ItWikiCon 2025: le prossime scadenze

Friday, 11 July 2025 12:42 UTC

Dal 7 al 9 novembre 2025, le comunità dei progetti Wikimedia si incontreranno a Catania per l’evento itWikiCon 2025.

Incontro annuale dei volontari di Wikipedia, Wikivoyage, Wikisource, Wikidata e di tutti gli altri progetti Wikimedia in lingua italiana, itWikiCon 2025 è organizzato con il sostegno di Wikimedia Italia e Wikimedia Svizzera e con il patrocinio della Regione Siciliana.

Proporre un tema per itWikiCon 2025

Due scadenze importanti si avvicinano. Martedì 15 luglio è il termine ultimo per raccogliere le idee sui temi che si ritiene importante affrontare durante itWikiCon: fino a quel momento sarà ancora possibile proporre un nuovo tema o contribuire con commenti e suggerimenti a quelli già pubblicati.

È inoltre possibile proporre una sessione specifica, come una discussione, una presentazione o un laboratorio. Ogni sessione, che può essere collegata o meno a una traccia tematica, può svilupparsi in diversi formati: workshop, confronto aperto, editathon o attività di formazione su uno specifico argomento. Verrà data preferenza alle sessioni che prevedano il coinvolgimento attivo delle persone partecipanti.

Per consultare le proposte già presenti o per aggiungerne di nuove, è possibile visitare la seguente pagina: https://meta.wikimedia.org/wiki/ItWikiCon/2025/Programma/Proposte.

Richiedere una borsa di partecipazione

Il 27 luglio è invece il termine per presentare una richiesta di borsa di partecipazione, che può coprire le spese di viaggio, alloggio e la quota di iscrizione all’evento. Il modulo di richiesta è disponibile al seguente link: https://survey.itwikicon.org/index.php/943315.

Suggerimenti utili per organizzare il proprio soggiorno a Catania, comprese indicazioni su alloggi e collegamenti, sono disponibili alla pagina informativa dell’evento: https://meta.wikimedia.org/wiki/ItWikiCon/2025/Informazioni.

Per domande o suggerimenti è possibile scrivere nella pagina di discussione dell’evento, oppure contattare direttamente gli organizzatori all’indirizzo info@itwikicon.org.

Immagine: ItWikiCon 2023 – L’arte di comunicare in pubblico 03 di Niccolò Caranti, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

È ufficialmente aperta la Call for Proposals per State of the Map Europe 2025, il convegno dedicato alla comunità OpenStreetMap e al mondo dei dati geografici liberi e collaborativi in Europa.

L’evento si terrà il 14 e 15 novembre 2025 presso la Abertay University di Dundee, in Scozia.

Come proporre una sessione

Le proposte possono essere inviate tramite la piattaforma Pretalx entro la scadenza del 30 luglio 2025 alle ore 23:59 (ora di Londra). È possibile proporre interventi sia individuali che di gruppo.

Le sessioni possono assumere diverse forme, tra cui:

  • Talk (da 20, 50 o 60 minuti)
  • Workshop pratici
  • Poster
  • Tavole rotonde o panel
  • Sessioni alternative: attività all’aperto, giochi, esperimenti collaborativi e altri formati non convenzionali sono benvenuti.

Tutti gli interventi devono essere presentati in inglese, la lingua ufficiale della conferenza.

Di cosa si può parlare?

La conferenza è aperta a un’ampia varietà di temi legati al mondo OpenStreetMap e alla geografia libera. Ecco alcuni esempi di tracce tra cui scegliere un argomento d’interesse per preparare la propria sessione:

– Map Progress. Presentare i progressi nella mappatura su OSM: quanto è stato aggiunto, migliorato o completato in un’area specifica (es. edifici, parcheggi disabili, luoghi di culto).

– OSM Basics. Spiegare concetti fondamentali di OpenStreetMap in modo chiaro e accessibile, ideali per chi vuole consolidare le proprie basi o scoprire aspetti mai approfonditi prima.

– Community and Vision. Raccontare esperienze comunitarie, iniziative locali, sfide di inclusione o riflessioni sulla direzione futura del progetto OpenStreetMap.

– Software and Engineering. Condividere sviluppi tecnici, strumenti di editing, rendering o proposte di miglioramento dell’infrastruttura e del modello dati di OSM.

– Cartography & Outputs. Mostrare come i dati OSM vengono visualizzati, stilizzati o utilizzati, ad esempio in sistemi di navigazione, GIS o analisi tematiche.

– Mapping & Collection: approfondire come si raccolgono, si etichettano e si aggiornano i dati in OSM: rilevamenti sul campo, editing collaborativo, import automatici, ecc.

– Humanitarian. Illustrare l’uso di OpenStreetMap in contesti umanitari o di risposta alle emergenze: progetti con ONG, mappature rapide, raccolta dati in aree critiche.

– Not just OSM. Presentare progetti in cui OSM è una parte del sistema: app, piattaforme o flussi di lavoro che combinano diverse fonti di dati.

La varietà dei temi riflette la ricchezza della comunità OSM e ogni contributo originale, pratico o teorico, è ben accetto.

State of the Map Europe: un’occasione da non perdere

State of the Map Europe rappresenta uno dei momenti più importanti per la comunità OSM a livello continentale. È un’occasione per incontrarsi, condividere idee, apprendere dalle esperienze altrui e rafforzare la rete tra mappatori, sviluppatori e utenti.

Se hai un’idea da condividere, non aspettare! Proponi la tua sessione entro il 30 luglio 2025.

Tutte le informazioni e il link per l’invio delle proposte sono disponibili sul sito web https://osmuk.org/news/sotm-europe-propose-a-session/.

Immagine: Power mapping conference 2 di Matthieu2743, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Nel 2025 Wikimedia Italia compie 20 anni e rilancia la sua missione con una nuova campagna di raccolta fondi: “Se non è di tutti, non è di nessuno”.

Viviamo in un mondo in cui gran parte del patrimonio culturale è ancora chiuso dietro barriere legali, economiche o tecniche. Dove contenuti, immagini e informazioni restano inaccessibili o soggetti a restrizioni che ne impediscono la condivisione.

Crediamo che il sapere, per essere veramente tale, debba essere aperto, collaborativo, disponibile a chiunque voglia imparare, insegnare, migliorare.

Per questo ogni giorno promuoviamo Wikipedia, i progetti Wikimedia e OpenStreetMap. E ci impegniamo per difendere il diritto di accedere, contribuire e condividere liberamente la conoscenza.

Da 20 anni promuoviamo la conoscenza libera

Dal 2005, grazie al supporto di migliaia di persone, Wikimedia Italia è diventata il punto di riferimento per il sapere libero nel nostro Paese. Ogni giorno promuoviamo Wikipedia, i progetti Wikimedia e OpenStreetMap, difendendo l’accesso gratuito e aperto alla conoscenza per tutti.

In questi vent’anni, insieme a volontari, enti culturali e università, oltre 100.000 contenuti sul patrimonio italiano sono diventati accessibili online, centinaia di studenti hanno contribuito a migliorare voci enciclopediche, quasi 300.000 fotografie di monumenti italiani sono state raccolte grazie a Wiki Loves Monuments, con OpenStreetMap sono nate mappe più inclusive, utili anche per creare percorsi accessibili a tutti.

Le immagini della campagna “Se non è di tutti, non è di nessuno”

Galleria d’arte moderna di Milano, di Alberto Panzani e Aragorn/Wikimedia Italia, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons
Screenshot Wikipedia di Aragorn, CC BY-SA 4.0

Le immagini che accompagnano la campagna “Se non è di tutti, non è di nessuno” sono più di semplici fotografie: sono un invito a riflettere sul valore della conoscenza libera e sul ruolo che ciascuno di noi può avere nel renderla accessibile.

La prima è ambientata nella Galleria d’Arte Moderna di Milano. In occasione dell’edizione di Wiki Loves Monuments del 2021, l’immagine è stata resa disponibile online – con licenza libera Creative Commons – attraverso Wikimedia Commons, l’archivio visivo dei progetti Wikimedia.

La seconda immagine ritrae una pagina di Wikipedia, con alcune aree sfocate a ricordarci che senza accesso, il sapere non può esistere davvero.

Wikipedia e Wikimedia Commons non sono solo un’enciclopedia e un archivio. Sono il cuore pulsante di una comunità globale che, da oltre vent’anni, lavora per diffondere la conoscenza libera.

Se una riproduzione è vietata, se una conoscenza è riservata, allora non è di nessuno. Per questo oggi, più che mai, Wikimedia Italia guarda al futuro: perché il sapere appartiene a chi lo condivide.

Da vent’anni ci impegniamo per un sapere accessibile, gratuito, partecipato. La nostra Associazione si sostiene grazie alle donazioni di tutti coloro che credono, come noi e insieme a noi, che la cultura debba essere un bene condiviso. 

Ciascuno può fare la propria parte affinché il sapere resti libero, sostenendo la nostra campagna di raccolta fondi.

Immagine: Galleria d’arte moderna di Milano, di Alberto Panzani e Aragorn/Wikimedia Italia, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Il 5 e 6 giugno 2025 si è svolto presso l’Università di Firenze il convegno internazionale Wikidata and Research, dedicato all’uso di Wikidata in diverse discipline come strumento e infrastruttura per la ricerca scientifica, la gestione dei dati aperti e la diffusione della conoscenza.

Organizzato da un comitato scientifico internazionale di volontari in collaborazione con Wikimedia Italia e con l’Università degli Studi di Firenze, l’evento ha visto la partecipazione di ricercatori, professionisti ed esperti. I numerosi partecipanti provenivano da diversi paesi, tra cui Brasile, Canada, Portogallo, Regno Unito, Germania e Malta. 

Le presentazioni sono state tenute sia in lingua italiana sia in lingua inglese. Esse si sono articolate in diverse tipologie di interventi: paper, lightning talk e poster, favorendo un ricco scambio di idee e progetti.

Le giornate di Wikidata and Research

La conferenza si è sviluppata su due giornate. La prima è stata ospitata nell’Aula Magna dell’ateneo fiorentino e, per coinvolgere maggiormente la comunità accademica locale, si è svolta prevalentemente in italiano. Nel pomeriggio, è stata seguita da una vivace poster session.

Nella seconda giornata, invece, si sono svolte due sessioni parallele, entrambe in sedi storiche nel centro di Firenze messe a disposizione dall’università, nel Plesso di via Laura 48 e presso la sede del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (Sagas), in via Capponi 9. 

Il pubblico in presenza, complessivamente di circa 60 persone, ha partecipato attivamente, con domande e interventi in un clima di scambio vivace e informale. Tra loro anche Alan Ang, di Wikimedia Deutschland, il capitolo che maggiormente sostiene e sviluppa Wikidata e WikibaseDaniel Mietchen, esperto di Wikidata e sviluppatore di diversi tool tra cui Scholia, due volontarie di Wikimedia Polska arrivate appositamente per l’evento, oltre a diversi volontari italiani.

I temi e aree di ricerca della conferenza

I temi trattati hanno coperto un ampio spettro di argomenti legati all’uso di Wikidata nella ricerca, tra cui:

  • Metodi e gestione dei dati della ricerca con Wikidata e altre istanze Wikibase.
  • Condivisione di set di dationtologie e data modeling applicati a diversi casi di studio sull’importazione e condivisione di dati, da istituzioni MAB e in progetti di ricerca nelle Digital Humanities e altre discipline.
  • Riutilizzo dei dati: esperienze di utilizzo di dati ambientali, medici, bibliografici e altro in Wikidata.
  • Applicazione dei principi FAIR – Findable, Accessible, Interoperable, Reausable – nella gestione dei datiaperti della ricerca.
  • Valorizzazione di fonti e collezioni storiche attraverso Wikidata o istanze Wikibase e connessione con altri progetti Wikimedia, come Wikipedia e Wikibooks e con OpenStreetMap.
  • Visualizzazioni e strumenti di interrogazione: sviluppo di strumenti e visualizzazioni basati su Wikidata che permettono di passare da linguaggi tecnici come Sparql a visualizzazioni o addirittura ‘sonificazioni’ di più immediata fruizione per tutti.
  • Valutazione della ricerca: uso di altmetrics, metriche alternative basate su Wikidata per valutare la ricerca scientifica e l’impatto della ricerca.
  • Panoramiche disciplinari: analisi dell’uso di Wikidata nella ricerca relativamente a specifiche aree disciplinari o argomenti.

