poco che può valere, voglio ringraziarlo pubblicamente.

Ultimo aggiornamento: 2024-09-08 19:03

Certe cose non cambiano mai

Friday, 12 July 2024 08:50 UTC

Per la quarta volta la Wikimedia Foundation non è stata accettata come membro osservatore WIPO. (Ne avevo già parlato due anni fa, quando si era provato a chiedere di entrare come osservatori i capitoli nazionali).
Per la quarta volta il veto è arrivato dalla Cina.
Direi che non c’è molto da aggiungere.

Ultimo aggiornamento: 2024-07-12 10:50

La grande bontà della SIAE

Friday, 31 May 2024 02:51 UTC

il logo SIAE Mi ero perso questo articolo di Capodanno, che raccontava di come un giudice di pace aveva dato torto alla SIAE in un caso in cui una rivista aveva pubblicato delle foto di opere di autori contemporanei ed era stata citata a giudizio perché non aveva pagato i diritti: nella sentenza il giudice ribadì “il principio cardine della legge sul diritto d’autore, in base alla quale è libero l’uso delle immagini ai fini di critica e discussione e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica”.

Mi ero anche perso (occhei, non è che io legga più tanto spesso Repubblica questo articolo di mercoledì, dove il gruppo GEDI si lamentava perché giornali e riviste – ma anche i musei – faticavano a sapere quanto avrebbero dovuto pagare per l’uso delle immagini, e in caso il preventivo arrivasse era esorbitante.

Ora il presidente della SIAE Salvatore Nastasi annuncia che le cose cambieranno: «Nei prossimi giorni proporrò al consiglio di gestione della Società una soluzione che rispetti le norme ma che consenta di mettersi al passo coi tempi e in linea con le principali nazioni europee. Va infatti ricordato che in Europa ogni Paese tratta questo argomento in maniera diversa».

Vi siete accorti di una cosa? Nastasi non parla di legge, anche perché come citato sopra il testo della legge parla chiaro: se stai raccontando di una mostra (diritto di cronaca) e usi immagini che non possono in pratica essere rivendute come opere tu hai il diritto di farlo. Nastasi sta dicendo che la SIAE eviterà benignamente di chiederti i soldi, sapendo che citarti a giudizio porterebbe a un’ulteriore sconfitta: certo, tra un paio d’anni, ma gente tignosa ce n’è sempre. D’altra parte il punto è sempre lo stesso: gli autori, soprattutto quelli piccoli che ottengono solo le briciole e presumibilmente non vedono nemmeno un euro di questi diritti che finiscono in un unico calderone, ci guadagnano di più a essere citati in un articolo di giornale o nella brochure di una mostra oppure nel modo che la SIAE persegue attualmente?

D’altra parte è una vita che Wikipedia aspetta un decreto attuativo che specifichi quale sia la bassa risoluzione per le immagini ammessa dal comma 1 bis dell’articolo 70 della legge sul diritto d’autore, e immagino che finché ci sarà la SIAE potremo aspettare ancora una vita o due…

Autarchia artistica

Monday, 8 April 2024 02:51 UTC

Particolare dell'uomo vitruviano
L’anno scorso un tribunale italiano aveva stabilito che Ravensburger doveva pagare i diritti allo stato italiano se voleva fare un puzzle raffigurante l’Uomo vitruviano di Leonardo, insomma la figura che vedete su una faccia delle italiche monete da un euro. Come fa a essere sotto copyright? forse vi chiederete. La risposta è “no, non è ovviamente sotto copyright né lo è mai stato, ma lo Stato Italiano nella sua indefinita saggezza ha deciso che le opere da esso possedute non possano essere riprodotte se non pagando al suddetto Stato un balzello. Tutto questo è stato definito più volte da governi di ogni colore, dal Codice Urbani sotto la buonanima di Berlusconi all’Art Bonus di Franceschini fino agli attuali tariffari (oggettivamente da poco ridotti di costo) con l’attuale governo.

Qualche giorno fa, però, una corte di Stoccarda ha sostanzialmente detto “In Italia potete fare quello che vi pare, o quasi: ma non potete pretendere che all’estero si rispetti quella che è una vostra legge locale”. Qual è il risultato pratico? Lo Stato (cioè noi) ha sprecato un po’ di soldi per fare un’inutile causa in Germania; Ravensburger e gli altri si limiteranno a non vendere in Italia cose basate su opere d’arte italiana; e noi rimarremo cornuti e mazziati. Ma forse è tutta una manovra dell’attuale governo, che si sta fregando le mani all’idea che potrà autarchicamente rafforzare l’italica filiera con produttori nostrani felicissimi di pagare per presentare alla nazione la nostra passata ingegnosità.

Perlomeno dal punto di vista di Wikipedia siamo un po’ più tranquilli: l’immagine dell’Uomo vitruviano può tranquillamente restare, e se noi italiani non potremo usarla a fini commerciali qualcuno se ne farà una ragione.

(l’immagine è ovviamente un particolare dell’Uomo vitruviano, vedi Wikimedia Commons)

Paga Pantalone

Monday, 6 November 2023 03:51 UTC

D.M. 161 11/04/2023 LINEE GUIDA PER LA DETERMINAZIONE DEGLI IMPORTI MINIMI DEI CANONI E DEI CORRISPETTIVI PER LA CONCESSIONE D’USO DEI BENI IN CONSEGNA AGLI ISTITUTI E LUOGHI DELLA CULTURA STATALIPiergiovanna Grossi è un’attiva wikipediana. Ma è anche una professoressa a contratto e una ricercatrice, e le è capitato di scrivere un articolo per una rivista locale di settore un articolo sull’attribuzione dell’ex Oratorio del Montirone ad Abano Terme, il tutto corredato con due foto che lei stessa aveva scattato all’archivio di Stato di Venezia. Bene: dopo aver pagato 16 euro per un preventivo, ha ancora dovuto sborsare 2 (due) euro per il privilegio di poter scattare e utilizzare due foto… oltre ad altri 32 euro di marche da bollo.