Dal punto di vista degli argomenti trattati, un consistente gruppo di contributi si riconduce all’ambito della biblioteconomia, che trova in Wikidata un prezioso strumento sia per attività di cura dei metadati, sia per lavalorizzazione di fondi e collezioni storiche.

In particolare, nel contesto italiano l’attività del GWMAB (Gruppo Wikidata per Musei, Archivi e Biblioteche) ha permesso di consolidare la conoscenza e l’importanza di Wikidata in questa comunità professionale e ha collaborato alla realizzazione di importanti appuntamenti, quali i Wikidata Days 2024 e lo stesso Wikidata and Research

Gli ulteriori ambiti di ricerca

Altre esperienze hanno riguardato l’ambito degli studi classici, della storia dell’architettura, della storia del teatro, dell’archeologia, delle scienze naturali, della museologia e della musica.

Inoltre, gli interventi hanno evidenziato il ruolo di Wikidata come strumento di collegamento con altri progetti. Tra essi, OpenStreetMap per i dati geografici, e iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio culturale, come Wiki Loves Monuments, basata su Wikimedia Commons.

Tutti i contributi e il processo di open peer review a cui sono stati sottoposti sono già disponibili in OpenReview.

Gli atti del convegno saranno invece pubblicati dalla Firenze University Press in open access entro fine anno.

Il comitato scientifico di “Wikidata and Research”

La conferenza è stata coordinata da un comitato scientifico internazionale con esperti provenienti da università, istituzioni internazionali e affiliati Wikimedia.

I membri del comitato scientifico: Elena Marangoni (Wikimedia Italia), Camillo Carlo Pellizzari di San Girolamo (Scuola Normale Superiore), Silvia Bruni (Università di Firenze), Iolanda Pensa (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana), Monica Berti (Universität Leipzig), Franco Bagnoli (Università di Firenze); Carlo Bianchini(Università di Pavia); Alessandra Boccone (Università di Salerno); Antonella Buccianti (Università di Firenze), Dimitri D’Andrea (Università di Firenze), Annick Farina (Università di Firenze), Fulvio Guatelli (Università di Firenze), Luca Martinelli (Wikimedia Foundation), Alessio Melandri (Wikimedia Italia), Daniel Mietchen (FIZ Karlsruhe), Rossana Morriello (Università di Firenze), Federico Morando (Centro Nexa su Internet & Società del Politecnico di Torino), Maria Ranieri (Università di Firenze) e Lucia Sardo (Università di Bologna).

Materiali e approfondimenti

È possibile consultare i materiali e approfondire i temi trattati ai seguenti link

Il convegno Wikidata and Research ha confermato l’importanza crescente di Wikidata e di Wikibase come strumenti chiave per la ricerca e la gestione aperta dei dati, creando un luogo di incontro e collaborazione tra accademia, istituzioni e comunità Wikimedia.

Tra i riscontri positivi c’è sicuramente l’idea, condivisa da molti partecipanti, di dare un seguito all’evento e ci si è salutati con un arrivederci alla prossima edizione.

Immagine: Wikidata and Research 2025 (92913) di Daniel Mietchen, CC0 1.0, da Wikimedia Commons

Wikimedia Italia esprime preoccupazione per la proposta di legge Amorese, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, che prevede l’estensione della durata del diritto d’autore sulle cosiddette “fotografie semplici” da 20 a 70 anni.

Cosa sono le fotografie semplici?

Le fotografie semplici sono immagini che, pur non raggiungendo il livello di originalità delle opere d’arte fotografiche protette dal diritto d’autore, godono comunque di una tutela giuridica. Attualmente questa tutela ha una durata di 20 anni dalla data dello scatto.

La proposta di legge Amorese mira a “superare” la distinzione tra le fotografie semplici (scatti a scopo di documentazione, o non artistici) e le opere fotografiche (o fotografie artistiche), tuttavia nel concreto mantenendola e prolungando la protezione delle fotografie semplici a ben 70 anni. Un cambiamento importante, che rischia di stravolgere l’accesso alla documentazione visiva della nostra storia più recente.

Wikimedia Italia in audizione alla Camera

Il 10 giugno 2025, Wikimedia Italia è stata ascoltata in audizione presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati, insieme ad altre realtà autorevoli come ICOM Italia, ANAI, AIB e Creative Commons Italia, che condividono la stessa preoccupazione per l’impatto negativo della proposta.

Guarda l’audizione su webtv.camera.it

Quali sarebbero le conseguenze?

Se questa proposta diventasse legge, in futuro gran parte del patrimonio fotografico che i musei usano a scopi di comunicazione e ricerca diventerebbe inutilizzabile. Il lavoro di digitalizzazione e catalogazione di fotografie che le biblioteche svolgono per aiutare la ricerca e custodire la memoria collettiva del nostro Paese diverrebbe inoltre molto più oneroso e, alla lunga, insostenibile.

Per i progetti Wikimedia, le conseguenze sarebbero ugualmente gravi.

Per comprenderne la portata, basti pensare che sono oltre 80.000 le fotografie semplici disponibili oggi su Wikimedia Commons. Immagini che illustrano circa 140.000 voci enciclopediche in tutte le lingue, con milioni di utenti che ogni mese accedono liberamente a tali risorse. Solo nel mese di maggio 2025, le fotografie semplici presenti su Wikipedia hanno generato oltre 260 milioni di visualizzazioni, contribuendo all’informazione e all’educazione di milioni di persone.

Questi utilizzi non arrecano danni economici agli autori, ma al contrario permettono alla fotografia di vivere una seconda vita, contribuendo alla diffusione della conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio collettivo. Spesso, oltretutto, è difficile o impossibile risalire all’autore dell’immagine, e la nuova proposta di legge rischia di congelarne la diffusione per decenni.

La nostra storia recente potrebbe diventare invisibile

Le fotografie semplici sono documenti indispensabili per tenere traccia della nostra storia recente: si tratta di ritratti di figure pubbliche, immagini di calamità naturali, manifestazioni, momenti di vita pubblica, scorci urbani e paesaggistici. Immagini insostituibili, che costruiscono la nostra memoria collettiva.

L’intervento di Ferdinando Traversa, presidente di Wikimedia Italia, ha evidenziato che se la proposta Amorese diventasse legge, dovremmo attendere quasi un secolo prima di poter condividere liberamente immagini che raccontano l’Italia di oggi.

Wikimedia Italia: “La conoscenza deve restare accessibile”

La proposta di legge Amorese mina di fatto gli interessi della società civile e delle istituzioni culturali, creando un danno alla crescita culturale del nostro Paese. Wikimedia Italia si unisce perciò al mondo archivistico, museale e bibliotecario chiedendo che si mantenga l’attuale normativa che rende di pubblico dominio le fotografie semplici allo scadere dei 20 anni dalla pubblicazione.

Wikipedia è uno dei siti più consultati dagli italiani, un bene pubblico digitale riconosciuto anche dalle Nazioni Unite. Privarla di immagini tanto significative limiterebbe l’accesso alla conoscenza per tutti.

La cultura non si protegge nascondendola. Si tutela rendendola viva, accessibile, condivisa.

Immagine: Madrice durante il terremoto 1969 di Maria8804, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Wiki Loves Monuments Italia 2025 – Regolamento

Tuesday, 1 July 2025 08:38 UTC

Wikimedia Italia – Associazione per la diffusione della conoscenza libera – APS-ETS, associazione di promozione sociale con sede legale in via Bergognone, 34 – 20144, Milano – P. IVA IT05599740965, C.F. 94039910156

organizza il concorso Wiki Loves Monuments Italia 2025.

Tale concorso si propone di valorizzare e documentare l’immenso patrimonio culturale dell’Italia sul web, promuovendo la sua ricchezza artistico-culturale presso una vasta platea internazionale, in particolare, attraverso la promozione della conoscenza e i progetti a contenuto libero sostenuti da Wikimedia Foundation e da Wikimedia Italia stessa, tra i quali Wikipedia.

Art. 1 – Definizione del concorso

Wiki Loves Monuments è un concorso fotografico che potenzia la visibilità dei monumenti e invita ciascuno a essere protagonista nel documentare, valorizzare e tutelare il patrimonio culturale.

Il concorso fotografico è pertanto escluso dal regime di cui al DPR 430/01 in forza dell’articolo 6, comma 1, lettera a) della norma in quanto viene indetto “per la produzione di opere […] artistiche” per le quali i premi agli autori rappresentano “un titolo d’incoraggiamento nell’interesse della collettività”.

L’iniziativa si inserisce in un contesto internazionale: le edizioni nazionali e/o locali di Wiki Loves Monuments sono infatti promosse contemporaneamente dal 1º al 30 settembre e dal 1º al 31 ottobre in diversi Paesi del mondo.

Il concorso Wiki Loves Monuments Italia 2025 è strutturato in due livelli:

  • Il concorso nazionale;
  • I concorsi regionali e locali, organizzati da volontari delegati da Wikimedia Italia.

Art. 2 – Requisiti e modalità di partecipazione

La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti, italiani o stranieri, previa registrazione sul sito Wikimedia Commons.

Sono esclusi dall’assegnazione di premi i membri degli organi statutari di Wikimedia Italia, loro dipendenti e i collaboratori retribuiti, che potranno però partecipare al caricamento di fotografie nell’ambito del concorso. Sono inoltre esclusi dall’assegnazione di premi i soggetti che verranno chiamati a formare le giurie di cui ai successivi articoli 4, 5 e 6.

I partecipanti, all’atto della registrazione su Wikimedia Commons, dovranno specificare un proprio indirizzo e-mail valido in modo da poter essere contattati privatamente da Wikimedia Italia. La mancata indicazione di un indirizzo e-mail valido comporta l’impossibilità di concorrere al premio.

Le informazioni relative al trattamento dei dati personali sono riportate nella procedura di registrazione su Wikimedia Commons.

Tutti i partecipanti sono chiamati a rispettare le regole di comportamento vigenti presso i luoghi dove ha sede ogni singolo bene o monumento. Partecipare al concorso non implica possedere particolari privilegi nell’accesso alle sedi dei monumenti (salvo diversamente indicato dai gestori del luogo). Per esempio, se vige il divieto di utilizzare il cavalletto o il flash, tale divieto va rispettato; se è richiesto il pagamento di un biglietto d’ingresso a un museo, sarà necessario acquistarlo. I partecipanti non possono vantare titolo al rimborso di eventuali costi sostenuti, inclusi quelli di accesso ai monumenti.

I partecipanti, nella partecipazione al concorso, non sono considerati volontari (neppure occasionali) ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 117/17 e gli organizzatori non sono ritenuti responsabili dei danni che i partecipanti possono procurare a sé stessi, a terzi o a cose.

Art. 3 – Requisiti delle fotografie che partecipano al concorso

Le fotografie (di seguito indicate anche come “opere”):

  • devono essere realizzate e caricate esclusivamente dal fotografo che partecipa al concorso;
  • devono essere caricate su Wikimedia Commons durante il mese di settembre con licenza Creative Commons Attribuzione Condividi allo stesso modo (CC BY-SA 4.0);
  • possono essere state scattate anche precedentemente, ma non devono essere già state pubblicate su Wikimedia Commons o su altri siti web, social network o pubblicazioni cartacee prima dell’inizio del concorso;
  • devono avere come soggetto un bene culturale o una vista di insieme scelti tra quelli presenti nelle liste pubblicate sulla webapp app.wikilovesmonuments.it;
  • devono preferibilmente essere caricate attraverso la procedura guidata apposita; è possibile, ma sconsigliato, utilizzare il caricamento manuale, ricordandosi però di inserire il codice identificativo del bene culturale (ID) e le categorie appropriate;
  • devono avere un breve titolo descrittivo del soggetto ripreso, che comprenda un breve riferimento al nome del monumento o alla vista d’insieme con alcuni dettagli ulteriori; sono caldamente sconsigliati i nomi generati dallo scatto della foto (p. es. codici alfanumerici o nomi generici e non significativi);
  • devono essere caricate in uno dei formati ammessi da Wikimedia Commons, come per esempio JPEG, PNG e TIFF e pubblicate accettando per intero la licenza “Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0” proposta dal sistema (il cui testo legale integrale è disponibile all’indirizzo https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/legalcode) o licenze più aperte;
  • devono avere la massima risoluzione e la minima compressione possibili;
  • possono essere modificate solo con tecniche quali adattamenti della luminosità, contrasto e colore, sovraesposizione e sottoesposizione;
  • non devono riportare firme o filigrane.

Ogni fotografo può caricare fotografie per un numero illimitato di soggetti diversi. Per un singolo soggetto ciascun fotografo può eccedere la soglia di 5 fotografie solo avendo cura di scegliere angolazioni[3 1] o condizioni di luce significativamente diverse[3 2]. In caso di superamento della soglia senza il rispetto del suddetto principio di differenziazione, gli organizzatori si riservano il diritto di squalificare le sole foto ripetute o tutte le foto del concorrente indipendentemente dal soggetto ritratto.


  1. Ad esempio le diverse stazioni di una via crucis o le opere all’interno di un museo.
  2. Ad esempio diurna estiva, diurna invernale, innevata, notturna, luce dell’ora blu, ombre lunghe dell’alba.

Art. 4 – Pregiuria nazionale

Una pregiuria nominata da Wikimedia Italia sceglierà, a proprio insindacabile giudizio, una preselezione delle fotografie che partecipano al concorso secondo i criteri descritti nel bando.

Art. 5 – Giuria nazionale

La composizione della giuria sarà pubblicata sul sito ufficiale del concorso entro la metà del mese di settembre.

La giuria, a suo insindacabile giudizio, sceglierà, tra le opere selezionate dalla pregiuria, quelle vincitrici, assegnando i premi ai loro autori/partecipanti.

Art. 6 – Giurie regionali e locali

La composizione delle giurie regionali e locali sarà resa pubblica entro la metà del mese di settembre.

Le giurie regionali e locali, a loro insindacabile giudizio, sceglieranno le opere vincitrici, assegnando i premi ai loro autori/partecipanti.

Gli organizzatori dei concorsi regionali e locali possono nominare pregiurie regionali e locali che effettueranno, a proprio insindacabile giudizio, una preselezione delle opere che partecipano al concorso regionale o locale secondo i criteri descritti nel bando.

Art. 7 – Criteri per la selezione delle opere finaliste

I criteri che saranno utilizzati da parte delle giurie per la valutazione e la scelta delle opere finaliste, laddove applicabili, sono:

  • qualità tecnica, includendo in questo anche la definizione e risoluzione dell’immagine, a cui verrà assegnato un peso nella valutazione pari al 30% del punteggio totale assegnato;
  • interpretazione personale ed equilibrio tra capacità narrativa ed estetizzazione, a cui verrà assegnato un peso pari al 20% del punteggio totale assegnato;
  • utilità per Wikipedia: qualità dell’immagine bilanciata con le esigenze di rappresentazione documentaria a cui verrà assegnato un peso pari al 50% del punteggio totale assegnato.

A parità di valutazione, saranno privilegiate le immagini di monumenti scarsamente rappresentati nelle precedenti edizioni.

Le 10 fotografie finaliste parteciperanno alla fase internazionale di Wiki Loves Monuments 2025, insieme alle finaliste degli altri Paesi coinvolti dal concorso.

Ogni partecipante può ricevere un solo premio per ogni fase del concorso (regionale/locale e nazionale).

Art. 8 – Scadenza e data di premiazione

La data ultima di scadenza per caricare in Wikimedia Commons le proprie fotografie è fissata alle ore 23:59:59 (ora italiana) del 30 settembre 2025.

La premiazione del concorso nazionale avverrà entro 4 mesi dal termine del concorso, in data e luogo che verranno successivamente definiti.

Le premiazioni dei concorsi regionali e locali avverranno entro 5 mesi dal termine del concorso, in date e luoghi che verranno successivamente definiti.

Art. 9 – Natura dei premi, montepremi e consegna

I premi sono offerti da Wikimedia Italia e da suoi donatori, sponsor e partner tecnici. Il valore del montepremi verrà reso noto sul sito ufficiale del concorso e verrà calcolato sul totale del valore commerciale degli oggetti IVA inclusa.

Wikimedia Italia avrà la facoltà di consegnare di volta in volta i premi alla cerimonia di premiazione.

Per il concorso nazionale saranno premiati i primi 10 autori delle migliori fotografie in classifica caricate su Wikimedia Commons secondo le indicazioni del presente Regolamento. Di queste 10 fotografie, 5 saranno selezionate tra quelle raffiguranti un monumento appartenente alla categoria “edifici pubblici e luoghi della memoria[9 1] presente negli appositi elenchi (“Amministrazione” e “Cimiteri”) e altre 5 tra quelle raffiguranti un’altra tipologia di bene culturale presente nell’apposito elenco. Gli elenchi di questi monumenti, filtrabili per categoria, sono disponibili sul sito del concorso.

Per i concorsi regionali e locali il numero e l’entità dei premi saranno pubblicati sul sito del concorso entro il 15 settembre 2025. In ogni caso potranno essere premiati esclusivamente gli autori di opere caricate su Wikimedia Commons secondo le indicazioni del presente Regolamento, indipendentemente dal soggetto raffigurato, purché facente parte di uno degli elenchi sopra indicati.

Gli organizzatori dei concorsi regionali e locali possono assegnare eventuali premi speciali sulla base di uno specifico tema o di un’area geografica.


  1. Rientrano in questa categoria i seguenti monumenti: sedi dei municipi, delle province, delle regioni, delle prefetture, degli organi dello Stato e di altri enti pubblici, i tribunali e le sedi degli organi di giustizia, i cimiteri, limitatamente a quelli presenti negli elenchi disponibili su app.wikilovesmonuments.it.

Art. 10 – Variazioni

Qualsiasi variazione riguardante le modalità di partecipazione potrà essere adottata solo da Wikimedia Italia e, qualora ricorra la necessità, comunicata ai partecipanti.

Art. 11 – Accettazione del Regolamento

La partecipazione al concorso implica la conoscenza e accettazione integrale del presente regolamento.

Art. 12 – Pubblicazione del Regolamento e miscellanea

l Regolamento e bando di concorso vengono pubblicati sul sito ufficiale di Wikimedia Italia.

Gli organizzatori non potranno essere ritenuti in alcun modo responsabili dell’uso che terzi potranno fare delle foto scaricate dai siti riferibili agli organizzatori medesimi.

Per ulteriori informazioni, scrivere al seguente indirizzo e-mail: contatti@wikilovesmonuments.it

Wikimedia Italia – Associazione per la diffusione della conoscenza libera – APS-ETS, via Bergognone, 34 – 20144 Milano, segreteria@wikimedia.it

Immagine: Duomo di Como di Maurizio Moro5153, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Sono stati avviati i lavori di digitalizzazione della collezione cartografica conservata presso la Biblioteca Centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), nell’ambito del bando MAB 2025.

Scopri tutti i vincitori del bando MAB 2025

Il bando MAB, finanziato da Wikimedia Italia in collaborazione con ICOM Italia e Creative Commons Italia, promuove il libero riuso online di immagini di pubblico dominio e contenuti open access con licenze libere.

Proprio in questa direzione si muove la Biblioteca Centrale del CNR, che ha avviato la digitalizzazione della raccolta di cartografia dell’Ente utilizzando le tecnologie messe a disposizione dal DigiLab presente all’interno della struttura. L’intento è quello di rendere disponibili questi materiali nel rispetto dei principi della condivisione libera della conoscenza, adottando la licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike (CC BY-SA).

Il patrimonio cartografico della Biblioteca del CNR

La Biblioteca Centrale, in collaborazione con CNR-Unità Editoria, l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria (CNR IGAG), l’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea (CNR ISEM) e e CNR – Ufficio Agenda Digitale e Processi per il supporto tecnico, approfondirà due specifiche aree di ricerca: da un lato, i terremoti in Italia, attraverso la digitalizzazione integrale dell’Atlas of isoseismal maps of Italian earthquakes, che sarà reso completamente accessibile in formato aperto; dall’altro, il tema del riuso dei percorsi ferroviari dismessi nel Mezzogiorno, a partire dalle ricerche condotte per la realizzazione del geoportale ferroviaciclabilelucana.it.

La collezione cartografica posseduta dall’Ente comprende carte geomorfologiche, batimetriche, magnetometriche, idrogeologiche, oltre a mappe relative a sismicità, piogge e biodiversità. Questi documenti rappresentano un patrimonio prezioso per la comunità scientifica, in particolare per ricercatori, geologi, ingegneri e altri esperti che si occupano dello studio del territorio, dell’ambiente e dei fenomeni naturali. Attualmente, però, le mappe sono consultabili solo in formato fisico, limitandone la fruibilità da parte di un pubblico sempre più orientato al digitale.

Il progetto di digitalizzazione per il bando MAB

Con la digitalizzazione, tali risorse saranno non solo conservate nel tempo, ma anche valorizzate attraverso la loro pubblicazione online. In questo modo, ricercatori e cittadini avranno la possibilità di accedere a dati cartografici di alta qualità, aprendo la strada a nuove analisi, studi e applicazioni nei campi della geologia, geofisica, geografia e pianificazione territoriale.

Il progetto include inoltre lo sviluppo di una piattaforma di crowdsourcing, dove studiosi e utenti potranno contribuire con annotazioni e interpretazioni, favorendo un approccio collaborativo alla conoscenza.

È prevista anche la creazione di una sezione divulgativa, pensata per raccontare l’evoluzione della cartografia scientifica, rendendo il progetto fruibile anche da un pubblico non specializzato. 

L’iniziativa sarà ulteriormente potenziata grazie alla collaborazione con altri progetti di digitalizzazione promossi da Wikimedia Italia e da enti internazionali.

I primi materiali digitalizzati per il bando MAB 2025 sono disponibili alla categoria Category:Media from Biblioteca Centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche su Wikimedia Commons.

Immagine: Atlas of isoseismal maps of Italian earthquakes CNR – inventario 18 – carta geografica relativa al terremoto della Campania del 990 di CNR, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Il 18 maggio 2025, si è conclusa la Youth Conference 2025, un evento internazionale dedicato al coinvolgimento dei giovani all’interno del movimento Wikimedia.

Ospitata a Praga e organizzata da Wikimedia Repubblica Ceca con il supporto del CEE Hub e del gruppo giovanile CEE Youth, la conferenza ha riunito giovani provenienti da diverse parti del mondo, con una forte rappresentanza dall’Europa Centrale e Orientale.

L’obiettivo principale dell’incontro era quello di trovare strategie efficaci per rendere Wikipedia e i progetti Wikimedia più attrattivi per le nuove generazioni. Un intento ambizioso, che ha visto i partecipanti confrontarsi in workshop, sessioni formative e tavole rotonde su temi come l’educazione digitale, l’attivismo giovanile e la sostenibilità organizzativa.

La Youth Conference 2025 si è distinta anche per l’approccio responsabile e sostenibile: l’intero evento è stato organizzato nel rispetto di pratiche eco-consapevoli sulla base di una sorta di manuale di sostenibilità da avere come modello di riferimento. ogni dettaglio è stato pensato per riflettere i valori di un futuro più attento e condiviso.

I giovani partecipanti di Wikimedia Italia

Tra i protagonisti della Youth Conference 2025 non sono mancati i rappresentanti della comunità italiana, giovani motivati e attivi su vari progetti di Wikimedia Italia. Valcio, che ha partecipato alla conferenza con l’ausilio di una borsa di partecipazione finanziata da Wikimedia Italia, Ferdinando Traversa (Presidente di Wikimedia Italia) e Brian Sciretti (Coordinatore GLAM Italia), ci raccontano cosa ha significato partecipare a questo evento internazionale, quali spunti portano a casa e come immaginano il futuro del movimento Wikimedia.