Il tutto è stato raccontato la scorsa settimana sul Corriere da Gian Antonio Stella (al quale ho un solo appunto da fare. Mi sta anche bene che “è ovvio che l’Italia ha il dovere di mettere dei paletti contro l’uso di foto del David di Michelangelo con delle sneakers ai piedi o del Bacco di Caravaggio con uno smartphone in mano”: ma per quello basta un decreto ministeriale che vieti un uso non documentale delle immagini.) La beffa ulteriore, se ci fate caso, è che dopo tutto il carteggio burocratico con la direttrice i soldi che vanno all’archivio di Stato sono appunto 2 (due) euro: il resto se l’è intascato lo Stato. Insomma, non siamo neppure alla storia del puzzle Ravensburger (che finirà con il produttore che dovrà pagare la sanzione e si guarderà bene da produrre altri puzzle con opere site in Italia, e lo stesso capiterà con tutti gli altri: ottima pubblicità per il nostro patrimonio artistico).

Il ministro Sangiuliano che ha emanato il decreto in questione è solo l’ultimo esponente di una classe politica che è convinta non solo che il patrimonio artistico sia un bancomat, ma anche appunto che si pubblicizzi da solo. Beh, non penso che l’ex Oratorio del Montirone sarà molto visitato, pubblicità o non pubblicità: ma proprio per questo è ancora più sconcertante la richiesta di un balzello…

Wikipedia e i conformismi

Wednesday, 23 August 2023 15:58 UTC

Siamo in estate, non che molto da dire, e così Carlo Lottieri spiega sul Giornale (nella sezione”spettacoli”, chissà come mai) “Così Wikipedia è diventata il baluardo del conformismo“. Bisogna ammettere che Lottieri di conformismo ne sa a pacchi: il suo articolo precedente di domenica si intitola infatti “Così l’università è diventata il regno del conformismo”. Quando hai un bel titolo, perché non sfruttarlo? Io avrei altro da fare, ma sono in spiaggia, fa caldo e per rilassarmi un po’ mi sono messo a commentarlo punto per punto.

Cominciamo da quando Lottieri racconta che

Wikipedia nacque da un’intuizione libertaria. Secondo lo stesso Jimmy Wales, che aveva seguito un corso di teoria economica alla Auburn University, fu la lettura dell’economista Friedrich A. von Hayek a suggerire l’ipotesi di questa enciclopedia on line di cui tutti possono essere i redattori.

Beh, non è proprio così. Inutile dire che l’articolo non contiene nessuna fonte per le affermazioni di Lottieri: mica sta scrivendo Wikipedia. La fonte ve l’ho trovata io e dice questo: “to share and synchronize local and personal knowledge, allowing society’s members to achieve diverse, complicated ends through a principle of spontaneous self-organization.” e ancora “When information is dispersed (as it always is), decisions are best left to those with the most local knowledge.” Tenete a mente soprattutto questa seconda frase. (poi io sono convinto che quella di Jimbo sia una razionalizzazione a posteriori: ricordate che Wikipedia nasce come testo di lavoro per scrivere Nupedia che era tutto meno che autoorganizzata).

Nella più classica costruzione di una polemica, Lottieri continua scrivendo

Sul piano delle informazioni si può essere ragionevolmente fiduciosi che Wikipedia sia credibile, anche grazie al costante monitoraggio riservato a ogni lemma.

(Occhei, i lemmi sono in un dizionario e non in un’enciclopedia, ma evidentemente il liberismo non fa di queste distinzioni) Non che questo sia vero, come sanno tutti quelli che passano tanto tempo su Wikipedia, ma tant’è. Ma poi continua

È però evidente che tra gli autori (tra coloro che spontaneamente e senza remunerazione redigono i testi) è più facile trovare professori di scuola media invece che artigiani, bibliotecari invece che imprenditori, e via dicendo. I primi hanno più tempo a disposizione e spesso si ritengono adeguatamente competenti per trattare questioni di diritto, metafisica, sociologia, letteratura spagnola e via dicendo.

E qui si cominciano a vedere le sue fallacie. Per chi “è evidente”? Perché “è evidente?” Dando per buono che imprenditori e artigiani abbiano meno tempo a disposizione perché loro devono tenere in piedi l’economia – ma vi assicuro che gli imprenditori ci sono eccome, solo che l’unica conoscenza locale che paiono avere è quella del loro CV, e per le regole di Wikipedia in lingua italiana i CV vengono cancellati senza se e senza ma – cosa gli fa dire che loro si ritengono competenti per tutto? Il tutto senza contare che Wikipedia da buona enciclopedia raccoglie e organizza informazioni altrui, e le competenze per organizzare l’informazione sono molto più semplici da ottenere rispetto a quelle per crearla. Continuiamo:

Ne discende che nelle voci dell’enciclopedia on line troviamo uno spirito da servizio pubblico che si converte in un costante tono censorio verso ogni eresia.

Lo spirito da servizio pubblico c’è, tranne per i tanti che ritengono di essere gli unici depositari della verità. Perché si convertirebbe in un tono censorio contro ogni eresia? Non ci è dato di sapere. Forse è perché

Va aggiunto, inoltre, che esiste un comune sentire che unisce la maggior parte di quanti hanno letto, nel corso della loro vita, un certo numero di libri.