Le loro testimonianze

“Partecipare alla Wikimedia Youth Conference mi ha permesso di conoscere giovani wikimediani provenienti da tutto il mondo, con i quali ho potuto confrontarmi su sfide, idee e soluzioni legate al coinvolgimento dei giovani all’interno del movimento Wikimedia. La conferenza è stata un vero e proprio crocevia di culture, esperienze e punti di vista differenti, che mi ha dato l’opportunità di aprire la mente e riflettere su cosa significhi davvero partecipazione in un progetto globale e collaborazione interculturale. Mi ha fornito una consapevolezza più profonda del valore della conoscenza libera e del ruolo fondamentale che noi giovani ricopriamo nella costruzione di un sapere condiviso. Un’esperienza che mi ha lasciato molto e che porterò con me, con l’entusiasmo di continuare a contribuire e coinvolgere altri giovani nel movimento Wikimedia.” – Valcio

Wikimedia Youth Conference 2025 Prague – Day 2 – 91 di Richard Sekerak (WMCZ), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

“La Youth Conference è stata un’occasione fondamentale per conoscere giovani wikimediani pieni di entusiasmo da tutto il mondo. È stata di grande ispirazione per me soprattutto perché raramente capita di vedere così tanti coetanei appassionati a Wikimedia e più in generale alla promozione della cultura libera. La nostra comunità è molto variegata dal punto di vista anagrafico, ma l’attenzione e la fiducia dei giovani e giovanissimi nei confronti di Wikipedia è in netto calo e questo è un dato preoccupante. I sondaggi svolti dalla Wikimedia Foundation mostrano una tendenza sempre più in aumento a preferire fonti di conoscenza percepite come più vicine e immediate, come per esempio TikTok, e che forniscono risposte istantanee, come l’intelligenza artificiale. Abbiamo quindi molto da lavorare per aumentare la fiducia dei giovani e farli di nuovo appassionare alla conoscenza libera. Dal punto di vista della partecipazione giovanile nel movimento, ci fa sicuramente onore che siamo probabilmente il capitolo Wikimedia con il presidente più giovane. I risultati di questa conferenza ci spingono a lavorare ancora di più per potenziare il coinvolgimento giovanile tra i nostri volontari e fare in modo di supportare i giovani che lavorano nelle nostre comunità. Sono venute fuori tante idee interessanti, oltre ad un ottimo network di contatti tra giovani: vedremo cosa riusciremo ad implementare!” – Ferdinando Traversa

Wikimedia Youth Conference 2025 Prague – Day 2 – 24 di Richard Sekerak (WMCZ), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

“Mi aspettavo un evento interessante, utile e bello: le aspettative sono state ampiamente superate! Se il giovedì è stato un giorno dedicato all’accoglienza con una cena informale, il venerdì è iniziata la conferenza propriamente detta: il mattino integralmente dedicato a conoscerci meglio con eventi facilitati per rompere il ghiaccio, e il pomeriggio speso a trattare due temi importanti: il calo dei contributori e degli utilizzatori giovani dell’Enciclopedia e la difficoltà dei giovani wikimediani a fare sentire la propria voce nel movimento. (…). Due temi sicuramente legati, su cui l’Italia può offrire una visione d’interesse: nel movimento italiano infatti i giovani wikipediani sono assolutamente valorizzati e ricoprono ruoli di rilievo e responsabilità, l’età non è in alcun modo un discrimine. Ma come in altre società simili alla nostra, Wikimedia sta perdendo terreno tra le nuove generazioni, con le intelligenze artificiali con le loro risposte rapide – seppur spesso non accurate – e social network fondati su contenuti corti e spesso poco approfonditi. […] E proprio di comunità, di noi, si è parlato nella mattinata di sabato: sia di “noi” come individui e dei rischi per la salute mentale e la necessità di prendersene cura, anche grazie alla creazione e al mantenimento di legami significativi, sia di “noi” come insieme dei giovani wikimediani, di come veniamo percepiti dal resto del movimento Wikimedia e anche dall’esterno, e di cosa vorremmo chiedere alla Foundation e ai capitoli nazionali: qui mi son reso davvero conto che non tutti hanno la fortuna di avere un capitolo nazionale ben strutturato come il nostro. […] Vorrei dunque ringraziare tutti per questa splendida opportunità: Wikimedia Česká Republika, tutti i membri dell’organizzazione, tutti i facilitatori e tutti i partecipanti che l’hanno resa, in tutta onestà, uno dei momenti migliori della mia vita wikimediana.” – Brian Sciretti

Immagine: Youth Conference 2025 Prague di Richard Sekerak (WMCZ), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

WIKIMEDIA ITALIA, FEDERBETON E UNIVERSITÀ INSIEME PER RACCONTARE  I GRANDI CLASSICI, DA FONDAZIONE PRADA ALLE OPERE DI CALATRAVA

Grazie a un progetto che vede assieme Wikimedia Italia, Federbeton Confindustria e l’Università di Roma, gli studenti di Roma Tor Vergata hanno arricchito le voci di Wikipedia che raccontano l’architettura in cemento, tra opere e progettisti rilevanti. Da Fondazione Prada al Grattacielo Pirelli a Milano, passando per il Ponte Hassan II che collega le città di Rabat e Salé, fino al Palazzetto dello Sport di Pier Luigi Nervi a Roma. E ancora Jean NouvelDavid ChipperfieldToyoo ItōSantiago CalatravaOpere e architetti distanti nel mondo e nel tempo ma con un elemento in comune, il cemento. Un materiale tanto solido quanto versatile, dalla forte capacità espressiva.

Un totale di 37 voci, tra quelle create e migliorate, che contribuiscono ad arricchire il panorama informativo online e favorire la diffusione della conoscenza scientifica in modo gratuito e accessibile. I risultati sono frutto della collaborazione tra Wikimedia Italia, il capitolo di Wikimedia Foundation Inc. che in Italia sostiene Wikipedia e altri progetti di conoscenza libera, Federbeton Confindustria, la Federazione che rappresenta la filiera del cemento e del calcestruzzo, e l’Università di Roma Tor Vergata. Un modo per rafforzare il legame tra il mondo accademico e quello della conoscenza libera, una perfetta sinergia tra la leggerezza del sapere enciclopedico e la concretezza di materiali che sono alla base del nostro vivere.

L’iniziativa ha preso il via lo scorso marzo con una lezione introduttiva sul mondo di Wikimedia e sessioni pratiche per imparare a contribuire su Wikipedia e Wikimedia Commons, culminata nell’Editathon “Architettura in cemento: opere e protagonisti”. Presso la Biblioteca del MAXXI, 22 persone, tra studenti universitari e wikipediani volontari, hanno lavorato fianco a fianco per finalizzare le voci di Wikipedia create nel corso del laboratorio e crearne di nuove

“Abbiamo dato un contributo attivo alla creazione di informazioni di qualità, che ora sono liberamente a disposizione di tutti, contribuendo al tempo stesso a migliorare la conoscenza di materiali che sono indispensabili per la società in cui viviamo e ad aumentare la consapevolezza del ruolo fondamentale che hanno avuto e continuano ad avere nel nostro Paese. Le nuove voci vanno ad arricchire la disponibilità di informazioni su un importante patrimonio architettonico, artistico e culturale, la cui conoscenza è ora accessibile a tutti.” – afferma Lorenzo ColomboCoordinatore della Commissione Comunicazione di Federbeton.

“La collaborazione con Federbeton e l’Università di Roma Tor Vergata è un esempio di successo che dimostra come la collaborazione tra enti pubblici, privati e organizzazioni che promuovono la conoscenza libera possa portare a risultati significativi, concreti. Questa iniziativa consolida la posizione di Wikipedia come strumento di apprendimento, a riprova di quanto la comunità e l’associazione siano impegnate nella condivisione di informazioni accurate e verificate.” – lo dichiara Daniele SantiniVicepresidente di Wikimedia Italia.

“Con il supporto di Wikimedia Italia, gli studenti dell’Università di Roma Tor Vergata hanno elaborato e arricchito voci dedicate a architetti e ingegneri appassionati di cemento e opere iconiche dell’architettura contemporanea, dove l’uso del calcestruzzo è risultato significativo: per esempio, per le prestazioni strutturali raggiunte, i criteri di sostenibilità adottati, i metodi costruttivi innovativi o per l’uso nel linguaggio architettonico. Scrivendo contenuti secondo i principi di Wikipedia –  enciclopedicità, neutralità e verificabilità – hanno acquisito maggiore consapevolezza del funzionamento di Wikipedia, del valore della conoscenza condivisa e della responsabilità nel trasmetterla.” – sono le parole di Gianluca Capurso, Professore Associato di Roma Tor Vergata.

Immagine: Wiki-concrete editathon at MAXXI, Rome, June 2025 10 di Dario Crespi, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Il 17 giugno 2005 un piccolo gruppo di amici e appassionati di cultura libera fondava Wikimedia Italia. All’epoca Wikipedia aveva solo quattro anni, gli smartphone non avevano ancora segnato un cambiamento radicale per la tecnologia e i social network non avevano ancora rivoluzionato il modo di comunicare e condividere contenuti.

WikimediaItaliaCanino2005 Gruppo di M7, Pubblico dominio, Da Wikimedia Commons

Sono passati vent’anni, e Wikimedia Italia è diventata un punto di riferimento per la promozione del sapere libero nel nostro Paese. Un traguardo che racconta non solo una crescita numerica, ma soprattutto un’evoluzione collettiva, fatta di impegno, passione e visione.

ItWikiCon 2024 – Group photo NC 03 di Niccolò Caranti, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Un cammino fatto di persone che hanno creduto, e continuano a credere, che la conoscenza debba essere un bene comune, libero e accessibile a tutti. E proprio grazie a loro, Wikimedia Italia ha potuto realizzare progetti che hanno avuto un impatto concreto e duraturo.

Vent’anni di progetti per il sapere libero

Dal 2005 a oggi, Wikimedia Italia ha costruito, passo dopo passo, una rete sempre più ampia di collaborazioni, iniziative e comunità attive. Dietro ogni voce scritta, ogni fotografia condivisa, ogni mappa tracciata, ci sono storie di impegno collettivo e di fiducia nella forza della conoscenza aperta.

Valorizzazione del patrimonio culturale

Edit-a-thon in Turin, Museo Egizio, April 2024 186 di Domenico Conte, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

In collaborazione con enti culturali italiani, soci e volontari, Wikimedia Italia ha reso disponibili online oltre 100.000 file legati all’immenso patrimonio culturale nazionale. Immagini, documenti e contenuti che oggi possono essere consultati e utilizzati liberamente da chiunque, in ogni parte del mondo.

Wiki Loves Monuments

Tramonto al Castello del Boccale di Pamyd85, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Attraverso il concorso fotografico più grande al mondo dedicato al patrimonio culturale, Wiki Loves Monuments, in Italia sono state raccolte 283.938 fotografie di monumenti, promuovendo oltre 260 gite in tutto il territorio nazionale. Ogni anno in media 750 fotografi partecipano attivamente e contribuiscono a documentare il paesaggio culturale italiano.

Collaborazioni con le università

Science, technology, society and Wikipedia 2024 – group photo di Jaqen, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Numerose collaborazioni accademiche hanno permesso a centinaia di studenti e docenti di contribuire alla scrittura e al miglioramento delle voci di Wikipedia, rendendole più accurate, aggiornate e affidabili.

Mappe libere e accessibili

FOSS4G-IT – OSMit 2024 14 di Anisa Kuci, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Grazie all’utilizzo di OpenStreetMap e alla cooperazione con università, partner e volontari, sono state create mappe inclusive e utili per tutti, come percorsi accessibili per persone con disabilità o itinerari pedonali più sicuri. 

Un traguardo che è un punto di partenza

Vent’anni sono un traguardo importante, ma anche un punto di partenza. Wikimedia Italia guarda avanti con la consapevolezza che il bisogno di conoscenza libera non è mai stato così urgente. 

Nuove sfide attendono l’associazione, nuove idee, nuovi progetti e nuovi modi per costruire insieme una cultura sempre più aperta, partecipata e democratica. 

A ricordarlo è anche il Presidente di Wikimedia Italia, Ferdinando Traversa.

“20 anni di Wikimedia Italia vuol dire 20 anni di volontari che online, offline, nei territori, in tutte le regioni d’Italia, ciascuno secondo le sue diverse inclinazioni, si battono per portare avanti e difendere, insieme a migliaia di altre persone in tutto il mondo, un sogno, la missione utopistica che 20 anni fa ci siamo dati: “Immagina che chiunque possa avere accesso all’intero patrimonio della conoscenza umana”.

In questo quinto di secolo tante cose sono cambiate: Internet ha vissuto trasformazioni repentine, tanti colossi della rete sono venuti meno, tanti nuovi si sono fatti avanti e l’intelligenza artificiale sta, ancora una volta nella storia della rete, sparigliando le carte in tavola. Tuttavia il nostro impegno per la conoscenza non è cambiato, il nostro spirito di servizio verso la collettività, la libertà, l’indipendenza dei nostri contenuti non sono mai venuti meno”. 

Uno sguardo rivolto al futuro

“Cosa mi auguro per i prossimi 20 anni della nostra associazione e del movimento Wikimedia?” continua Ferdinando Traversa: “Che continuiamo a mantenere la freschezza e l’entusiasmo delle origini, la passione per la cultura, ma soprattutto che non perdiamo la capacità di reinventarci per essere sempre più accessibili e vicini ai nostri lettori, specialmente alle giovani generazioni, invogliandoli a diventare parte attiva dei nostri progetti”.

Il meglio deve ancora venire! Wikimedia Italia è pronta a scrivere, insieme a tutte e tutti voi, i prossimi vent’anni di questa straordinaria storia collettiva.

Wikimedia Italia si sostiene grazie alle libere donazioni delle persone.

Immagine: 20 Wikimedia Italia-logo-black-horizontal di Wikimedia Italia, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Davvero tutte le foto sono artistiche?

Thursday, 22 May 2025 02:51 UTC

È in corso di discussione alla Camera la proposta di legge 2224, presentata da due deputati di Fratelli d’Italia e due di Forza Italia, avente titolo “Modifiche alla legge 22 aprile 1941, n. 633, in materia di tutela del diritto d’autore relativo alle fotografie”. Cosa dice questa proposta? Facciamo prima un passo indietro, e vediamo cosa dice attualmente la legge sul diritto d’autore.

Ci sono due tipi di tutela delle fotografie (il termine è da intendersi in senso molto lato: ovviamente non c’è più bisogno di avere pellicola o simili per avere una foto, pensate alle foto fatte con il furbofono). Da un lato ci sono le fotografie artistiche, dove si sottintende un atto di creatività del fotografo: queste fotografie sono equiparate ai libri, nel senso che hanno la stessa tutela (il copyright scade settant’anni dopo la morte dell’autore). Dall’altro ci sono le fotografie che non hanno creatività e sono semplicemente di tipo descrittivo: questa categoria comprende anche i singoli fotogrammi cinematografici e le foto di opere d’arte. Queste immagini hanno una protezione che dura vent’anni. La proposta di legge si occupa solo di quest’ultimo tipo di fotografie, e porta da venti a settanta anni la loro protezione. In altre parole, non potremmo per esempio usare per altri sette-otto anni una foto che mostra una strada cittadina nei primi anni ’60 per mostrare come i centri storici erano intasati dalle auto.

Ribadisco: stiamo parlando di foto che per definizione del legislatore non hanno alcuna creatività, che dovrebbe essere il concetto su cui si basa tutto il diritto d’autore. A questo punto mi sa che il prossimo passo sarà la tutela degli scatti automatici, perché si dirà che c’è comunque l’autorialità di chi ha posizionato la fotocamera in quel punto e poi ha definito l’algoritmo che decide il momento in cui la foto viene scattata…

Ma c’è una cosa ancora più ironica. L’unico motivo che io vedo alla base di questa proposta di legge è che qualcuno ritiene che in questo modo i fotografi potrebbero guadagnare tanti soldi con i diritti di queste foto, che adesso possono essere usati dopo vent’anni che non sono pochi ma nemmeno troppi: come ho detto, le foto creative sono già tutelate dalla legge. Bene. Pensateci un attimo. Stiamo parlando di foto puramente descrittive, senza nulla di artistico. Se io avessi bisogno di un’illustrazione di questo tipo e dovessi pagare per usarla, farei molto prima a generare un’immagine con l’intelligenza artificiale. Il fatto stesso che questa immagine è una mera descrizione elimina a priori i problemi di una possibile violazione di copyright, e in questo modo non solo non pago nessuno ma non devo neppure aggiungere una didascalia indicante l’autore. Non so che ne pensiate voi, ma per me una legge come questa sembra solo un boomerang.

Doxxing su Wikipedia

Monday, 10 February 2025 03:51 UTC

Leggo su Slate che la Heritage Foundation, il think tank americano che sta gestendo il famoso Project 2025 che tanto piace a Trump, vuole “identificare e prendere di mira” gli utenti di Wikipedia che secondo loro “abusano della loro posizione” su Wikipedia. Il motivo del contendere dovrebbe essere il fatto che quegli utenti sono filopalestinesi.

Non entro sulla neutralità o meno delle voci in questione, che non ho nemmeno guardato. Sono almeno quindici anni che affermo che Wikipedia non può dare la verità, ma al più la verificabilità di quello che scrive (e sì, lo so che a volte non riesce nemmeno a fare quello). Quello che è proccupante è l’intimidazione degli utenti. Come sapete, anche quando nell’enciclopedia non si scrive come anonimi quello che si legge come autore è solo il nickname scelto: nel mio caso per esempio io mi firmo “.mau.”, con scarsissima fantasia. Il nickname, oltre che essere figlio della cultura di rete degli anni ’90, serve anche nel caso di testi che potrebbero generare reazioni anche sulla persona: chi scrive su argomenti delicati potrebbe quindi decidere di farlo sotto pseudonimo, cosa che non dovrebbe nuocere a Wikipedia perché si immagina che le affermazioni inserite abbiano le fonti a supporto e altrimenti verrebbero tolte, nome vero o falso che abbiano.

Io indico esplicitamente sulla mia pagina utente il mio nome e cognome, ma io non scrivo su temi caldi. Inoltre io sono da così tanti anni in rete e ho scritto pubblicamente così tante cose che trovare informazioni su di me è banale, e comunque parto sempre dal principio che tutto quello che scrivo potrà essere usato contro di me, e quindi sto attento a quello che scrivo. Ma appunto non è troppo difficile trovare informazioni su qualunque persona scriva in rete, se si cerca con sufficiente sforzo: tutto questo è il doxxing, e ne vediamo esempi tutti i momenti. Anche nel nostro piccolo circola una lista di “veri nomi di amministratori di Wikipedia in italiano” (con alcuni errori), tanto per dire.

Il fatto è che il doxxing è MOLTO pericoloso, sicuramente molto più della boutade di Musk che offre un miliardo di dollari a Wikipedia se cambierà il nome in Dickopedia. (Poi uno si può chiedere perché rosica così tanto, ma la gente è spesso strana). Io preferisco una Wikipedia poco perfetta a una Wikipedia ingessata, anche se la Heritage Foundation avesse ragione sulla mancata imparzialità di quelle voci: si comincia così e non si sa mai dove si finisce, anzi lo si sa benissimo.

L’arte s’ha da pagare

Friday, 1 November 2024 03:51 UTC

l'aceto balsamico con l'immagine del duca d'Este Bisogna dire che i giudici italiani sono coerenti. Anche nella causa per l’uso non autorizzato dell’immagine del duca d’Este su un aceto balsamico, la corte d’appello di Bologna ha dato ragione al ministero della Cultura: non importa se le immagini sono di opere ovviamente fuori copyright, e non importa nemmeno se sono semplici immagini e non gli originali: se la vuoi usare per scopi commerciali, devi avere l’autorizzazione relativa (e immagino sganciare soldi, che ce n’è sempre bisogno). Per fortuna io non ho scopi commerciali né diretti né indiretti, quindi posso lasciare l’immagine incriminata.

Avrei forse capito se l’autorizzazione fosse necessaria per evitare usi distorti, anche se si potrebbe partire con una discussione sulla possibilità o meno di parodia. Ma non pare il caso, visto che si afferma che questi beni, una volta usati per lucro, perderebbero il loro valore come beni riconosciuti e protetti dalla legge. Ma questo, almeno a mio parere, dovrebbe allora valere anche per gli usi non a fini di lucro. Peggio ancora, il Codice dei Beni Culturali nasce (lo dice esso stesso) per “preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e promuovere lo sviluppo della cultura”, in accordo all’articolo 9 della Costituzione.

Continuo a pensare che se questa è l’idea del MiC almeno siano coerenti e vietino tutti gli usi pubblicitari del patrimonio culturale italiano, a partire dai loro. Mi chiedo solo quando qualcuno verrà a bloccare l’uso di quelle immagini su Wikipedia, visto che la licenza prevede il riuso commerciale e – fatto salvo per le opere fotografate per Wiki Loves Monuments – non mi pare proprio sia stata richiesta un’autorizzazione e qiundi non importa se quelle immagini sono solo per motivi di studio e ricerca.

Ci sono giornalisti e giornalisti

Sunday, 8 September 2024 17:03 UTC

L'IP che ha eliminato la data di morte di Schillaci Purtroppo pare che Totò Schillaci abbia avuto una recidiva del tumore al colon che l’aveva colpito. Purtroppo la mamma dei cretini è sempre incinta, e un utente anonimo oggi alle 15 aveva modificato la voce di Wikipedia sul protagonista di Italia 90, indicandone la morte. La falsa notizia è stata tolta un paio d’ore dopo da un altro utente anonimo, non prima che Repubblica scrivesse ” Addirittura il profilo di Wikipedia, come spesso accade, aveva proposto un aggiornamento di pessimo gusto annunciando la scomparsa nel 59enne proprio in data 8 settembre 2024.” (sì, la frase non ha senso: se il vandalo ha scritto oggi e l’articolo è di oggi, specificare la data non serve a nulla).

L’utente che ha inserito la morte di Schillaci è un siciliano non meglio identificabile, almeno con le informazioni pubbliche che io come tutti voi ho a disposizione. Invece si sa qualcosa di più dell’utente che ha tolto la data di morte, come potete vedere dall’immagine: si connetteva dalla sottorete pubblica del Messaggero, e presumibilmente è un giornalista. Per quel poco che può valere, voglio ringraziarlo pubblicamente.

Ultimo aggiornamento: 2024-09-08 19:03

Certe cose non cambiano mai

Friday, 12 July 2024 08:50 UTC

Per la quarta volta la Wikimedia Foundation non è stata accettata come membro osservatore WIPO. (Ne avevo già parlato due anni fa, quando si era provato a chiedere di entrare come osservatori i capitoli nazionali).
Per la quarta volta il veto è arrivato dalla Cina.
Direi che non c’è molto da aggiungere.

Ultimo aggiornamento: 2024-07-12 10:50

La grande bontà della SIAE

Friday, 31 May 2024 02:51 UTC

il logo SIAE Mi ero perso questo articolo di Capodanno, che raccontava di come un giudice di pace aveva dato torto alla SIAE in un caso in cui una rivista aveva pubblicato delle foto di opere di autori contemporanei ed era stata citata a giudizio perché non aveva pagato i diritti: nella sentenza il giudice ribadì “il principio cardine della legge sul diritto d’autore, in base alla quale è libero l’uso delle immagini ai fini di critica e discussione e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica”.

Mi ero anche perso (occhei, non è che io legga più tanto spesso Repubblica questo articolo di mercoledì, dove il gruppo GEDI si lamentava perché giornali e riviste – ma anche i musei – faticavano a sapere quanto avrebbero dovuto pagare per l’uso delle immagini, e in caso il preventivo arrivasse era esorbitante.

Ora il presidente della SIAE Salvatore Nastasi annuncia che le cose cambieranno: «Nei prossimi giorni proporrò al consiglio di gestione della Società una soluzione che rispetti le norme ma che consenta di mettersi al passo coi tempi e in linea con le principali nazioni europee. Va infatti ricordato che in Europa ogni Paese tratta questo argomento in maniera diversa».

Vi siete accorti di una cosa? Nastasi non parla di legge, anche perché come citato sopra il testo della legge parla chiaro: se stai raccontando di una mostra (diritto di cronaca) e usi immagini che non possono in pratica essere rivendute come opere tu hai il diritto di farlo. Nastasi sta dicendo che la SIAE eviterà benignamente di chiederti i soldi, sapendo che citarti a giudizio porterebbe a un’ulteriore sconfitta: certo, tra un paio d’anni, ma gente tignosa ce n’è sempre. D’altra parte il punto è sempre lo stesso: gli autori, soprattutto quelli piccoli che ottengono solo le briciole e presumibilmente non vedono nemmeno un euro di questi diritti che finiscono in un unico calderone, ci guadagnano di più a essere citati in un articolo di giornale o nella brochure di una mostra oppure nel modo che la SIAE persegue attualmente?