Me l’avevano sempre detto, che leggere troppi libri fa male. La conoscenza locale si ottiene lavorando, mica leggendo! Non può poi mancare il solito attacco frontale:

[…] Si tratta dei cosiddetti «amministratori», a cui spetta anche di decidere in un senso o nell’altro quando le divergenze si fanno ingestibili. Basta leggere qualche discussione per comprendere che si tratti per lo più di quella piccola porzione della popolazione che, in Italia, quando al mattino va all’edicola compra La Repubblica oppure il Corriere della Sera.

Per quanto mi riguarda, ho smesso da un pezzo di leggere giornali italiani se non per qualche articolo come questo che mi viene segnalato; ho sentito qualche altro sysop e sono tutti sulla mia linea, anche perché quando uno ha lavorato un po’ su Wikipedia comincia a non fidarsi troppo di qualunque notizia.

Il risultato è una mancanza di senso critico che rende Wikipedia assai sbilanciata a favore di talune posizioni.

Altra affermazione apodittica. Anche ammettendo il percorso logico “essendo gente che legge solo Repubblica e Corriere le loro posizioni sono spiaggiate sul mainstream”, faccio notare come gli amministratori (il soggetto della frase) non scrivono loro le voci su Wikipedia. Possono al più cancellare una voce, ma non piegarla eliminando “il senso critico “. Lo fanno in maniera coercizione bloccando chi non la pensa come loro? Se fosse vero basterebbe fare esempi espliciti. Ricordo che la storia di una voce è pubblica, e si può vedere se c’è una campagna sistematica.

L’unico punto su cui devo dare ragione sul metodo a Lottieri è quello che scommetto gli sta davvero a cuore (oppure su cui gli è stato chiesto di scrivere): quando cioè si lamenta che nella voce sul riscaldamento globale

In effetti, le tesi di quanti sono scettici al riguardo (premi Nobel inclusi) non sono citate: neppure per essere contestate.

Almeno a ora, la sezione relativa non riporta nulla al riguardo, e la cosa è contro le linee guida che richiedono che opinioni in minoranza siano riportate con il rilievo corretto (minimo in questo caso, perché la minoranza è minima, ma non nullo). Al solito, Lottieri si è però dimenticato di fare nomi e ho dovuto mettermici io. A parte la vecchia storia di Rubbia, immagino si riferisca a John Clauser. (Apprezzerete che io abbia scelto un link a suo favore, spero). Non so se notate un fil rouge: Rubbia è un fisico teorico delle particelle, Clauser un fisico quantistico. Sicuramente grandi scienziati, ma la loro “conoscenza locale” della climatologia sarà probabilmente superiore alla mia ma ben lontana dall’essere a tutto campo. E allora che diavolo c’entra Hayek? Chiaramente nulla, almeno per quanto riguarda l’organizzazione di Wikipedia. Spero che a quella voce si aggiunga un capoverso sulle attuali teorie non mainstream, che tra l’altro mi pare siano cambiate nel tempo (prima si negava il contributo antropico, ora si dice che non è rilevante e comunque le variazioni che vediamo sono normali se non ci si limita a considerare gli ultimi 150 anni), ma anche se ci sarà non credo Lottieri sarà contento.

Termino pensando male e facendo peccato. Ora il Giornale è della famiglia Angelucci che ha sicuramente il dente avvelenato contro Wikipedia. Aspettatevi tanti altri articoli così.

Aggiornamento: mi è stato fatto notare che esiste la voce Controversia sul riscaldamento globale. Se però non c’è un collegamento diretto dalla sezione della voce principale,come fa il povero utente (io o Lottieri) a trovarla?

Ultimo aggiornamento: 2023-08-24 08:27

Alessandro Orsini, Wikipedia e querele

Monday, 19 June 2023 09:22 UTC

Alessandro Orsini è un professore universitario (associato, se non sbaglio). È anche un opinionista televisivo, soprattutto a partire dall’invasione russa dell’Ucraina dove la sua posizione nettamente filorussa lo ha fatto diventare un invitato seriale. Un corollario di questa presenza è che i suoi fan hanno cominciato a cercare di inserire la voce su di lui in Wikipedia.

Ma nell’edizione italiana di Wikipedia ci sono varie regole per definire se qualcosa o qualcuno è da ritenere rilevante e quindi inseribile nell’enciclopedia (nel gergo wikipediano si dice “enciclopedico”). Essere professore universitario non rende enciclopedici. Essere un opinionista televisivo meno ancora. La situazione rimase in stallo finché non si notò che nel 2010 Orsini vinse il Premio Acqui Storia con il suo libro Anatomia delle Brigate Rosse. Il Premio Acqui è considerato rilevante, e per traslato anche Orsini è considerato rilevante come scrittore. Le informazioni sulla sua carriera universitaria e la sue apparizioni televisive appaiono, ma come aggiunte secondarie.

Il problema è che il suddetto libro ha avuto in gran maggioranza recensioni molto negative, che quindi occupavano buona parte del contenuto. (Io non l’ho letto, quindi non posso dare un giudizio personale). Questo non piaceva a Orsini e ai suoi fan, e la voce in tutto questo tempo è stata un campo di battaglia. Siamo arrivati al doxxing, con un amministratore che dalle pagine del Fatto Quotidiano è stato accusato da un utente di nickname Gitz6666 di essere in conflitto di interessi su quella voce e si è dimesso; e giovedì scorso un avvocato ha mandato una PEC a Wikimedia Italia (che non c’entra un tubo, ma questo concetto non è mai entrato in testa) chiedendo la cancellazione, entro 5 giorni, della voce su Orsini che ritiene diffamatoria e informazioni sull’identità di sei amministratori di wikipedia in italiano per sporgere querela per diffamazione nei loro riguardi.