D’altra parte è una vita che Wikipedia aspetta un decreto attuativo che specifichi quale sia la bassa risoluzione per le immagini ammessa dal comma 1 bis dell’articolo 70 della legge sul diritto d’autore, e immagino che finché ci sarà la SIAE potremo aspettare ancora una vita o due…

Autarchia artistica

Monday, 8 April 2024 02:51 UTC

Particolare dell'uomo vitruviano
L’anno scorso un tribunale italiano aveva stabilito che Ravensburger doveva pagare i diritti allo stato italiano se voleva fare un puzzle raffigurante l’Uomo vitruviano di Leonardo, insomma la figura che vedete su una faccia delle italiche monete da un euro. Come fa a essere sotto copyright? forse vi chiederete. La risposta è “no, non è ovviamente sotto copyright né lo è mai stato, ma lo Stato Italiano nella sua indefinita saggezza ha deciso che le opere da esso possedute non possano essere riprodotte se non pagando al suddetto Stato un balzello. Tutto questo è stato definito più volte da governi di ogni colore, dal Codice Urbani sotto la buonanima di Berlusconi all’Art Bonus di Franceschini fino agli attuali tariffari (oggettivamente da poco ridotti di costo) con l’attuale governo.

Qualche giorno fa, però, una corte di Stoccarda ha sostanzialmente detto “In Italia potete fare quello che vi pare, o quasi: ma non potete pretendere che all’estero si rispetti quella che è una vostra legge locale”. Qual è il risultato pratico? Lo Stato (cioè noi) ha sprecato un po’ di soldi per fare un’inutile causa in Germania; Ravensburger e gli altri si limiteranno a non vendere in Italia cose basate su opere d’arte italiana; e noi rimarremo cornuti e mazziati. Ma forse è tutta una manovra dell’attuale governo, che si sta fregando le mani all’idea che potrà autarchicamente rafforzare l’italica filiera con produttori nostrani felicissimi di pagare per presentare alla nazione la nostra passata ingegnosità.

Perlomeno dal punto di vista di Wikipedia siamo un po’ più tranquilli: l’immagine dell’Uomo vitruviano può tranquillamente restare, e se noi italiani non potremo usarla a fini commerciali qualcuno se ne farà una ragione.

(l’immagine è ovviamente un particolare dell’Uomo vitruviano, vedi Wikimedia Commons)

Paga Pantalone

Monday, 6 November 2023 03:51 UTC

D.M. 161 11/04/2023 LINEE GUIDA PER LA DETERMINAZIONE DEGLI IMPORTI MINIMI DEI CANONI E DEI CORRISPETTIVI PER LA CONCESSIONE D’USO DEI BENI IN CONSEGNA AGLI ISTITUTI E LUOGHI DELLA CULTURA STATALIPiergiovanna Grossi è un’attiva wikipediana. Ma è anche una professoressa a contratto e una ricercatrice, e le è capitato di scrivere un articolo per una rivista locale di settore un articolo sull’attribuzione dell’ex Oratorio del Montirone ad Abano Terme, il tutto corredato con due foto che lei stessa aveva scattato all’archivio di Stato di Venezia. Bene: dopo aver pagato 16 euro per un preventivo, ha ancora dovuto sborsare 2 (due) euro per il privilegio di poter scattare e utilizzare due foto… oltre ad altri 32 euro di marche da bollo.

Il tutto è stato raccontato la scorsa settimana sul Corriere da Gian Antonio Stella (al quale ho un solo appunto da fare. Mi sta anche bene che “è ovvio che l’Italia ha il dovere di mettere dei paletti contro l’uso di foto del David di Michelangelo con delle sneakers ai piedi o del Bacco di Caravaggio con uno smartphone in mano”: ma per quello basta un decreto ministeriale che vieti un uso non documentale delle immagini.) La beffa ulteriore, se ci fate caso, è che dopo tutto il carteggio burocratico con la direttrice i soldi che vanno all’archivio di Stato sono appunto 2 (due) euro: il resto se l’è intascato lo Stato. Insomma, non siamo neppure alla storia del puzzle Ravensburger (che finirà con il produttore che dovrà pagare la sanzione e si guarderà bene da produrre altri puzzle con opere site in Italia, e lo stesso capiterà con tutti gli altri: ottima pubblicità per il nostro patrimonio artistico).

Il ministro Sangiuliano che ha emanato il decreto in questione è solo l’ultimo esponente di una classe politica che è convinta non solo che il patrimonio artistico sia un bancomat, ma anche appunto che si pubblicizzi da solo. Beh, non penso che l’ex Oratorio del Montirone sarà molto visitato, pubblicità o non pubblicità: ma proprio per questo è ancora più sconcertante la richiesta di un balzello…

Wikipedia e i conformismi

Wednesday, 23 August 2023 15:58 UTC

Siamo in estate, non che molto da dire, e così Carlo Lottieri spiega sul Giornale (nella sezione”spettacoli”, chissà come mai) “Così Wikipedia è diventata il baluardo del conformismo“. Bisogna ammettere che Lottieri di conformismo ne sa a pacchi: il suo articolo precedente di domenica si intitola infatti “Così l’università è diventata il regno del conformismo”. Quando hai un bel titolo, perché non sfruttarlo? Io avrei altro da fare, ma sono in spiaggia, fa caldo e per rilassarmi un po’ mi sono messo a commentarlo punto per punto.

Cominciamo da quando Lottieri racconta che

Wikipedia nacque da un’intuizione libertaria. Secondo lo stesso Jimmy Wales, che aveva seguito un corso di teoria economica alla Auburn University, fu la lettura dell’economista Friedrich A. von Hayek a suggerire l’ipotesi di questa enciclopedia on line di cui tutti possono essere i redattori.

Beh, non è proprio così. Inutile dire che l’articolo non contiene nessuna fonte per le affermazioni di Lottieri: mica sta scrivendo Wikipedia. La fonte ve l’ho trovata io e dice questo: “to share and synchronize local and personal knowledge, allowing society’s members to achieve diverse, complicated ends through a principle of spontaneous self-organization.” e ancora “When information is dispersed (as it always is), decisions are best left to those with the most local knowledge.” Tenete a mente soprattutto questa seconda frase. (poi io sono convinto che quella di Jimbo sia una razionalizzazione a posteriori: ricordate che Wikipedia nasce come testo di lavoro per scrivere Nupedia che era tutto meno che autoorganizzata).

Nella più classica costruzione di una polemica, Lottieri continua scrivendo

Sul piano delle informazioni si può essere ragionevolmente fiduciosi che Wikipedia sia credibile, anche grazie al costante monitoraggio riservato a ogni lemma.

(Occhei, i lemmi sono in un dizionario e non in un’enciclopedia, ma evidentemente il liberismo non fa di queste distinzioni) Non che questo sia vero, come sanno tutti quelli che passano tanto tempo su Wikipedia, ma tant’è. Ma poi continua

È però evidente che tra gli autori (tra coloro che spontaneamente e senza remunerazione redigono i testi) è più facile trovare professori di scuola media invece che artigiani, bibliotecari invece che imprenditori, e via dicendo. I primi hanno più tempo a disposizione e spesso si ritengono adeguatamente competenti per trattare questioni di diritto, metafisica, sociologia, letteratura spagnola e via dicendo.

E qui si cominciano a vedere le sue fallacie. Per chi “è evidente”? Perché “è evidente?” Dando per buono che imprenditori e artigiani abbiano meno tempo a disposizione perché loro devono tenere in piedi l’economia – ma vi assicuro che gli imprenditori ci sono eccome, solo che l’unica conoscenza locale che paiono avere è quella del loro CV, e per le regole di Wikipedia in lingua italiana i CV vengono cancellati senza se e senza ma – cosa gli fa dire che loro si ritengono competenti per tutto? Il tutto senza contare che Wikipedia da buona enciclopedia raccoglie e organizza informazioni altrui, e le competenze per organizzare l’informazione sono molto più semplici da ottenere rispetto a quelle per crearla. Continuiamo:

Ne discende che nelle voci dell’enciclopedia on line troviamo uno spirito da servizio pubblico che si converte in un costante tono censorio verso ogni eresia.

Lo spirito da servizio pubblico c’è, tranne per i tanti che ritengono di essere gli unici depositari della verità. Perché si convertirebbe in un tono censorio contro ogni eresia? Non ci è dato di sapere. Forse è perché

Va aggiunto, inoltre, che esiste un comune sentire che unisce la maggior parte di quanti hanno letto, nel corso della loro vita, un certo numero di libri.

Me l’avevano sempre detto, che leggere troppi libri fa male. La conoscenza locale si ottiene lavorando, mica leggendo! Non può poi mancare il solito attacco frontale:

[…] Si tratta dei cosiddetti «amministratori», a cui spetta anche di decidere in un senso o nell’altro quando le divergenze si fanno ingestibili. Basta leggere qualche discussione per comprendere che si tratti per lo più di quella piccola porzione della popolazione che, in Italia, quando al mattino va all’edicola compra La Repubblica oppure il Corriere della Sera.

Per quanto mi riguarda, ho smesso da un pezzo di leggere giornali italiani se non per qualche articolo come questo che mi viene segnalato; ho sentito qualche altro sysop e sono tutti sulla mia linea, anche perché quando uno ha lavorato un po’ su Wikipedia comincia a non fidarsi troppo di qualunque notizia.

Il risultato è una mancanza di senso critico che rende Wikipedia assai sbilanciata a favore di talune posizioni.

Altra affermazione apodittica. Anche ammettendo il percorso logico “essendo gente che legge solo Repubblica e Corriere le loro posizioni sono spiaggiate sul mainstream”, faccio notare come gli amministratori (il soggetto della frase) non scrivono loro le voci su Wikipedia. Possono al più cancellare una voce, ma non piegarla eliminando “il senso critico “. Lo fanno in maniera coercizione bloccando chi non la pensa come loro? Se fosse vero basterebbe fare esempi espliciti. Ricordo che la storia di una voce è pubblica, e si può vedere se c’è una campagna sistematica.

L’unico punto su cui devo dare ragione sul metodo a Lottieri è quello che scommetto gli sta davvero a cuore (oppure su cui gli è stato chiesto di scrivere): quando cioè si lamenta che nella voce sul riscaldamento globale

In effetti, le tesi di quanti sono scettici al riguardo (premi Nobel inclusi) non sono citate: neppure per essere contestate.

Almeno a ora, la sezione relativa non riporta nulla al riguardo, e la cosa è contro le linee guida che richiedono che opinioni in minoranza siano riportate con il rilievo corretto (minimo in questo caso, perché la minoranza è minima, ma non nullo). Al solito, Lottieri si è però dimenticato di fare nomi e ho dovuto mettermici io. A parte la vecchia storia di Rubbia, immagino si riferisca a John Clauser. (Apprezzerete che io abbia scelto un link a suo favore, spero). Non so se notate un fil rouge: Rubbia è un fisico teorico delle particelle, Clauser un fisico quantistico. Sicuramente grandi scienziati, ma la loro “conoscenza locale” della climatologia sarà probabilmente superiore alla mia ma ben lontana dall’essere a tutto campo. E allora che diavolo c’entra Hayek? Chiaramente nulla, almeno per quanto riguarda l’organizzazione di Wikipedia. Spero che a quella voce si aggiunga un capoverso sulle attuali teorie non mainstream, che tra l’altro mi pare siano cambiate nel tempo (prima si negava il contributo antropico, ora si dice che non è rilevante e comunque le variazioni che vediamo sono normali se non ci si limita a considerare gli ultimi 150 anni), ma anche se ci sarà non credo Lottieri sarà contento.

Termino pensando male e facendo peccato. Ora il Giornale è della famiglia Angelucci che ha sicuramente il dente avvelenato contro Wikipedia. Aspettatevi tanti altri articoli così.

Aggiornamento: mi è stato fatto notare che esiste la voce Controversia sul riscaldamento globale. Se però non c’è un collegamento diretto dalla sezione della voce principale,come fa il povero utente (io o Lottieri) a trovarla?

Ultimo aggiornamento: 2023-08-24 08:27

Alessandro Orsini, Wikipedia e querele

Monday, 19 June 2023 09:22 UTC

Alessandro Orsini è un professore universitario (associato, se non sbaglio). È anche un opinionista televisivo, soprattutto a partire dall’invasione russa dell’Ucraina dove la sua posizione nettamente filorussa lo ha fatto diventare un invitato seriale. Un corollario di questa presenza è che i suoi fan hanno cominciato a cercare di inserire la voce su di lui in Wikipedia.