Io non dovrei essere tra i sei, considerando che non sono stato contattato: d’altra parte l’unica modifica che avevo fatto su quella voce era stata sostituire alla frase

In occasione della partecipazione di Orsini ad alcune trasmissioni televisive, suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni sul tema dell’invasione russa dell’Ucraina del 2022, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra e le critiche alla debolezza dell’Unione europea.

la frase

Durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022 suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra.

dove non mi pare di vedere diffamazione. AD ogni modo Wikimedia Italia ha detto di contattare la Wikimedia Foundation, cosa che immagino sia stata fatta perché in questo momento la voce è oscurata e protetta, e immagino non tornerà mai su Wikipedia in lingua italiana se non per circostanze eccezionali, tipo l’assegnazione del Nobel per la pace. Non ho idea se ciò che voleva Orsini fosse proprio la cancellazione e non la sostituzione con un testo agiografico: ad ogni modo è andata così, e Wikipedia sopravviverà anche senza dire a tutti chi è Alessandro Orsini.

Aggiornamento: (12:15) E invece no, a quanto pare a Orsini bastava che il mondo non sapesse attraverso Wikipedia delle stroncature del suo libro. È chiaro che io non capirò mai la mente umana.

Ultimo aggiornamento: 2023-06-19 12:23

Quanto ci costa la cultura

Tuesday, 23 May 2023 02:51 UTC
la finta fontana di Trevi in Brasile

no, non è quella vera

Nel silenzio generale, il mese scorso è stato approvato il D.M. 161 11/04/2023 del Ministero della Cultura, “Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali”. In pratica, se uno vuole fare una foto di un monumento (non sotto copyright), magari per una pubblicazione accademica, dovrà sganciare un discreto numero di euro al MiC: euro che forse – ma non è detto – basteranno per pagare i funzionari che dovranno far girare tutta la trafila burocratica. Il tutto cercando di convincere il volgo che ce lo chiede l’Europa, dato che il decreto recita tra l’altro

«VISTA la Direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa all’apertura dei dati e al riutilizzo dell’informazione nel settore pubblico e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE, recepita mediante il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 177»

Il tariffario è assurdo: non lo diciamo noi di Wikimedia Italia ma l’Associazione Italiana Biblioteche, che nota come per esempio chiedere copie digitali costi il triplo delle stesse copie (nel senso di avere la stessa risoluzione) stampate. Ma soprattutto è un ulteriore tassello per impedire di pubblicizzare i nostri beni culturali. Questo non lo pensa solo il governo: in questi giorni il tribunale di Firenze ha sentenziato che non si può usare l’immagine del David di Michelangelo senza autorizzazione e senza aver pagato i diritti (occhei, in questo caso il tariffario dice 20000 euro: il funzionario se lo pagano), con un ulteriore esborso di 30000 euro per l’editore che «ha insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David di Michelangelo a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l’alto valore simbolico ed identitario dell’opera d’arte ed asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale». Non che io capisca perché quei soldi debbano andare alla Galleria dell’Accademia e non a un eventuale fondo statale, ma tant’è.

Mi chiedo solo cosa faranno adesso con la copia della Fontana di Trevi costruita in Brasile… altro che Totò!

L’invecchiamento di Wikipedia

Wednesday, 28 December 2022 03:04 UTC


Questo è un frammento della voce attuale di Wikipedia sulla rete tranviaria di Nizza. Tutto bene, se non fosse per il fatto che la linea 2 è in funzione dal 2019 (sono un po’ più veloci di noi, mi sa).

Non è la prima volta che mi è capitato di trovare voci create e poi lasciate lì a vegetare senza aggiornamenti. È ovvio che nessuno è obbligato a mantenere a vita una voce: però casi come questo fanno capire che non bisogna mai dare per scontato quello che si trova scritto…

(L’altra faccia della medaglia è la cancellazione immediata dei cosiddetti “recentismi”, aggiunte su fatti del giorno che tra qualche mese saranno giustamente considerati inutili…)

Anglofilia

Wednesday, 21 December 2022 10:04 UTC

Per comprensibili motivi, io ricevo la rassegna stampa su Wikipedia e Wikimedia. È un po’ sgarrupata, nel senso che devo scartare tutti gli articoli che hanno semplicemente una foto (giustamente) accreditata a Wikimedia Commons, ma va bene così. In genere trovo dai 10 ai 20 articoli: oggi ce n’erano ben 71, quasi tutti dedicati al nuovo “portale enciclopedico” russo presentato ieri e quasi tutti copiati più o meno verbatim dal lancio Adnkronos. Le testate più oneste lo segnalano, le altre fanno finta di niente.

Gli unici fuori dal coro sono stati quelli di Tag43, che hanno intitolato “La Russia prende le distanze da Wikipedia, ecco Znanie”. Naturalmente Znanie in russo significa “conoscenza”, esattamente come l’inglese Knowledge. Solo che evidentemente lo stagista di Adnkronos ha preso un lancio in lingua inglese, l’ha tradotto e non ha pensato che forse i russi non avevano usato un nome inglese per il loro portale; e tutti gli altri stagisti dei quotidiani hanno copincollato il lancio d’agenzia senza farsi troppe domande, che presumo non siano compatibili coi miseri emolumenti che prendono. A questo punto però tanto valeva fare gli autarchici e scrivere che si chiamerà “Conoscenza”, no?

Io non ho nessuna idea di quale sia la linea editoriale di Tag43, ma ho molto apprezzato come hanno trattato questa notizia.

Ultimo aggiornamento: 2022-12-21 11:04

Come farsi aggiornare la voce Wikipedia su di sé

Wednesday, 21 December 2022 03:04 UTC

Emily St. John Mandel è una scrittrice canadese nota per i suoi libri Stazione Undici (credo che ne abbiano fatto anche una serie tv, ma è un campo in cui non mi addentro) e Mare della tranquillità. Qualche giorno fa ha scritto un tweet chiedendo chi poteva intervistarla… per poter far sì che nella sua voce su Wikipedia (in inglese, in quella italiana non era nemmeno scritto che era sposata) che era divorziata. In qualche ora Slate ha pubblicato un’intervista dal titolo che dice “Un’intervista del tutto normale con la scrittrice Emily St. John Mandel” e catenaccio “Solo per chiedere all’autrice di Station Eleven e Sea of Tranquility che ha fatto quest’anno, tutto qui”. E in effetti la voce di en.wiki è stata immediatamente aggiornata. In realtà non serviva nemmeno l’intervista: almeno fino ad oggi, la spunta blu di Twitter è una verifica dell’identità della persona, e quindi la prima fonte che attestava il divorzio è stato quel tweet, sostituito poi dal link all’intervista.

Per quanto la cosa vi possa sembrare stupida (e sicuramente è sembrata tale a Mandel), Wikipedia funziona così. Un’affermazione deve avere una fonte affidabile, e nessuno può sapere se l’utente che scrive “Emily St. John Mandel è divorziata” è effettivamente Mandel o qualcuno che vuole fare uno scherzo. Leggendo il thread su Twitter, però, mi sa che il contributore che le ha detto che “occorreva una fonte comparabile” ha fatto un po’ di casino: come ho scritto, quello che conta è una fonte affidabile che si possa citare con tranquillità.

Un’ultima curiosità: nell’intervista a Slate, Mandel scrive che vedersi ancora definita sposata (si è separata ad aprile dal marito, e il divorzio è stato concesso a novembre) “was kind of awkward for my girlfriend”. Ieri BBC ha scritto un articolo in cui affermavano che si erano offerti anche loro di intervistare Mandel. Com’è, come non è, nel loro articolo quella frase non c’è :-)

Inventori farlocchi del tostapane

Monday, 21 November 2022 03:04 UTC

Adam Atkinson mi ha segnalato questo articolo della BBC in cui si racconta come per dieci anni la voce inglese sul tostapane indicava come suo inventore una persona inesistente di nome Alan MacMasters. A quanto pare, durante una lezione universitaria il professore sconsigliò gli studenti di usare Wikipedia come fonte, facendo l’esempio della voce “toaster” dove si diceva che l’inventore era un tale Maddy Kennedy. L’Alan MacMasters reale era uno di quegli studenti, e un suo amico modificò la voce indicando come inventore appunto “Alan Mac Masters”. Il guaio è che poco dopo il Daily Mirror osannò MacMasters come un grande inventore scozzese, e le citazioni continuarono a crescere, anche perché MacMasters creò una voce sul suo inesistente omonimo con tanto di fotografia (ovviamente ritoccata per farla sembrare ottocentesca). MacMasters fu addirittura proposto come personaggio da raffigurare nelle banconote scozzesi, anche se a quanto pare la Bank of Scotland ebbe dei dubbi e lo scartò. Solo poco tempo fa un ragazzino ebbe dei dubbi sulla biografia di MacMasters e mise in moto le squadre wikipediane di verifica, che hanno scoperto la burla.

E in Italia? MacMasters non è mai stato inserito nella voce, ma nel 2018 un anonimo aggiunse il seguente capoverso:

nel 1897 Carlos Decambrè, inventò il ”tost” che si diffuse in tutta europa. questo tost veniva fatto con del pane normale, prosciutto,tacchino e diversi formaggi. Esso garantiva un buon pranzo per i nobili perchè all’epoca i salumi e i formaggi era cibo considerato da ricchi.

Peccato che le uniche occorrenze in rete del cognome Decambrè siano del tipo “Carlos Decambrè inventò il tostapane”, ovviamente senza fonti perché scopiazzature da Wikipedia senza chiaramente citarla. Questo a parte il fatto che se mi fosse capitato di vedere un’aggiunta sgrammaticata simile l’avrei cassata al volo perché senza fonti attendibili…

“contrafforte volante”?

Monday, 4 July 2022 02:04 UTC

Premetto che ho molti amici traduttori :-) (e un paio di loro sono anche tra i miei ventun lettori… ma ovviamente non sto parlando di loro). In un libro (tradotto dall’inglese) che ho appena letto ho trovato a un certo punto scritta l’espressione “contrafforte volante”. Ora, come penso molti di voi io so più o meno cos’è un contrafforte, ma l’ultima volta che ne ho sentito parlare sarà stato all’inizio del liceo, cioè 45 anni fa (per me che sono anzyano: your mileage may vary). Tra l’altro manco sapevo come si dica in inglese “contrafforte”: sono andato a cercare e ho scoperto che è “buttress”. Una rapida ricerca mi ha fatto trovare la voce di Wikipedia in inglese “flying buttress”: l’ho aperta, ho controllato qual è il nome della versione in italiano e ho scoperto che si dice “arco rampante”. (Ok, a questo punto il mio neurone ha tirato fuori il disegnino dei contrafforti ad archi rampanti, ma questa è un’altra storia)

La mia domanda è semplice. È possibile che un traduttore trovi scritto “flying buttress”, traduca parola per parola, e non si renda conto che il sintagma in italiano non ha senso? È possibile che non gli sia mai venuto in mente di usare Wikipedia in questo modo non standard ma utilissimo per la terminologia tecnica? (E comunque anche Wordreference riporta la traduzione).