Ma nell’edizione italiana di Wikipedia ci sono varie regole per definire se qualcosa o qualcuno è da ritenere rilevante e quindi inseribile nell’enciclopedia (nel gergo wikipediano si dice “enciclopedico”). Essere professore universitario non rende enciclopedici. Essere un opinionista televisivo meno ancora. La situazione rimase in stallo finché non si notò che nel 2010 Orsini vinse il Premio Acqui Storia con il suo libro Anatomia delle Brigate Rosse. Il Premio Acqui è considerato rilevante, e per traslato anche Orsini è considerato rilevante come scrittore. Le informazioni sulla sua carriera universitaria e la sue apparizioni televisive appaiono, ma come aggiunte secondarie.

Il problema è che il suddetto libro ha avuto in gran maggioranza recensioni molto negative, che quindi occupavano buona parte del contenuto. (Io non l’ho letto, quindi non posso dare un giudizio personale). Questo non piaceva a Orsini e ai suoi fan, e la voce in tutto questo tempo è stata un campo di battaglia. Siamo arrivati al doxxing, con un amministratore che dalle pagine del Fatto Quotidiano è stato accusato da un utente di nickname Gitz6666 di essere in conflitto di interessi su quella voce e si è dimesso; e giovedì scorso un avvocato ha mandato una PEC a Wikimedia Italia (che non c’entra un tubo, ma questo concetto non è mai entrato in testa) chiedendo la cancellazione, entro 5 giorni, della voce su Orsini che ritiene diffamatoria e informazioni sull’identità di sei amministratori di wikipedia in italiano per sporgere querela per diffamazione nei loro riguardi.

Io non dovrei essere tra i sei, considerando che non sono stato contattato: d’altra parte l’unica modifica che avevo fatto su quella voce era stata sostituire alla frase

In occasione della partecipazione di Orsini ad alcune trasmissioni televisive, suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni sul tema dell’invasione russa dell’Ucraina del 2022, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra e le critiche alla debolezza dell’Unione europea.

la frase

Durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022 suscitano diverse polemiche alcune sue posizioni, in particolare l’idea che l’espansione a est della NATO sia concausa della guerra.

dove non mi pare di vedere diffamazione. AD ogni modo Wikimedia Italia ha detto di contattare la Wikimedia Foundation, cosa che immagino sia stata fatta perché in questo momento la voce è oscurata e protetta, e immagino non tornerà mai su Wikipedia in lingua italiana se non per circostanze eccezionali, tipo l’assegnazione del Nobel per la pace. Non ho idea se ciò che voleva Orsini fosse proprio la cancellazione e non la sostituzione con un testo agiografico: ad ogni modo è andata così, e Wikipedia sopravviverà anche senza dire a tutti chi è Alessandro Orsini.

Aggiornamento: (12:15) E invece no, a quanto pare a Orsini bastava che il mondo non sapesse attraverso Wikipedia delle stroncature del suo libro. È chiaro che io non capirò mai la mente umana.

Ultimo aggiornamento: 2023-06-19 12:23

Quanto ci costa la cultura

Tuesday, 23 May 2023 02:51 UTC
la finta fontana di Trevi in Brasile

no, non è quella vera

Nel silenzio generale, il mese scorso è stato approvato il D.M. 161 11/04/2023 del Ministero della Cultura, “Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali”. In pratica, se uno vuole fare una foto di un monumento (non sotto copyright), magari per una pubblicazione accademica, dovrà sganciare un discreto numero di euro al MiC: euro che forse – ma non è detto – basteranno per pagare i funzionari che dovranno far girare tutta la trafila burocratica. Il tutto cercando di convincere il volgo che ce lo chiede l’Europa, dato che il decreto recita tra l’altro

«VISTA la Direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa all’apertura dei dati e al riutilizzo dell’informazione nel settore pubblico e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE, recepita mediante il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 177»

Il tariffario è assurdo: non lo diciamo noi di Wikimedia Italia ma l’Associazione Italiana Biblioteche, che nota come per esempio chiedere copie digitali costi il triplo delle stesse copie (nel senso di avere la stessa risoluzione) stampate. Ma soprattutto è un ulteriore tassello per impedire di pubblicizzare i nostri beni culturali. Questo non lo pensa solo il governo: in questi giorni il tribunale di Firenze ha sentenziato che non si può usare l’immagine del David di Michelangelo senza autorizzazione e senza aver pagato i diritti (occhei, in questo caso il tariffario dice 20000 euro: il funzionario se lo pagano), con un ulteriore esborso di 30000 euro per l’editore che «ha insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David di Michelangelo a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l’alto valore simbolico ed identitario dell’opera d’arte ed asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale». Non che io capisca perché quei soldi debbano andare alla Galleria dell’Accademia e non a un eventuale fondo statale, ma tant’è.

Mi chiedo solo cosa faranno adesso con la copia della Fontana di Trevi costruita in Brasile… altro che Totò!

L’invecchiamento di Wikipedia

Wednesday, 28 December 2022 03:04 UTC


Questo è un frammento della voce attuale di Wikipedia sulla rete tranviaria di Nizza. Tutto bene, se non fosse per il fatto che la linea 2 è in funzione dal 2019 (sono un po’ più veloci di noi, mi sa).

Non è la prima volta che mi è capitato di trovare voci create e poi lasciate lì a vegetare senza aggiornamenti. È ovvio che nessuno è obbligato a mantenere a vita una voce: però casi come questo fanno capire che non bisogna mai dare per scontato quello che si trova scritto…

(L’altra faccia della medaglia è la cancellazione immediata dei cosiddetti “recentismi”, aggiunte su fatti del giorno che tra qualche mese saranno giustamente considerati inutili…)

Anglofilia

Wednesday, 21 December 2022 10:04 UTC

Per comprensibili motivi, io ricevo la rassegna stampa su Wikipedia e Wikimedia. È un po’ sgarrupata, nel senso che devo scartare tutti gli articoli che hanno semplicemente una foto (giustamente) accreditata a Wikimedia Commons, ma va bene così. In genere trovo dai 10 ai 20 articoli: oggi ce n’erano ben 71, quasi tutti dedicati al nuovo “portale enciclopedico” russo presentato ieri e quasi tutti copiati più o meno verbatim dal lancio Adnkronos. Le testate più oneste lo segnalano, le altre fanno finta di niente.

Gli unici fuori dal coro sono stati quelli di Tag43, che hanno intitolato “La Russia prende le distanze da Wikipedia, ecco Znanie”. Naturalmente Znanie in russo significa “conoscenza”, esattamente come l’inglese Knowledge. Solo che evidentemente lo stagista di Adnkronos ha preso un lancio in lingua inglese, l’ha tradotto e non ha pensato che forse i russi non avevano usato un nome inglese per il loro portale; e tutti gli altri stagisti dei quotidiani hanno copincollato il lancio d’agenzia senza farsi troppe domande, che presumo non siano compatibili coi miseri emolumenti che prendono. A questo punto però tanto valeva fare gli autarchici e scrivere che si chiamerà “Conoscenza”, no?

Io non ho nessuna idea di quale sia la linea editoriale di Tag43, ma ho molto apprezzato come hanno trattato questa notizia.

Ultimo aggiornamento: 2022-12-21 11:04

Come farsi aggiornare la voce Wikipedia su di sé

Wednesday, 21 December 2022 03:04 UTC

Emily St. John Mandel è una scrittrice canadese nota per i suoi libri Stazione Undici (credo che ne abbiano fatto anche una serie tv, ma è un campo in cui non mi addentro) e Mare della tranquillità. Qualche giorno fa ha scritto un tweet chiedendo chi poteva intervistarla… per poter far sì che nella sua voce su Wikipedia (in inglese, in quella italiana non era nemmeno scritto che era sposata) che era divorziata. In qualche ora Slate ha pubblicato un’intervista dal titolo che dice “Un’intervista del tutto normale con la scrittrice Emily St. John Mandel” e catenaccio “Solo per chiedere all’autrice di Station Eleven e Sea of Tranquility che ha fatto quest’anno, tutto qui”. E in effetti la voce di en.wiki è stata immediatamente aggiornata. In realtà non serviva nemmeno l’intervista: almeno fino ad oggi, la spunta blu di Twitter è una verifica dell’identità della persona, e quindi la prima fonte che attestava il divorzio è stato quel tweet, sostituito poi dal link all’intervista.

Per quanto la cosa vi possa sembrare stupida (e sicuramente è sembrata tale a Mandel), Wikipedia funziona così. Un’affermazione deve avere una fonte affidabile, e nessuno può sapere se l’utente che scrive “Emily St. John Mandel è divorziata” è effettivamente Mandel o qualcuno che vuole fare uno scherzo. Leggendo il thread su Twitter, però, mi sa che il contributore che le ha detto che “occorreva una fonte comparabile” ha fatto un po’ di casino: come ho scritto, quello che conta è una fonte affidabile che si possa citare con tranquillità.

Un’ultima curiosità: nell’intervista a Slate, Mandel scrive che vedersi ancora definita sposata (si è separata ad aprile dal marito, e il divorzio è stato concesso a novembre) “was kind of awkward for my girlfriend”. Ieri BBC ha scritto un articolo in cui affermavano che si erano offerti anche loro di intervistare Mandel. Com’è, come non è, nel loro articolo quella frase non c’è :-)

Inventori farlocchi del tostapane

Monday, 21 November 2022 03:04 UTC

Adam Atkinson mi ha segnalato questo articolo della BBC in cui si racconta come per dieci anni la voce inglese sul tostapane indicava come suo inventore una persona inesistente di nome Alan MacMasters. A quanto pare, durante una lezione universitaria il professore sconsigliò gli studenti di usare Wikipedia come fonte, facendo l’esempio della voce “toaster” dove si diceva che l’inventore era un tale Maddy Kennedy. L’Alan MacMasters reale era uno di quegli studenti, e un suo amico modificò la voce indicando come inventore appunto “Alan Mac Masters”. Il guaio è che poco dopo il Daily Mirror osannò MacMasters come un grande inventore scozzese, e le citazioni continuarono a crescere, anche perché MacMasters creò una voce sul suo inesistente omonimo con tanto di fotografia (ovviamente ritoccata per farla sembrare ottocentesca). MacMasters fu addirittura proposto come personaggio da raffigurare nelle banconote scozzesi, anche se a quanto pare la Bank of Scotland ebbe dei dubbi e lo scartò. Solo poco tempo fa un ragazzino ebbe dei dubbi sulla biografia di MacMasters e mise in moto le squadre wikipediane di verifica, che hanno scoperto la burla.

E in Italia? MacMasters non è mai stato inserito nella voce, ma nel 2018 un anonimo aggiunse il seguente capoverso:

nel 1897 Carlos Decambrè, inventò il ”tost” che si diffuse in tutta europa. questo tost veniva fatto con del pane normale, prosciutto,tacchino e diversi formaggi. Esso garantiva un buon pranzo per i nobili perchè all’epoca i salumi e i formaggi era cibo considerato da ricchi.

Peccato che le uniche occorrenze in rete del cognome Decambrè siano del tipo “Carlos Decambrè inventò il tostapane”, ovviamente senza fonti perché scopiazzature da Wikipedia senza chiaramente citarla. Questo a parte il fatto che se mi fosse capitato di vedere un’aggiunta sgrammaticata simile l’avrei cassata al volo perché senza fonti attendibili…

“contrafforte volante”?

Monday, 4 July 2022 02:04 UTC

Premetto che ho molti amici traduttori :-) (e un paio di loro sono anche tra i miei ventun lettori… ma ovviamente non sto parlando di loro). In un libro (tradotto dall’inglese) che ho appena letto ho trovato a un certo punto scritta l’espressione “contrafforte volante”. Ora, come penso molti di voi io so più o meno cos’è un contrafforte, ma l’ultima volta che ne ho sentito parlare sarà stato all’inizio del liceo, cioè 45 anni fa (per me che sono anzyano: your mileage may vary). Tra l’altro manco sapevo come si dica in inglese “contrafforte”: sono andato a cercare e ho scoperto che è “buttress”. Una rapida ricerca mi ha fatto trovare la voce di Wikipedia in inglese “flying buttress”: l’ho aperta, ho controllato qual è il nome della versione in italiano e ho scoperto che si dice “arco rampante”. (Ok, a questo punto il mio neurone ha tirato fuori il disegnino dei contrafforti ad archi rampanti, ma questa è un’altra storia)

La mia domanda è semplice. È possibile che un traduttore trovi scritto “flying buttress”, traduca parola per parola, e non si renda conto che il sintagma in italiano non ha senso? È possibile che non gli sia mai venuto in mente di usare Wikipedia in questo modo non standard ma utilissimo per la terminologia tecnica? (E comunque anche Wordreference riporta la traduzione).