Fino al 15 giugno il Ministero della Cultura (MIC) ha indetto una consultazione pubblica sul Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale:

la visione strategica con la quale il Ministero intende promuovere e organizzare il processo di trasformazione digitale nel quinquennio 2022-2026, rivolgendosi in prima istanza ai musei, agli archivi, alle biblioteche, agli istituti centrali e ai luoghi delle cultura statali che possiedono, tutelano, gestiscono e valorizzano beni culturali.

Ho letto le linee guida per la circolazione e il riuso delle immagini, e ho capito che la linea del MIC – “cacciateci i soldi” – non è cambiata di una iota. La cosa peggiore è che il piano pare essere un patchwork: le sue premesse sono assolutamente condivisibili, ma nella fase di assemblaggio qualcuno ha ben pensato di disattendere tali premesse per una presunta capacità di ottenere ricavi.

Tanto per essere chiari: non c’è nulla di male se il MIC vuole creare e vendere degli NFT a partire dalle opere che ha in cura. Io non riesco a capire perché uno vorrebbe mai avere un NFT, ma è evidente che c’è gente che invece li vuole; e allora che li si faccia e li si venda. Tanto quelli sono per definizione entità non copiabili, o se preferite uniche. I problemi sono altri. Per esempio,l’avere un sistema NC (non commerciale) per default sui contenuti in pubblico dominio, cosa che è incompatibile con i progetti Wikimedia e OpenStreetMap. Il tutto con una “licenza” (non lo è, e anche nelle linee guida la cosa viene rimarcata) “MIC Standard” che porterà a risultati parossistici. Mi spiego meglio. Se qualcuno chessò negli USA pubblica una traduzione non autorizzata del mio Matematica in pausa caffè, il titolare dei diritti (Codice Edizioni) può contattare le autorità statunitensi, bloccare la vendita e citare a giudizio il malcapitato editore. Questo perché le leggi sul diritto d’autore sono state (più o meno) armonizzate in tutto il mondo, e quindi i diritti di sfruttamento economico sono tutelati ovunque. Ma se lo stesso qualcuno usa commercialmente un’immagine del Colosseo con l’etichetta – esplicita o implicita – “MIC Standard”, il ministro può strillare quanto vuole ma non succederà nulla, perché dal punto di vista delle autorità USA quell’immagine è nel pubblico dominio. Insomma, gli unici eventuali guadagni arriverebbero dai nostri compatrioti, mentre all’estero potrebbero fare quello che vogliono.

Per quanto riguarda Wikipedia Commons, c’è persino una citazione esplicita:

Il download di riproduzioni di beni culturali pubblicati in siti web di terze parti non è sotto il controllo dell’ente pubblico che ha in consegna i beni (ad es. le immagini di beni culturali scaricabili da Wikimedia Commons, realizzate “liberamente” dai contributori con mezzi propri per fini di libera manifestazione del pensiero e attività creativa, e quindi nella piena legittimità del Codice dei beni culturali). Rimane nelle competenze dell’istituto culturale l’applicazione di corrispettivi per i successivi usi commerciali delle riproduzioni pubblicate da terze parti.

Rileggete questa frase. Ve la traduco in italiano corrente: Wikimedia Commons viene trattata alla stregua di una vetrina pubblicitaria dove l’unico lavoro da parte dello stato è farsi dare i soldi da chi prende da lì del materiale. Come forse immaginate, non è che la cosa ci piaccia più di tanto…

Ah: al MIC non piace proprio la CC0, la licenza che formalizza il rilascio di un oggetto o un’informazione nel pubblico dominio. Infatti (grassetto mio) si legge che

l’uso di dati e riproduzioni digitali del patrimonio culturale per finalità di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa, promozione della conoscenza, che non abbiano scopo di lucro diretto è libero per legge;

Quindi anche i metadati – a differenza per esempio di Wikidata, dove tutti gli elementi presenti hanno licenza CC0 – sono sotto una licenza di tipo NC. La digitalizzazione dei metadati è insomma qualcosa che si può fare solo per offrirlo poi gentilmente al MIC che sicuramente ci farà tanti soldi. Che gioia, vero?

L’età dei personaggi pubblici

Tuesday, 17 May 2022 02:04 UTC


Magari qualcuno si può chiedere perché l’anno scorso GQ ha pensato di dedicare un articolo a Stefania Rocca per il suo… quarantaseiesimo compleanno. A parte Valentino Rossi, il 46 non è che dica molto, non è mica il quarantadue! Se questo qualcuno è curioso, però, magari dà un’occhiata all’URL dell’articolo e scopre che c’è scritto “stefania-rocca-50-anni-rock”. In effetti, ricordare il cinquantesimo compleanno ha molto più senso, su questo non ci piove. E in effetti si fa in fretta ad andare sull’Internet Archive e vedere che l’articolo originale si intitolava “Stefania Rocca, i primi 50 anni di un’anima rock”.

L’altra settimana, però, la signora Rocca e/o il suo agente hanno deciso che il passato era passato, e quindi l’età della signora Rocca è di soli 47 anni. Per posti come GQ ci devono essere argomenti molto convincenti per fare riscrivere un articolo pubblicato l’anno scorso; su Wikipedia la cosa potrebbe sembrare banale ma in realtà è un po’ più complicata, come potete vedere. Mi è stato riferito (ma potrebbe essere una malignità…) che l’agente in questione ha mandato alla Wikimedia Foundation un codice fiscale della signora Rocca dove risulta il 1975 come data di nascita… ma il codice fiscale in questione corrisponde a un maschio e non a una femmina.

Ad ogni modo, la signora Rocca non è certo l’unica persona a cercare di inserire su Wikipedia una data di nascita diversa da quella che era sempre stata considerata tale in passato. Il primo caso che mi viene in mente è quello del mago Silvan (simsalabim!), ma anche Elisabetta Sgarbi, come già scrissi, afferma di essere nata nel 1965 come anche riportato dalla Treccani: il talento della signora Sgarbi si notava fin da ragazza, considerando che ha conseguito la laurea in farmacia nel 1980… Avevo anche segnalato alla Treccani che nel sito c’era stato uno scambio di caratteri, e il 1956 che è la data di nascita della signora Sgarbi era diventato 1965, ma non mi hanno mai risposto. Non so se Wikipedia abbia più errori della Treccani, ma sicuramente correggerli è più semplice!

Cina, Wikipedia e copyright

Thursday, 12 May 2022 10:12 UTC

Probabilmente non ve ne sarete accorti, visto che la notizia è passata solo su Wired (dove il titolista fa ancora fatica a distinguere Wikipedia da Wikimedia…) e CorCom: per il terzo anno consecutivo la Cina ha bloccato l’ingresso del movimento Wikimedia come osservatore in WIPO, l’agenzia delle Nazioni Unite che ha lo scopo di incoraggiare l’attività creativa e promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo. Dopo due anni in cui Wikimedia Foundation ha inutilmente cercato di essere accreditata, stavolta le richieste sono state fatte da alcuni capitoli nazionali (Francia, Germania, Messico, Svezia e Svizzera oltre all’Italia), e la richiesta esta stata portata al Comitato Permanente sul Copyright e i Diritti Connessi (SCCR) di WIPO. Niente da fare: come le altre volte, la Cina ha dichiarato he anche i capitoli Wikimedia locali sono complici nel diffondere disinformazione. Negli anni passati il dito veniva puntato contro Wikimedia Taiwan, indicato come eterodiretto dalla Foundation: quest’anno direi che non c’è nemmeno stato bisogno per i cinesi di cercare di spiegare quale disinformazione sul copyright cinese viene propagata da Svezia o Messico. A questo punto Nicaragua, Bolivia, Venezuela, Iran e Russia hanno colto la palla al balzo e fatto rinviare la decisione sull’accreditamento per mancanza di unanimità.

Anche ammettendo che Wikimedia Taiwan faccia opera di disinformazione assoldando persone che scrivano sulle varie edizioni linguistiche di Wikipedia, resta il punto di partenza. Qui stiamo parlando di un comitato che parla di copyright e diritti connessi – cosa che ci ha sempre visti coinvolti come Wikimedia Italia. Essere membri osservatori non ci avrebbe per definizione dato il diritto di voto, ma ci avrebbe permesso di far sentire meglio la nostra voce su temi di cui ci occupiamo da sempre. Invece nulla da fare, e questo per ragioni prettamente politiche e indipendenti dal tema istituzionale. Non che ci aspettassimo chissà cosa, ma resta un peccato…

Ultimo aggiornamento: 2022-05-12 12:12

Su Valigia Blu, Bruno Saetta spiega la decisione della Corte di Giustizia europea su una richiesta da parte della Polonia (fatta nel 2019…) a proposito dell’articolo 17 dell’ormai famosa direttiva copyright. La Polonia chiedeva che fossero abolite le norme per cui i fornitori di servizi digitali devono attivarsi per fare in modo che nei loro servizi non siano disponibili opere in violazione dei diritti d’autore, o in subordine, se queswto non fosse tecnicamente possibile perché l’articolo non sarebbe rimasto in piedi, abolire tutto l’articolo. La ragione della richiesta era semplice: per controllare preventivamente tutto il materiale postato dagli utenti, i fornitori di servizi sarebbero stato costretti ad applicare sistemi di filtraggio automatico, cosa che sarebbe andata contro il diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti.

La Corte di Giustizia europea ha respinto la richiesta, e quindi le cose restano come ora. È però importante capire come ha giustificato la sua decisione, perché si scoprono molte cose. Innanzitutto, il filtraggio preventivo è in effetti una limitazione al diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti; quello che fa la direttiva è trovare un punto di compromesso tra questi diritti fondamentali e quelli dei proprietari dei contenuti. Attenzione: diritti dei proprietari, non degli autori! Saetta ricorda tra l’altro che se le aziende del copyright ci tengono a precisare che anche loro difendono i diritti fondamentali – un caro saluto a Enzo Mazza, già che ci sono… – il relatore ONU per i diritti culturali ha fatto presente che nel campo della proprietà intellettuale i diritti fondamentali sono solo i diritti morali, vale a dire affermare che l’opera è mia. E questi diritti, a differenza di quelli economici, non sono trasmissibili.

La seconda cosa da notare è che proprio perché si afferma che c’è una limitazione ai diritti degli utenti si ammette implicitamente che il filtraggio automatico è imposto dalla direttiva: altrimenti il problema non si porrebbe. Eppure, come leggete per esempio qui, l’ineffabile relatore Axel Voss aveva twittato dicendo che questo era una falsità e che quindi non ci fosse più motivo per non approvare la direttiva. (Come? il tweet originale non esiste più? Ah, signora mia, che vergogna! Non ci si può fidare di nessuno!) Vabbè, ma tanto questo lo sapevamo già.