Fino al 15 giugno il Ministero della Cultura (MIC) ha indetto una consultazione pubblica sul Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale:

la visione strategica con la quale il Ministero intende promuovere e organizzare il processo di trasformazione digitale nel quinquennio 2022-2026, rivolgendosi in prima istanza ai musei, agli archivi, alle biblioteche, agli istituti centrali e ai luoghi delle cultura statali che possiedono, tutelano, gestiscono e valorizzano beni culturali.

Ho letto le linee guida per la circolazione e il riuso delle immagini, e ho capito che la linea del MIC – “cacciateci i soldi” – non è cambiata di una iota. La cosa peggiore è che il piano pare essere un patchwork: le sue premesse sono assolutamente condivisibili, ma nella fase di assemblaggio qualcuno ha ben pensato di disattendere tali premesse per una presunta capacità di ottenere ricavi.

Tanto per essere chiari: non c’è nulla di male se il MIC vuole creare e vendere degli NFT a partire dalle opere che ha in cura. Io non riesco a capire perché uno vorrebbe mai avere un NFT, ma è evidente che c’è gente che invece li vuole; e allora che li si faccia e li si venda. Tanto quelli sono per definizione entità non copiabili, o se preferite uniche. I problemi sono altri. Per esempio,l’avere un sistema NC (non commerciale) per default sui contenuti in pubblico dominio, cosa che è incompatibile con i progetti Wikimedia e OpenStreetMap. Il tutto con una “licenza” (non lo è, e anche nelle linee guida la cosa viene rimarcata) “MIC Standard” che porterà a risultati parossistici. Mi spiego meglio. Se qualcuno chessò negli USA pubblica una traduzione non autorizzata del mio Matematica in pausa caffè, il titolare dei diritti (Codice Edizioni) può contattare le autorità statunitensi, bloccare la vendita e citare a giudizio il malcapitato editore. Questo perché le leggi sul diritto d’autore sono state (più o meno) armonizzate in tutto il mondo, e quindi i diritti di sfruttamento economico sono tutelati ovunque. Ma se lo stesso qualcuno usa commercialmente un’immagine del Colosseo con l’etichetta – esplicita o implicita – “MIC Standard”, il ministro può strillare quanto vuole ma non succederà nulla, perché dal punto di vista delle autorità USA quell’immagine è nel pubblico dominio. Insomma, gli unici eventuali guadagni arriverebbero dai nostri compatrioti, mentre all’estero potrebbero fare quello che vogliono.

Per quanto riguarda Wikipedia Commons, c’è persino una citazione esplicita:

Il download di riproduzioni di beni culturali pubblicati in siti web di terze parti non è sotto il controllo dell’ente pubblico che ha in consegna i beni (ad es. le immagini di beni culturali scaricabili da Wikimedia Commons, realizzate “liberamente” dai contributori con mezzi propri per fini di libera manifestazione del pensiero e attività creativa, e quindi nella piena legittimità del Codice dei beni culturali). Rimane nelle competenze dell’istituto culturale l’applicazione di corrispettivi per i successivi usi commerciali delle riproduzioni pubblicate da terze parti.

Rileggete questa frase. Ve la traduco in italiano corrente: Wikimedia Commons viene trattata alla stregua di una vetrina pubblicitaria dove l’unico lavoro da parte dello stato è farsi dare i soldi da chi prende da lì del materiale. Come forse immaginate, non è che la cosa ci piaccia più di tanto…

Ah: al MIC non piace proprio la CC0, la licenza che formalizza il rilascio di un oggetto o un’informazione nel pubblico dominio. Infatti (grassetto mio) si legge che

l’uso di dati e riproduzioni digitali del patrimonio culturale per finalità di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa, promozione della conoscenza, che non abbiano scopo di lucro diretto è libero per legge;

Quindi anche i metadati – a differenza per esempio di Wikidata, dove tutti gli elementi presenti hanno licenza CC0 – sono sotto una licenza di tipo NC. La digitalizzazione dei metadati è insomma qualcosa che si può fare solo per offrirlo poi gentilmente al MIC che sicuramente ci farà tanti soldi. Che gioia, vero?

L’età dei personaggi pubblici

Tuesday, 17 May 2022 02:04 UTC


Magari qualcuno si può chiedere perché l’anno scorso GQ ha pensato di dedicare un articolo a Stefania Rocca per il suo… quarantaseiesimo compleanno. A parte Valentino Rossi, il 46 non è che dica molto, non è mica il quarantadue! Se questo qualcuno è curioso, però, magari dà un’occhiata all’URL dell’articolo e scopre che c’è scritto “stefania-rocca-50-anni-rock”. In effetti, ricordare il cinquantesimo compleanno ha molto più senso, su questo non ci piove. E in effetti si fa in fretta ad andare sull’Internet Archive e vedere che l’articolo originale si intitolava “Stefania Rocca, i primi 50 anni di un’anima rock”.

L’altra settimana, però, la signora Rocca e/o il suo agente hanno deciso che il passato era passato, e quindi l’età della signora Rocca è di soli 47 anni. Per posti come GQ ci devono essere argomenti molto convincenti per fare riscrivere un articolo pubblicato l’anno scorso; su Wikipedia la cosa potrebbe sembrare banale ma in realtà è un po’ più complicata, come potete vedere. Mi è stato riferito (ma potrebbe essere una malignità…) che l’agente in questione ha mandato alla Wikimedia Foundation un codice fiscale della signora Rocca dove risulta il 1975 come data di nascita… ma il codice fiscale in questione corrisponde a un maschio e non a una femmina.

Ad ogni modo, la signora Rocca non è certo l’unica persona a cercare di inserire su Wikipedia una data di nascita diversa da quella che era sempre stata considerata tale in passato. Il primo caso che mi viene in mente è quello del mago Silvan (simsalabim!), ma anche Elisabetta Sgarbi, come già scrissi, afferma di essere nata nel 1965 come anche riportato dalla Treccani: il talento della signora Sgarbi si notava fin da ragazza, considerando che ha conseguito la laurea in farmacia nel 1980… Avevo anche segnalato alla Treccani che nel sito c’era stato uno scambio di caratteri, e il 1956 che è la data di nascita della signora Sgarbi era diventato 1965, ma non mi hanno mai risposto. Non so se Wikipedia abbia più errori della Treccani, ma sicuramente correggerli è più semplice!

Cina, Wikipedia e copyright

Thursday, 12 May 2022 10:12 UTC

Probabilmente non ve ne sarete accorti, visto che la notizia è passata solo su Wired (dove il titolista fa ancora fatica a distinguere Wikipedia da Wikimedia…) e CorCom: per il terzo anno consecutivo la Cina ha bloccato l’ingresso del movimento Wikimedia come osservatore in WIPO, l’agenzia delle Nazioni Unite che ha lo scopo di incoraggiare l’attività creativa e promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo. Dopo due anni in cui Wikimedia Foundation ha inutilmente cercato di essere accreditata, stavolta le richieste sono state fatte da alcuni capitoli nazionali (Francia, Germania, Messico, Svezia e Svizzera oltre all’Italia), e la richiesta esta stata portata al Comitato Permanente sul Copyright e i Diritti Connessi (SCCR) di WIPO. Niente da fare: come le altre volte, la Cina ha dichiarato he anche i capitoli Wikimedia locali sono complici nel diffondere disinformazione. Negli anni passati il dito veniva puntato contro Wikimedia Taiwan, indicato come eterodiretto dalla Foundation: quest’anno direi che non c’è nemmeno stato bisogno per i cinesi di cercare di spiegare quale disinformazione sul copyright cinese viene propagata da Svezia o Messico. A questo punto Nicaragua, Bolivia, Venezuela, Iran e Russia hanno colto la palla al balzo e fatto rinviare la decisione sull’accreditamento per mancanza di unanimità.

Anche ammettendo che Wikimedia Taiwan faccia opera di disinformazione assoldando persone che scrivano sulle varie edizioni linguistiche di Wikipedia, resta il punto di partenza. Qui stiamo parlando di un comitato che parla di copyright e diritti connessi – cosa che ci ha sempre visti coinvolti come Wikimedia Italia. Essere membri osservatori non ci avrebbe per definizione dato il diritto di voto, ma ci avrebbe permesso di far sentire meglio la nostra voce su temi di cui ci occupiamo da sempre. Invece nulla da fare, e questo per ragioni prettamente politiche e indipendenti dal tema istituzionale. Non che ci aspettassimo chissà cosa, ma resta un peccato…

Ultimo aggiornamento: 2022-05-12 12:12

Su Valigia Blu, Bruno Saetta spiega la decisione della Corte di Giustizia europea su una richiesta da parte della Polonia (fatta nel 2019…) a proposito dell’articolo 17 dell’ormai famosa direttiva copyright. La Polonia chiedeva che fossero abolite le norme per cui i fornitori di servizi digitali devono attivarsi per fare in modo che nei loro servizi non siano disponibili opere in violazione dei diritti d’autore, o in subordine, se queswto non fosse tecnicamente possibile perché l’articolo non sarebbe rimasto in piedi, abolire tutto l’articolo. La ragione della richiesta era semplice: per controllare preventivamente tutto il materiale postato dagli utenti, i fornitori di servizi sarebbero stato costretti ad applicare sistemi di filtraggio automatico, cosa che sarebbe andata contro il diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti.

La Corte di Giustizia europea ha respinto la richiesta, e quindi le cose restano come ora. È però importante capire come ha giustificato la sua decisione, perché si scoprono molte cose. Innanzitutto, il filtraggio preventivo è in effetti una limitazione al diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti; quello che fa la direttiva è trovare un punto di compromesso tra questi diritti fondamentali e quelli dei proprietari dei contenuti. Attenzione: diritti dei proprietari, non degli autori! Saetta ricorda tra l’altro che se le aziende del copyright ci tengono a precisare che anche loro difendono i diritti fondamentali – un caro saluto a Enzo Mazza, già che ci sono… – il relatore ONU per i diritti culturali ha fatto presente che nel campo della proprietà intellettuale i diritti fondamentali sono solo i diritti morali, vale a dire affermare che l’opera è mia. E questi diritti, a differenza di quelli economici, non sono trasmissibili.

La seconda cosa da notare è che proprio perché si afferma che c’è una limitazione ai diritti degli utenti si ammette implicitamente che il filtraggio automatico è imposto dalla direttiva: altrimenti il problema non si porrebbe. Eppure, come leggete per esempio qui, l’ineffabile relatore Axel Voss aveva twittato dicendo che questo era una falsità e che quindi non ci fosse più motivo per non approvare la direttiva. (Come? il tweet originale non esiste più? Ah, signora mia, che vergogna! Non ci si può fidare di nessuno!) Vabbè, ma tanto questo lo sapevamo già.

Seguono infine i paletti (o se preferite, le garanzie) a tutela degli utenti finali: dalle segnalazioni dei titolari dei diritti che devono essere circostanziate (insomma, non basta dire “avete roba mia”) al non dover bloccare i contenuti leciti (e una parodia è un contenuto lecito) a un meccanismo di reclamo funzionante se qualcuno cancella del materiale che riteniamo essere lecito. Ma soprattutto, i fornitori non hanno alcun obbligo di sorveglianza generale dei contenuti immessi dagli utenti. Non sono loro a dover giudicare se un contenuto è stato caricato illegalmente, ma i giudici.

Il tutto funzionerà? Probabilmente no. Quello che pare certo è che al momento le uniche implementazioni della direttiva che rispettano questi principi sono l’austriaca e la tedesca. Quella italiana no, ma non lo sono neppure la francese e la spagnola che pure dicevano di essere stati bravissimi. Aspettatevi altri ricorsi…