Seguono infine i paletti (o se preferite, le garanzie) a tutela degli utenti finali: dalle segnalazioni dei titolari dei diritti che devono essere circostanziate (insomma, non basta dire “avete roba mia”) al non dover bloccare i contenuti leciti (e una parodia è un contenuto lecito) a un meccanismo di reclamo funzionante se qualcuno cancella del materiale che riteniamo essere lecito. Ma soprattutto, i fornitori non hanno alcun obbligo di sorveglianza generale dei contenuti immessi dagli utenti. Non sono loro a dover giudicare se un contenuto è stato caricato illegalmente, ma i giudici.

Il tutto funzionerà? Probabilmente no. Quello che pare certo è che al momento le uniche implementazioni della direttiva che rispettano questi principi sono l’austriaca e la tedesca. Quella italiana no, ma non lo sono neppure la francese e la spagnola che pure dicevano di essere stati bravissimi. Aspettatevi altri ricorsi…

Che ne sapete del Digital Services Act?

Tuesday, 26 April 2022 10:04 UTC

La scorsa settimana il trilogo ha approvato una formulazione più o meno finale per il Digital Services Act, che assieme al gemello Digital Market Act rappresenterà la regolamentazione dell’Unione Europea per i servizi digitali. Anche Wikipedia ne sarà toccata; stasera alle 21:30 chiacchiererò con Marco Schiaffino nella trasmissione di Radio Popolare Doppio click. Spero di sapervi dare qualche notizia… i documenti ufficiali non sono infatti ancora stati pubblicati.

Ultimo aggiornamento: 2022-04-26 12:36

Truppe d’assalto a Wikipedia

Friday, 1 April 2022 02:04 UTC

Dopo il caso Orsini è arrivata la nuova campagna contro la fascistissima Wikipedia. Da mercoledì sera la casella di posta dei comunicati di Wikimedia Italia ha ricevuto questi messaggi.


– Stefano V.:
Salve, leggo che Wikipedia è un Enciclopedia libera, quindi mi spiega perché della porcata sulla pagina della Strage di Odessa? Perché dopo 8 anni avete cambiato proprio ora? Ha una spiegazione a questo?


– E. Bosisio:

Buonasera,

Ritengo vergognosa la manomissione della pagina Wikipedia riguardante il rogo avvenuto nel 2014 nel palazzo dei sindacati ad Odessa.

Sono stati rimossi i riferimenti ai carnefici, cioè i gruppi paramilitari nazionalisti e nazisti ucraini, che poi influenzeranno la vita politica del paese.

Spero venga ristabilita la verità nella pagina.


– Rossella C.:

Vergognatevi


– vitojc.:

Reclamo in allegato: hanno manipolato la Vostra pagina. Non riceverete più contributi se mantenete e continuate falsificazioni storiche. [l’allegato è un’immagine con doppio screenshot della voce, “prima” e “dopo”]


Il tutto a quanto ho capito è partito da un post Facebook di La fionda, ripreso da L’antidiplomatico.

Cosa è successo? Per avere un’idea, ecco alcune versioni della voce.

&diamond prima versione, novembre 2020, con il nome “Rogo di Odessa” (e non certo filoucraina)

&diamond aprile 2021, subito prima della sua rinomina, fatta senza nessuna discussione da un utente con la motivazione “Rinomino in strage, come viene riportata su numerose fonti attendibili”; le fonti diverse nella voce erano tre e usavano rispettivamente “strage”, “rogo”, “incendio”. (differenze)

&diamond Fine 2021, prima dell’escalation che poi ha portato all’attacco russo (differenze)

&diamond 21 marzo 2022, prima di un’aggiunta di altre notizie e del ritorno al nome originale. (differenze)

&diamond versione del 30 marzo 2022, quella attuale al momento in cui scrivo (differenze)

Insomma: è un po’ difficile affermare che in otto anni si è cambiato solo ora, visto che la voce ha due anni e che aveva preso quel nome dieci anni fa. Nella versione attuale, qualunque sia il titolo della voce, a me pare che siano chiare le responsabilità dell’Ucraina nel cercare di insabbiare l’operato dei neonazisti, e il Pravyj Sektor è regolarmente citato. Ma non vale la pena spiegare le cose ai signori di cui sopra, che non credo abbiano alcun interesse a leggere davvero cosa c’è scritto: altrimenti si sarebbero accorti che nella pagina web dove si trova l’indirizzo a cui mi stanno scrivendo è specificato che Wikimedia Italia non ha alcun controllo sulla voce. (Non starete mica pensando che ci sia qualcuno che dica “scrivete a press, così vi farete ascoltare!”?)

Un’ultima chicca. Non sono molte le versioni di Wikipedia che hanno una voce al riguardo, anche quella inglese ne parla all’interno degli scontri del 2014. Però c’è quella russa, che si intitola Пожар в Одесском доме профсоюзов, cioè incendio al palazzo dei sindacati di Odessa. Evidentemente i nazisti si sono infiltrati anche lì, con la scusa che la Russia sta bloccando l’accesso a Wikipedia lasciando liberi i nazisti russofoni all’estero di vandalizzarla…

aggiornamento: (7 aprile) stanotte alle 2:20 ha scritto all’indirizzo di Wikimedia Italia un tal “ivan tighi” (google non mi ha dato nessuna occorrenza, quindi scrivere nome-e-cognome non dovrebbe essere un problema di violazione di privacy) cominciando con “Caro Jimmy,” (e scrivendo in italiano, ça va sans dire). Magari capite perché non rispondo nemmeno più: se uno è convinto di scrivere direttamente alla Wikimedia Foundation è inutile cercare di spiegargli come funzionano le cose.

Ultimo aggiornamento: 2022-04-07 08:45